Il “Registro per la trasparenza”, un’iniziativa congiunta della Commissione e del Parlamento europeo destinata alle organizzazioni e ai cittadini che svolgono attività di promozione, rappresentazione di interessi, lobbying, compie un anno.
Il registro online è stato istituito per offrire ai cittadini informazioni esaurienti su coloro che cercano di contribuire all’elaborazione delle politiche europee o di influire su di esse e costituisce un esempio innovativo di cooperazione tra istituzioni dell’UE.
L’anniversario coincide con la decisione del Consiglio dei Ministri di partecipare all’iniziativa inviando un osservatore al segretariato comune che si occupa quotidianamente della gestione del registro. Per porre le basi del processo di riesame che avverrà l’anno prossimo e per preparare la prima relazione annuale sul funzionamento del registro è stata organizzata una consultazione pubblica tra gli operatori del settore, che si chiuderà il 31 agosto 2012.
Il vicepresidente del Parlamento europeo Rainer Wieland, con responsabilità specifica per le questioni di trasparenza, ha detto: "Più persone utilizzano questo registro come strumento di informazione e diventerà sempre più efficiente. Vorrei incoraggiare tutti gli interessati a firmare questo "patto di trasparenza" e incoraggiare tutti i membri dell'Europarlamento a tenerlo come punto di riferimento per rimanere aggiornati".
L’anniversario segna anche la chiusura ufficiale del vecchio registro dei rappresentanti di interessi che la Commissione aveva introdotto nel 2008. Durante il periodo di 12 mesi nel corso del quale è avvenuto il graduale trasferimento delle organizzazioni registrate nel vecchio registro al nuovo, le nuove registrazioni sono state inserite direttamente nel nuovo registro per la trasparenza istituito e gestito dal Parlamento europeo e dalla Commissione europea con il sostegno del Consiglio dell’Unione europea.
Nonostante gli sforzi delle istituzioni UE, sono molte le critiche che piovono sul Registro, in particolare riguardo a completezza ed accuratezza delle informazioni. Un rapporto pubblicato lunedì 25 giugno da parte dell’associazione pro-trasparenza Alter-EU afferma che il Registro volontario sta fallendo nel suo progetto di presentare un quadro completo dell’attività di lobbying che si svolge a Bruxelles.
"La realtà è che sin troppe lobby continuano a boicottare il Registro, incluse molte grandi compagnie e studi legali che fanno lobbying", ha dichiarato Olivier Hoedeman di Alter-EU, riferendosi a società del settore farmaceutico, nucleare, finanziario e agricolo, ma anche ad alcuni think-tank con base a Bruxelles, anch’essi assenti dagli elenchi. In tutto Alter-EU ha identificato 120 società, alcune anche tra le più grandi al mondo, che fanno lobby attivamente a Bruxelles ma che sono assenti dal Registro. Tra queste: Apple Inc, Disney, Time Warner, Rio Tinto (settore minerario) e Monsanto (biotech). Ben 15 gli assenti del mondo della finanza, tra cui Deutsche Bank, Goldman Sachs e UBS.
La maggior parte delle grandi società di consulenza di public affairs con base a Bruxelles sono registrate, con l’eccezione di Ketchum Pleon Belgium, Aspect Consulting, e le inglesi Bell Pottinger e MacBrien Cuper Isnard. Mancano anche gli studi legali Covington & Burling e DLA Piper, mentre Linklaters e Reed Smith LLP sono iscritti ma non hanno presentato le necessarie informazioni, violando le regole del Registro, afferma Alter-EU. Assente anche il 60% delle società che hanno fatto lobbying per la ratifica dell’Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA), che tante polemiche ha sollevato in tutta Europa.
Molte poi le anomalie. Ci sono infatti ben 50 casi in cui le società dichiarano di aver speo meno di un euro per un anno di lobbying, mentre l’American camera equipment producer, Panavision, avrebbe speso in lobbying più di quanto abbiano fatto ExxonMobil, Shell e GDF Suez insieme! Ma Panavision non ha uffici a Bruxelles nè sembra abbia contratti con alcuna delle società di consulenza o dei think-tank che operano nei confronti delle istituzioni UE, ed è strano che risulti aver speso negli USA $10,000 in lobbying nel 2010 e nulla nel 2011 mentre sarebbero di ben €35 milioni la spesa i Europa.
Il rapporta di Alter-EU si conclude con la richiesta di istituire un Registro obbligatorio, severamente si vuole raggiungere – come afferma la Commissione – un sistema trasparente. Una necessità che verrà riproposta in occasione della consultazione aviata dalla Commissione: "La questione se rendere o no il Registro obbligatorio può essere rivista, insieme ad alter questioni venute alla luce nei due anni di esistenza del Registro”, ha dichiarato il portavoce per gli affair istituzionali Antonio Gravili.
Nel mese di giugno la Commissione ha lanciato un portale della trasparenza dove il pubblico può avere informazioni sui lobbisti e identificare individui che siedono in commissioni di esperti o che devono esprimere pareri, e molto altro. "Il portale per la traparenza presenta queste informazioni e molte altre" ha concluso Maroš Šefčovič, il Commissario UE per le relazioni inter-istituzionali.
Nel frattempo in Italia il dibattito sulla questione della traspernza, stretto tra in notorio "ddl anti-corruzione" e le resistenze di alcuni operatori del settore, e nonostante le positive spinte da parte del Governo Monti (si veda l'istituzione del Registro dei rappresentanti di interessi da parte del Ministro dell'Agricoltura Catania), non riesce a decollare. Sarebbe auspicabile che, anche sulla base dell'avviata iniziativa europea, fosse magari proprio il Ministro delle Politiche UE (con un emendamento alla Legge Comunitaria 2012?) a cercare di far fare all'Italia un importante passo avanti verso la trasparenza, allineandoci così al processo in corso negli altri paesi (dopo l'Austria, a breve saranno approvate norme sul lobbying nel Regno Unito e in Irlanda) verso una sempre maggiore disclosure nei rapporti legittimi tra politica e interessi.
Franco Spicciariello - LobbyingItalia



































