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Il 30 giugno scade il termine per la presentazione dei progetti per le diverse categorie. I giovani professionisti dei public affairs si contenderanno il titolo della migliore idea progettuale sulla mobilità sostenibile. Il Premio AGOL, terza edizione del contest nazionale promosso dall'Associazione Giovani Opinion Leader, prevede lo sviluppo di un progetto di comunicazione in base a brief redatti da importanti manager ed esperti del settore provenienti dalle imprese partner. Sono 5 le categorie per le quali giovani professionisti o neolaureati si contenderanno i titoli in palio: event management, advertising, social media strategy, corporate communication, e public affairs e comunicazione istituzionale. L'ultima categoria, la più interessante per il settore del lobbying, prevede per gli studenti universitari un brief redatto da Samsung. Per i giovani professionisti, la sfida riguarderà la mobilità sostenibile, con un progetto che sarà valutato da Enel. Quest'anno in particolare, la sezione public affairs risulta quella con più iscritti a partecipare. Come recita il brief di cui Lobbying Italia ha preso visione, "Enel è impegnata nella promozione di un uso sempre più innovativo e sostenibile dell’energia, dalla promozione delle smart cities a servizi innovativi per clienti e consumatori. Tra questi, particolare attenzione è dedicata alla diffusione della mobilità elettrica". La diffusione dei veicoli elettrici è, anche per la multinazionale dell'energia, una componente del percorso di evoluzione delle società più moderne (come testimoniano le recenti partnership con società dell'automotive che investono sulla e-mobility). I temi delle innovazioni con ricadute positive su aspetti economici, sociali ed ambientali sono sempre più al centro delle iniziative pubbliche e private in logica di Smart mobility e green economy. I giovani professionisti saranno quindi chiamati a redigere un piano di advocacy che riguardi lo sviluppo della "mobilità del futuro", uno dei temi centrali del G7 Trasporti della scorsa settimana. Il piano prevederà diversi strumenti di sensibilizzazione dei decisori pubblici e degli stakeholder non solo istituzionali. L'obiettivo sarà presentare un progetto che porti i decisori a supportare politiche industriali utili a conseguire gli obiettivi di sostenibilità, innovazione ed efficienza energetica previsti a livello nazionale e internazionale. Il piano prevederà azioni di lobby parlamentare, advocacy, costruzione di reti di consenso e uso dei canali di "Lobby 2.0" tramite i social media. Tutte le informazioni sul premio AGOL sono disponibili sul sito ufficiale. Non ci resta che augurare il miglior in bocca al lupo a tutti i partecipanti, che vinca il (lobbista) migliore! (foto di copertina tratta dal sito ufficiale del premio AGOL)

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Reti e Running aprono, per il secondo anno, i propri uffici a chi vuole osservare da vicino come lavora un lobbista.  I partecipanti avranno l’opportunità di vivere la giornata tipo del lobbista all’interno degli uffici di una delle maggiori società di Public Affairs e Comunicazione in Italia, confrontandosi con tre professionisti di aziende e con i consulenti di Reti e Running. Troppo spesso il termine lobby viene utilizzato con un’accezione negativa, per indicare una professione oscura e ai limiti della legalità. Nulla di più falso, quello del lobbying è un mondo aperto e trasparente, in cui i rappresentanti di interessi e i loro interlocutori si muovono e lavorano, proprio come tutti gli altri professionisti, all’interno di contesti culturalmente e professionalmente stimolanti.  È per questo motivo che abbiamo deciso di aprire i nostri uffici lunedì 10 aprile alla curiosità degli studenti che si avvicinano per la prima volta a questo mondo. #OpenLobby rappresenta un momento per imparare e ascoltare direttamente da lobbisti di aziende e dai consulenti di Reti e Running cosa significa rappresentare e comunicare gli interessi particolari di realtà italiane e internazionali. Chi è interessato a partecipare a #OpenLobby può registrarsi in una delle 3 fasce orarie: 10.00 - 12.15 10.00 - 10.15 - Welcome coffee 10.15 - 10.45 - Saluti di benvenuto e presentazione di Reti e Running 10.45 - 11.15 - A tu per tu… Gianluca Ansalone, Responsabile Affari Istituzionali e Comunicazione - Area Sud Europa British American Tobacco a colloquio con Mario de Pizzo, Giornalista Rainews24 11.15 - 12.15 - Tour degli uffici 12.45 - 15.30 13.00 - 13.30 - A tu per tu… Giuliano Frosini, Public Affairs Director Lottomatica a colloquio con Andrea Picardi, Giornalista Formiche 13.30 - 14.30 - Presentazione di Reti e Running e pranzo 14.30 - 15.30 - Tour degli uffici 16.00 - 18.30 16.00 - 16.30 - Welcome coffee 16.30 - 17.00 - Saluti di benvenuto e presentazione di Reti e Running 17.00 - 17.30 A tu per tu... Francesco Delzio, Direttore Relazioni Esterne, Affari Istituzionali e Marketing (Executive Vice President) del gruppo Atlantia e di Autostrade per l'Italia a colloquio con Carlo Puca, Giornalista - Panorama 17.30 - 18.30 Tour degli uffici 18.45 - 19.45 #LobbyHour: l'aperitivo dei lobbisti (evento aperto ai partecipanti di tutte e tre le fasce orarie) I posti sono limitati, essendo l'evento a numero chiuso. E' necessario registrarsi inviando un’email a Matteo La Stella - [email protected] - con il tuo cv segnalandoci la tua preferenza di orario.

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Si terrà venerdì 24 marzo 2017, alle ore 10, nella cornice della Sala della Lupa di palazzo Montecitorio (Camera dei Deputati, Roma), il Seminario di Studio dal titolo "La rappresentanza degli interessi: risultati e prospettive della regolamentazione". Il seminario è patrocinato dalla Camera dei Deputati e dall'università di Roma Tor Vergata. L'evento sarà l'occasione per approfondire le tematiche legate alla recente istituzione di un Registro dei rappresentanti di interesse per Montecitorio, dopo la delibera dell'Ufficio di Presidenza che ha modificato il regolamento della Camera, nonché per inaugurare l'VIII edizione del Master di II livello in "Processi decisionali, lobbying e disciplina anticorruzione in Italia e in Europa" dell'università di Tor Vergata, a cura del prof. Giovanni Guzzetta. Tra gli autorevoli ospiti della giornata di studio, esponenti del mondo accademico e imprenditoriale che si sono distinti nel dibattito riguardante la regolamentazione dei gruppi di pressione. Di seguito il programma completo: Ore 10, Saluti istituzionali: Marina SERENI, vicepresidente della Camera Gaetano MANFREDI, presidente della Conferenza dei Rettori delle Università italiane Giuseppe NOVELLI, rettore dell'università di Tor Vergata Giovanni GUZZETTA, direttore del Master - università di Tor Vergata Lucio FUMAGALLI, presidente BAICR - Cultura della Formazione Ore 10:30, Relazioni: Marina SERENI - La risposta politica alla domanda di regolazione Sandro STAIANO, università Federico II di Napoli - La rappresentanza degli interessi nelle democrazie contemporanee Ore 11, Interventi: Pino PISICCHIO, Presidente del Gruppo Misto della Camera dei Deputati Nunzia DE CAPITE, Caritas Italiana Valerio FORCONI, Imperial Tobacco Antonio MATONTI, Confindustria Giulia PASTORELLA, HP Inc. Umberto RONCA, università Federico II di Napoli Laura ROVIZZI, Open Gate Italia. Per partecipare, inviare una mail a [email protected]

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Non solo Poste Italiane nel settore dei servizi postali italiani. Si è recentemente costituita Assopostale, nuova associazione composta da piccoli operatori del mercato, che si propone di fare lobbying a tutela dei diritti degli operatori postali privati operanti in Italia. Le aziende dell’associazione si propongono come attori di un settore finora monopolizzato da Poste Italiane. I tre soci fondatori sono gli operatori privati Sail Post (City Post), Globe Postal Service (GPS) e Friend Post. GPS e Friend Post sono proprietari del maggior numero di cassette delle lettere diffuse su tutto il territorio nazionale alternative a quelle di Poste Italiane, mentre Sail Post è il primo operatore privato per numero di agenzie postali e punti posta operativi in Italia. Assopostale inoltre si propone di attrarre altri operatori, per ottenere un’immediata estensione su tutto il territorio nazionale, in attesa del perfezionamento di altri soci ordinari. Possono presentare richiesta di affiliazione in Assopostale tutti gli operatori in possesso di Licenza Individuale o Autorizzazione Generale. Tra i temi di policy dell’associazione, il cui direttivo è composto dal presidente Valterio Castelli, dal Vicepresidente Stefano Paniconi e dal Segretario Generale Emanuel Bonanni, vi è il ripristino di un servizio postale tradizionale, efficiente ed al passo con l’evoluzione dei tempi, grazie alla liberalizzazione del mercato (in attuazione di una recente direttiva europea,vicenda per la quale l’Italia è sotto osservazione dall’UE) e alla valorizzazione di tutto il territorio nazionale nel rispetto dei cittadini e dell’ambiente. Gli operatori di Assopostale sono infatti presenti in molti dei territori nei quali Poste Italiane sta disinvestendo. Proprio il tema della creazione di valore sul territorio, in particolare nelle aree interne, sarà un elemento di distinzione e promozione della nuova associazione. La creazione di Assopostale si inserisce in un quadro di settore in cui Poste Italiane, ex monopolista di Stato, sta attraversando diverse difficoltà a livello locale, in particolare con la chiusura di alcuni uffici postali in molte zone della periferia italiana, che hanno portato alla presentazione di diverse interrogazioni parlamentari negli ultimi mesi. E nei prossimi mesi anche i vertici di Poste Italiane verranno rinnovati, come tutti gli altri vertici di società ex pubbliche. E proprio l’AD di Poste potrebbe essere uno dei manager non confermati, dopo la vicenda del fondo immobiliare Invest Real Security: situazione da tenere sotto controllo per i nuovi entrati nel settore.

Italia

(di Francesco Angelone e Giovanni Gatto) Donald Trump ha inaspettatamente vinto la corsa alla Casa Bianca. Un risultato sorprendente anche per i più informati analisti americani e internazionali. Molti hanno parlato di vittoria del popolo: ma il tycoon yankee è stato anche un lobbista L’America è andata a dormire, l’Europa si è svegliata alle ore 8:35 italiane con la certezza matematica di quanto la nottata aveva già lasciato presagire: Donald Trump è il 45esimo Presidente degli Stati Uniti d’America. The Don, magnate dell’editoria e delle costruzioni (e molto altro.. praticamente una lobby vivente) ha battuto Hillary Clinton, data vincente da tutti (o quasi) i sondaggisti americani e non solo, dopo aver conquistato la maggior parte dei swing state e ribaltato i pronostici anche negli Stati di colore blu dem. Si conclude quindi nel modo più imprevedibile, e non poteva essere altrimenti, una delle campagne elettorali più “pazze” di sempre con la vittoria del tycoon newyorchese a dispetto della gran parte delle previsioni, anche di quelle più autorevoli. E cosa accadrà ora? Sarà in grado, Trump, di portare a compimento l’ardito programma sbandierato con forza in questo anno di campagna? In effetti, la campagna elettorale americana è stata densa di polemiche, ma povera di contenuti. Una delle tante promesse di Trump è stata la riforma della regolamentazione del lobbying al fine di “prosciugare la palude”, una Washington che ristagna. Il piano in cinque punti di Trump comprende l’istituzione di un divieto di svolgere attività di lobbying per i funzionari dell'esecutivo, legislatori ed i loro staff per i cinque anni seguenti alla scadenza dell’incarico. Il piano dovrebbe vietare a vita agli alti funzionari dell'esecutivo di fare lobbying per conto di governi stranieri. Il nuovo Presidente (come ormai dovremmo chiamarlo) ha anche proposto di ampliare la definizione di lobbying così da colmare le lacune che consentono de facto ai lobbisti di evitare la registrazione e di vietare ai lobbisti stranieri di raccogliere fondi per gli americani candidati per incarichi pubblici. Sarà forse che Trump avrà maturato questa convinzione sulla propria pelle, poiché lui stesso è stato un lobbista registrato in Rhode Island nell’aprile 2006 secondo quanto scrive Politico. E se è vero che Trump stesso aveva precedentemente ammesso di aver fatto ricorso a lobbisti per influenzare le decisioni a Washington, non aveva certamente menzionato questa sua attività svolta in prima persona. Il neo-Presidente repubblicano ha in effetti svolto attività di pressione perché interessato a promuovere la causa di un casinò nella città di Johnston, come riferisce The Hill, a nome della Trump Entertainment Resorts Holdings. Nel corso del periodo di registrazione, Trump ha guadagnato 4.000 dollari al mese e aveva ottenuto l’accesso ai palazzi del piccolo stato della East Coast con un pass da 5 dollari. In più, come è bene ricordare, lo stesso staff di Trump nel corso della campagna elettorale, si è avvalso di lobbisti come Corey Lewandowski e Paul Manafort, entrambi poi destituiti dall’incarico. E proprio su Manafort si sono riversati i principali dubbi in materia di politica estera: legato a Putin, ha lavorato per il presidente ucraino filorusso Yanukovych con finanziamenti al partito e consigli strategici. In ogni caso, Trump sta già pensando alla prossima squadra di governo, con l’intenzione di rimpiazzare l’establishment costituito. Ma secondo le prime indiscrezioni, si affiderà a molti lobbisti: il Chief Executive di Goldman Sachs Lloyd Blankfein; Michael Catanzaro, di Koch Industries e the Walt Disney Company; Eric Ueland, ex lobbista Goldman Sachs; William Palatucci, avvocato del New Jersey a capo di una società di lobby come Aetna e Verizon; altri lobbisti come Rick Holt, Christine Ciccone, Rich Bagger e Mike Ferguson; l’ex governatore del New Jersey e candidato repubblicano Chris Christie, a capo della no profit (ma molto legata a diversi gruppi di interesse) Trump for America Inc., che teneva i propri meeting a K Street presso la società di lobby Baker Hostetler. Con buona pace di chi considera il lobbying contrario alla democrazia: Trump ha ancora molto bisogno di lobbisti, soprattutto a causa del carattere divisivo della propria campagna elettorale e alla necessità di legittimazione in campo internazionale.

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Analisi Lobbying Italia: il mercato italiano del lobbying è in decisa crescita rispetto al 2014. Oltre 20 milioni di euro di fatturato per le principali società di consulenza. Con sempre maggiore specializzazione e professionalizzazione del settore La lobby sta diventando uno strumento fondamentale per le aziende, del resto basta guardare il recente studio di James Bessen, economista alla Boston University School of Law, che mostra come proprio il lobbying sia il principale fattore di crescita quasi alla pari del capitale, a un livello almeno quattro volte superiore a quello della Ricerca e Sviluppo. Anche in Italia, con un trend sempre crescente, il mercato delle società di consulenza o società di lobby continua a crescere, e lo fa a ritmi maggiori di quelli visti nel 2014. Secondo un'analisi condotta da Lobbying Italia, sono circa 20 i milioni investiti da aziende, associazioni, amministrazioni e altre organizzazioni per avvalersi delle conoscenze tecniche, della consulenza strategica e dell’attività di monitoraggio da parte delle società dei professionisti del settore. Che dal canto loro migliorano dal punto di vista del fatturato, puntando anche ad investire sempre più su risorse umane e strumenti tecnologici (si pensi al recente impegno sui Big Data di Cattaneo&Zanetto con Policy Brain). La classifica comprende 15 società che si occupano prevalentemente (secondo le informazioni disponibili a LobbyingItalia) dell’attività di lobbying e public affairs. Sono state ricomprese nell’analisi, ma inserite in una classifica a parte, anche alcune società che si occupano prevalentemente di comunicazione istituzionale e PR, ma che investono risorse e professionalità nell’attività di lobbying. Un dato su tutti: il settore registra una crescita generale, e solo 5 società tra le 15 analizzate registrano un calo (minimo) rispetto al fatturato dell’anno precedente. Ecco la classifica aggiornata con i bilanci del 2015:   Cattaneo Zanetto, FB & Associati e Open Gate sul podio In testa per distacco c'è anche quest'anno Cattaneo&Zanetto di Alberto Cattaneo, Paolo Zanetto e Claudia Pomposo, focus totale sul lobbying in Italia e anche a Bruxelles, eventi a porte chiuse ai massimi livelli e un fatturato di circa 4,5 milioni di euro (+600k rispetto al 2014). Tra i principali clienti le grandi piattaforme della sharing economy e della new economy (AirBnb, Uber) e aziende tech (Vodafone, IBM, Cisco), ma anche Pirelli, Unilever, Federmanager. Come lo scorso anno, al secondo posto la FB & Associati di Fabio Bistoncini (e dei suoi giovani ed esperti partner), con un fatturato con un più arrivato a 2,6 milioni di euro ed expertise nel campo del food & beverage (Barilla, Coca Cola, Heineken), della sanità, dell’informatica (Microsoft). Da segnalare la presenza su Bruxelles e il recente lancio di FB Lab, che segna l’ingresso dei centri studi nelle società di lobbying. Al terzo posto, scalando una posizione rispetto allo scorso anno, Open Gate Italia - guidata da Laura Rovizzi, Tullio Camiglieri e Franco Spicciariello (che ha lasciato ad aprile 2016 per Amazon, sostituito da Andrea Morbelli) – che ha fatturato circa 1,6 milioni (+330k). OGI è specializzata su lobbying regolamentare (banda larga, ad es. Enel Open Fiber) e istituzionale (ad es. HP nell’ICT, AST-ThyssenKrupp nell'acciaio), e coalition building (si veda il mondo e-cig e del Fixed Wireless Access), il tutto integrato con un forte uso dei social media. Giù dal podio, rispetto all’analisi MF dello scorso novembre realizzata da Andrea Montanari, la Telos di Mariella Palazzolo (rappresentante del network globale indipendente Fipra), che fattura 1,1 milioni, superata anche da InRete di Simone Dattoli, quarta con 1,5 milioni di fatturato (quasi il doppio rispetto allo scorso anno), forte anche di un notevole expertise nell’organizzazione di eventi istituzionali e nella comunicazione "below the line". In leggera flessione anche Reti, la società di Massimo Micucci, Claudio Velardi e Giusi Gallotto, che si assesta sugli 1,1 milioni, e NOMOS, guidata da Licia Soncini, centro studi parlamentari (così si definisce) molto forte sul monitoraggio normativo e che opera soprattutto nel campo farmaceutico e sanitario. Piccole società di lobbying crescono Sotto il milione, in notevole crescita Utopia di Giampiero Zurlo (946k, con annesso studio legale - che ha fatturato a parte - e clienti quali Facebook, AT&T, American Express, Birra Peroni e Global Blue, società leader di mercato per i servizi Tax Free Shopping); Strategic Advice di Gabriele Cirieco (745k), da sempre sull’alluminio e più recentemente in campo sul tema della tracciabilità del tabacco; VerA dell’ex Autostrade Francesco Schlitzer (561k, con expertise su CSR e sostenibilità, unica ad aver aderito ai principi di Responsible lobbying del Global Compact delle Nazioni Unite), e Policy Sonar, nuova realtà focalizzata su lobbying e political intelligence (ottimi rapporti con fondi di investimento) fondata dal giovane ex consigliere del MEF Francesco Galietti, che si assesta sui 350k, quintuplicando il fatturato dell’anno precedente. In piccolo calo invece, ES relazioni istituzionali e comunicazione (527k), Public Affairs Advisors di Giovanni Galgano (521k, specialista sull’energia) e Think Link (457k). Ultima arrivata Noesi di Cristiano Sestili, che ha realizzato 150k nell’ultimo trimestre 2015. Non è stato invece possibile, purtroppo, rilevare i dati societari di Cui Prodest, priva di partita IVA sul proprio sito (cosa prevista invece dalla legge, come ribadito dall'Agenzia delle Entrate) e che per misteriose ragioni ha bloccato l’account twitter @lobbyingitalia. Tra lobbying e comunicazione: il boom di Comin & Partners Le società citate fanno dell’attività di lobbying, advocacy e public affairs il loro core business. Alcune di loro, come detto, svolgono lateralmente anche attività di studio legale; altre offrono piani di comunicazione integrata, con attività di ufficio stampa, comunicazione istituzionale, PR e organizzazione di eventi. Altre ancora hanno una unit che si occupa di strategia regolamentare o sui social media. C’è chi offre anche consulenza per la comunicazione di crisi. Altre società invece si occupano, in senso lato, di comunicazione, ma una parte del loro fatturato proviene da consulenze per attività di lobbying “puro”. I loro ricavi quindi sono nettamente maggiori rispetto a quelli delle società il cui core business è la consulenza per i public affairs. Sarebbe utile – ai fini della comparazione – avere il quadro scorporato con i ricavi per lobbying, comunicazione e altre attività, come sarebbe possibile verificare se in Italia ci fosse una legislazione sul lobbying sul modello di quella USA. Escludendo per ovvi motivi le grandi multinazionali della consulenza in comunicazione (Burson Marsteller, Hill-Knowlton, ecc.), e scusandoci delle possibili mancanze nella lista di società meno note sul panorama romano, tra le società italiane che forniscono consulenza di PR, crisis communication e CSR, è necessario citare SEC Relazioni Pubbliche, la società di Fiorenzo Tagliabue appena quotata in borsa, che ha fatturato nel 2015 ben 10,2 milioni. Da segnalare la recente uscita da SEC di Luigi Ferrata, passato al Community Group di Auro Palomba, colosso della comunicazione da 6 milioni di fatturato molto forte sul lobbying su Bruxelles. Altra società in crescita è il gruppo HDRA’, che ha fatturato 4,3 milioni (l’anno precedente erano 3,7), assai presente sull’organizzazione eventi (ad es. per Qualcomm). In pieno boom infine Comin & Partners: partita nell’ultimo trimestre 2014 con un fatturato di 387.000 euro, la società di Gianluca Comin (giornalista, ex direttore comunicazione e relazioni istituzionali di ENEL, oggi segue gli interessi di aziende quali BAT, TIM e persino lo Stadio della AS Roma) nel 2015 ha collezionato ricavi per circa 2,8 milioni di euro ed è sempre presente nel dibattito comunicazione-aziende-istituzioni col suo blog su Lettera43.it. Su tutti questi dati pesa però il convitato di pietra degli studi legali: da quelli grandi nostrani come ad esempio Gianni, Origoni, Grippo e Cappelli, fino alle multinazionali tipo DLA Piper, fino agli avvocati meno noti che fanno un'alacre attività di lobbying presso i palazzi romani e non solo. Un mondo assolutamente sconosciuto dal punto di vista lobbistico, e che forse solo una regolamentazione molto stretta come quella USA o canadese, e un forte ruolo dei media, potrà forse scalfire in ottica di trasparenza. Professionalità e trasparenza I dati emersi permettono di tirare le somme e giungere ad alcune conclusioni: il mondo del lobbying è sempre più professionalizzato, professionalizzante e integrato nella società. Lo strumento della lobby è sempre più importante per le imprese e sempre maggiore è il valore aggiunto per le imprese grazie a una strategia di public affairs trasparente, professionale e sostenibile economicamente e eticamente. Ancora da definire è invece, in mancanza di una regolamentazione che renda trasparenti le risorse investite in attività di lobbying e le azioni realmente condotte nei confronti del decisore pubblico, l’impatto sul business aziendale dei lobbisti “in-house” – che sempre più vengono dai ranghi delle società di consulenza - a imprese, associazioni di categoria, enti pubblici. Da un lato, il legislatore potrà certamente tener conto del ruolo di queste nuove società – che rappresentano la parte più trasparente del lobbying - come catalizzatore di istanze da parte di imprese, associazioni, parti sociali e enti locali; dall’altro, questi dati permettono alle imprese di comprendere che investire sui professionisti del lobbying può dar loro una marcia in più per raggiungere gli obiettivi aziendali con efficienza e programmazione.

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Riceviamo e pubblichiamo con piacere l'iniziativa di RunningDa Bruxelles a Washington l'attività dei lobbisti è normata e trasparente mentre in Italia la parola lobby continua ad avere un'accezione negativa. Ecco perché Reti apre agli studenti e ai giornalisti le sue stanze, sarà possibile comprendere come lavorano i professionisti del settoreSi scrive #OpenLobby, si legge trasparenza. Per la prima volta una società di lobbying apre le sue porte per dimostrare che il lobbista non è un mestiere oscuro.“Venite a conoscerci” afferma Giusi Gallotto, 36 anni, amministratore unico di Reti, “C’è una generazione nuova di lobbisti e comunicatori pubblici che aspira ad avere più trasparenza e riconoscimento. Far emergere gli interessi alla luce del sole serve a rendere i cittadini informati e la politica più consapevole delle sua responsabilità”.Per questo motivo giovedì 26 maggio il personale di Reti e Running Academy (una media di 35 anni, ed il 50% di donne) accoglierà studenti universitari e giornalisti nella sede in via degli Scialoja 18 a Roma.I partecipanti avranno l’opportunità di “vivere” la giornata tipo del lobbista all’interno delle “stanze” di una delle maggiori aziende di public affairs in Italia, di scoprire quali sono le tecniche per costruire un network di relazioni, di comprendere come si fa monitoraggio delle istituzioni e come si interviene, in piena trasparenza, sui processi decisionali.#OpenLobby è un appuntamento formativo ed informativo per apprendere dai consulenti di Reti come si rappresentano gli interessi delle aziende italiane e internazionali che operano in Italia e nell'Unione Europea.

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Delzio verso la poltrona di direttore generale grazie all'appoggio dell'ex presidente Abete. Adesso l'incarico è in mano a Marcella Panucci che non vuole mollare Ma la partita è appena cominciataDi autostrade si occupa da tempo. E il suo desiderio sarebbe quello di percorrerne una, possibilmente senza troppo traffico, per arrivare spedito alla poltrona di direttore generale della "nuova" Confindustria. Ma alcuni addetti ai lavori, un po' sarcastica mente, spiegano che in questa partita bisogna distinguere tra aspirazioni, ambizioni e chimere. E' all'interno di una di queste categorie che bisogna collocare il lavorìo di cui in que sti giorni viene accreditato Francesco Delzio , direttore delle relazioni esterne e degli affari istituzionali di Atlantia e Autostrade per l'Italia. In buona sostanza il lobbista del gruppo che fa capo alla famiglia Benetton. Forte del solido legame con Luigi Abete , ex presidente degli industriali e oggi presidente della Bnl, Delzio a quanto pare vorrebbe mettere a segno un bel colpaccio.I NODI Ma l'"autostrada", almeno per il mo mento, è bella trafficata. Certo, con la designazione di Vincenzo Boccia alla presidenza dell'associazione di viale dell'Astronomia comincia un nuovo corso. Ma la collocazione de gli altri tasselli non è affatto sconta ta. Per esempio è appena il caso di ricordare che oggi sulla poltrona di direttore generale di Confindustria è seduta Marcella Panucci , certo non intenzionata a mollare l'osso. E poi una sorta di consuetudine confindustriale rende complicato il contestuale avvicendamento di pre sidente e direttore generale, per non spezzare "traumaticamente" una ca tena di comando che rischierebbe di essere quasi sconfessata. Per non parlare del fatto che ci sarebbero anche altri candidati a quella poltrona, o comunque profili che vorrebbero tentare l'ascesa. Uno di questi po trebbe essere Giovanni Lo Storto, attuale direttore generale della Luiss, l'ateneo guidato dall'ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.IL PROFILO Di sicuro Delzio viene descritto come un ambizioso. Già direttore dei giovani di viale dell'Astronomia e degli affari istituzionali della Piaggio, è un grande esperto del "networking" costruito sulla partecipazione a pensatoi e fondazioni varie. È stato fondatore de La Scossa, un think tank presieduto dal capo delle relazioni esterne di Vodafone, Michelangelo Suigo, con dentro lobbisti di gruppi come Unipol e British American Tobacco. Ma Delzio siede pure nel comitato editoriale di Inpiù, pubblicazione on line del gruppo Abete, e nel comitato scientifico della fondazione Symbola, presieduta dal Pd Ermete Realacci . Arrivare alla poltrona della Panucci non sarà facile. Anche se c'è chi fa notare come a viale dell'Astronomia qualcuno ne vorrebbe favorire la sostituzione, complice lo stretto rapporto che l'attuale dg ha con Antonella Mansi , vicepresidente percepita come troppo montezemoliana. Magari la Panucci lascerà solo in un secondo tempo. Di certo questa è un'altra delicata partita confindustriale.Fonte: Stefano Sansonetti, La Notizia

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Nasce la struttura Editorial&Events Communication, affidata a Riccardo Pugnalin Cambiamenti in casa Sky: il gruppo ha riorganizzato la direzione Communication & Public Affairs, guidata da Riccardo Pugnalin dallo scorso giugno (come documentato da Lobbying Italia), rafforzandola con la Corporate Communication, sotto la responsabilità di Gianluca Rumori e composta dalle due strutture seguite a Roma da Silvia Mazzucco e a Milano da Valerio Mancino (più altre due new entry). La struttura coordinerà le attività di comunicazione verso i media che riguardano le strategie aziendali, la comunicazione istituzionale e quella relativa all'innovazione tecnologica. A Pugnalin è stato affidato anche l'interim della struttura Public Affairs, che è composta dalle seguenti aree: Parliament&Local Government, Civil Affairs (guidate da Alfredo Borgia), Legislative Affairs (Marco Valentini), Authority&Government Technical Offices (Nadia Rollé) e European Affairs (Stefano Ciullo). Sono state poi create due funzioni di staff, a riporto di Pugnalin: attività di studi e ricerche sugli impatti economici rispetto agli scenari istituzionali (a cura di Stefano Barbato) e senior advisor per le relazioni esterne e istituzionali (Roberto Benni). Sul fronte contenuti, infine, il gruppo ha siglato con Warner un accordo pluriennale per la distribuzione non in esclusiva dei titoli della major in modalità pay per view. La comunicazione prodotto e organizzazione eventi viene seguita da una nuova struttura, Editorial&Events Communication, affidata ad interim a Pugnalin e articolata in quattro aree: Sport&Sky Sport 24 Communication (affidata a Ilenia Moracci), Tg24 Communication (seguita da Carmen Ruggeri), Programming Communication (non è ancora stato indicato il responsabile) e Events, di cui è responsabile Marika Pisoni. Alla Editorial&Events Communication fanno capo le attività di Magazine & Newsletter, affidate a Nicoletta Barci. Flavio Natalia resta direttore editoriale delle testate passando dalla comunicazione di prodotto di Sky a Sky Tg24 con la responsabilità dell'area news dello spettacolo. Infine, l'area Audience Research & Insights, guidata da Andrea Mezzasalma, confluisce a'interno della direzione Communication.   Fonte: e-duesse

Italia

Giovanni Parapini sarà il nuovo direttore della comunicazione della Rai. Nato a Brescia il 21 dicembre 1962, Parapini dallo scorso 1 gennaio ha lasciato il Gruppo Hdrà, società di comunicazione integrata di cui era cofondatore e socio, cessando l’attività imprenditoriale a Bruxelles dove aveva seguito lo start up europeo di Consenso, la business unit specializzata nelle relazioni pubbliche e istituzionali. Ha inoltre ricoperto l'incarico di presidente di Eunews. Tra le precedenti esperienze, quella di Direttore della comunicazione del Gruppo Esprit International, Direttore Servizio Clienti di Duke Italia, Responsabile Servizio Clienti di Euro Advertising e Responsabile Pubblicità di Condé Nast Italy. Ha inoltre ideato e organizzato due edizione del TEDx e svolto attività di docenza presso diverse Università italiane, tra cui La Sapienza Università di Roma e la LUMSA. Il Gruppo Hdrà aveva presentato lo scorso dicembre il proprio business e le nuovi divisioni societarie, come documentato da Lobbying Italia. Società che si occupa primariamente di pubbliche relazioni, è divisa in 4 divisioni (Aleteia, Consenso, Medita, Overseas). Parapini prende il posto di Costanza Esclapon, che ha lasciato dopo tre anni la direzione Comunicazione e Relazioni esterne della Rai “per affrontare una nuova sfida professionale”, in accordo con l’azienda.

Lobby & Poltrone

Secondo Dagospia, l'AD di poste avrebbe sbattuto il telefono in faccia a Filippo Sensi, portavoce di Renzi, che si opponeva alla nomina di Giuseppe Fortunato, dalemiano di ferro, alle relazioni istituzionali della società. Renzi, a forza di imposizioni, starebbe perdendo il rispetto della classe dirigente da lui stesso nominata. Fortunato ha lavorato per D'Alema e per i dalemiani Moretti e Padoan, e ora è stato chiamato da Caio in Poste nell'anno delicatissimo della privatizzazione. Questa nomina fatta senza consultare Palazzo Chigi ha indispettito il duo Sensi-Renzi, ma Caio avrebbe detto: ''Se volete, me ne vado io''... Caio come Spartacus? Il tecnofilo preferito di Enrico Letta, ma nominato al vertice di Poste Italiane da Matteo Renzi, si è ribellato all'ennesimo intervento governativo nelle nomine delle partecipate. Caio ha infatti scelto Giuseppe Antonio Fortunato come nuovo responsabile degli Affari Istituzionali. Chi è costui? Capo della Segreteria di D'Alema quando era ministro degli Esteri nel 2006-2008, è poi stato in Finmeccanica per 7 anni, tra Roma, Mosca e Bruxelles, finché il dalemiano Mauro Moretti non lo ha silurato ed è diventato consulente del Ministero dell'Economia, nel febbraio 2015. Lì è stato delegato da Padoan (pure lui dalemiano) a occuparsi delle partecipate pubbliche, tra cui Poste, e ora Caio lo ha chiamato, e il suo contratto dovrebbe iniziare a giugno, per un ruolo molto delicato nell'anno della privatizzazione del gruppo. Pare che quando la notizia sia arrivata nei corridoi di Palazzo Chigi, Filippo Sensi abbia telefonato a Caio "suggerendogli" di riconsiderare l'assunzione. A quel punto Caio avrebbe risposto: ''Se volete, me ne vado io'', attaccando il telefono in faccia al portavoce del premier. E non sarebbe l'unico: molti manager pubblici lamentano l'atteggiamento del governo, che non si limita a nominare i capi (prerogativa che è nei suoi poteri), ma interferisce nella gestione quotidiana delle partecipate, nelle nomine dei dirigenti di seconda fascia e nelle strategie industriali. Il problema è che l'atteggiamento è sempre di autorità e non di autorevolezza. E il bullo fiorentino, dopo i diplomatici e i funzionari europei, rischia di essere ostacolato anche dalla classe dirigente italiana... Fonte: Dagospia

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Hdrà, gruppo di comunicazione integrata italiano, ha presentato il proprio business e la rimodulazione della nuova società nelle quattro business unit che compongono il gruppo:Aleteia per la comunicazione ATL e BTLConsenso per le relazioni istituzionali e le media relationsMedita per la comunicazione socialOverseas per l'organizzazione di eventiLa società, partner di minoranza del portale EUnews, ha appena aperto la sede di Bruxelles, che si aggiunge al quartier generale romano e alla sede operativa di Milano. Il ceo è Mauro Luchetti mentre Giovanni Parapini è vice presidente. I CLIENTI Oggi Hdrà lavora con oltre 30 clienti, in gran parte curando l'organizzazione di eventi e la pubblicità, attività che contribuiscono alla maggior parte del fatturato della società. Milano Finanza nella recente classifica dei bilanci delle società di public affairs non ha quindi annoverato la divisione Consenso nella top 11 italiana. Eni, Enel, Poste e Alitalia si affidano al gruppo per la comunicazione ATL e BTL. Grandi multinazionali come Boeing, industria aerospaziale, Philip Morris colosso del tabacco e Tempur, per le strategie di media relations. Uber si rivolge alla società per l'ufficio stampa della sua attività in Italia, così come Qualcomm e Zoetis, che aggiungono alle strategie mediatiche anche le relazioni istituzionali, e la Fondazione Roma, che da Hdrà fruisce di una consulenza specializzata sulle relazioni con i media. Per quanto riguarda le relazioni istituzionali il gruppo ha ideato i Tavoli di Consenso, un format che ha l'obiettivo di agevolare l'incontro fra clienti, stakeholder e decisori pubblici. Ad esempio quelli realizzati per Medtronic e GE Healthcare sull'innovazione del Sistema Sanitario. Appena entrati nella galassia Hdrà il Coni, con un percorso di comunicazione che arriverà fino alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, e l'Ospedale Bambino Gesù, eccellenza italiana nella medicina per l'infanzia. Hdrà ha anche diversi clienti nel settore cinematografico, tra i quali Medusa, Rai Cinema, Luce Cinecittà, Wildside e Good Films per i visual delle campagne, i trailer e il digital. Il gruppo ha un organico composto da circa 80 persone.

Italia

"Benessere & Onestà - La sfida italiana: sviluppo economico e sviluppo della legalità" è il titolo dell'evento che si terrà oggi 11 Novembre, 2015, dalle ore 18:30 alle 20, nell'Aula Toti (n. 203) di Viale Romania 32, sede della LUISS Guido Carli. Al seminario, organizzato nell’ambito del Corso Teoria e tecniche del Lobbying del Prof. Pier Luigi Petrillo in collaborazione con l’Associazione Culturale Un’altra Idea di Mondo, parteciperanno tra gli altri Raffaele Cantone (Presidente ANAC), Pier Luigi Petrillo (docente LUISS di Teorie e Tecniche del Lobbying), Laura Puppato (Senato della Repubblica e Presidente dell’Associazione Un’altra Idea di Mondo), e Alfonso Sabella (Magistrato, già Assessore alle Legalità del Comune di Roma). Paola Severino, Prorettore Vicario LUISS ed ex ministro della Giustizia per il governo Monti, accoglierà i relatori. Modera: Stefano Feltri, Vicedirettore de Il Fatto Quotidiano. Per ulteriori info contattare [email protected]

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Ufficializzate tre nuove nomine ai vertici di British American Tobacco Italia. Alessandro Bertolini, gia' General Counsel, diventa Vice Presidente esecutivo e Direttore degli Affari Legali e delle Relazioni Esterne di BAT Italia. Si occupera' della gestione e del coordinamento delle materie legali e delle relazioni esterne. Giovanni Carucci, gia' Direttore delle Relazioni Istituzionali della filiale italiana della multinazionale britannica del tabacco, assume per il Gruppo BAT il ruolo di Direttore degli Affari Europei, con sede a Bruxelles, conservando il ruolo di Vice Presidente di BAT Italia. Infine fa il suo ingresso in azienda, in veste di Direttore degli Affari Istituzionali, Gianluca Ansalone. lessandro Bertolini entra in BAT Italia nel 2011 come Direttore degli Affari Legali, dopo aver maturato 20 anni di esperienze di alto livello come General Counsel per diverse multinazionali italiane quali Fata Group, Piaggio e Tecnimont. Sotto la sua guida, il Dipartimento Affari Legali ha assunto un ruolo centrale nella definizione e implementazione delle strategie di business di BAT Italia, contribuendo ad accrescerne i risultati operativi e la capacita' competitiva. Giovanni Carucci entra in British American Tobacco Italia come Direttore Finanziario all'inizio del 2004 dopo l'acquisizione, da parte di BAT Italia, di ETI (Ente Tabacchi Italiani), dove ricopriva la stessa funzione. Il 1° gennaio 2009 e' nominato Vice Presidente e Direttore delle Relazioni Istituzionali, contribuendo al consolidamento dell'immagine e della reputazione di BAT Italia. Gianluca Ansalone, ex Managing Director di Method Investments & Advisory Ltd per l'Italia, in precedenza ha svolto numerosi incarichi presso la Presidenza della Repubblica, il CoPaSiR e il Governo Italiano

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Rappresentanza di interessi parte integrante del processo legislativo. Obiettivo di dotarsi di procedure trasparenti e tracciabili. Necessità di portare a un punto di approdo finale le proposte di legge attualmente in discussione in Parlamento. Ieri a Roma nella sede della Banca d'Italia, durante la presentazione del Rapporto Onu sulla lotta alla corruzione in Italia, nel convegno organizzato dal Ministero della Giustizia e dall'Autorità nazionale Anticorruzione, il ministro Orlando si è focalizzato su questi punti nella (ennesima) promozione di una norma sul lobbying in Italia. "Nella formazione delle decisioni pubbliche è da sempre parte integrante del processo politico legislativo (sia locale che nazionale) la rappresentanza di interessi particolari. Le democrazie devono dotarsi di procedure trasparenti e tracciabili di rappresentanza degli interessi a ridosso del processo decisionale, ciò che è tanto più necessario in quanto il nostro Paese è ancora di recente intervenuto in materia di finanziamento pubblico ai partiti politici, abolendolo nella forma diretta". "Sono state approvate in questa materia leggi regionali (in Toscana, in Molise, in Abruzzo) e sono in discussione in Parlamento varie proposte. Abbiamo bisogno di portare questa discussione a un punto di approdo finale". L'ultima indiscrezione sul passaggio in aula del ddl lobby attualmente depositato in commissione Affari Costituzionali risale allo scorso settembre.  

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