Il format (tre giorni intensi tra convegno e workshop) ha dimostrato quanto è utile per i professionisti poter partecipare ad incontri di questo tipo: non solo per arricchire le proprie conoscenze ma, soprattutto, per poter applicare “in laboratorio” la teoria così a lungo discussa.
Durante la prima giornata (il 1° Public Affairs Day) sono intervenuti alcuni tra i principali esperti di lobbying e public affairs italiani. Impeccabile la presentazione di Paolo Zanetto sui public affairs, in particolare la citazione del “multiforme ingegno” per descrivere la capacità del lobbista moderno nel gestire le diverse leve del public affairs mix.
Non da meno è stato il suo socio (in affari) Alberto Cattaneo nell’illustrare ai partecipanti le teorie di Porter sul vantaggio competitivo, parlando dei casi di lobbying dello Smontagomme Corghi e degli Ogm in Italia. Un intervento davvero completo.
Sono seguiti i contributi di Fabio Ventoruzzo, senior consultant di Methodos, e di Franco Spicciariello, docente Lumsa e Government Affairs Manager di Microsoft Italia. Il primo ha illustrato il tema dell’issue management, fondamentale per qualsiasi lobbista, enfatizzando la necessità di migrare da un approccio tipicamente reattivo (“influenzo il processo decisionale che influisce sulla issue”) ad uno più strategico che tenga in considerazione l’analisi delle aspettative dei diversi stakeholders (e non solo dei decisori, quindi), soprattutto in presenza di una società “liquida” e frammentata. Il secondo, invece, non solo ha analizzato nel dettaglio la normativa e il funzionamento dell’attività di lobbying negli Stati Uniti e in Canada con curiosi aneddoti, ma ha anche puntualizzato l’evoluzione normativa in Europa e in Italia, fino ai più recenti tentativi a firma dell’ormai ex ministro Santagata. A rendere ancora più ricco il menu della giornata sono poi interventi Fabio Bistoncini, delegato alle relazioni istituzionali della Ferpi e fondatore di FB Comunicazione, e Rossana Revello, AD della Chiappe Revello.
Bistoncini, nell’illustrare le attività di lobbying diretto e indiretto, si è soffermato sui vantaggi di queste ultime soprattutto nel rapporto tra i media, gli influenti e i decisori pubblici. In particolare, parlando di frammentazione e globalizzazione, ha parlato di riscoperta del “particulare” e di come tutte le strategie di lobbying si devono adattare a questi cambiamenti economici e sociali.
A rinforzare questa visione “glocal” ha contribuito anche l’intervento di Rossana Revello che ha enfatizzato l’importanza del coinvolgimento degli interlocutori locali (troppo spesso dimenticati) nel contribuire all’efficacia di una azione di lobbying.
A concludere la giornata, la presentazione del caso Vodafone Italia sulla relazione tra Csr e lobbying, a cura di Lucia Picone e Marco Mura.
Hanno completato l’informazione sui public affairs due incredibili giorni di workshop, con gli ottimi docenti Alberto Cattaneo e Paolo Zanetto che hanno “svelato” tecniche e trucchi per una proficua attività di lobbying attraverso casi pratici, esercitazioni e divertenti giochi di ruolo.
Quella che emerge in sintesi è sicuramente una situazione in cui si manifesta la piena contemporaneità dell’attività di lobbying, non solo per gli ovvi motivi legati alle questioni trattate, ma anche per gli approcci manageriali utilizzati e per l’attenzione all’evoluzione dello scenario professionale di riferimento. Che altro aggiungere se non la speranza (o una preghiera) di una prossima replica (magari a Roma?) con le stesse modalità e lo stesso successo.
Andrea Rosiello
Andrea Rosiello - Ferpi.it



































