Per la sezione "Documenti" di LobbyingItalia, un interessante paper pubblicato a fine marzo 2013 sulla University of Illinois Law Review, Vol. 2013, No. 2, 2013 sul tema della "revolving door". La "revolving door", la porta girevole tra incarichi nel privato e nel pubblico porta molti ad esprimere il convincimento che il regolatore non faccia altro che lavorare per favorire gli interessi dei soggetti per i quali nel futuro andrà a lavorare.
Questo punto è da anni al centro del dibattito pubblico americano, e in parte europeo (si pensi al caso dell'ex cancelliere Schroeder, finito a lavorare per Gazprom), mentre non òlo è ancora in Italia. Il presidente USA Obama eè arrivato al punto che una delle prime decisioni della sua amministrazione ha riguardato proprio questo, viste le polemiche post crisi finanziaria e per il disastro della piattaforma BP a largo di New Orleans, due casi in cui chi doveva controllare è sembrato troppo vicino al controllato.
Ma la sensibilità sul tema è forse eccessiva. Chi ha un incarico pubblico ha moltissime ragione per fare un ottimo lavoro, e in genere un'esperienza di succersso nel pubblico consente di avere ottime opportunità nel privato, se non una crescita proprio nel pubblico. La revolving door potrebbe inoltre spingere i cittadini ad impegnarsi in incarichi di servizio.
Un'analisi sui principali procuratori di Manhattan non lascia alcuno spazio a possibili favoritismi nei confronti di coloro per i quali poi questi sono andati a lavorare. Inoltre, da un punto di vista legale, eliminare la revolving door sollverebbe serie questioni anche dal punto di vista della legittimità costitituzionale.
Scarica il pdf (in inglese) con l'analisi approfondita di David T. Zaring (University of Pennsylvania - Legal Studies Department), nel suo paper "Against Being Against the Revolving Door".






































