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Lobby, la proposta Ncd-FI: dal registro alle relazioni sugli incontri (Public Policy)
Scritto il 2014-09-12 da lobbyingitalia su Italia

(Sonia Ricci) Iscrizione obbligatoria dei "portatori di interessi particolari" - anche detti lobbisti - in un apposito "registro pubblico" per poter svolgere attività di rappresentanza di interessi nei confronti dei decisori pubblici, quindi i membri del Parlamento, del governo e delle Authority indipendenti.

È quanto prevede un disegno di legge, incardinato in commissione Affari costituzionali al Senato, a prima firma Giuseppe Marinello (Ncd), cofirmato anche da alcuni senatori di Forza Italia, come Domenico Scilipoti. Relatore del provvedimento è il senatore ex M5s, Francesco Campanella (ora al Misto, nella componente 'Italia lavori in corso').

Quello a firma Marinello, però, non è l'unica proposta presente in Parlamento: nella XVII Legislatura, infatti, sono sei i ddl e proposte di legge depositate. Il ddl Marinello, composto da 11 articoli, è stato esaminato dalla I commissione solamente una volta, il 31 luglio scorso, e al momento non sono previste ulteriori calendarizzazioni.

Il disegno di legge prevede innanzitutto che il registro venga istituito presso il Cnel (il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, che il ddl Riforme in esame in Parlamento prevede di sopprimere). E sempre il Cnel dovrà garantire la pubblicità dei contenuti del registro e stilare un codice deontologico. L'obbligo di iscrizione al registro non riguarderà le attività di rappresentanza di interessi svolta dagli enti pubblici, da associazioni e dai partiti politici.

IL REGISTRO Nel registro, articolato in sezioni distinte per categorie di interessi, dovranno essere indicati i dati anagrafici, il domicilio professionale, i dati identificativi del lobbista, l'interesse che intende rappresentare e anche i potenziali destinatari dell'attività di rappresentanza. Infine, dovrà dichiarare quali sono "le risorse economiche e umane" di cui dispone per lo svolgimento della sua attività.

OBBLIGHI E DIRITTI DEI LOBBISTI A partire dall'anno successivo dall'iscrizione nel registro il lobbista dovrà trasmette al Cnel, in via telematica, una "dettagliata" relazione sull'attività svolta nell'anno precedente. La relazione dovrà contenere l'elenco dettagliato delle attività di rappresentanza di interessi, l'elenco dei decisori pubblici incontrati e con cui si sono avuti rapporti e le risorse economiche ed umane "effettivamente impiegate".

Sarà poi il Cnel a dover trasmette alle Camere, entro il 30 giugno di ogni anno, un rapporto sulla verifica dell'attività dei rappresentanti di interessi particolari svolta nell'anno precedente. E ancora: i rappresentanti di interessi avranno la facoltà di presentare ai decisori pubblici "proposte, richieste, suggerimenti, studi, ricerche, analisi, memorie scritte e documenti e qualsiasi altra comunicazione relativa all'interesse rappresentato".

Entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del ddl - si legge - "le amministrazioni dello Stato e le autorità indipendenti, definiscono con i provvedimenti previsti dai relativi ordinamenti le forme e le modalità di esercizio delle facoltà da parte dei rappresentanti di interessi particolari iscritti al registro, secondo princìpi di imparzialità e di parità di trattamento".

OBBLIGHI PER I DECISORI PUBBLICI Se l'attività di lobbying incide sui processi decisionali allora dovrà essere menzionata nella "nella relazione illustrativa e nel preambolo degli atti normativi, nonché nelle premesse agli atti amministrativi generali". I decisori pubblici dovranno garantire l'accesso a chiunque ne abbia interesse "ai documenti e alle comunicazioni che siano pertinenti all'oggetto dei processi decisionali pubblici in atto".

SANZIONI DA 2 A 20MILA EURO Per i lobbisti che non si iscrivono al registro il ddl prevede anche delle multe da 2mila a 20 mila euro. "La falsità delle informazioni fornite all'atto di iscrizione, il mancato deposito della relazione annuale, la falsità delle informazioni contenute o la mancata ottemperanza alla richiesta di completare le informazioni", saranno punite con la "censura", con la "sospensione" o, nei casi di particolare gravità, "con la cancellazione dal registro".

Fonte: Public Policy

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