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Studi legali e think-tanks boicottano il registro del lobbying
Scritto il 2009-09-10 da lobbyingitalia su Europa

Non abbastanza studi legali o think-tanks si sono iscritti al Registro del lobbying della Commissione europea, ha dichiarato martedì 8 settembre il Commissario per l’amministrazione e la lotta antifrode Siim Kallas.
L'esecutivo Ue - scrive EurActive - sta riesaminando i risultati del suo sistema di registrazione su base volontaria per il lobbying varato dal Commissario Kallas nel giugno 2008 come parte della sua iniziativa per la trasparenza. "La copertura è insufficiente per alcune categorie. Alcuni dei maggiori think-tanks e studi legali stanno effettivamente boicottando il registro", ha detto Kallas in un’audizione al Parlamento europeo. "Per quanto riguarda i think-tanks, rimango convinto che la loro inclusione nel target era giustificata [...] Ho messo in chiaro che il registro è per i 'rappresentanti di interessi', e che l'adesione [...] non etichetta i think-tanks come lobbisti".
Giustificando la sua decisione, il commissario ha spiegato che i programmi di eventi di molti think-tanks sono "direttamente collegati alle fonti di finanziamento delle imprese". "Alcuni addirittura pubblicizzano sui loro siti web che agli sponsor sono garantiti un accesso privilegiato ai principali decision-maker, tra cui i Commissari ed i funzionari CE di tutti i ranghi".
Allo stesso tempo Kallas ha affermato che, trascurando di registrarsi, "gli studi legali conservano vantaggi competitivi sleali nei confronti delle società di public affairs per attirare i clienti che desiderano che la loro attività di lobbying rimanga segreta".
Un rappresentante degli studi legali ha risposto spiegando che "non stiamo facendo questo per una specie di capriccio, in concorrenza con le società di public affairs ". "Siamo tenuti al segreto professionale in base al diritto costituzionale e penale degli Stati membri, che spesso vieta tale divulgazione", ha detto.
Respingendo del tutto questa tesi, Kallas ha insistito che era possibile per gli studi legali separare il lobbying dalle loro altre attività. "Io vedo gli studi legali competere con le società di consulenza PA sulla base del fatto che non sono vincolati dagli obblighi di trasparenza [...] Non sono impegnato in una caccia alle streghe, ma se gli studi legali entrano nella scena del lobbying, devono registrarsi come gli altri. "
La “confusione” dell’ informativa finanziaria
L'esecutivo Ue rivedrà anche i requisiti del sistema di informativa finanziaria per affrontare le "ambiguità" del sistema attuale, ha annunciato il commissario.
Alla domanda sulle altre modifiche che ci si possono aspettare, Kallas ha dichiarato che l'attenzione sarà centrata su come affrontare aree di "confusione" come l’informativa finanziaria, su cui l'attuale sistema che dà alle società di consulenza la scelta tra fasce assolute e in percentuale le aveva portate a " un’ involontaria disparità di trattamento, che richiede alle società più piccole di rivelare più di quelle più grandi".
Allo stato attuale, i dichiaranti sono tenuti a comunicare il valore del lavoro svolto per conto di ciascuno dei loro clienti, in bande di 50.000 € o come percentuale del fatturato totale.
"Abbiamo bisogno di rendere la comunicazione finanziaria più precisa e affidabile. Conservare entrambi i parametri crea confusione, quindi abbiamo bisogno di qualche messa a punto, ma resta da vedere in quale direzione andiamo. Ci stiamo consultando su una soluzione migliore, ma è troppo presto per parlare di numeri ", ha detto Kallas.
Egli ha ammesso tuttavia che l'opzione percentuale aveva creato "una certa ambiguità", mentre le parentesi per le somme in assoluto potrebbero essere rese "più illustrative".
L'ex primo ministro estone ha inoltre riconosciuto la "confusione" sul se le dichiarazioni finanziarie dovrebbero includere solo il lobbying “diretto” - che ha descritto come contatto "faccia a faccia” con un rappresentante di un'istituzione dell'Unione europea" - o anche “lobbying indiretto” cioè condotto tramite "think-tank, associazioni di categoria, piattaforme, forum e campagne". "Abbiamo bisogno di chiarire questo punto," ha detto.
Kallas non esclude in futuro uno spostamento verso un sistema obbligatorio, ma si è detto "abbastanza soddisfatto e pronto a sviluppare ulteriormente il registro attuale".
Il commissario è inoltre consapevole che ci sono poche possibilità che il Consiglio accettati di aderire al regime se dovesse diventare obbligatorio. Infatti, Jonas Högström, un funzionario della Rappresentanza permanente svedese presso l'UE, ha ammesso che "un registro obbligatorio sarebbe giuridicamente e costituzionalmente molto problematico per la maggior parte degli Stati membri".
La presidenza svedese dell'UE ha invitato la Commissione europea a presentare al Consiglio il 25 settembre le conclusioni del primo anno del suo registro volontario del lobbying.

Valentina Tonti - LI.Info

L'esecutivo proprio oggi adotta nuove norme sui criteriCome riporta Il Sole 24 Ore Radiocor, l'Ombudswoman europea Emily O'Reilly ha aperto un'inchiesta "strategica" sul modo in cui la Commissione europea gestisce la valutazione dei conflitti di interesse dei suoi 40 "consiglieri speciali". "L'inchiesta riguardera' il sistema dei consiglieri speciali non i singoli individui: molti di loro hanno accesso diretto ai commissari sono part-time, altri non sono pagati e alcuni sono in pensione, molti lavorano nel settore privato", ha indicato l'Ombudswoman. Guarda caso proprio oggi, la Commissione Ue ha adottato nuove norme sulle modalita' di selezione dei gruppi di esperti a carattere consultivo che forniscono competenze esterne per contribuire al processo di elaborazione delle politiche comunitari.LEGGI: Lobbying nell'Unione Europea, nuove regole per i "gruppi di esperti" L'Ombudswoman ha avvisato dell'apertura dell'inchiesta il presidente Juncker con una lettera. O'Reilly propone anche alla Commissione di creare una piattaforma centrale per la trasparenza per le istituzioni Ue, gli organismi, i dipartimenti e le agenzie. Secondo lei il registro di trasparenza per i lobbysti dovrebbe essere esteso anche al Consiglio. L'obiettivo e' avere una continua informazione aggiornata sulle organizzazioni che cercano "di influenza i policy-makers: il registro dovrebbe rivelare non solo quanti soldi si spendono per l'attivita' di lobbying ma anche i dettagli sugli esperti, sulle organizzazioni, su 'chi incontra chi'"Nel rapporto 2015 sulla trasparenza nell'amministrazione comunitaria, l'Ombudswoman aveva indicato che le preoccupazioni riguardavano il 22,4% dei casi trattati dal suo ufficioO'Reilly ha ricevuto diverse denunce sui consiglieri speciali della Commissione. Juncker ha 4 consiglieri, piu' di qualsiasi altro membro dell'esecutivo comunitario. L'Ombudswoman ha indicato di aver rilevato una cattiva gestione dell'assunzione Edmund Stoiber, importante uomo politico conservatore tedesco, della Cdu, per anni presidente del Land della Baviera, ora in pensione, che ha lavorato presso la Commissione come consigliere fino al 2014. La Commissione pubblico' un comunicato stampa annunciando l'assunzione di Stoiber tre mesi prima che fosse stata formalmente effettuata. Stoiber in ogni caso non veniva pagato, pero' nello stesso periodo faceva parte del board del gruppo assicurativo Nurnberger Versicherungsgruppe.LEGGI: Lobby e tabacco, è scontro in Europa La stretta della O'Reilly parte da lontano. Nelle scorse settimane è stata infatti protagonista di uno scontro con l'industria del tabacco, esclusa da una conferenza sulla trasparenza delle lobby di settore per via di un'interpretazione restrittiva di una norma internazionale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Anche in precedenza, la stessa istituzione aveva rivolto a Parlamento e Commissioni diversi inviti per un cambiamento in senso restrittivo nella normativa sulla trasparenza dei gruppi di pressione. 

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Oggi la Commissione ha adottato nuove norme sulle modalità di selezione dei gruppi di esperti a carattere consultivo che forniscono competenze esterne per contribuire al processo di elaborazione delle politiche.Oggi la Commissione ha adottato nuove norme sulle modalità di selezione dei gruppi di esperti a carattere consultivo che forniscono competenze esterne per contribuire al processo di elaborazione delle politiche. La decisione stabilisce un insieme coeso di norme e principi volti ad accrescere la trasparenza, a evitare conflitti di interessi e a garantire una rappresentanza equilibrata degli interessi. Le nuove norme hanno carattere vincolante per tutti i servizi della Commissione.Frans Timmermans, primo Vicepresidente della Commissione, ha dichiarato: "Nell'elaborare norme e politiche abbiamo bisogno del contributo di competenze esterne che ci aiutino a trovare soluzioni adeguate. Com'è giusto, i cittadini si aspettano che ciò avvenga in modo trasparente ed equilibrato. Grazie alle misure che adottiamo oggi, la Commissione beneficerà di competenze di qualità elevata evitando nel contempo eventuali conflitti di interessi; inoltre, i cittadini potranno chiederci conto del nostro operato. La decisione di oggi fa seguito a una serie di proficue consultazioni con i membri del Parlamento europeo, con il Mediatore europeo e con i rappresentanti delle organizzazioni della società civile, partner fondamentali nell'impostare in modo trasparente il processo di elaborazione delle politiche dell'Unione europea. Si tratta di un ulteriore passo avanti per cambiare le modalità secondo le quali si opera a 'Bruxelles'."Le nuove norme impongono ai servizi della Commissione di selezionare tutti i membri dei gruppi di esperti tramite inviti pubblici a presentare candidature, eccezion fatta per i gruppi che rappresentano Stati membri, paesi terzi e organismi internazionali o dell'Unione. Tali inviti devono essere pubblicati nel registro dei gruppi di esperti e devono descrivere chiaramente i criteri di selezione, comprese le competenze richieste e i gruppi di interesse di cui trattasi. Verrà fatto il possibile per garantire una rappresentanza equilibrata, considerati i settori di competenza e di interesse, il genere, l'origine geografica e il mandato del gruppo di esperti in questione. La maggiore trasparenza del processo di selezione è un fattore importante per conseguire una composizione equilibrata.Le norme rivedute contribuiscono ad accrescere la trasparenzadell'operato dei gruppi imponendo espressamente ai servizi della Commissione di rendere disponibile la documentazione pertinente, tra cui gli ordini del giorno, verbali chiari e completi e i contributi degli esperti. In caso di adozione della posizione di un gruppo di esperti tramite votazione possono essere rese pubbliche anche le opinioni di minoranza formulate dagli esperti, se questi lo desiderano.Le norme rivedute migliorano significativamente la gestione dei conflitti di interessi degli individui nominati a titolo personale, il cui operato deve essere indipendente e dettato dall'interesse pubblico. I servizi della Commissione dovranno svolgere valutazioni specifiche in merito ai conflitti di interessi di tali esperti sulla base di una dichiarazione di interessi standardizzata da essi compilata. Tali dichiarazioni saranno pubblicate in seguito nel registro dei gruppi di esperti a fini di controllo pubblico.Un registro dei gruppi di esperti riveduto sarà pubblicato oggi su Internet nello spirito delle nuove norme di trasparenza, garantendo sinergie con il registro per la trasparenza. Coloro che fanno domanda per rappresentare organizzazioni o interessi specifici saranno selezionati per far parte di gruppi di esperti solo se iscritti nel registro per la trasparenza (entro la fine del 2016 questa condizione verrà applicata retroattivamente a tutti i gruppi di esperti esistenti). Sempre per garantire maggiore chiarezza e trasparenza, il registro dei gruppi di esperti sarà inoltre organizzato meglio, con una nuova classificazione dei membri dei gruppi: la nuova categorizzazione opererà una distinzione tra le organizzazioni (quali le imprese, le ONG e i sindacati) e gli organismi pubblici, che erano in precedenza registrati sotto la stessa voce. Saranno altresì create nuove sottocategorie per rafforzare il controllo pubblico dell'equilibrio degli interessi.ContestoAttualmente circa 800 gruppi di esperti consigliano la Commissione in tutti i settori di intervento. I membri di tali gruppi possono essere nominati a titolo personale o in rappresentanza di Stati membri, paesi terzi, organismi internazionali o dell'UE, imprese, sindacati, società civile, mondo accademico o di altri interessi.I gruppi di esperti sono utilizzati nell'elaborazione di nuove normative o di atti delegati o di esecuzione, nell'attuazione di norme esistenti o, più in generale, nello sviluppo di orientamenti strategici; avendo un ruolo squisitamente consultivo, essi non adottano decisioni, ma possono formulare pareri o raccomandazioni e presentare relazioni alla Commissione. Quest'ultima e i suoi funzionari mantengono piena indipendenza riguardo alle modalità con le quali tengono conto delle opinioni e dei pareri tecnici ottenuti da tali gruppi. Le decisioni della Commissione sono adottate sempre nell'interesse generale dell'Unione europea.La Commissione Juncker si è impegnata ad accrescere la trasparenza in tutti i propri settori di azione. Il ricorso ai gruppi di esperti è uno dei molti modi in cui la Commissione raccoglie pareri e competenze esterni a sostegno del proprio operato; tra gli altri strumenti preziosi che completano il dialogo istituzionale con il Parlamento europeo e il Consiglio vanno annoverati le consultazioni pubbliche, le consultazioni mirate dei portatori di interessi, le audizioni pubbliche, le conferenze e gli studi.Un quadro istituzionale orizzontale relativo ai gruppi di esperti fu introdotto nel 2005 ed è stato riveduto l'ultima volta nel 2010. La decisione di oggi rappresenta una risposta positiva a molte delle raccomandazioni formulate dal Mediatore europeo in esito a un'indagine di propria iniziativa, nonché ai suggerimenti dei membri del Parlamento europeo e dei rappresentanti delle organizzazioni della società civile.I link utili:Decisione della CommissioneRegistro dei gruppi di espertiRegistro per la trasparenzaConsultazione pubblica sulla revisione del registro per la trasparenza

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Nuova consultazione della Commissione sul Registro per la Trasparenza delle lobby. La domanda principale è: sarebbe opportuno renderlo obbligatorio per tutte le istituzioni dell'UE? Il 1º marzo la Commissione avvierà una consultazione pubblica di 12 settimane per raccogliere contributi sull'attuale regime di registrazione per i rappresentanti di interessi che cercano di influenzare il lavoro delle istituzioni dell'UE e sulla sua evoluzione verso un registro obbligatorio dei lobbisti esteso al Parlamento europeo, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione. Il primo Vicepresidente della Commissione Frans Timmermans ha dichiarato: "L'attuale Commissione sta modificando il nostro modo di lavorare, che evolve verso un maggior coinvolgimento dei soggetti interessati e una maggiore trasparenza a proposito di chi incontriamo e perché. Dobbiamo andare ancora oltre e stabilire un registro obbligatorio, valido per tutte e tre le istituzioni, che garantisca la piena trasparenza sui lobbisti che cercano di influenzare l'elaborazione delle politiche dell'UE. Per riuscire a mettere in pratica correttamente questa proposta ci auguriamo di ricevere il maggior numero di contributi possibile da cittadini e soggetti interessati di tutta Europa sul funzionamento dell'attuale sistema e sulla sua evoluzione. Un'Unione europea più trasparente e responsabile è un'Unione in grado di fornire risultati migliori ai cittadini." La Commissione ha elaborato una consultazione in due parti che consentirà di raccogliere le opinioni di un'ampia gamma di soggetti interessati, della società civile e dei cittadini. La prima fase della consultazione, che non richiede una conoscenza approfondita dell'attuale registro per la trasparenza, consente ai non esperti di rispondere a domande sui principi e sull'ambito di applicazione; la seconda sezione intende invece raccogliere pareri sul funzionamento pratico dell'attuale sistema da parte di coloro che lo utilizzano. I documenti della consultazione sono disponibili in tutte le lingue dell'UE per consentire un ampio feedback. La consultazione terminerà martedì 24 maggio. Il nuovo sistema, che la Commissione intende presentare come proposta di accordo interistituzionale, costituirebbe un'evoluzione rispetto al registro attuale, gestito congiuntamente dal Parlamento europeo e dalla Commissione ma non obbligatorio e non esteso al Consiglio. Le riforme interne alla Commissione hanno già determinato un netto aumento delle iscrizioni al registro per la trasparenza: al 1º marzo nel registro figurano 9.286 iscritti rispetto ai 7.020 del 31 ottobre 2014, prima cioè dell'entrata in funzione della Commissione e delle sue riforme. La Commissione ritiene che lavorare insieme ai colegislatori del Parlamento europeo e del Consiglio sia determinante per consentire ai cittadini di avere una visione d'insieme su quali rappresentanti di interessi cercano di influenzare il processo legislativo. La consultazione pubblica servirà da base per la proposta che la Commissione presenterà nel corso dell'anno. Contesto La Commissione ha già intrapreso importanti riforme della propria organizzazione interna per promuovere una maggiore trasparenza. In base ai metodi di lavoro della Commissione Juncker, i commissari non possono più riunirsi con organizzazioni che non figurano nel registro per la trasparenza. In linea con l'iniziativa per la trasparenza, introdotta nel novembre 2014, tutte le riunioni tra rappresentanti di interessi e commissari, membri dei gabinetti e direttori generali della Commissione devono essere rese pubbliche entro due settimane dal loro svolgimento. Nel suo primo anno di attività la Commissione ha pubblicato informazioni su oltre 6.000 riunioni (delle quali circa 5.500 con commissari e membri dei gabinetti e 600 con direttori generali). L'introduzione di questo nuovo sistema ha di fatto reso l'iscrizione nel registro per la trasparenza un requisito obbligatorio per qualsiasi soggetto intenzionato a incontrare i più alti responsabili politici e funzionari dell'UE. L'impegno della Commissione di presentare la proposta di un registro per la trasparenza obbligatorio esteso a tutte le istituzioni europee figura anche negli orientamenti politici del presidente Juncker e nel programma di lavoro 2016 della Commissione. La Commissione ritiene che i cittadini abbiano il diritto di sapere chi cerca di influenzare il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione nel processo legislativo. Le modifiche previste per il registro per la trasparenza sono parte di un più ampio progetto di riforma del modo di elaborare le politiche nell'UE. Nella sua agenda "Legiferare meglio", presentata nel maggio 2015, la Commissione si è assunta l'impegno di aprire ulteriormente il processo di elaborazione delle politiche al controllo e al contributo dei cittadini. Sono già stati istituiti nuovi meccanismi di feedback che consentono ai soggetti interessati di manifestare alla Commissione il loro punto di vista fin dall'inizio dell'elaborazione di un'iniziativa, sulla base di tabelle di marcia e valutazioni d'impatto iniziali, e in seguito all'adozione di una proposta da parte della Commissione, in modo da contribuire al processo legislativo in seno al Parlamento e al Consiglio. Altri strumenti che consentono ai soggetti interessati di presentare osservazioni sulla legislazione esistente sono previsti nel quadro del programma REFIT. Il sito web "Ridurre la burocrazia — dite la vostra!" è già operativo e consente ai cittadini di fornire un feedback su norme dell'UE esistenti. I contributi ricevuti vanno ad alimentare l'operato della piattaforma REFIT, che offre consulenza alla Commissione sugli ambiti legislativi che andrebbero riesaminati per rendere la legislazione dell'UE più efficace ed efficiente. Nel novembre 2014 la Commissione ha infine adottato una comunicazione che delinea una maggiore trasparenza nei negoziati per il partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP). La Commissione ritiene fondamentale garantire che l'opinione pubblica abbia accesso a informazioni accurate ed esaurienti sulle intenzioni dell'UE nell'ambito dei negoziati. La consultazione pubblica sarà aperta fino all'1 giugno 2016 al seguente link.

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