La nuova “Ley de Transparencia” inizierà l’iter parlamentare il prossimo mese di settembre su iniziativa del Partido Popular, che vuole regolamentare lobbisti e gruppi di interesse costringendoli a registrarsi presso il Congreso de los Diputados e a seguire un codice di condotta . La Spagna è uno dei pochi paesi dell'Unione europea che non ha norme che regolano e diventare più trasparente per lobbies.
Passeggiando per i corridoi della Commissione o del Parlamento europeo a Bruxelles incontrare un lobbista è normale. Sono correttamente identificati come tali, sono tenuti a seguire regole di condotta e hanno un certo numero di limitazioni. Lo stesso vale negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei, tra cui la Germania.
Al contrario, in Spagna 'lobby' è una parola che ha ancora una connotazione negativa e la sua regolamentazione rimane un 'tabù'. Ma deputati e senatori spagnoli intrattengono continui contatti e incontri con associazioni e organizzazioni di diversi settori (farmaceutico, automotive, ambientalisti, ONG, ecc), nonché con società di consulenza o professionisti rappresentanti di imprese impegnate nell’attività di influenza.
Il PP vuole dare maggiore trasparenza al rapporto tra politici e lobbisti, ed ha allo studio una legge sulla trasparenza per regolare l’attività di lobbying, il cui iter prenderà il via l prossimo settembre.
"L'idea è di aprire un dibattito in parallelo con l'elaborazione della legge sulla trasparenza e di inserire nella proposta la creazione di un registro dei lobbisti obbligtorio e un codice di condotta", hanno spiegato fonti del PP.
Per questo studio sono due modi possibili: o emendare la legge sulla trasparenza, cui il governo ha dato il via libera venerdì scorso ad essere trasmessa al Parlamento, attraverso una disposizione aggiuntiva che miri ad istituire un registro o farlo attraverso modificata. Come con la Casa Reale, la Cámara Baja non è tenuto a rispettare i principi e gli obblighi fissati nella nuova legge sulla trasparenza.
"Questa nuova legge sarà una valanga, perché subirà molti cambiamenti, e può essere sfruttata per introdurre delle modifiche adeguate", hanno aggiunto le fonti.
Un rapporto in favore di una regolamentazione
Al Congresso ci sono già parecchi deputati che sono interessati a regolare l’attività dei lobbisti e a migliorare la trasparenza delle funzioni. Uno è Santiago Cervera, PP, deputato e membro de la Mesa del Congreso, che ha preparato una relazione in favore della regolamentazione.
Oltre ai membri del Partito Popolare, Cervera ha affrontato il problema con i membri di altri gruppi, quali Ramon Jáurgeui (PSOE) e Jordi Jané (CIU), tra gli altri.
In questo lavoro, lungo quindici pagine, che sarà presto esaminato dal Consiglio, l'organo di governo del Congresso dichiara di voler "prendere in considerazione un modello simile al Parlamento europeo", che richiede ai lobbisti di iscriversi in un registro pubblico.
Debbono registrarsi tutti quei gruppi di pressione che intendano accedere al Parlamento. In cambio, le lobby sono soggetti ad un codice di condotta che disciplini i loro contatti con i deputati, con l’obbligo dichiarare gli interessi che essi rappresentano.
La norma include anche obblighi nei confronti dei deputati, che non possono ricevere doni dal valore maggiore di 150 euro, e sono tenuti a pubblicare il reddito ottenuto fuori dalle loro attività parlamentari, e infine pone dei limiti alla cd. Revolving door, cioè il passaggio degli ex deputati al soldo dei gruppi di pressione.
Quarto tentativo da parte del Congreso
Nella relazione di Santiago Cervera Si ricorda che la Cámara Baja ha già proposto tre volte la regolamentazione dei gruppi di interesse: la prima iniziativa fu del PP nel 1990, la seconda tre anni dopo da parte del CDS, e la terza nel 2008 su iniziativa di ERC-IU-ICV. Nessuna di queste proposte di legge è stata approvata.
La Spagna è uno dei pochi paesi europei che non dispongono di un regolamento lobby. Cervera sostiene nel suo report che le lobby sono una delle "espressioni genuine e legittime della democrazia partecipativa in cui viviamo" e quindi questa attività "dovrebbe essere facilitata dalle autorità pubbliche".
Ciò garantirebbe una maggiore trasparenza dell'attività parlamentare, rendendo il processo decisionale aperto alle lobbies e quindi all'interesse pubblico, rafforzando anche la competitività delle imprese spagnole "che potranno così disporre di canali simili a quelli in altri paesi."
Beatriz Toribio - La Informacion


































