X
Segui LobbyingItalia

Segui ComunicaBlog Attualità

Visita <a href="http://www.comunicablog.it/" title="comunicablog: la comunicazione vista dai blog">Comunicablog</a>

Lobbying a Bruxelles: sta diventando affollato.

eu-lobbying_3
BRUXELLES - Alla fine degli anni 1990, i difensori dei diritti degli animali e i gruppi religiosi si unirono in Europa per accusare le più grandi compagnie farmaceutiche del mondo di voler creare geneticamente dei superbambini.
Prima del voto cruciale al Parlamento europeo sulla legislazione che avrebbe permesso alle compagnie farmaceutiche di brevettare geni sviluppati nella loro ricerca, i gruppi tappezzarono Bruxelles con poster di neonati sotto lo slogan "No ai brevetti sulla vita".
Il rabbino capo della Gran Bretagna e il vescovo di Oxford si unirono, invitando l'industria a non giocare ad essere Dio, mentre Greenpeace avvertiva che la legislazione avrebbe incoraggiato le imprese a trasferire "un gene lucciola in un topo così che le loro orecchie luccichino."

Di fronte a un simile attacco, l'industria assunse un lobbista britannico, Paul Adamson, che incontrò gruppi di pazienti e contribuì a convincere 30 malati terminali in sedia a rotelle - le persone che più avrebbero potuto beneficiare della ricerca biotecnologica - a salutare i membri del Parlamento nei giorni dei voti cruciali sulla legislazione.
I pazienti indossavano T -shirt di un giallo luminoso dipinte con lo slogan "brevetti per la vita" e inneggiavano, "no brevetti, no cure!"
Funzionò. Tre anni dopo che la sua bocciatura, la direttiva “Life Patent” passò, 432 a 78, in una votazione finale del maggio 1998.
"Abbiamo vinto perché abbiamo combattuto fuoco contro fuoco", ha affermato Adamson in un’ intervista nel suo ufficio presso il “Centre”, una società di consulenza che ha co-fondato nel 2004.

Questo episodio illustra quanto è cambiato nel policy making dell'Unione europea da quando Adamson, ora 51enne, arrivò a Bruxelles 25 anni fa, armato del dono della parlantina e del desiderio di mettere Bruxelles sulla mappa di lobbying.Ritornando ad allora, Bruxelles era politicamente stagnante, Adamson era uno dei pochi lobbisti della città e i governi dell'Unione europea, che nel 1980 erano solo nove, presero decisioni in gran parte per conto proprio.
Ora, nell’ Unione allargata di 25 paesi, un esercito di 15.000 lobbisti rappresenta circa 1.400 aziende e gruppi di interesse, che vanno dall’ European Bottled Watercooler Association a quelle che si preoccupano di koala in via di estinzione. Questi soggetti devono attraversare una matrice di istituzioni sempre più potenti, compresa la Commissione europea e il Parlamento europeo, che ha 732 membri e il potere di veto sulle normative, comprese le avvertenze sui pacchetti di sigarette e la compensazione dei passeggeri aerei.
"Sia gli europei che gli americani hanno capito l'importanza di Bruxelles come una potente macchina di regolamentazione", ha detto Adamson, i cui clienti hanno incluso Exxon Mobil e MTV ed è conosciuto come "il padrino" dai suoi colleghi.
Ma così come il potere di Bruxelles è cresciuto, la fiducia pubblica nel modo in cui le cose vengono fatte è diminuita, come dimostra la sconfitta dei referendum sulla proposta di Costituzione europea in Francia e nei Paesi Bassi. Che ha indotto ad una revisione della mancanza di trasparenza nel processo decisionale dell'UE e ad una ricerca per innalzare gli standard etici, compresi quelli dei lobbisti.

A Washington, per esempio, i lobbisti devono rendere conto di ogni centesimo che spendono e dichiarare in un registro come vengono finanziati e chi rappresentano. I lobbisti a Bruxelles, al contrario, sono scarsamente regolamentati in materia di comunicazione o di registrazione delle loro attività.

A causa di una tradizione continentale, che favorisce l'intervento rispetto al laissez-faire e all'economia di libero mercato, l'UE regola con maggiore frequenza e rigore rispetto agli Stati Uniti.
Per colpa delle norme UE McDonald's smesso di servire i giocattoli di plastica dell’ Happy Meals in tutto il mondo, poiché le aziende alimentari devono etichettare i prodotti che contengono anche l'1 per cento di un ingrediente geneticamente modificato, e Microsoft sta vendendo una versione ridotta del suo sistema operativo di punta, Windows.

Come a Washington, l’asset più prezioso per un lobbista di Bruxelles è l'accesso. Adamson dice che la sua arma segreta sono i 25 anni di contatti memorizzati sul suo cellulare Sony Ericsson. David O'Sullivan, segretario generale della Commissione europea, e Peter Mandelson, il Commissario per il commercio dell'Unione europea, sono nella sua selezione rapida. Adamson ha anche lo zelo di memorizzare i dati personali di tutti quelli che incontra, dallo stato civile all’essere vegetariano.

Ai lobbisti di Bruxelles piace vantarsi di essere una razza a parte rispetto ai loro cugini di Washington. Mentre gli americani usano tattiche come il "gunship" - minacciano di trasferire una società se certe proposte non cadono - i lobbisti a Bruxelles in genere favoriscono compromessi tranquilli.
"Lo stile gladiatorio del lobbying di Washington non funziona a Bruxelles, perché il processo decisionale si basa sulla ricerca di consenso tra 25 Stati membri", ha detto Adamson.
John Russell, un australiano che lavorava per la Camera di commercio americana a Bruxelles prima di entrare a Weber Shandwick, una società di pubbliche relazioni, ha detto che la differenza è evidente nel lessico.
"Mentre i lobbisti americani usano verbi come 'we need' e 'we want,' i lobbisti di Bruxelles dicono 'we would welcome"'. Per le orecchie americane, il linguaggio di Bruxelles può suonare insipido e da rammolliti".
Inoltre, mentre le amministrazioni cambiano ogni quattro - otto anni a Washington, i burocrati dell'Unione europea in genere restano al loro posto per decenni, il che significa che "se si brucia un ponte a Bruxelles, rimane bruciato", ha detto Russell.

I critici dicono che i confini tra attività di lobbying e politica sono troppo spesso offuscati a Bruxelles a causa di una regolamentazione meno rigorosa del settore.
"La 'lobby-crazia' a Bruxelles può fare quello che vuole con poca accountability'", ha detto Owen Espley del Corporate Europe Observatory di Amsterdam, un gruppo di osservatori del lobbying.
Adamson, un milionario che si occupa anche di editoria, è stato criticato dai colleghi per aver rifiutato di firmare un nuovo codice di condotta volontario scritto dall’ European Public Affairs Consultancies Association, l’organizzazione di rappresentanza dei lobbisti , che li invita a dichiarare i loro interessi e vieta di dare "incentivi finanziari" ai funzionari dell'Unione europea.
Adamson ha respinto le loro preoccupazioni, affermando che la sua società di consulenza ha un rigoroso codice di condotta e che è meglio lasciare che il mercato regoli il settore.
"O hai un codice personale d'onore o no," ha detto.

Forse le maggiori possibilità di conflitto di interessi sono nelle stesse istituzioni europee. I lobbisti che lavorano in Parlamento sono tenuti a rivelare i nomi dei loro clienti in un registro pubblico. Ma i membri del Parlamento possono conservare lavori a tempo pieno al di fuori del Parlamento e, talvolta, siedono nelle commissioni che sovrintendono le industrie in cui lavorano. Il Parlamento ha anche membri che mantengono i loro posti nei consigli aziendali.
Elmar Brok, deputato conservatore dal 1980, ha dovuto difendersi per aver lavorato come Vice Presidente Senior di Bertelsmann, la società di media tedesca, a partire dal 1992.
"Tutti in città sanno che Brok è il signor Bertelsmann," ha dichiarato Tony Robinson, portavoce del rivale Gruppo socialista in Parlamento.
Brok ha detto che non era affatto incompatibile lavorare per una grande multinazionale ed essere deputato.
"Io non sono un lobbista", ha detto. "Mi sono permesso di avere un lavoro. Centinaia di altri parlamentari lo fanno, perché io non dovrei?"

Cinque anni fa, la Commissione europea è nata sotto tiro quando un alto funzionario della sua direzione delle telecomunicazioni iniziò a lavorare con la spagnola Telefónica. Anche se in quel momento la Direzione stava indagando sulle pratiche di business dell’ operatore telefonico, il funzionario, Martin Bangemann, negò qualsiasi irregolarità nel suo cambiamento di lavoro.

Nel 2002 GPlus, una società di consulenza a Bruxelles, ha vinto un contratto di cinque anni per un valore di $ 728.000, per fornire i contenuti per un sito Web aiutava a spiegare la valuta euro. Ma la Commissione europea sospese il contratto tra le accuse di conflitto di interessi – Gplus aveva assunto due ex portavoci della Commissione, tra cui uno assunto appena dopo aver preso un periodo di aspettativa dalla Commissione.

Mentre i lobbisti a Washington sono giunti sotto tiro per aver utilizzato denaro per influenzare politici ed elezioni, a Bruxelles la catena di denaro a volte è invertita. La Commissione europea, per esempio, spende circa 8 milioni di euro all’ anno per il finanziamento di più di due dozzine di organizzazioni non governative, comprese associazioni ambientaliste come Friends of the Earth.
"Alcune delle ONG che ricevono fondi da parte della Commissione sul loro sito web descrivono come uno dei loro compiti principali ‘fare lobbying presso la Commissione,"' ha detto Kallas, Commissario per l’Amministrazione e la lotta antifrode.

La prima esperienza di Adamson con il lobbying è stato all'età di 9 anni, quando ha aiutato il padre, proprietario di un pub, in una campagna per tenere pub aperti in Galles anche la domenica. Ora ha una società di consulenza che ha descritto come la prima "think-do tank" di Bruxelles, e i cui rivali dicono che è una società di lobbying mascherata da istituto di ricerca.
Adamson sostiene anche il partito laburista in Gran Bretagna, e nel 1999 gli ha donato 10.000 sterline, quasi 18.000 di dollari. I suoi stretti legami con il Labour hanno spinto alcuni critici ad accusalo di aver influenzato l’agenda neoliberista e pro-UE del Primo Ministro Tony Blair - cosa che Adamson non nega.
Oggi, Adamson si definisce un consulente e insiste sul fatto che si è lasciato dietro il mondo del lobbying. Ma, ha detto, "sono felice di fare telefonate ad alto livello."
Kallas, da parte sua, ha detto che è tempo di svelare le operazioni del mondo del lobbying : "alla gente deve essere permesso sapere chi sono, cosa fanno e ciò che essi rappresentano”.

Dan Bilefsky - Traduzione di Valentina Tonti

ARTICOLI CORRELATI

philip_morris

Il senso di Philip Morris per il lobbying a...

Europa - Alcuni documenti della Philip Morris International (PMI) sono filtrati e giunti sino agli occhi di alcune ONG, che hanno deciso di rendere pubbliche strategie, cifre e impegno a livello di lobbying...Continua»
enr-default

Zanetto: Per le aziende meglio finanziare il...

Interviste - È un lobbista, Paolo Zanetto, 34 anni, comasco. Avvocato bocconiano, nel 2005 ha aperto uno studio con Alberto Cattaneo e oggi, con 21 addetti fra Milano, Roma e Bruxelles, sono la società di...Continua»
lobbying-italia

IBL – Finanziamento alla politica,...

Documenti - Non sono tanto le leggi o i ‘lacci’ ai donatori che creano un sistema politico sano. Quello che fa la differenza nella qualità del processo di policy making è la forza vincolante dei...Continua»
foto2

Fare lobby in Italia, Valenti:...

Italia - Le lobby in Italia non godono ancora di un vero e proprio regolamento, restando per molti un tema oscuro e poco applicabile. Per spiegare il fenomeno, ad Acireale è stato organizzato un convegno...Continua»
iOBSZ1xrAPRc

Political intelligence o insider trading?

World - (Luigi Ferrata) In uno scenario politico sempre più complesso, caratterizzato da un impatto crescente della regolazione sul business, l'attività di political intelligence sta acquisendo un ruolo...Continua»
askalobbyist

Come si pagano i lobbisti negli USA?

World - Negli Stati Uniti la "lobbying firm" Holland & Knight ha fatto notizia nel 2012 per aver eliminato la fatturazione ad ore per i servizi di lobbying, che è invece il sistema standard negli USA,...Continua»
Fumetto-pensieroso_1

Lobbista: un mestiere d’oro

Italia - (Gianluca Sgueo) Quello della crisi occupazionale dei giovani è un problema non più recente – nel senso che esiste, e se ne parla, da tempo – e purtroppo di grande attualità. L’Italia, tra le...Continua»
1367510101680

Studia che ti passa

Italia - (Gianluca Sgueo) Quella delle commissioni è un’abitudine che non è mai passata di moda. Tutto sommato, è un sistema efficace. Metti insieme un manipolo di addetti ai lavori (che puoi divertirti a...Continua»

Il Network

LobbyingItalia è il blog interamente dedicato al mondo delle lobbies. Informazioni su tutto ciò che accade o che riguarda l'attività di lobbying in Italia, negli Stati Uniti, a Bruxelles. Articoli da tutto il mondo, documenti, convegni, formazione: tutto quello che può aiutare a rendere sempre più chiaro ciò che sino ad oggi per molti, poco informati o in malafede, è rimasto nell'oscuro.


Questa opera è pubblicata nel rispetto delle licenze Creative Commons.

© 2013 WeBoost MEDIA S.r.l.. Tutti i diritti riservati.

P.IVA 105 49 521 002