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L'AGCM al Parlamento: Necessario regolamentare il lobbying
Scritto il 2015-10-18 da lobbyingitalia su Italia
Serve una nuova legge sul conflitto di interessi e una regolamentazione dell'attivita' di lobbying. Lo chiede l'Antitrust, nell'ultima relazione sulla materia trasmessa al Parlamento. In particolare, l'autorita' presieduta da Giovanni Pitruzzella, chiede ''una complessiva rivisitazione'' della normativa in vigore, per ''rafforzare le misure a carattere preventivo e fornire all'Antitrust adeguati mezzi di enforcement, diretti ad as­sicurare un effettivo ed efficace perseguimento delle finalita' previste asse­gnate in entrambi i settori nei quali esercita i poteri di vigilanza, vale a dire i conflitti di interessi e le incompatibilita' governative''.

Ed e' proprio ''indispensabile una riformulazione della no­zione di conflitto di interessi, attribuendo centrale rilevanza alla situazione di pericolo che differenzia il conflitto di interessi rispetto ai canonici reati contro la pubblica amministrazione''.

A questo proposito, l'Autorita' segnala, ad esempio, che, in base all'attuale legge, per verificare l'esistenza di in conflitto per incidenza patri­moniale, occorre la presenza di requisiti quali l'adozione di un atto di governo, il vantaggio patrimoniale preferenziale e il danno all'interesse pubblico, nonche' il collegamento fun­zionale tra questi elementi e il titolare di carica. ''Condizioni, queste, non solo di non facile verifica, ma anche spesso non riscontrabili in rapporto a fattispecie concrete'', e' scritto nella relazione al Parlamento.
Il disegno di riforma attualmente in discussione alla Camera presenta ''una serie di significative innovazioni'', tuttavia si ritiene opportuno mantenere in capo all'Antitrust le attuali competenze, piuttosto che affidarle ad un'istituenda Commissione nazionale per la prevenzione dei conflitti di interesse come prevede la proposta in discussione.
L'organismo presieduto da Pitruzzella considera inoltre necessario introdurre nel nostro ordinamento anche ''un'apposita regolamentazione in materia di rappresentanza degli interessi (disciplina delle cosiddette lobby), della quale, come noto, il nostro Paese e' ancora privo''.
''La trasparenza del settore lobbistico -ammonisce l'Antitrust- si inserisce in un piu' ampio sistema di integrita' del settore pubblico, che contribuisca a mitigare i rischi di conflitti di interesse nelle fasi decisionali; rischi attualmente amplificati, in ambito nazionale, dall'incontestabile rapporto esistente fra la sostanziale assenza di una regolamentazione delle attivita' lobbistiche, il con­testuale perdurare di situazioni di conflitto di interessi, dovuto agli evidenti limiti della normativa di settore e, non da ultimo, dal perpetrarsi di fenomeni corruttivi''.
L'Autorita' garante per la concorrenza e il mercato considera ''di estremo interesse'' il disegno di legge sulla materia in discussione al Senato, esprimendo ''un generale apprezza­mento'' per le previsioni contenute in questo testo, ''finalizzato ad introdurre finalmente, nel nostro ordinamento, un'apposita normativa in ma­teria di regolazione dell'attivita' di lobbying''.

Una legge che dovra' garantire trasparenza, vale a dire verificabilita' e conoscenza dei rapporti intercorrenti tra lobbisti e soggetti pubblici; integrita', ossia eticita' delle condotte poste in essere sia dalle istituzioni pubbliche che dai lobbisti; parita' di accesso, vale a dire assicurare ad una pluralita' di interessi l'accesso al processo decisionale.

In conclusione l'Antitrust ''confida che il processo di riforma in materia di conflitto di interessi possa essere finalmente realizzato nella direzione piu' volte tracciata non solo nelle propri relazioni semestrali, ma anche dagli or­ganismi europei e internazionali, a tal fine integrando il quadro degli inter­venti sul tema dell'etica pubblica nell'ambito delle specifiche esperienze maturate dalle diverse Autorita' nei rispettivi settori di riferimento''.

A tal fine, e' auspicabile -ribadisce l'Antitrust- la previsione di una contestuale regolamenta­zione e vigilanza sulle attivita' di lobbying, da inserire in un complesso di norme che possa finalmente contrastare in via preventiva i rischi di conflitti di interesse nelle fasi decisionali, nonche' il verificarsi di fenomeni corruttivi''.

''Tale rilevante obiettivo appare nell'attuale momento storico piu' facilmente raggiungibile, anche alla luce delle rilevanti modifiche da ultimo apportate dal Parlamento in tema di legalita' alla normativa anti-corruzione, nonche' delle recenti prospettive di riforma della legislazione sul conflitto di interessi delineate dall'attuale governo''.

IL RELATORE PISICCHIO: MODELLO UE, RIGUARDERÀ TUTTI I RESPONSABILI RAPPORTI ISTITUZIONALI (Public Policy) Il regolamento dell'attività di lobbying della Camera approvato ieri sera dalla Giunta del regolamento è entrato subito in vigore? Ci sarà un periodo di transizione? Le nuove regole varranno solo per questa legislatura? A chi si applicheranno veramente le nuove norme? Da Montecitorio fanno sapere che, per il momento, un lobbista che entrasse oggi alla Camera non dovrebbe sottoporsi a nessun nuovo adempimento in più rispetto a ieri. Infatti, pur essendo formalmente in vigore, affinché il nuovo regolamento venga applicato saranno necessari alcuni giorni. Da Montecitorio spiegano che da ieri sera gli uffici si sono messi subito all'opera affinché il nuovo regolamento diventi operativo tra qualche giorno.Ad ogni modo sarà necessaria una nuova riunione dell'Ufficio di presidenza, perché - secondo quanto prevede il regolamento - quest'organo dovrà stabilire "le ulteriori disposizioni relative all'iscrizione e alla tenuta del registro nonché alle modalità di accesso alla Camera dei deputati dei soggetti iscritti nel registro e all'eventuale individuazione di locali e attrezzature per favorire l'esplicazione della loro attività". Nella stessa riunione verranno sciolti tutti i nodi relativi ai vari adempimenti come, per esempio, quello relativo alla sicurezza. Tutti gli aggiornamenti sulle novità riguardanti il registro e l'attuazione del regolamento saranno pubblicate sul sito internet. Inoltre dalla Camera spiegano che il nuovo regolamento, pur essendo stato approvato in via sperimentale, varrà non solo per questa legislatura ma anche per le prossime. Nel corso della seduta della Giunta del regolamento di ieri sera un lungo dibattito ha riguardato l'emendamento del Pd che ha aggiunto l'avverbio "professionalmente" alla definizione dell'attività di lobbying.Il relatore Pino Pisicchio spiega a Public Policy che le nuove regole "si basano sul modello del Parlamento europeo, quindi varranno per tutti quei soggetti che svolgono la loro attività in maniera non occasionale ma professionale". Dunque agenzie di lobbying e lobbisti interni alle aziende ma anche, sintetizza Pisicchio, "tutti i responsabili dei rapporti istituzionali".NASCE IL REGISTRO DELLE LOBBYIl registro delle lobby sarà istituito presso l'Ufficio di presidenza della Camera e riguarderà "i soggetti che svolgono professionalmente attività di rappresentanza di interessi nei confronti dei deputati". Il registro è pubblicato sul sito internet della Camera ed è puntualmente aggiornato in relazione alle modifiche intervenute.DEFINIZIONE DI LOBBYING"Per attività di rappresentanza di interessi si intende ogni attività svolta nelle sedi della Camera dei deputati professionalmente" attraverso "proposte, richieste, suggerimenti, studi, ricerche, analisi e qualsiasi altra iniziativa o comunicazione orale e scritta, intesa a perseguire interessi leciti propri o di terzi nei confronti dei membri della Camera dei deputati". Il regolamento precisa che "non costituiscono attività di rappresentanza di interessi le dichiarazioni rese e il materiale depositato nel corso di audizioni dinanzi alle commissioni e ai comitati parlamentari".ISCRIZIONE AL REGISTROIn caso di persone fisiche il lobbista dovrà indicare: dati anagrafici e domicilio professionale. Se l'attività di rappresentanza d'interessi è svolta da un soggetto giuridico diverso da una persona fisica dovrà essere indicata: la denominazione e la sede, i dati anagrafici delle persone che in maniera stabile e costante svolgono per loro conto tale attività e lo specifico rapporto contrattuale che ad esse le lega. E ancora, per tutti: la descrizione dell'attività di rappresentanza di interessi che si intende svolgere; i soggetti che si intendono contattare. "Qualora l'attività sia intesa a perseguire interessi di terzi - si legge - deve essere indicato il titolare di interessi per conto del quale il soggetto che intende iscriversi al registro opera e il titolo giuridico che consente l'esercizio dell'attività, con l'indicazione del termine finale, ove previsto". Per l'iscrizione nel registro il soggetto richiedente deve: avere compiuto la maggiore età; non aver subito, nell'ultimo decennio, condanne definitive per reati contro la pubblica amministrazione o la fede pubblica o il patrimonio; godere dei diritti civili e non essere stato interdetto dai pubblici uffici; non aver ricoperto negli ultimi dodici mesi cariche di governo nè aver svolto il mandato parlamentare. In caso di attività di rappresentanza d'interessi svolta da un soggetto giuridico diverso da una persona fisica questi requisiti dovranno essere posseduti dalle persone che in maniera stabile e costante svolgono per loro conto questa attività. "La medesima disciplina - si legge - si applica anche ai parlamentari cessati dal mandato ove intendano svolgere attività di rappresentanza di interessi". Nel caso in cui venga meno uno dei requisiti per l'iscrizione al registro è prevista la sospensione.RELAZIONI PERIODICHEEntro il 31 dicembre di ogni anno, gli iscritti nel registro sono obbligati a presentare alla Camera una relazione sull'attività di rappresentanza di interessi svolta nell'anno, che dia conto dei contatti effettivamente posti in essere, degli obiettivi perseguiti e dei soggetti nel cui interesse l'attività è stata svolta, con le eventuali variazioni intervenute, nonché dei dipendenti o collaboratori che hanno partecipato all'attività. Le relazioni sono tempestivamente pubblicate sul sito internet della Camera.SANZIONIIn caso di violazione del regolamento delle lobby l'Ufficio di presidenza applica le sanzioni della sospensione o della cancellazione dal registro, graduate in relazione "alla gravità delle infrazioni, secondo procedure e modalità stabilite dallo stesso Ufficio di presidenza". Le violazioni verranno rese pubbliche sul sito internet della Camera.

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Sono circa 40 gli emendamenti presentati, nella Giunta del regolamento della Camera, al cosiddetto codice etico e all'ipotesi di regolamentazione delle lobby. Nel dettaglio circa 20 emendamenti sono stati presentati al codice etico e altrettanti ne sono stati presentati alla ipotesi di regolamentazione delle lobby. In quest'ultimo caso la maggior parte delle proposte di modifica sono arrivate dal Movimento 5 stelle. Tra questi, uno che prevede una serie di sanzioni: divieto di accesso alle sedi della Camera per un periodo da 30 giorni a 3 anni; cancellazione dal registro dei lobbisti per un periodo da 30 giorni a 3 anni. Sono queste infatti, secondo un emendamento del Movimento 5 stelle, le sanzioni che l'Ufficio di presidenza della Camera potrà irrogare ai lobbisti che violano le disposizioni del regolamento. L'emendamento è stato presentato all'ipotesi di regolamentazione delle lobby all'esame della Giunta del regolamento. Il testo attualmente prevede, nella parte relativa alle sanzioni, solo un rimando a decisioni dell'Ufficio di presidenza. Lo stesso emendamento prevede per il deputato che partecipi ad incontri con lobbisti non debitamente comunicati una decurtazione dal 10% dell'indennità parlamentare mensile fino a sei volte l'indennità parlamentare mensile, "e, in caso di inadempienza reiterata - si legge - la sanzione della interdizione a partecipare ai lavori parlamentari per un periodo da uno a tre mesi". Al gruppo parlamentare del deputato che partecipi ad incontri con lobbisti non debitamente comunicati l'emendamento M5s prevede una decurtazione del 3% del contributo finanziario unico e onnicomprensivo a carico del bilancio della Camera per ogni incontro non comunicato o comunicato erroneamente o parzialmente. Il testo Pisicchio Più in generale, la bozza di regolamentazione delle lobby depositata nella Giunta del regolamento della Camera dal relatore Pino Pisicchio, prevede che il registro, che sarà pubblicato sul sito della Camera, contenga: i dati anagrafici e il domicilio professionali del lobbista; la descrizione dell'attività di relazione istituzionale che si intende svolgere; i soggetti istituzionali che si intendono contattare. Per poter essere iscritti al registro il rappresentante di interessi deve: essere maggiorenne, non avere subito negli ultimi dieci anni condanne definitive per reati contro la pubblica fede o il patrimonio; godere dei diritti civili e non essere stato interdetto dai pubblici uffici. La stessa disciplina - specifica la bozza - si applica anche agli ex parlamentari che intendano svolgere attività di lobbying. In merito al divieto per i deputati di ricevere doni superiori ai 200 euro (novità questa, contenuta nel codice etico), la bozza precisa che gli eventuali doni di valore inferiore, ricevuti dai deputati in qualità di rappresentanti della Camera, dovranno essere consegnati al presidente e trattati secondo modalità che verranno definite dall'Ufficio di presidenza. Fonte: Public Policy

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Lo scandalo ha messo in risalto l’immobilismo del Parlamento sulla regolamentazione delle lobby e del conflitto d’interessiScoppia il caso Guidi e la mancata regolamentazione dell’attività di lobby torna alla ribalta del dibattito politico e con essa anche la riforma delle norme in materia di conflitto di interessi.Il testo base sulle lobby (S. 1522 e conn.) giace da mesi in commissione Affari Costituzionali al Senato dove è stato continuamente posticipato il termine per la presentazione degli emendamenti senza poi fare alcun passo avanti. Circa un mese fa era stata avanzata l’ipotesi di trasferirlo direttamente all’interno del disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza (S. 2085), per consentirne un’accelerazione dell’iter, ma l’ipotesi è tramontata pare definitivamente.Alla fine di febbraio, invece, la Camera ha approvato in prima lettura una proposta di legge volta a superare l’attuale e contestatissima legge in materia di conflitto di interessi, emanata sotto il governo Berlusconi (C.275 e abb.). Il provvedimento, inoltrato all’altro ramo del Parlamento, non è ancora ancora calendarizzato.Ci si interroga adesso, di fronte alle vicende che hanno portato alle dimissioni del ministro dello Sviluppo economico, cosa sarebbe successo se questi due provvedimenti fossero già diventati legge.Se fosse stato operativo il registro di chi svolge attività di lobbying, il compagno della ex ministro Federica Guidi avrebbe dovuto e potuto esservi regolarmente iscritto ed avrebbe dovuto dichiarare in maniera trasparente i suoi scopi professionali e i suoi clienti. In questo caso il conflitto d’interessi sarebbe stato immediatamente evidente e, di conseguenza, sarebbe stato molto difficile coprire i motivi che hanno portato l’emendamento sotto i riflettori dei media.Il riconoscimento ed una buona regolamentazione delle lobby e norme chiare ed inequivocabili in materia di conflitto di interessi, potrebbero per il futuro impedire che clientelismo e nepotismo si instaurino in un sottobosco di opacità in cui è lecito far passare leggi in virtù di un’amicizia e non di un interesse pubblico.Fonte: Polit'xhttp://goo.gl/922bUZ

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