Il Canada, paese federale governato con sistema parlamentare e legato alla Corona inglese, il ruolo delle lobbies è fondamentale in quello che è si definisce un sistema di brokerage politics. Infatti, presentando una popolazione fortemente eterogenea, il decisore pubblico si trova a dover costantemente cercare di sintetizzare gli interessi più disparati e le lobby, fanno da mediatori in questo delicato processo.
In Canada, la condotta dei decisori pubblici nei rapporti con le lobbies, è regolata in modo molto simile a quella vigente in Gran Bretagna. È previsto un codice di condotta, il meccanismo del private bills (disegni di legge adottati da un parlamentare su iniziativa di una lobby), la presenza di all party groups finanziati dalle lobbies. Inoltre, è concesso che i deputati, purchè lo dichiarino, possano essere singolarmente sponsorizzati da gruppi di interesse. Questi gruppi di interesse sono a loro volta regolati dal Lobbyist Registration Act del 1989.
Non tutte le dieci province del Canada hanno però introdotto a livello federale una legge che regolamenti il lobbying. La prima era stata nel 1998 l'Ontario, in questi giorni, una delle ultime province a muoversi in questa direzione è stata il Saskatchewan.
Era da qualche anno che, nel Saskatchewan, si percepiva la necessità di introdurre una norma per regolamentare le lobbies e garantire maggiore trasparenza nei processi decisionali. Raccomandato anche dall'Ufficio del Commissario per il lobbying del Canada.
Leggi il testo della proposta di legge governativa 120/2013 "An Act Respecting Lobbying", pubblicata il 26 novembre 2013 (leggi qual'è l'iter legislativo della provincia del Saskatchewan).
Come riportato dal ministro per la Giustizia della provincia, Gordon Wyant, questa legge prevede la creazione di un registro pubblico online al quale devono registrarsi tutti i portatori di interessi pagati per influenzare i decisori pubblici. La norma riconosce inoltre come legittima attività democratica coloro che fanno lobbying e sono titolari di cariche pubbliche.
Iniziano a questo punto a delinearsi delle lacune nella regolamentazione.
Una lunga lista di esenzioni che lascia nel buio più della metà delle attività lobbistiche che si svolgono ogni anno. Infatti, non sono tenuti ad iscriversi al registro: dipendenti, funzionari e direttori che operano nel non profit, università, la SUMA(Saskatchewan Urban Municipalities Association) e la SARM (Saskatchewan Association of Rural Municipalities), imprese che fanno lobbying sul governo per meno di 100 ore all'anno.
Ci si rende conto che, come afferma anche Guy Giorno, ex capo del personale di Harper, è una legge che limita fortemente la trasparenza che si potrebbe avere in materia di lobby; poiché una lobby può svolgere un'attività di poca importanza con un lavoro superiore alle 100 ore annue, mentre un'altra lobby potrebbe agire in 50 ore con risultati che pesano molto sulle politiche pubbliche. Con una regolamentazione del genere infatti, non si tiene conto dell'importanza che può avere una telefonata o una mail, fondamentalmente a “tempo zero”, rispetto a uno spostamento ad esempio aereo, che ha un tempo maggiore ma può registrare minori risultati.
Non solo la discriminante delle ore di lavoro lascia perplessi in relazione alla trasparenza, ma anche l'esenzione dell'obbligo del registro per il settore no profit.
In relazione a ciò è interessante riportare una dichiarazione sempre di Giorno che afferma: “la mia opinione è che se si vuole perseguire la strada della trasparenza, tutto dovrebbe essere trasparente”...”invece, così, come una compagnia petrolifera è tenuta a rendere trasparente la sua attività lobbistica, perchè non deve esserlo un gruppo ambientalista?”
Lo stesso Wyant commenta che sarebbe stato meglio portare avanti una regolamentazione simile a quella adottata da province come Ontario, Columbia Britannica, Newfoundland e Nova Scotia che comprendono le attività del lobbying del non profit.
La legge, in conclusione, si applica esclusivamente ai cosiddetti lobbisti consulenti, coloro che sono pagati da un soggetto per fare lobbying, ed ai lobbisti in-house, per almeno 100 ore l'anno di lavoro (solo Nova Scotia e Ontario prevedono l'obbligo di registrazione anche per i lobbisti in-house).
La Bill 120 prsenta però almeno un paio di norme sul conflitto di interessi. Innanzitutto impone dei limiti alla revolving door per una serie di funzionari sulla base dell'incarico precedente: ad es. bando di un anno dal lobbying per i primi ministri, 6 mesi per i funzionari, viceministri, capi dello staff (con limite sui ministeri dove lavoravano). Norme come queste sarebbero le più strette fra le varie norme provinciali esistenti (anche se la Bill 115 in corso di lettura presso l'Ontario Legislature pone limiti sino a 5 anni).
Previsti chiaramente anche una serie di obblighi di trasparenza, specie per i consulenti in relazione a clienti ed interessi rappresentati, oltre ad un obbligo più generale si spese fatte e incassi ricevuti.
Nonostante le criticità emerse, la legge trova molto accoglimento poiché inizia a delineare uno scenario più trasparente e conforme con gli alti standard del resto del Canada. La tesi è ben delineata dal giornale Leader-Post che, sulle criticità della regolamentazione che fanno nascere il legittimo dubbio: “è meglio avere una legge potenzialmente inefficace, debole o nessuna legge?”, risponde che è meglio avere una legge, un punto di inizio da cui partire.



































