Qualche considerazione illuminante (e ben scritta) di Mino Fuccillo e Piero Di Lorenzo:
Provate a Roma, capitale d'Italia, o a Milano, orgogliosa metropoli degli affari, a scendere in una qualunque strada del centro urbano e a chiamare, con un cenno della mano, un taxi. La possibilità di essere notato e di ricevere un qualche tipo di risposta da un passante dell'altro sesso oppure da un tutore dell'ordine insospettito da questo vostro gesticolare sarà comunque statisticamente più altra di quella che si fermi e vi raccolga un'auto pubblica di bianco dipinta. [...] Non avrete quel taxi con un cenno della mano in strada perchè i tassisti dosano con il contagocce la concessione di licenze, organizzano i turni di lavoro sulla base dei ritmi della loro vita privata, tollerano e proteggono abitudini interne quali la scelta del cliente a seconda della destinazione. E se qualcuno prova a rompere lo schema abituale che comprende anche franche illegalità nell'erogazione del servizio quali la licitazione e l'accaparramento privato dei clienti a lunga tratta, scatta compatta e durissima l'opposizione di tutta la lobby. [...]
In questo e altri casi state sbattendo contro il lato oscuro della lobby, che consiste in quella miriade di avvertimenti incrociati che i gruppi di interesse si scambiano nella segnaletica della comunicazione sociale: molte e diverse sono le grafiche adottate, ma uno solo è il messaggio: poco o nulla deve cambiare e, se qualche cambiamento dovesse, nonostante la vigilanza della lobby, introdursi nella realtà delle cose, il cambiamento, la modifica dello status quo deve essere a misura della volontà, e anche dell'umore, dei componenti la lobby. [...] un contemporaneo, piccolo, diffuso e muscoloso neo feudalesimo [...] che sublima l'egoismo individuale a regola di condotta collettiva.
Concludono poi il capitolo sottolineando come [...] nel nostro paese vi sia poca indulgenza e comprensione, pochissima stima e rispetto, e quindi poco spazio, per l'azione di una lobby attiva. E, al contrario, molta indulgenza e comprensione, una sorta di neutralità benevola che circondano il lavoro e il manifestarsi della lobby passiva e "feudale". [...] L'unica vera peculiarità assolutamente negativa della situazione italiana, l'unico cruccio sistematico, è relativo alla tipologia della "domanda" di lobbisti che viene dalla base della società: si chiede, si esige ottuso volantinaggio anzichè studio della situazione, si reclama capacità di rassicurazione e quasi mai indicazione di un nuovo da farsi.