Cominciare a controllare e regolamentare l'attività dei lobbisti che si aggirano in Parlamento e nei ministeri per caldeggiare quella riduzione fiscale, quel provvedimento sulla sanità, quella norma sulla sicurezza lavoro. Questo è lo scopo di un disegno di legge firmato da alcuni senatori del Ppi, ben consci che è solo un primo passo per colmare ´il divario sostanziale fra un settore pubblico tanto elefantiaco quanto debole e sofisticati apparati privati che si servono di personale altamente specializzato e retribuito'.
Bisogna anche tener conto dell'autonomia costituzionalmente garantita delle Camere. L'idea è quella di costituire un elenco professionale dei lobbisti specificando le caratteristiche necessarie per esservi iscritti. Viene anche proposta la creazione di una commissione di controllo formata da un consigliere di cassazione, un consigliere di stato, tre componenti nominati rispettivamente dal presidente del consiglio e quelli di camera e senato, infine due membri eletti dagli iscritti nell'albo dei lobbisti.
Con quali compiti? Chi esercita l'attività professionale di rappresentanza di interessi presso parlamento e governo deve presentare alla commissione un dettagliato rapporto in cui sono indicati l'oggetto delle attività svolte, i soggetti con cui si è entrati in contatto e le somme spese a qualsiasi titolo per realizzare gli scopi perseguiti.
Gli iscritti all'albo dovranno inoltre utilizzare carta intestata nelle loro comunicazioni e curarsi che sia sempre compensibile il datore di lavoro o comunque il soggetto per cui si agisce. Chi sgarra, paga: ammonizione, censura, sospensione e, nel caso più grave, cancellazione dall'elenco professionale. Parallelamente gravano obblighi di collaborazione anche su parlamentari, membri di governo e componenti di apparati amministrativi di parlamento e governo. Questi devono informare la commissione, entro un mese dal ricevimento, di ogni dono elargizione e beneficio di valore superiore a 300 mila lire. Chi non lo fa rischia anche penalmente.
La commissione dovrà essere dotata di segreteria indispensabile per l'efficacia e la tempestività del controllo. Spese di segreteria più stipendi dei membri dovrebbero costare 400 milioni l'anno (cifra rivalutabile in futuro) coperti utilizzando il capitolo 6856 dello stato di previsione del ministero del tesoro, un contenitore omnibus per i nuovi provvedimenti.
Antonio Enrico Bartoli - MF

































