(Antonello Caporale) Il Parlamento si deve avviare a legalizzare le lobby: quei gruppi di pressione che si fanno portavoce di interessi più o meno particolari a Montecitorio come nelle altre sedi istituzionali.
La questione lobby è stata sollevata, in un' intervista all' Europeo, dal ministro per le Riforme istituzionali, Antonio Maccanico. E' un problema ha affermato il ministro non più rinviabile. Lo si deve affrontare in tre modi: rendendo pubblici e legali i gruppi di pressione; modificando il sistema elettorale e liberalizzando il finanziamento ai partiti.
L' abolizione del voto segreto è quindi, per il ministro, soltanto il primo passo per rendere più trasparenti le regole del gioco. In una società moderna continua Maccanico non c' è nessun valido motivo per costringere i calzaturieri o i farmaceutici ad agire nell' ombra come dei ladri. Si istituisca dunque una sede pubblica nella quale le lobby siano registrate, adeguatamente riconoscibili e abilitate a sostenere il loro punto di vista.
Ovviamente il parlamentare che intrattenga rapporti al di fuori di questi canali dovrà essere punito: se necessario anche con l' espulsione dal Parlamento. Tutto ciò però aggiunge Maccanico non è ancora sufficiente. Bisogna modificare il finanziamento delle campagne elettorali.
Non sta scritto da nessuna parte che un determinato gruppo di interesse, anche commerciale, non possa finanziare un partito o un candidato. Una impostazione, questa, non condivisa da Luciano Guerzoni, deputato della Sinistra indipendente: Non si capisce dice Guerzoni quale relazione possa esserci tra la questione delle lobby e la modifica del sistema elettorale o la liberalizzazione del finanziamento ai partiti.
La questione principale è, invece, un' altra: l' integrità dell' apparato amministrativo dello Stato. La legalizzazione dei gruppi di pressione può rendere la vita pubblica più trasparente se è accompagnata da criteri che sottopongano ad un rigido controllo questi gruppi. Prosegue Guerzoni: Una legge che obbliga i deputati a dichiarare da chi è finanziata la propria campagna elettorale già esiste. Nessuno però controlla se quelle dichiarazioni sono false o veritiere.
Il vice presidente della Camera, il socialista Aldo Aniasi, che presiede il comitato per la riorganizzazione dei servizi di informazione di Montecitorio, concorda invece con la proposta di Maccanico: Ogni giorno alla Camera entrano decine di lobbisti. Noi non conosciamo nulla di costoro: chi sono, se pagano qualcuno e, soprattutto, chi rappresentano. Registrare questi gruppi, individuarli e regolamentare la loro attività non è più rinviabile. Per questo il Parlamento promuoverà, nei prossimi giorni, un convegno proprio sulle lobby.
Già nell' 85 alla Camera è stato presentato un testo unificato: primi firmatari il democristiano Cristofori, la comunista Francese e il socialista Ferrari Marte. La proposta non andò però molto lontano: si arenò alla commissione Lavoro della Camera in cui, in sede referente, era all' esame. La proposta è stata ripresentata quest' anno dal gruppo democristiano, primo firmatario sempre il deputato Nino Cristofori che, nel frattempo, è stato eletto alla presidenza della commissione Bilancio della Camera. La proposta di legge è la numero 479, titolata "Norme per il riconoscimento e la disciplina delle attività professionali di pubbliche relazioni". Il provvedimento dà la nozione dell' attività di pubbliche relazioni, prevede un elenco di tutte le società, i criteri per l' ammissione, le sanzioni.
Fonte: La Repubblica







































