In commissione Industria al Senato sono 2.299 gli emendamenti presentati, divisi in sette volumi, di cui solo 300 di opposizione (Lega e Idv). testo di riferimento, inevitabilmente, il ddl di conversione del Decreto legge sulle "Liberalizzazioni".
Tra i 2.299 c'è n'è però uno particolare. Si tratta infatti di un "megaemendamento" di tre pagine all’articolo 35 del DL Liberalizzazioni a firma dei senatori Bruno, Germontani, Baio, Russo (Per il Terzo Polo; ApI-FLI). L'emendamento in questione punta all’introduzione di un articolo 35-bis (Disposizioni in materia di rappresentanza di interessi presso le istituzioni) che dovrebbe andare a regolamentare l'attività di lobbying in Italia.
Scarica il testo dell'emendamento in pdf.
Tra i punti principali la proposta prevede:
l’istituzione di un Registro presso una “Commissione per il Registro” composta da parlamentari. Per quanto riguarda l'iscrizione sarà prevista una quota annuale;
una rapportistica annuale da parte dei lobbisti iscritti da depositare entro il 28 febbraio di ogni anno;
l'introduzione di un codice deontologico deliberato dalla Commissione in questione (!) sentite le parti (quindi lo definirei quasi octroyée);
la presentazione di una relazione annuale al Parlamento della Commissione;
viene previsto un diritto per lobbisti di incontrare i decisori a seguito di richiesta scritta e motivata;
si prevede l'estensione della regolamentazione entro 3 mesi anche alla PA ed alle Autorità di garanzia;
si introduce la cosiddetta "fingerprint rule" (e cioè gli interventi dei rappresentanti di interessi particolari dovranno essere in calce al pdl o al regolamento governativo);
viene data indicazione alle Regioni e Province Autonome di adottare entro 6 mesi una normativa intesa a regolare la rappresentanza di interessi;
è infine esclusa dal registro la rappresentanza svolta in processi decisionali di concertazione.
Una breve analisi
Il testo introduce alcune novità rispetto ai passati ddl presentati alle Camere negli ultimi anni, tra cui quella di una Commissione ad hoc composta da parlamentari. Meglio sarebbe invece l'assegnare questo compito ad un soggetto terzo come il CNEL (così prevedeva il ddl Santagata) o meglio all'AGCM (Autorità garante della Concorrenza e del Mercato), magari proprio alla struttura che si occupa di conflitto d'interessi (con la legge 20 luglio 2004, n.215 il Parlamento ha voluto assicurare che i titolari di cariche di Governo svolgano la loro attività nell’esclusivo interesse pubblico).
Un'altra novità - negativa - è quella che punta ad escludere la rappresentanza svolta in processi decisionali di concertazione, in pratica tutto ciò che ruota intorno a sindacati, Confindustria ed alle altre associazioni di rappresentanza, inclusi anche soggetti come ANCI e UPI, loobby potentissime: in pratica oltre metà dell'attività di lobbying di questo paese.
L'auspicio da parte di questo sito è che l'emendamento in questione venga respinto, sì da evitare l'introduzione surrettizia di una normativa complessa senza alcuna analisi o discussione, o almeno la condivisione con i soggetti coinvolti e che sulla tematica lavorano da anni.
Franco Spicciariello - LI.Info
































