Quando si pensa che in estate tutto ciò che riguarda il lobbying sia fermo, ecco la sorpresa in arrive direttamente da Taiwan. È infatti entrato in vigore lo scorso 8 agosto il nuovo Lobbying Act, approvato dal Legislative Yuan (il parlamento taiwanese) a luglio.
Denominato “sunshine bill”, il Lobbying Act taiwanese è ovviamente mirato a rendere trasparenti le attività di lobby, l’intervento nei procedimenti normative, le parti coinvolte e, infine, a prevenire possibili atti di corruzione. Con questa legge Taiwan va ad aggiungersi a Stati Uniti, Canada, Unione Europea più alcuni paesi dell’Europa Orientale, nella lista dei paesi che hanno approvato una regolamentazione dell’attività di lobbying che, come noto, in Italia ancora manca.
La legge definisce il lobbying come ogni contatto diretto con funzionari pubblici “lobbyable” (lobbizzabili?), che sia verbale o scritto, con l’obiettivo di influenzare l’attività del funzionario o l’attitudine dell’istituzione per la quale questo lavora rispetto alla redazione, approvazione, modifica, abrogazione di un atto normative, amministrativo o politico. Lobbisti, secondo la norma, possono essere individui, persone giuridiche o gruppi che ai primi si rivolgono per avere aiuto, o individui e società chef anno lobby in favore di altri soggetti.
Secondo la normativa approvata, fare lobbying in determinate settori – quali ad esempio la Difesa e la Sicurezza nazionale, gli affair esteri, la politica di relazione con la Cina, i doveri dei funzionari pubblici, attivarsi a favore di Cina, Honk Kong e Macao, o a favore di NGO a Taiwan – è ora proibito. Per quanto riguarda gli stranieri, questi sono obbligati a rivolgersi ad un lobbista locale.
Inoltre, la legge richiede ai lobbisti di registrarsi ed alle agenzie potenziali target dei lobbisti di designare un ufficio apposito finalizzato ad accogliere la registrazione in questione. Oltre la registrazione, è richiesta anche un rapporto periodico sulle spese sostenute.
La nuova legge poi fa divieto ai pregiudicati di effettuare attività di lobbying, come anche ai funzionari governativi per 5 anni successivi dal termine del proprio mandato (tempo ridotto a 3 anni in caso di dimissioni). Ai legislatori è vietato fare attività di lobbying o assumere lobbisti a favore di un’impresa da essi controllata o in qualche modo ad essi connessa, o di cui posseggono anche solo il 10%.
Ogni violazione della norma da parte di ogni soggetto, private o pubblico, prevede una multa fino a NT$2.5 milioni (€ 57,000).
Nonostante le numerose proibizioni, la norma in questione vede anche una serie di falle e di aree grigie. Una delle più serie – riporta il China Post – riguarda l’attività dei grassroots activists (associazionismo), quella dei funzionari dello Stato e degli assistenti parlamentari, tutti esentati da legislazione e rapportistica. Ciò ovviamente potrà consentire a coloro cui la legge si rivolge di aggirarla passando proprio per questi soggetti, come sottolinea al Taipei Times Lin Lu-hung, un importante funzionario del Democratic Progressive Party che collabora col deputato Huang Sue-ying: “L’area grigia sarà nella differenza fra lobbying e semplici richieste scritte, che arrivano sul mio tavolo tutti i giorni”. È vero anche, aggiunge Lin che includere anche la richiesta scritta nella legge avrebbe in pratica costretto ogni elettore a registrarsi prima di rivolgersi al proprio deputato.
A ciò va aggiunta che anche attività come le relazioni con i media, convegni, dimostrazioni, pubblicazioni e audizioni pubbliche, nel caso vengano condotte da grassroots activists (che appunto non devono registrarsi) finirebbero fuori dal cono di luce che si è tentato di mettere in piedi con questa norma. Un altro problema infine è relativo al fatto che le attività in sé e i risultati di questa non sono in alcun regolati, lasciando aperta la porta ad ogni tipo di attività successivamente alla registrazione. Motivi per i quali sono già in molti pronti ad attivarsi per emendare la legge in un’ottica di maggiore trasparenza.
Link: un sito (tradotto da Google in italiano) relativo all'implementazione del Lobbying Act
Franco Spicciariello - LI.Info



































