I gruppi di public affairs vendono due cose. Forniscono consigli su come capire e influenzare la futura legislazione e regolamentazione. E fanno sì che i loro clienti espongano le loro esigenze direttamente a coloro che prendono le decisioni. Per consentire loro di fare entrambe le cose, le società costruiscono reti di contatti. E il modo più rapido di creazione di tali reti è l'assunzione di “political insiders”, che hanno già la rubrica piena.
E’ un omaggio alla forza politica del partito Tory di David Cameron che tutte queste cose - influenza sulle normative future, l'accesso ai futuri decisori, reti di persone utili - ora richiedano alle società di lobbying di assumere e incontrare i conservatori. Ma è un processo che non può passare inosservato.
Dopo lo scandalo delle indennità parlamentari, gli elettori sono particolarmente - e giustamente - sensibili alle transazioni finanziarie dei deputati. E per questa ragione anche Mr. Cameron deve esserlo. Deve assicurarsi che i suoi futuri candidati parlamentari capiscano il comportamento che si aspetta da loro quando hanno a che fare con persone che vogliono influenzare la politica offrendo contemporaneamente loro denaro.
La questione è spinosa. Le circoscrizioni chiedono sempre più impegno in termini di tempo e di energia a candidati che non sono ancora supportati da uno stipendio parlamentare, persino da quelli semplicemente alla ricerca di una candidatura. Questo rende difficile per loro continuare lavori tradizionali. Molti risolvono il conflitto cercando lavoro nel lobbying e nella comunicazione mentre cercano di conquistare un seggio. Il reciproco vantaggio è chiaro: i datori di lavoro dei public affairs sono comprensivi, dal momento che acquisiscono un beneficio dal coinvolgimento politico dei loro dipendenti.
Questa è la strada che è stata presa da diversi potenziali candidati conservatori nel loro cammino verso la Camera dei Comuni alle prossime elezioni. Si tratta di un compromesso comprensibile, ma non vi è dubbio che esso sollevi alcuni problemi.
In mancanza di una guida dal centro, i candidati si stanno facendo proprie regole su ciò che è appropriato. Alcuni sono disposti a presentare clienti ai “frontbenchers” conservatori, altri no; alcuni forniscono consulenza sulla direzione del partito, altri no; alcuni portano avanti il caso del loro cliente con contatti di partito, altri no; alcuni incassano denaro, altri no.
Barack Obama ha annunciato che non sarà possibile nominare lobbisti in Agenzie sulle quali hanno fatto pressione negli ultimi due anni. David Cameron potrebbe non volerlo emulare, soprattutto visto che ciò ha costretto il Presidente ad escludere alcune brave persone dalla sua Amministrazione. Ma il leader conservatore ha urgente bisogno di stabilire alcune regole di base per i suoi candidati. Perché se non lo fa, espone il suo partito ad un pericolo serio. Nel prossimo Parlamento, la gente potrebbe trovare traccia degli interessi di ex clienti dei suoi parlamentari nelle loro posizioni, e concludere così che la democrazia è in vendita.
Traduzione di Valentina Tonti























