L'Ombudsman europeo ha ufficialmente richiesto alla Commissione UE di "seguire i princìpi indicati dall'OCSE in relazione alla trasparenza ed all'integrità del lobbying", con riferimento alla gestione del registro dei lobbisti di Bruxelles.
P. Nikiforos Diamandouros, Ombudsman dal 2003, ha presentato la sua richiesta a seguito di un esposto dell'ONG "Amici della Terra", che ha protestato per le informazioni poco accurate inserite nel registro da parte di due multinazionali. L'ONG ha aggiunto che la Commissione non ha risposto adeguatamente alle sue richieste, impedendo anche l'accesso a documenti rilevanti.
La Commissione ha affermato che "le proteste relative le dichiarazioni delle società in questione erano prive di basi e che è stato dato il massimo accesso ai documenti".
L'Ombudsman ha concordato con la risposta, ma ha aggiunto che la Commissione non ha spiegato in maniera adeguata le ragioni per le quali ha riettato l'esposto e che, secondo le linee guida OCSE, dovrebbe offrire "migliori indicazioni indirizzate a società e asssociazioni per quanto riguarda la registrazionbe, e nello stesso tempo andrebbe migliorata l'attività di monitoraggio e verifica dei dat presenti nelr registro".
Diamandouros ha inoltre raccomandato alla Commissione di informare sistematicamente i lobbisti e gli altri rappresentanti di interessi dell'intensione di rendere pubblici nomi e docuemtni a seguito di richieste di accesso agli atti relativi alle attività di lobbying condotte da soggetti di ogni genere.
Sul tema Diamandouros era già interventuto a febbraio, quando ha aperto un’inchiesta per far luce sul conflitto d’interessi per il continuo passaggio di funzionari tra Commissione europea e lobby e viceversa, il cosiddetto fenomeno delle "revolving doors" denunciato nell’ottobre 2012 da quattro Ong difensori della trasparenza istituzionale tra cui Greenpeace, Corporate Europe Observatory, Lobbycontrol e Spinwatch.
Nel loro esposto le Ong avevano documentato una serie di casi in cui sono state violate le regole per il passaggio di personale tra l’esecutivo europeo e le lobby. Secondo le norme fissate dalla stessa Commissione europea dovrebbero passare due anni dal momento in cui un funzionario lascia l’esecutivo e quello in cui entra in carica un nuovo lavoro. Ed il passaggio potrebbe essere vietato se si ravvisasse un potenziale conflitto d’interessi.
Secondo quanto reso noto dalle Ong che hanno presentato il ricorso, nel corso dell’inchiesta del difensore civico verra’ chiesta alla Commissione europea la lista di tutti i trasferimenti di personale degli ultimi tre anni. Lista che, sottolineano, è stata negata alla richiesta delle Ong.



































