Sono entrate nell’uso comune come espressione di interessi di parte. Il nome stesso, lobby, rimanda per immediata associazione a un quadro più o meno reale di sottobosco politico, corridoi dei Palazzi, mani che stringono mani. Un sistema a dir poco opaco. Ora, dopo anni di tentativi (andati a vuoto) di dotare il Paese di una regolamentazione almeno allineata agli altri Paesi europei, si fa sul serio.
A fare da apripista in questo senso è il Ministero delle Politiche Agricole, dove i portatori di interessi speciali che vogliano dire la loro nel processo di scrittura di una norma saranno a breve tenuti a iscriversi ad un elenco pubblico. La lista potrà essere consultata da chiunque sul sito del dicastero. E, cosa an cora più interessante, verrà resa obbligatoria ai lobbisti la contestuale indicazione delle risorse economiche di cui dispongono per le funzioni svolte.
Il decreto operativo, firmato ieri dal ministro Mario Catania, disciplina nel dettaglio tutta l’articolazione del processo e assegna precise qualifìcazioni ai passaggi. Si comincia dall’istituzione presso gli uffici di una struttura ad hoc, l’Unità per la Trasparenza, che dovrà assicurare la correttezza dei processi decisionali relativi ai disegni di legge e agli schemi di regolamento di competenza del ministero e coordinare le attività connesse all’effettuazione dell’analisi di impatto della regolamentazione.
Compito principale dell’Upt sarà quello di predisporre l’elenco dei portatori di interessi particolari, cui sono tenuti a iscriversi (on line) i soggetti che intendono partecipare ai processi decisionali pubblici di competenza dell’amministrazione. Questo prevede sezioni distinte per categorie omogenee di interessi e contiene alcuni elementi tassativamente indicati e aggiornati entro il 30 luglio di ogni anno.
Non è ancora l’albo nazionale, di cui si è parlato in passato — anche su richiesta degli stessi — operatori. Ma è la prima volta che in Italia un ministero mette nero su bianco un complesso di regole certe e chiare allo scopo di disciplinare il rapporto tra chi decide e chi orienta (o quantomeno ci prova). E non è detto, anzi è quasi una speranza, che altri seguano il buon esempio.
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Nicola Barone - Il Sole 24 Ore



































