La giornata di oggi potrebbe essere considerata un punto di svolta verso la regolamentazione nazionale dell'attività di lobbying in Italia. Secondo indiscrezioni raccolte da Public Policy (vedi tweet), potrebbe entrare nell'articolato del ddl Concorrenza una prima regolamentazione sulle lobby. Sarebbe stato presentato un emendamento (il termine è scaduto l'11 gennaio ma non è stato pubblicato il fascicolo) al ddl in commissione Industria Commercio e Turismo al Senato che ripropone il ddl sulle lobby presentato da Luis Alberto Orellana (ex M5s ora nel gruppo delle Autonomie). Il ddl Orellana è stato adottato come testo base in I commissione a Palazzo Madama ma è incagliato da mesi senza passi in avanti. Ora, si apprende, l'ex senatore dei 5 stelle ha riproposto il ddl sotto forma di emendamento al Concorrenza e su questo, rivela il relatore Pd Luigi Tomaselli, da parte dei relatori c'è "grande interesse".
Il ddl di Orellana propone di istituire presso la presidenza del Consiglio un comitato per il monitoraggio dei 'lobbisti', con un apposito registro al quale i rappresentanti di interessi dovranno iscriversi per poter svolgere la propria attività. E ancora: creazione di una banca dati contenente le proposte normative presentate dai parlamentari e "promosse" dalle lobby. Il disegno di legge prevede che chiunque voglia svolgere attività di lobbying dovrà iscriversi al registro. Allo stesso obbligo saranno sottoposte anche le società "che hanno uno o più dipendenti preposti a tenere i rapporti con i decisori pubblici".
Nel pomeriggio di oggi si è inoltre svolta la conferenza stampa della deputata Adriana Galgano (Scelta Civica), che ha annunciato di voler presentare alla Camera il testo del senatore Orellana (ex M5S e membro del gruppo per le Autonomie), scelto da tempo come testo-base della serie di ddl attualmente fermi presso la 1a commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama. Secondo Galgano "Il processo di lobbying in Italia deve essere trasparente, regolato, noto ai cittadini. E una cosa di cui sono convinta è che i lobbisti non possono essere gli stessi parlamentari. L'obiettivo importante di questa legislaturaè arrivare a un ddl che si concretizzi su questo argomento. Noi di Scelta civica abbiamo già un progetto di legge di Paola Pinna, ma la cosa bella è che alla Camera ce n'è 13 di testi sul tema". Dal canto suo il senatore Orellana ha presentato un emendamento sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C, una delle battaglie che Galgano aveva portato avanti (senza successo) durante la discussione del disegno di legge a Montecitorio.
Ma in realtà, sempre oggi, una prima forma di regolamentazione dei portatori di interesse è diventata norma di legge. Si tratta di due norme del nuovo codice degli appalti, promosse dal viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Nencini (promotore della legge toscana sul lobbying), che prevedono:
ppp) trasparenza nella partecipazione dei portatori qualificati di interessi nell'ambito dei processi decisionali finalizzati alla programmazione e all'aggiudicazione di appalti pubblici e contratti di concessione nonché nella fase di esecuzione del contratto;
qqq) introduzione di forme di dibattito pubblico delle comunità locali dei territori interessati dalla realizzazione di grandi progetti infrastrutturali e di architettura di rilevanza sociale aventi impatto sull'ambiente, la città o sull'assetto del territorio, prevedendo la pubblicazione on line dei progetti e degli esiti della consultazione pubblica; le osservazioni elaborate in sede di consultazione pubblica entrano nella valutazione in sede di predisposizione del progetto definitivo
Secondo Nencini "Si anticipa la regolamentazione delle lobby. In Italia non c'e' una legge che faccia chiarezza sui gruppi di pressione: il codice degli appalti introduce un registro ad hoc. E per quanto riguarda la grandi opere, prima di procedere, ci sara' l'obbligo di ascoltare il parere non vincolante delle comunita' locali. Una norma di civilta', che sarebbe stata utile da applicare in Val di Susa".
Un primo, utile passo in attesa che sul tema intervenga, dopo gli annunci dei mesi scorsi, il principare attore decisionale del Paese: il Governo Renzi.





































