Palazzo Grazioli, via del Plebiscito. È la dimora del premier Silvio Berlusconi ma anche la sede di Reti, la più grande società di lobbying in Italia, fondata da Claudio Velardi – oggi spin doctor di Renata Polverini nella corsa alla Regione Lazio – che occupa l’ultimo piano dello storico edificio adiacente piazza Venezia. Una coincidenza, ma anche la metafora di come oggi intorno al potere sia facile trovare coloro che costruiscono consenso e trasformano esigenze particolari di aziende e gruppi, in interessi generali, condizionando le decisioni di Governo, Parlamento, Regioni, Authority.
Una realtà in forte crescita che oggi vede impegnate circa 1.500 persone con un giro d’affari di 150 milioni di euro, per il 90% realizzato a Roma. E proprio nella Capitale sono nati i più importanti master per formare a un mestiere che negli Stati Uniti esiste da due secoli e che in Italia sta esplodendo soltanto ora.
“Le medie e grandi imprese che operano nel nostro Paese hanno la necessità di difendere i propri interessi a più livelli e hanno bisogno di una figura che unisca alle classiche competenze giuridiche anche conoscenze di consensus building e teoria dei giochi, nonché capacità di comunicazione”, afferma Francesco Fabrizio Delzìo, executive VP del Gruppo Piaggio e condirettore del master in Relazioni Istituzionali, Lobby e Comunicazione d’Impresa della Luiss, promosso da Edison, Piaggio, Ibm e Sky.
“Il mestiere del lobbista non è ancora ufficialmente riconosciuto e regolamentato”, ricorda Giuseppe Mazzei, presidente de Il Chiostro, l’associazione che riunisce a Roma oltre 120 professionisti, ma aggiunge: “ha un credito sempre maggiore presso la classe politica”. E non è un caso che le fondazioni FareFuturo di Gianfranco Fini, ItalianiEuropei di Massimo D’Alema, Formiche, Liberal, Glocus e Magna Carta abbiano tutte deciso di patrocinare la quarta edizione del Master in Public & Parliamentary Affairs della Lumsa, in partenza a fine febbraio e coordinato da Franco Spicciariello.
“L’adesione bipartisan a un master così specifico dimostra che il lobbying fa ormai parte della cultura di questo paese, percepito giustamente come una professione limpida per la quale servono tecnici molto preparati”, afferma Spicciariello ricordando come il settore sta crescendo del 10% all’anno.
La domanda che arriva dal mercato ha spinto anche l’Università Tor Vergata ad attivare un master in Processi Decisionali e Lobbying in Italia ed in Europa diretto da Giovanni Guzzetta.
Nonostante la crisi abbia portato a una riduzione dei budget, le società di lobbying hanno visto crescere il portafoglio clienti e in molti casi il fatturato. È il caso di Open Gate Italia, guidata da Tullio Camiglieri che ha avuto un giro d’affari di 2 milioni di euro nel 2009, quasi il doppio rispetto all’anno precedente, che assiste anche diverse realtà confindustriali e che punta a rafforzare la propria attività in Europa e negli USA.
In crescita anche Cattaneo Zanetto e Co. che ha chiuso il 2009 con un milione e 600 mila euro di fatturato, e FB e Associati che ha mantenuto oltre 20 clienti con un fatturato di un milione e 300 mila euro. Tanti i settori che non possono più rinunciare all’attività di lobbying. Tra questi, le società di tecnologia, a cominciare da Google, assistita da Reti anche nel recente confronto con il ministro dell’Interno Maroni a seguito dell’aggressione a Berlusconi.
E proprio il web e i social network, come Facebook e Twitter, sono un campo d’azione molto importante. Perché è qui che tante volte nascono istanze con un forte impatto sul sistema decisionale pubblico. Ne è convinto Davide Cefis, che, da esperto del settore e oggi attivo nell'executive search come consulente di Eric Salmon & Partners, ha vissuto l’evoluzione della professione “ormai più attenta all’attività del Governo che del Parlamento e focalizzata prettamente su interessi di business. Non solo. Una professione sempre più scrupolosa nel valutare la copertura finanziaria e il ritorno degli investimenti da parte dello stato e declinata sempre più spesso a livello locale”. Ma anche quando l’interlocutore è la singola regione, resta Roma il cuore dell’attività.
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TABELLE
LUISS
Master in relazioni istituzionali, lobby e comunicazione d’impresa (I ed.)
Direttore: Prof. Alberto Petrucci
Partecipanti: 30
Durata: 1500 ore
Costo: 6000 euro
Advisory Board: Giovanni Aliverti, Maurizio Beretta, Pier Luigi Celli, Melina Decaro, Francesco Delzio, Stefano Lucchini, Nicola Lupo, Sebastiano Maffettone, Luigi Mastrobuono, Alberto Petrucci, Giampaolo Russo, Claudio Velardi.
www.luiss.it
LUMSA
Master in Public & Parliamentary Affairs (IV ed.)
Direttore: Prof. Angelo Rinella
Partecipanti: 25 - 40
Durata: 1500 ore (330 in aula)
Costo: 4000 euro
Advisory Board: Giuseppe Vegas, Linda Lanzillotta, Giuseppe Dalla Torre, Francesco D’Onofrio, Alessandro Campi, Paolo Messa, Guido Letta, Andrea Peruzy, Massimo Micucci, Tullio Camiglieri.
www.masterlumsa.it
TOR VERGATA
Master in Processi decisionali e lobbying in Italia ed in Europa (I ed.)
Direttore: Prof. Giovanni Guzzetta
Partecipanti: 20 - 50
Durata: 420 (90 in aula, 330 online)
Costo: 3500 euro
www.uniroma2.it
Pablo Rojas - Sole 24 Roma (Inserto Lazio)





































