Dopo avere promesso durante la campagna elettorale di sottrarre la sua amministrazione dalla nefasta influenza dei lobbysti («Non prenderò un soldo da loro nella campagna e saranno banditi dalla Casa Bianca quando sarò presidente») Barack Obama ha annunciato il 21 gennaio norme anti-lobbysti molto meno severe del previsto. Ma, ancora più grave, Obama ha scelto per importanti incarichi della sua amministrazione lobbysti non in regola con le norme appena annunciate.
Tra le eccezioni più clamorose vi sono le nomine di William Lynn III, un lobbysta per l’azienda militare Raytheon, a numero due del Pentagono e di William Corr, un lobbysta anti-tabacco, a vice-ministro della Sanità. La Casa Bianca ha cercato, un po’ faticosamente, di giustificare queste eccezioni alla regola anti-lobbysti affermando che le regole richiedono un minimo di flessibilità «nei casi di persone eccezionalmente qualificate per i loro incarichi».
Ulteriori perplessità ha suscitato la decisione di Obama di difendere a spada tratta le nomine di Tim Gaithner a ministro del Tesoro e di Tom Daschle a ministro della Sanità dopo che entrambi hanno ammesso di avere “dimenticato” di pagare alcune tasse. Nel caso di Gaithner, che come ministro del Tesoro è responsabile anche del fisco Usa, l’evasione fiscale appariva particolarmente imbarazzante. Nel caso dell’ex-senatore Daschle, designato da Obama anche per guidare la difficile riforma del sistema sanitario (una delle promesse più importanti della sua campagna elettorale) le tasse non pagate, per una vettura con autista messa a sua disposizione da una compagnia privata, hanno acceso i riflettori sulle lucrose attività dell’esponente democratico dopo l’uscita dal Congresso nel 2004 per una sconfitta elettorale. Daschle ha ricevuto oltre cinque milioni di dollari di compensi da compagnie private per imprecisate attività di consulenze. Alcune di queste attività riguardano compagnie del settore della Sanità, attività che esporranno Daschle, come ministro della Sanità, ad inevitabili conflitti di competenza.
Anche in questi casi la Casa Bianca ha deciso di fare eccezioni alle strette regole sugli “standard etici” a suo tempo annunciate. «Il presidente Obama è convinto che Geithner e Daschle siano le persone giuste per i loro importanti incarichi».
Quando una terza persona scelta da Obama per una carica importante, la manager Nancy Killefer, doveva verificare tutte le voci delle proposte di budget per eliminare sprechi, è incappata nella mannaia delle tasse non pagate stavolta la reazione della Casa Bianca è scattata, senza asterischi: la rinuncia della Killefer è stata immediatamente accettata.
Ma gli asterischi di Obama non riguardano solo le nomine. Nell’ordine esecutivo in cui annuncia la chiusura delle prigioni segrete della Cia era contenuta una clausola inquietante: erano concesse eccezioni per siti «usati per poco tempo e su base transitoria» dagli agenti segreti Usa. Una clausola che rischia di far rientrare dalla finestra la politica delle “rendition” condannata dalla nuova amministrazione Usa.
Corriere Canadese























