Stretta sulle informazioni che dovranno essere fornite da chiunque operi per influenzare le politiche europee Bruxelles: legittimo avere dubbi su chi non si iscriverà. Finora sono registrate circa 350 organizzazioni italiane
Operazione trasparenza sulle lobby di Bruxelles, proprio mentre in Italia è sotto i riflettori la vicenda Bisignani. L'Europarlamento e la Commissione Europea hanno varato ieri un registro per la trasparenza, comune e pubblico, che conterrà informazioni sui soggetti che cercano di influenzare la politica Ue.
Il grado di opacità sarà notevolmente ridotto rispetto al passato. Il nuovo registro subentra a quello istituito dalla Commissione nel 2008, nel quale figuravano già più di 4 mila organizzazioni. I dati verranno gradualmente trasferiti nel registro comune per la trasparenza entro i prossimi 12 mesi. D'ora in poi il registro non si limiterà più a contenere dati riguardanti i lobbisti tradizionali, ma includerà anche studi legali, Ong, think tank e qualunque organizzazione o professionista autonomo che operi per influenzare l'attuazione della politica dell'Ue. «Si tratta di un passo fondamentale verso l'obiettivo di una democrazia più partecipativa», ha spiegato la Commissione.
I soggetti iscritti al registro dovranno fornire più informazioni rispetto al passato, come il numero di dipendenti che esercitano l'attività di lobbying, le principali proposte legislative che hanno sostenuto e gli importi dei finanziamenti dell'Ue ricevuti. Iscrivendosi al registro per la trasparenza, i soggetti in questione si impegneranno inoltre a rispettare un codice di condotta comune che li obbliga, ad esempio, a fornire sempre l'identità della società per cui lavorano e ad astenersi dall'ottenere informazioni in modo scorretto. Sono definiti anche un meccanismo di denuncia e misure da applicare in caso di violazione del codice di condotta. Un possibile punto negativo riguarda la non obbligatorietà dell'iscrizione nel registro. «Tutte le organizzazioni, se non hanno nulla da nascondere figureranno nel registro e metteranno a disposizione del pubblico e delle istituzioni le informazioni sul loro lavoro», ha commentato il vicepresidente della Commissione, Maro efcovic. «Quanto alle organizzazioni che invece non figureranno nel registro, la loro mancanza di trasparenza solleverà dubbi e il fatto di non comparirvi renderà il loro lavoro quotidiano più difficile».
Nonostante le novità introdotte ieri, l'iscrizione nei registri è da tempo una pratica diffusa a Bruxelles, dove «lobbista» è una parola che non ha un significato negativo. Finora sono inclusi negli elenchi circa 350 organizzazioni con sede in Italia. Tra queste Confindustria e Abi. ma anche Altroconsumo o Slow Food. Anche i giganti statali (Eni, Enel, Terna, Ferrovie dello Stato e Finmeccanica) sono registrati con i loro lobbisti. Presenti anche numerose società di Piazza Affari, come Unicredit, Intesa, Mps, Pirelli, Edison, Fiat, Italcementi e Lottomatica.
Francesco Ninfole - Milano Finanza
































