EUOBSERVER / BRUSSELS: Una commissione parlamentare d'inchiesta britannica sul lobbismo politicamente trasversale ha elaborato una relazione che critica il registro volontario dei lobbisti della Commissione europea, poichè "non fornisce un beneficio reale " e di non può essere un modello per la Gran Bretagna.
Dopo un anno e mezzo di indagini sul settore e sulla sua influenza sulla legislazione, gli undici membri del Select Committee sulla Pubblica Amministrazione hanno chiesto la creazione di un registro delle attività di lobbying per il Regno Unito, ma insistono sul fatto che, diversamente da quanto previsto attualmente dalla Commissione, i lobbisti devono essere costretti a registrarsi. “Non vediamo alcun vantaggio in un registro su base volontaria, che, come è stato dimostrato nel caso della Commissione europea", si legge nella relazione, "permette a coloro che vogliono nascondere la natura e la portata della loro attività a farlo, e porta alla disponibilità di informazioni parziali e irregolari di nessun beneficio per coloro che desiderano valutare la portata e la natura delle attività di lobbying ". Il report del Regno Unito ha esaminato la legislazione vigente in materia di lobbying in Australia, Canada, Unione europea, Germania e gli Stati Uniti e ha rilevato che l'UE ha prodotto il quadro legislativo più debole. Dopo aver confrontato le diverse strategie nazionali, i parlamentari hanno concluso che il miglior risultato si otterrebbe se il registro sul lobbying fosse obbligatorio e coprisse tutti i soggetti coinvolti nell’influenzare le scelte politiche. Il registro dovrebbe anche essere gestito e reso esecutivo da un organismo di sorveglianza finanziato dalla lobbisti ma con personale ed input esterni". Rompendo nuovamente rispetto al registro della commissione, che non contiene nomi oltre a quelli delle società di lobbying, i deputati chiedono inoltre che qualsiasi registro includa i nomi individuali dei lobbisti. I parlamentari britannici vogliono anche che siano a disposizione del pubblico le informazioni circa i contatti tra i lobbisti e decision makers, compresi i verbali degli appuntamenti e delle riunioni.
Owen Espley, un attivista per la trasparenza nel lobbying di Friends of the Earth in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord, ha detto che il risultato della commissione di inchiesta arriva con molto ritardo. "Il suo resoconto sul registro della Commissione è molto accurato", ha detto. "La Commissione dovrebbe tener conto delle sue raccomandazioni nazionali per l'UE nel suo complesso nell’esaminare il funzionamento del suo registro a un anno di distanza"; “un registro volontario non riesce mai a coprire tutti gli attori coinvolti nel lobbying." Il registro della commissione è stato lanciato nel giugno dello scorso anno. Ad oggi, circa 800 organizzazioni e imprese si sono registrate. Gli attivisti per la trasparenza stimano che tra i 15.000 e 20.000 lobbisti tentano di influenzare la legislazione a Bruxelles, un dato spesso citato anche dal Commissario Kallas.
Un nuovo registro comune con il parlamento sarà obbligatorio
Ma la commissione ha spazzato via le critiche, dicendo che è felice che la sua iniziativa di trasparenza stia ora per essere raccolta da parte degli Stati membri. "Ci rallegriamo che il dibattito sul lobbismo è sceso al livello degli Stati membri dell'Unione europea", ha detto Valerie Rampi, portavoce del commissario per l'amministrazione Siim Kallas, l'architetto del Registro. "La Commissione ha davvero ripreso questa iniziativa da zero nel 2005", ha aggiunto, "Prima di allora, c’era molta poca regolazione del lobbying nelle capitali europee." Ha detto che la Commissione seguirà da vicino come procede il dibattito nel Regno Unito e che cosa farà il governo. "Anche se la relazione è stata pubblicata ora, il lavoro c’è stato in autunno, e il numero di coloro che si sono registrati nel frattempo è salito”, anche se si nota che c'è ancora un problema con gli avvocati e i think-tanks. Ha anche detto che il lavoro che la Commissione sta svolgendo in collaborazione con il Parlamento europeo per sviluppare un "one-stop shop", in modo che i lobbisti debbano registrarsi una sola volta piuttosto, deve affrontare le preoccupazioni legate al fatto che l'attuale registrazione è volontaria e che i singoli non sono registrati. "Sarà di fatto obbligatorio, poichè ogni singolo lobbista deve registrarsi per ottenere una carta di accesso per entrare negli edifici."
Il Consiglio dei ministri, tuttavia - rappresentando gli Stati membri, ed essendo la più segreta delle tre principali istituzioni - non parteciperà al progetto. Il gruppo incaricato del registro comune sul lobbying dovrebbe presentare le sue proposte nel mese di giugno.
LEIGH PHILLIPS



































