Pochi giorni fa la II Commissione "Affari Istituzionali" del Consiglio Regionale della Lombardia aveva approvato la PdL n. 0280 (afferente l’attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi) abbinato al PdL n. 0289 (inerente alla trasparenza dell’attività di rappresentanza di interessi nei processi decisionali pubblici), e ieri è arrivato il via libera del Pirellone. A favore Pd, Lega Nord, Lista Maroni, Lombardia Popolare, Patto civico, Fratelli d'Italia e Gruppo Misto Fuxia. Il gruppo di Forza Italia non ha partecipato al voto. Contrario, infine, il Movimento 5 Stelle, che sia a livello nazionale sembra non riuscire a trovare una posizione chiara su quale regolamentazione le lobbies debbano avere, considerando però che il Movimento regolarmente vi si confronta sia a livello nazionale che locale. La norma lombarda segue quella recente della Calabria, anch'essa come le altre precedenti rimasta disapplicata sino ad oggi.
Come riporta oggi il Corriere della Sera, cronaca di Milano (leggi l'articolo):
La Lombardia avrà il suo albo dei «cartelli» Riconosciuta la figura del portatore d'interessi La Lombardia avrà il suo «Elenco dei lobbisti». La nuova legge sulla «Disciplina per la trasparenza dell'attività di rappresentanza di interessi nei processi decisionali pubblici presso il Consiglio regionale», approvata ieri al Pirellone, da una parte riconosce la figura dei «portatori di interesse», ma dall'altra vieta loro di proporre regali o benefici, condanna le pressioni indebite, impone il dovere della trasparenza nei rapporti con i rappresentanti dell'istituzione e dell'amministrazione regionale.
Le prescrizioni del Registro
Per iscriversi all'albo, i lobbisti dovranno registrare — oltre alle generalità e ai dati dell'ente che si rappresenta —anche i potenziali destinatari delle «attenzioni». Inoltre, servirà la fedina penale pulita: nessuna condanna passate in giudicato e nessuna dichiarazione di fallimento alle spalle. Ogni anno poi (entro il 28 febbraio) avranno l'obbligo di presentare una relazione sui consiglieri incontrati e per quale processo decisionale. In caso di «dichiarazioni scorrette o non veritiere», è prevista la cancellazione dall'elenco, con relativo stop all'azione di rappresentanza, fino all'accusa di falso in atto pubblico.
Le reazioni
«Con questa legge — spiega il relatore Carlo Malvezzi, di Lombardia Popolare —Regione Lombardia opera una scelta chiara e decisa verso la trasparenza e la tracciabilità. Con questa legge intendiamo infatti dire a chiare lettere che non bisogna aver paura di parlare di lobby, di gruppi di interessi, di sistemi di relazioni con mondi dell'economia e del sociale. Al contrario, il problema non sono i portatori di interesse, ma l'assenza di regole che permettano loro di interagire con la politica in modo trasparente, partecipato ed uguale per tutti». La proposta di legge è passata con un voto trasversale.«È inefficace - sentenzia il grillino Eugenio Casalino — e il problema del lobbying rimane assolutamente aperto». Per i dem Fabio Pizzul e Gian Antonio Girelli, presidente della commissione antimafia, quella votata «non è la migliore delle leggi possibili, ma è un punto di partenza importante nella direzione della trasparenza per una Regione così duramente colpita da scandali legati al rapporto malato tra decisori e interessi economici di parte». Il leghista Pietro Foroni: «E una sintesi giusta a tutela di tutti e che dà regole chiare».
Valutazioni
Negli scorzi mesi la II Commissione aveva lanciato un vasto giro di consultazioni, cui hanno partecipato le varie CNA, Confesercenti, Federdistribuzione, consumatori, Confagricoltura, Confindustria (gli emendamenti proposti), ANCE, ASSOREL, Confcommercio, Confartigianato, Lega Cooperative, Alleanza delle Cooperative, e l'Associazione Il Chiostro.
Il commento
"Se da una parte è apprezzabile il concetto di arrivare ad una regolamentazione del lobbying, specie in una Regione dell'importanza e delle dimensioni della Lombardia, dall'altra le perplessità sono numerose", scrive su Facebook Franco Spicciariello, docente di "Teorie e tecniche del lobbying istituzionale" presso l'università LUMSA di Roma. "Innanzitutto, si tratta dell'ennesima norma regionale: una proliferazione di registri, ognuno diverso dall'altro e di fatto nemmeno applicati. Nulla poi la norma prevede in termini di cooling-off, che significa che un'assessore che ad esempio dovesse dimettersi a metà consiliatura potrebbe tranquillamente svolgere, come già oggi e legittimamente, attività di lobbying sulla Giunta e senza alcun obbligo di trasparenza. Ma il punto principale, ancora una volta, è uno: questa legge regionale non prevede alcun obbligo di iscrizione per chi voglia rappresentare interessi, e tanto meno alcuna sanzione è prevista. A ciò si aggiunge l'errore di non prevedere nemmeno questa volta, come per il Registro della Camera dei Deputati, alcun incentivo all'iscrizione tipo ad esempio l'accesso ai locali o consultazioni riservate".
Per capire se e come la nuova legge sulle lobby in Lombardia verrà applicata, si dovrà comunque attendere realisticamente i 12 mesi di tempo che la Giunta Regionale avrà per emanare un regolamento ad hoc. Ma per una regolamentazione vera dell'attività di lobbying ci vorrà probabilmente molto più tempo.



































