NEWS
Banca Etica: "Riformare le lobby per fare davvero il libero mercato" (Repubblica.it)
Scritto il 2014-10-04 da Franco Spicciariello su Europa

Le proposte di Ugo Biggeri, presidente dell'istituto popolare. I 'portatori di interessi' del mondo finanziario contano sul budget più alto di tutti presso le istituzioni europee: un esercito di 1.700 addetti per 120 milioni di fatturato

(Raffaele Ricciardi) Limitare e rogolamentare il potere della lobby finanziaria, "probabilmente la più potente al mondo" (copyright dell'ex commissario Ue, Algirdas Semeta), per realizzare un mercato veramente più libero. E' la proposta che Banca Popolare Etica mette sul tavolo mentre la discussione sulle norme dell'attività di lobbying riprende piede.

La finanza ha in effetti una potenza di fuoco data da 1.700 addetti, per un fatturato di oltre 120 milioni di euro l'anno, per premere sui decisori e far valere i suoi interessi. Su questo "esercito di lobbisti della finanza" che affolla le istituzioni europee a Bruxelles, e riceve le sue cartucce ogni anno da banche e altre imprese del settore per poter sostenere la sua attività, insiste la riflessione.

I numeri emergono da un incontro, nell'ambito del Festival di Internazionale, al quale il presidente di Banca Etica, Ugo Biggeri, con altri ospiti internazionali, porta la voce di chi "si è dato la missione di svolgere il ruolo di banca con l'intento di realizzare una connessione virtuosa tra le aspettative dei risparmiatori e l'attenzione verso ciò in cui si investe, con la volontà di riformare gli aspetti più controversi della finanza nel suo complesso".

I dati sono stati messi in fila in un recente rapporto di Corporate Europe Observatory (Ceo), intitolato "la potenza di fuoco della lobby finanziaria". Le analisi dicono che in sede europea, il mondo finanziario supera la spesa in attività di lobby di ogni altro gruppo di interesse con un fattore di 30 a 1. Secondo il rapporto di Ceo il dato (prudenziale) di 120 milioni di euro l'anno speso dalle lobby finanziarie è da mettere a confronto con una disponibilità intorno ai 2 milioni per Ong, società civile e sindacati. Un rapporto di 60 a 1 che fa impallidire i pur evidenti squilibri presenti in altri settori. Ad esempio per quanto riguarda l'agro-alimentare, la stima è di 50 milioni di euro dell'industria a fronte di 12 milioni per associazioni di consumatori, Ong e sindacati.

Per Biggeri il punto di partenza è che "la crisi che ancora viviamo è indubbiamente partita dal mondo finanziario, ma ormai di questo aspetto nessuno parla più". L'ostacolo all'imprimere una vera svolta al settore è data dalla "disparità di forze in campo: nella finanza ci sono poche, grandissime, industrie che gestiscono masse pari a dieci volte il Pil mondiale: nessuno ci potrà convincere che operano in un vero libero mercato". Questa posizione dominante "produce le risorse ingenti che permettono di fare attività di lobby, tenendo lontana la politica dal mettere in atto quei cambiamenti che invece servirebbero".

L'esempio portato da Biggeri riguarda la principale delle istituzioni finanziarie europee: "La stessa Bce, nell'avviare uno 'stakeholder engagement' che dovrebbe ascoltare le istanze verso il mondo della finanza, secondo la ricostruzione del Ceo ha in realtà coinvolto 95 membri provenienti dal settore della finanza, ma nessuna associazione, rappresentanza della società civile o dei sindacati. Come si può in questo modo incidere e riformare il sistema?", si chiede il presidente di Banca Etica.

Banche e multinazionali, ecco il registro delle grandi lobby

In Italia, a livello normativo, qualcosa pare in movimento. Il viceministro alle Infrastrutture, Riccardo Nencini, oggi ospite a un convegno sul tema a Firenze, ha anticipato la volontà di accelerare. Il luogo deputato all'intervento, ha osservato a Formiche.net, è "il ddl delega sulla riforma degli appalti, che ha avuto il via dal governo lo scorso 29 agosto andrà a breve al Senato, dove speriamo sarà approvato entro novembre, per poi passare alla Camera e aver l'ok entro aprile. Puntiamo ad emanare il decreto legislativo entro l'autunno 2015". Nel rispetto della delega, sarà "un primo approccio, ma faremo un lavoro per gettare trasparenza nei processi", spiega Nencini.

Al ministero c'è una commissione ad hoc che sta studiando le priorità, che vanno dall'istituzione di un registro pubblico alla trasparenza nelle discussioni e nella condivisione delle informazioni. Per Biggeri, "meccanismi di partecipazione chiari e trasparenza dei processi" sono la base perché "ogni processo di decisione sia gradualmente più condiviso alle opinioni di tutti i 'portatori di interessi' di un settore". Ben venga dunque lo studio di elenchi di professionisti delle lobby, ma "non può che essere un primo passo di un movimento culturale di apertura del mondo della finanza a chi vive quotidianamente le sue scelte: le questioni della finanza devono interessare tutti e le lobby devono diventare portatrici di interessi dei cittadini".

Fonte: Repubblica.it

Articoli Correlati
Il 2015 è l'anno di Milano, capitale mondiale del food e del design grazie all'esposizione universale. IKEA stupisce tutti con una nuova iniziativa assolutamente inedita ed inaugura un temporary space in pieno centro, a Porta Genova, in via Vigevano, 18. Non è una scelta casuale: è facilmente riconoscibile, ben contestualizzato in una location affascinante a pochi passi da via Tortona, la via del design più alla moda e facilmente raggiungibile. Situato in un ex edificio industriale circondato da aree verdi sapientemente distribuite appositamente create per l'occasione, il salone è sviluppato su tre piani ed è dedicato all'ambiente cucina. Una scelta che si ricollega perfettamente al tema portante dell'EXPO, "Nutriamo il pianeta", ed al concetto del mangiar sano, del cibo e degli alimenti presenti sulla tavola. IKEA, il colosso svedese leader nel mercato del mobile, non si lascia sfuggire quest'occasione. Nello spazio espositivo del temporary i componenti d'arredo tipici del marchio IKEA (scodelle, posate, bicchieri, etc.), ma anche gli stessi alimenti da poter acquistare. Per i curiosi e gli appassionati sarà possibile anche seguire corsi di cucina Food Lab, in spazi dedicati a laboratori. Per chi invece non desideri mettersi ai fornelli, ma solo godersi un buon pranzo o una cena rilassante, potrà farlo in un delizioso bistrot allestito su un piano intero dell'edificio. #IKEAtemporary sarà aperta al pubblico fino al 30 settembre 2015 (per l'appunto, verso la fine dell'Expo). Osserverà un orario piuttosto ampio: tutti i giorni dalle ore 12:00 alle ore 22:00, il venerdì il sabato e la domenica fino alle ore 24:00. Un'esperienza da provare! Sponsored by IKEA Italia

Mondo - Comunicablog

Fumata nera dalla riunione dei ministri delle finanze dell'Eurogruppo per negoziare l'ennesimo salvataggio della Grecia. L'incontro in calendario lunedì 16 febbraio si è concluso con un nulla di fatto e tutto è rimandato a venerdì 20, con l'ottimismo del greco Yanis Varoufakis - "Non ho dubbi che i negoziati continueranno domani, il giorno dopo, e non ho dubbi che ci sarà un accordo che sarà terapeutico per la Grecia e buono per l'Europa" - che si scontra con la palese irritazione del tedesco Wolfgang Schäuble, che si è detto "molto scettico" circa la possibilità di trovare una soluzione e ha definito il governo di Atene "irresponsabile". Ma che cosa ha determinato il muro contro muro che ha portato allo stop delle trattative? Nonostante si parli di "punti", la Grecia sostanzialmente ha bocciato per intero la proposta dell'Eurogruppo formulata dal presidente Jreon Dijsselbloem. Il "no" di Varoufakis e del premier Alexis Tsipras va infatti all'estensione per un altro semestre dell'attuale programma (che scade a fine febbraio), con l'invito a un uso migliore della flessibilità prevista, all'impegno "ad astenersi da azioni unilaterali", che in soldoni significa accettare le condizioni della Troika, e alla necessità di "assicurare surplus primari adeguati", definizione che glissa in modo sibillino sull'obiettivo del 3% previsto per il 2015. In disaccordo con l'Europa, infatti, il governo di Atene vorrebbe in prima battuta discutere dei prestiti e, come diretta conseguenza, definire un nuovo programma tout court, che preveda nuovi bond, perpetui e indicizzati al tasso di crescita nominale del Pil, ed eviti (ulteriori) interventi sulle pensioni e rialzi dell'Iva. Due posizioni che sembrano difficialmente conciliabili, ma che il ministro delle Finanze greco pensa possano ancora trovare un punto di incontro, anche perché - come lui stesso ha dichiarato - "nella storia dell'Europa dagli ultimatum non è mai arrivato nulla di buono". Venerdì dunque è un giorno cruciale. Per il momento infatti i mercati stanno reagendo cautamente alla fumata nera della riunione dell'Eurogruppo, confidando in una soluzione all'impasse, anche se le prime avvisaglie di una certa tensione iniziano a manifestarsi. All'apertura delle borse di questa mattina, infatti, l'analista di Ig Stan Shamu ha dichiarato che se venerdì le parti non troveranno un accordo, "il pericolo di un ritorno all'avversione al rischio diventa molto reale", con il conseguente allontanamento degli investitori e l'aumento degli spread sovrani. Uno scenario che per Atene significherebbe la messa in discussione della solvibilità e - in ultima drammatica istanza - la bancarotta. A quel punto si aprirebbero scenari diversi, ma a prescindere dalla paventata uscita della Grecia dall'Euro, per la moneta unica sarebbe un colpo durissimo, assestato in un momento di debolezza patologica, dovuta all'incertezza della situazione attuale e a un progressivo sfaldamento dei Paesi membri dell'Unione, che di fronte alla crisi scelgono - naturalmente - di salvaguardare i propri interessi, con tutte le conseguenze del caso.

Mondo - Comunicablog

LOBBYINGITALIA
NEWS