Infatti il deputato democratico Barney Frank ha diffidato Goldman Michael Paese, un ex membro del comitato, dal trattare con il panel proprio mentre si discute un lungo elenco di proposte di riforma finanziaria, alcune con un impatto diretto su Goldman.
"Il signor Paese ha lasciato i nostri uffici nel settembre 2008, e non gli era consentito comunicare con nessun membro della commissione o del personale per un periodo di un anno a causa di normali restrizioni etiche che si applicano a tutti i dipendenti di Camera e Senato", ha detto in una dichiarazione l’assistente di Frank, Steven Adamske.
"Per un’abbondanza di cautela dovuta alla natura della riforma della regolamentazione finanziaria, il presidente ha esteso il divieto al signor Paese per un altro anno".
Il comitato di Frank si sta occupando di un notevole carico di proposte legislative presentate dall’ amministrazione Obama per rendere più severa la regolamentazione delle banche e dei mercati dei capitali dopo la peggior crisi finanziaria da generazioni.
In un tipico esempio della cultura della porta girevole tra Washington- Wall Street, Paese è stato direttore supplente del personale della commissione prima che smettesse di lavorare per la Securities Industry and Financial Markets Association come lobbista. Goldman lo ha assunto nel mese di aprile.
Non è stato possibile raggiungere Paese per un commento presso l’ufficio di Goldman di Washingto, DC. Non è stato possibile raggiungere neppure un portavoce della società a New York.
Secondo il Center for Responsive Politics, un gruppo no-partisan che osserva finanziamento delle campagne elettorali e lobbying, le società che operano nella finanza, nelle assicurazioni e nell’ immobiliare spendono in lobbying a Washington più di qualsiasi altro settore dell'economia statunitense.
Nell'ambito di tale settore, Goldman è una centrale elettrica. Dal 1989 i suoi dipendenti, i loro familiari e i suoi comitati di azione politica hanno donato 31,2 milioni dollari ai candidati politici americani, superando tutte le altre banche e società finanziarie.
Nonostante la mancanza in Italia di una regolamentazione sul lobbying che permetta di avere dati chiari e trasparenti sugli investimenti in questo campo da parte delle imprese, è’ evidente la distanza tra la situazione americana e quella italiana, dove molti soggetti economici ancora non comprendono l' effetto moltiplicativo sui profitti di tali investimenti.
Valentina Tonti























