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A Bruxelles hanno lanciato il "lobby tour". Prezzo: 5 euro
Scritto il 2014-07-22 da lobbyingitalia su Europa

Così come esiste un turismo culturale, gastronomico o sessuale, a Bruxelles organizzano dei percorsi per osservare da vicino il “potere delle lobby aziendali”. Promossi da Corporate Europe Observatory (Ceo), task force per promuovere la trasparenza nel processo decisionale comunitario, questi tour vengono pubblicizzati sulla fiancata di torpedoni turistici a due piani con dei cartelloni dove campeggia l’allettante invito a partecipare a un “Safari Urbano: esplorate da vicino il torvo mondo delle lobby aziendali”. Biglietto d’ingresso: 5 euro.

Nel corso delle 3 ore di gita, si sosta davanti agli uffici delle società di consulenza, agli studi di avvocati e alle sedi di associazioni industriali: dal biotech alle telco. Ad ognuna di queste fermate, l’accompagnatore si lancia, attingendo a piene mani nei termini del gergo militare, in mirabolanti descrizioni delle equivoche strategie a cui ricorre questo spregiudicato sottobosco di lobbisti per indirizzare, plasmare, strumentalizzare i decision maker di Bruxelles. L’armamentario descritto spazia dalle valigette imbottite di soldi ai faziosi dossier che rigurgitano di dati ambigui, e cita ad esempio il “numero di nuovi posti di lavoro creati …. ”, dalle negoziazioni parallele fino ai ricatti. Tutti i mezzi da quelli decisamente illegali a quelli semplicemente torvi, sarebbero buoni – a sentire le zelanti guide – per intervenire nel percorso normativo e fare pressione sui decisori.

Al di là della stravaganza della proposta turistica, è singolare rilevare lo strabismo delle spiegazioni che, con una visione decisamente doppiopesista, separano i portatori legittimi di interesse in disdicevoli sollecitatori, se rappresentano le istanze di un’azienda o un’associazione industriale, mentre se esprimono le posizioni di un’organizzazione non governativa, movimento ambientalista o altri, da postulanti diventano ambasciatori di fondate perorazione a correzione di una stortura legislativa.

Rattrista rilevare che resiste questo becero ostracismo morale che è umiliante quando offensivo, verso chi rappresenta in modo lecito e trasparente, il diritto alla pubblica espressione di interessi e orientamenti, interagendo nel rispetto delle regole, con il potere.
In definitiva, nella visione manichea dei attivisti di Ceo, il problema non è fare lobby in sé, la questione semmai è chi la esercita. Al solito, ci sono i buoni (scelti da loro) e i cattivi, tutti gli altri.

Fonte: Il Rottamatore

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