Far uscire i lobbisti dall'ombra, regolamentare la loro attività rendendola trasparente. E' l'obiettivo delle tre proposte di legge depositate alla Camera dall'inizio della legislatura, due dell'Idv ed una del Mpa. In tutte e tre le iniziative legislative si propone la creazione di un registro dei lobbisti che, ad esempio, esiste già da diversi decenni negli Stati Uniti e da qualche anno anche a Bruxelles, dove si stima che i professionisti delle relazioni istituzionali siano rispettivamente 15mila e 2mila 500 le organizzazioni dedicate al lobbismo.
"L'attività di rappresentanza degli interessi particolari -dice all'ADNKRONOS il deputato del Mpa Antonio Milo, primo firmatario di una delle 3 proposte di legge- è stata interpretata nel corso dei decenni come sinonimo di corruzione, connivenza o favoritismo. Ma lobby non è certo una parolaccia e il mondo dei lobbisti può rappresentare uno stimolo all'attività di governo e amministrativa, soprattutto a livello locale". E per Pino Pisicchio, deputato dell'Idv ed anch'egli firmatario di una proposta di legge per regolamentare l'attività di relazioni istituzionali, il lobbismo rappresenta una "'necessaria' forma di partecipazione dei cittadini all'iter legislativo, una delle poche percorribili di fronte al declino della forma-partito".
L'attività di lobby va regolamentata, dice all'ADNKRONOS con convinzione Paolo Cirino Pomicino, ex presidente delle commissioni Bilancio e Finanze ed ex ministro nella prima Repubblica; uno che di pressing esercitato dai rappresentanti di leciti interessi privati (ma anche pubblici) se ne intende e non poco. "Ricordo -racconta- che in commissione veniva anche la triplice sindacale, che oggi, sbagliando, snobba il Parlamento".
Le tre proposte di legge prevedono l'istituzione di un albo professionale cui ha l'obbligo di iscriversi chi vuole esercitare l'attività di lobbista. Il deputato del Mpa Milo propone che sia il Cnel a tenere il registro, mentre nella proposta Pisicchio e in quella della sua collega di partito Silvana Mura (firmata anche da Antonio Di Pietro), gli albi professionali sono tenuti dalle Presidenze di Camera e Senato.
Ma chi può fare il lobbista? "Avvocati, notai, commercialisti, dipendenti con deleghe specifiche di società nazionali e multinazionali costituite che dichiarano di svolgere attività specifiche, di associazioni, di ordini professionali, o i liberi professionisti e i consulenti che hanno svolto nei 3 anni precedenti all'iscrizione del registro attività di rappresentanza di interessi pubblici", spiega all'ADNKRONOS Milo.
Porte sbarrate, invece, per gli eletti ai vari livelli istituzionali, per i dipendenti del Parlamento, del governo, delle Autorità e degli enti pubblici, oltre ai giornalisti parlamentari. E poi, occorrono precisi requisiti: non aver subito nell'ultimo decennio condanne definitive per reati contro il patrimonio, godere dei diritti civili e non essere stati interdetti dai pubblici uffi. Multe salate, fino a 50mila euro, per chi fa il lobbista senza essere iscritto al registro.
Franco Spicciariello - LI.Info




































