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Il registro europeo sul lobbying non ha reali benefici
Scritto il 2009-04-09 da lobbyingitalia su Europa

EUOBSERVER / BRUSSELS: Una commissione parlamentare d'inchiesta britannica sul lobbismo politicamente trasversale ha elaborato una relazione che critica il registro volontario dei lobbisti della Commissione europea, poichè "non fornisce un beneficio reale " e di non può essere un modello per la Gran Bretagna.

Dopo un anno e mezzo di indagini sul settore e sulla sua influenza sulla legislazione, gli undici membri del Select Committee sulla Pubblica Amministrazione hanno chiesto la creazione di un registro delle attività di lobbying per il Regno Unito, ma insistono sul fatto che, diversamente da quanto previsto attualmente dalla Commissione, i lobbisti devono essere costretti a registrarsi. “Non vediamo alcun vantaggio in un registro su base volontaria, che, come è stato dimostrato nel caso della Commissione europea", si legge nella relazione, "permette a coloro che vogliono nascondere la natura e la portata della loro attività a farlo, e porta alla disponibilità di informazioni parziali e irregolari di nessun beneficio per coloro che desiderano valutare la portata e la natura delle attività di lobbying ". Il report del Regno Unito ha esaminato la legislazione vigente in materia di lobbying in Australia, Canada, Unione europea, Germania e gli Stati Uniti e ha rilevato che l'UE ha prodotto il quadro legislativo più debole. Dopo aver confrontato le diverse strategie nazionali, i parlamentari hanno concluso che il miglior risultato si otterrebbe se il registro sul lobbying fosse obbligatorio e coprisse tutti i soggetti coinvolti nell’influenzare le scelte politiche. Il registro dovrebbe anche essere gestito e reso esecutivo da un organismo di sorveglianza finanziato dalla lobbisti ma con personale ed input esterni". Rompendo nuovamente rispetto al registro della commissione, che non contiene nomi oltre a quelli delle società di lobbying, i deputati chiedono inoltre che qualsiasi registro includa i nomi individuali dei lobbisti. I parlamentari britannici vogliono anche che siano a disposizione del pubblico le informazioni circa i contatti tra i lobbisti e decision makers, compresi i verbali degli appuntamenti e delle riunioni.

Owen Espley, un attivista per la trasparenza nel lobbying di Friends of the Earth in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord, ha detto che il risultato della commissione di inchiesta arriva con molto ritardo. "Il suo resoconto sul registro della Commissione è molto accurato", ha detto. "La Commissione dovrebbe tener conto delle sue raccomandazioni nazionali per l'UE nel suo complesso nell’esaminare il funzionamento del suo registro a un anno di distanza"; “un registro volontario non riesce mai a coprire tutti gli attori coinvolti nel lobbying." Il registro della commissione è stato lanciato nel giugno dello scorso anno. Ad oggi, circa 800 organizzazioni e imprese si sono registrate. Gli attivisti per la trasparenza stimano che tra i 15.000 e 20.000 lobbisti tentano di influenzare la legislazione a Bruxelles, un dato spesso citato anche dal Commissario Kallas.

Un nuovo registro comune con il parlamento sarà obbligatorio

Ma la commissione ha spazzato via le critiche, dicendo che è felice che la sua iniziativa di trasparenza stia ora per essere raccolta da parte degli Stati membri. "Ci rallegriamo che il dibattito sul lobbismo è sceso al livello degli Stati membri dell'Unione europea", ha detto Valerie Rampi, portavoce del commissario per l'amministrazione Siim Kallas, l'architetto del Registro. "La Commissione ha davvero ripreso questa iniziativa da zero nel 2005", ha aggiunto, "Prima di allora, c’era molta poca regolazione del lobbying nelle capitali europee." Ha detto che la Commissione seguirà da vicino come procede il dibattito nel Regno Unito e che cosa farà il governo. "Anche se la relazione è stata pubblicata ora, il lavoro c’è stato in autunno, e il numero di coloro che si sono registrati nel frattempo è salito”, anche se si nota che c'è ancora un problema con gli avvocati e i think-tanks. Ha anche detto che il lavoro che la Commissione sta svolgendo in collaborazione con il Parlamento europeo per sviluppare un "one-stop shop", in modo che i lobbisti debbano registrarsi una sola volta piuttosto, deve affrontare le preoccupazioni legate al fatto che l'attuale registrazione è volontaria e che i singoli non sono registrati. "Sarà di fatto obbligatorio, poichè ogni singolo lobbista deve registrarsi per ottenere una carta di accesso per entrare negli edifici."

Il Consiglio dei ministri, tuttavia - rappresentando gli Stati membri, ed essendo la più segreta delle tre principali istituzioni - non parteciperà al progetto. Il gruppo incaricato del registro comune sul lobbying dovrebbe presentare le sue proposte nel mese di giugno.

LEIGH PHILLIPS

L'esecutivo proprio oggi adotta nuove norme sui criteriCome riporta Il Sole 24 Ore Radiocor, l'Ombudswoman europea Emily O'Reilly ha aperto un'inchiesta "strategica" sul modo in cui la Commissione europea gestisce la valutazione dei conflitti di interesse dei suoi 40 "consiglieri speciali". "L'inchiesta riguardera' il sistema dei consiglieri speciali non i singoli individui: molti di loro hanno accesso diretto ai commissari sono part-time, altri non sono pagati e alcuni sono in pensione, molti lavorano nel settore privato", ha indicato l'Ombudswoman. Guarda caso proprio oggi, la Commissione Ue ha adottato nuove norme sulle modalita' di selezione dei gruppi di esperti a carattere consultivo che forniscono competenze esterne per contribuire al processo di elaborazione delle politiche comunitari.LEGGI: Lobbying nell'Unione Europea, nuove regole per i "gruppi di esperti" L'Ombudswoman ha avvisato dell'apertura dell'inchiesta il presidente Juncker con una lettera. O'Reilly propone anche alla Commissione di creare una piattaforma centrale per la trasparenza per le istituzioni Ue, gli organismi, i dipartimenti e le agenzie. Secondo lei il registro di trasparenza per i lobbysti dovrebbe essere esteso anche al Consiglio. L'obiettivo e' avere una continua informazione aggiornata sulle organizzazioni che cercano "di influenza i policy-makers: il registro dovrebbe rivelare non solo quanti soldi si spendono per l'attivita' di lobbying ma anche i dettagli sugli esperti, sulle organizzazioni, su 'chi incontra chi'"Nel rapporto 2015 sulla trasparenza nell'amministrazione comunitaria, l'Ombudswoman aveva indicato che le preoccupazioni riguardavano il 22,4% dei casi trattati dal suo ufficioO'Reilly ha ricevuto diverse denunce sui consiglieri speciali della Commissione. Juncker ha 4 consiglieri, piu' di qualsiasi altro membro dell'esecutivo comunitario. L'Ombudswoman ha indicato di aver rilevato una cattiva gestione dell'assunzione Edmund Stoiber, importante uomo politico conservatore tedesco, della Cdu, per anni presidente del Land della Baviera, ora in pensione, che ha lavorato presso la Commissione come consigliere fino al 2014. La Commissione pubblico' un comunicato stampa annunciando l'assunzione di Stoiber tre mesi prima che fosse stata formalmente effettuata. Stoiber in ogni caso non veniva pagato, pero' nello stesso periodo faceva parte del board del gruppo assicurativo Nurnberger Versicherungsgruppe.LEGGI: Lobby e tabacco, è scontro in Europa La stretta della O'Reilly parte da lontano. Nelle scorse settimane è stata infatti protagonista di uno scontro con l'industria del tabacco, esclusa da una conferenza sulla trasparenza delle lobby di settore per via di un'interpretazione restrittiva di una norma internazionale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Anche in precedenza, la stessa istituzione aveva rivolto a Parlamento e Commissioni diversi inviti per un cambiamento in senso restrittivo nella normativa sulla trasparenza dei gruppi di pressione. 

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Oggi la Commissione ha adottato nuove norme sulle modalità di selezione dei gruppi di esperti a carattere consultivo che forniscono competenze esterne per contribuire al processo di elaborazione delle politiche.Oggi la Commissione ha adottato nuove norme sulle modalità di selezione dei gruppi di esperti a carattere consultivo che forniscono competenze esterne per contribuire al processo di elaborazione delle politiche. La decisione stabilisce un insieme coeso di norme e principi volti ad accrescere la trasparenza, a evitare conflitti di interessi e a garantire una rappresentanza equilibrata degli interessi. Le nuove norme hanno carattere vincolante per tutti i servizi della Commissione.Frans Timmermans, primo Vicepresidente della Commissione, ha dichiarato: "Nell'elaborare norme e politiche abbiamo bisogno del contributo di competenze esterne che ci aiutino a trovare soluzioni adeguate. Com'è giusto, i cittadini si aspettano che ciò avvenga in modo trasparente ed equilibrato. Grazie alle misure che adottiamo oggi, la Commissione beneficerà di competenze di qualità elevata evitando nel contempo eventuali conflitti di interessi; inoltre, i cittadini potranno chiederci conto del nostro operato. La decisione di oggi fa seguito a una serie di proficue consultazioni con i membri del Parlamento europeo, con il Mediatore europeo e con i rappresentanti delle organizzazioni della società civile, partner fondamentali nell'impostare in modo trasparente il processo di elaborazione delle politiche dell'Unione europea. Si tratta di un ulteriore passo avanti per cambiare le modalità secondo le quali si opera a 'Bruxelles'."Le nuove norme impongono ai servizi della Commissione di selezionare tutti i membri dei gruppi di esperti tramite inviti pubblici a presentare candidature, eccezion fatta per i gruppi che rappresentano Stati membri, paesi terzi e organismi internazionali o dell'Unione. Tali inviti devono essere pubblicati nel registro dei gruppi di esperti e devono descrivere chiaramente i criteri di selezione, comprese le competenze richieste e i gruppi di interesse di cui trattasi. Verrà fatto il possibile per garantire una rappresentanza equilibrata, considerati i settori di competenza e di interesse, il genere, l'origine geografica e il mandato del gruppo di esperti in questione. La maggiore trasparenza del processo di selezione è un fattore importante per conseguire una composizione equilibrata.Le norme rivedute contribuiscono ad accrescere la trasparenzadell'operato dei gruppi imponendo espressamente ai servizi della Commissione di rendere disponibile la documentazione pertinente, tra cui gli ordini del giorno, verbali chiari e completi e i contributi degli esperti. In caso di adozione della posizione di un gruppo di esperti tramite votazione possono essere rese pubbliche anche le opinioni di minoranza formulate dagli esperti, se questi lo desiderano.Le norme rivedute migliorano significativamente la gestione dei conflitti di interessi degli individui nominati a titolo personale, il cui operato deve essere indipendente e dettato dall'interesse pubblico. I servizi della Commissione dovranno svolgere valutazioni specifiche in merito ai conflitti di interessi di tali esperti sulla base di una dichiarazione di interessi standardizzata da essi compilata. Tali dichiarazioni saranno pubblicate in seguito nel registro dei gruppi di esperti a fini di controllo pubblico.Un registro dei gruppi di esperti riveduto sarà pubblicato oggi su Internet nello spirito delle nuove norme di trasparenza, garantendo sinergie con il registro per la trasparenza. Coloro che fanno domanda per rappresentare organizzazioni o interessi specifici saranno selezionati per far parte di gruppi di esperti solo se iscritti nel registro per la trasparenza (entro la fine del 2016 questa condizione verrà applicata retroattivamente a tutti i gruppi di esperti esistenti). Sempre per garantire maggiore chiarezza e trasparenza, il registro dei gruppi di esperti sarà inoltre organizzato meglio, con una nuova classificazione dei membri dei gruppi: la nuova categorizzazione opererà una distinzione tra le organizzazioni (quali le imprese, le ONG e i sindacati) e gli organismi pubblici, che erano in precedenza registrati sotto la stessa voce. Saranno altresì create nuove sottocategorie per rafforzare il controllo pubblico dell'equilibrio degli interessi.ContestoAttualmente circa 800 gruppi di esperti consigliano la Commissione in tutti i settori di intervento. I membri di tali gruppi possono essere nominati a titolo personale o in rappresentanza di Stati membri, paesi terzi, organismi internazionali o dell'UE, imprese, sindacati, società civile, mondo accademico o di altri interessi.I gruppi di esperti sono utilizzati nell'elaborazione di nuove normative o di atti delegati o di esecuzione, nell'attuazione di norme esistenti o, più in generale, nello sviluppo di orientamenti strategici; avendo un ruolo squisitamente consultivo, essi non adottano decisioni, ma possono formulare pareri o raccomandazioni e presentare relazioni alla Commissione. Quest'ultima e i suoi funzionari mantengono piena indipendenza riguardo alle modalità con le quali tengono conto delle opinioni e dei pareri tecnici ottenuti da tali gruppi. Le decisioni della Commissione sono adottate sempre nell'interesse generale dell'Unione europea.La Commissione Juncker si è impegnata ad accrescere la trasparenza in tutti i propri settori di azione. Il ricorso ai gruppi di esperti è uno dei molti modi in cui la Commissione raccoglie pareri e competenze esterni a sostegno del proprio operato; tra gli altri strumenti preziosi che completano il dialogo istituzionale con il Parlamento europeo e il Consiglio vanno annoverati le consultazioni pubbliche, le consultazioni mirate dei portatori di interessi, le audizioni pubbliche, le conferenze e gli studi.Un quadro istituzionale orizzontale relativo ai gruppi di esperti fu introdotto nel 2005 ed è stato riveduto l'ultima volta nel 2010. La decisione di oggi rappresenta una risposta positiva a molte delle raccomandazioni formulate dal Mediatore europeo in esito a un'indagine di propria iniziativa, nonché ai suggerimenti dei membri del Parlamento europeo e dei rappresentanti delle organizzazioni della società civile.I link utili:Decisione della CommissioneRegistro dei gruppi di espertiRegistro per la trasparenzaConsultazione pubblica sulla revisione del registro per la trasparenza

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Nuova consultazione della Commissione sul Registro per la Trasparenza delle lobby. La domanda principale è: sarebbe opportuno renderlo obbligatorio per tutte le istituzioni dell'UE? Il 1º marzo la Commissione avvierà una consultazione pubblica di 12 settimane per raccogliere contributi sull'attuale regime di registrazione per i rappresentanti di interessi che cercano di influenzare il lavoro delle istituzioni dell'UE e sulla sua evoluzione verso un registro obbligatorio dei lobbisti esteso al Parlamento europeo, al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione. Il primo Vicepresidente della Commissione Frans Timmermans ha dichiarato: "L'attuale Commissione sta modificando il nostro modo di lavorare, che evolve verso un maggior coinvolgimento dei soggetti interessati e una maggiore trasparenza a proposito di chi incontriamo e perché. Dobbiamo andare ancora oltre e stabilire un registro obbligatorio, valido per tutte e tre le istituzioni, che garantisca la piena trasparenza sui lobbisti che cercano di influenzare l'elaborazione delle politiche dell'UE. Per riuscire a mettere in pratica correttamente questa proposta ci auguriamo di ricevere il maggior numero di contributi possibile da cittadini e soggetti interessati di tutta Europa sul funzionamento dell'attuale sistema e sulla sua evoluzione. Un'Unione europea più trasparente e responsabile è un'Unione in grado di fornire risultati migliori ai cittadini." La Commissione ha elaborato una consultazione in due parti che consentirà di raccogliere le opinioni di un'ampia gamma di soggetti interessati, della società civile e dei cittadini. La prima fase della consultazione, che non richiede una conoscenza approfondita dell'attuale registro per la trasparenza, consente ai non esperti di rispondere a domande sui principi e sull'ambito di applicazione; la seconda sezione intende invece raccogliere pareri sul funzionamento pratico dell'attuale sistema da parte di coloro che lo utilizzano. I documenti della consultazione sono disponibili in tutte le lingue dell'UE per consentire un ampio feedback. La consultazione terminerà martedì 24 maggio. Il nuovo sistema, che la Commissione intende presentare come proposta di accordo interistituzionale, costituirebbe un'evoluzione rispetto al registro attuale, gestito congiuntamente dal Parlamento europeo e dalla Commissione ma non obbligatorio e non esteso al Consiglio. Le riforme interne alla Commissione hanno già determinato un netto aumento delle iscrizioni al registro per la trasparenza: al 1º marzo nel registro figurano 9.286 iscritti rispetto ai 7.020 del 31 ottobre 2014, prima cioè dell'entrata in funzione della Commissione e delle sue riforme. La Commissione ritiene che lavorare insieme ai colegislatori del Parlamento europeo e del Consiglio sia determinante per consentire ai cittadini di avere una visione d'insieme su quali rappresentanti di interessi cercano di influenzare il processo legislativo. La consultazione pubblica servirà da base per la proposta che la Commissione presenterà nel corso dell'anno. Contesto La Commissione ha già intrapreso importanti riforme della propria organizzazione interna per promuovere una maggiore trasparenza. In base ai metodi di lavoro della Commissione Juncker, i commissari non possono più riunirsi con organizzazioni che non figurano nel registro per la trasparenza. In linea con l'iniziativa per la trasparenza, introdotta nel novembre 2014, tutte le riunioni tra rappresentanti di interessi e commissari, membri dei gabinetti e direttori generali della Commissione devono essere rese pubbliche entro due settimane dal loro svolgimento. Nel suo primo anno di attività la Commissione ha pubblicato informazioni su oltre 6.000 riunioni (delle quali circa 5.500 con commissari e membri dei gabinetti e 600 con direttori generali). L'introduzione di questo nuovo sistema ha di fatto reso l'iscrizione nel registro per la trasparenza un requisito obbligatorio per qualsiasi soggetto intenzionato a incontrare i più alti responsabili politici e funzionari dell'UE. L'impegno della Commissione di presentare la proposta di un registro per la trasparenza obbligatorio esteso a tutte le istituzioni europee figura anche negli orientamenti politici del presidente Juncker e nel programma di lavoro 2016 della Commissione. La Commissione ritiene che i cittadini abbiano il diritto di sapere chi cerca di influenzare il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione nel processo legislativo. Le modifiche previste per il registro per la trasparenza sono parte di un più ampio progetto di riforma del modo di elaborare le politiche nell'UE. Nella sua agenda "Legiferare meglio", presentata nel maggio 2015, la Commissione si è assunta l'impegno di aprire ulteriormente il processo di elaborazione delle politiche al controllo e al contributo dei cittadini. Sono già stati istituiti nuovi meccanismi di feedback che consentono ai soggetti interessati di manifestare alla Commissione il loro punto di vista fin dall'inizio dell'elaborazione di un'iniziativa, sulla base di tabelle di marcia e valutazioni d'impatto iniziali, e in seguito all'adozione di una proposta da parte della Commissione, in modo da contribuire al processo legislativo in seno al Parlamento e al Consiglio. Altri strumenti che consentono ai soggetti interessati di presentare osservazioni sulla legislazione esistente sono previsti nel quadro del programma REFIT. Il sito web "Ridurre la burocrazia — dite la vostra!" è già operativo e consente ai cittadini di fornire un feedback su norme dell'UE esistenti. I contributi ricevuti vanno ad alimentare l'operato della piattaforma REFIT, che offre consulenza alla Commissione sugli ambiti legislativi che andrebbero riesaminati per rendere la legislazione dell'UE più efficace ed efficiente. Nel novembre 2014 la Commissione ha infine adottato una comunicazione che delinea una maggiore trasparenza nei negoziati per il partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP). La Commissione ritiene fondamentale garantire che l'opinione pubblica abbia accesso a informazioni accurate ed esaurienti sulle intenzioni dell'UE nell'ambito dei negoziati. La consultazione pubblica sarà aperta fino all'1 giugno 2016 al seguente link.

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