SI E' SPOSTATO IL LIVELLO DECISIONALE E' CAMBIATO il lobbismo fra Prima e Seconda Repubblica?
Per Francesco Leopardi Dittaiuti, una lunga esperienza di lobbying per multinazionali e grandi aziende, il mutamento è totale: "Sono cambiate le condizioni di base, con tutto il disorientamento del caso. Il passaggio dal proporzionale al maggioritario rischia di creare una democrazia dei poteri forti, perchè per far eleggere un candidato basta spostare pochi voti da uno all' altro dei due schieramenti. Per un grosso gruppo o un' associazione industriale è più semplice essere rappresentati in Parlamento, per la maggior capacità di pressione".
E per il piccolo lobbista, portatore di interessi particolari? "Un disastro: non potendosi rivolgere in modo convincente all' intero schieramento, è costretto paradossalmente ad un lavoro molto più capillare, ad un giro molto più ampio presso una moltitudine di piccole forze politiche, che deve estendersi sull' uno e sull' altro schieramento perché non si sa chi domani prevarrà. L'attuale fase di incertezza rende più impegnativo il nostro mestiere: prima si sapevano i due-tre partiti più forti su cui concentrarsi, e si andava a colpo sicuro".
ENTI LOCALI LA VERA NOVITA' ANCHE il Censis s' interroga sui cambiamenti del lobbismo nella transizione italia. Spiega Maria Pia Camusi, che del Censis è direttore della ricerca: "Pensiamo al ruolo dei sindaci e delle amministrazioni locali, che ha cambiato criteri e luoghi di intervento. A quel livello si formano decisioni importanti, e molto meno in Parlamento. Manca quindi il terreno di coltura per la fauna dei portaborse, che comunque esiste ancora. Vedremo quando arriverà un Parlamento motivato e nel pieno dei suoi poteri se la maturazione della società civile avrà portato a maggior trasparenza".
Che a contare siano le forze locali non è un male per Carlo Alberto Pratesi, che fa lobbying per interessi non commerciali ma naturalistici: "Il Wwf doveva salvare una palude vicino Castiglione, esposta a chi voleva sfruttarla per la pesca, trasformarla in una lottizzazione o stravolgerla in mille altri modi, ognuno con solidi addentellati presso le amministrazioni locali. Allora abbiamo organizzato la ' festa del tarabuso' , un uccellino che è il simbolo della zona. Sono venuti tutti: sindaci, palazzinari, pescatori, e tanta gente. Abbiamo vinto grazie al consenso popolare".
Eugenio Occorsio - La Repubblica, Affari & Finanza







































