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Regolamentare le lobbies, ci provano anche i francesi
Scritto il 2007-10-18 da Franco Spicciariello su World

Ci provano anche i francesi. Partendo dall’affermazione, un po’ ipocrita, che è ora di finirla di vedere andare a braccetto nei corridoi di Palais-Bourbon lobbisti e membri dell’Assemblée nationale, Arlette Grosskost e Patrick Beaudoin (UMP) deputati rispettivamente del Haut-Rhin e del Val-de-Marne, hanno chiesto lo scorso giovedì 28 giugno al presidente dell'assemblea nazionale, Bernard Accoyer, di costituire un gruppo di studi incaricato di un frame work di regole per l’attività dei gruppi di pressione.

Obiettivo della richiesta: presentare entro inizio 2008 una proposta di risoluzione recante modifica del regolamento dell'assemblea. I due deputati avevano già presentato nell'ottobre 2006 una proposta di risoluzione per stabilire norme di trasparenza su queste pratiche e formare un gruppo di lavoro battezzato "pressione e democrazia".

"Non condanniamo tutto in blocco”, precisa Patrick Beaudoin in una dichiarazione rilasciata a Liberation lo scorso luglio." Siamo anche favorevoli all'espressione della pressione, come fonte d'informazione, a condizione però che sia trasparente". "I metodi usati da imprese, sindacati ed ONG per influenzare il singolo parlamentare sono multipli, del semplice mail all’invito a pranzo fino viaggio tutto spesato. Essendo la regolamentazione estremamente vaga però, i gruppi d'interesse spesso superano la linea gialla. Come ad esempio quando fanno presentare emendamenti chiavi in mano, redatti dai rappresentanti delle lobbies, fino a quando accedono ai corridoi riservati dell'assemblea con indosso un badge di collaboratore parlamentare di qualche deputato".

Secondo un questionario realizzato da Grosskost e Beaudoin, che ha coinvolto 85 parlamentari, pubblicato ad inizio giugno, il 72% è stato oggetto di "frequenti o costanti" attenzioni da parte di lobbisti sotto forma di inviti (77 %) o attraverso richieste i presentare proposte di legge o d'emendamento (81 %).

Oltre ad un codice di condotta per i lobbisti, il tandem dell’UMP suggerisce di controllare il loro accesso all'assemblea con un distintivo personale, la loro iscrizione su un registro consultabile su Internet e la pubblicazione di un rapporto periodico sulle loro attività. "Occorre che si sappia chiaramente chi fa cosa", sottolinea Patrick Beaudoin.

Altro punto importante per i due deputati della maggioranza è garantire il pluralismo dei gruppi d'interesse ampliando e rendendo trasparente la procedura per farsi asocltare dai legislatori nelle sedi adeguate.

Un altro deputato Jean-Paul Charié, che sta redigendo un “Livre bleu du lobbying” che sarà pubblicato a breve, è assolutamente favorevole ad un controllo del lobbying e ritiene che il modo migliore sia "svilupparlo anziché sospettarlo". Il deputato (UMP) del Loiret va più lontano: "Gli eletti non conoscono tutto e devono informarsi presso la società civile. Raccogliere pareri non vuole dire di lasciarsi influenzare" Charié punta alla messa a disposizione di una sala del palazzo-Bourbon riservata agli ingressi interessati dai progetti di testo in corso.

Carta etica. Un'iniziativa quella dei due deputati dell’UMP alla quale si oppone Séverine Tessier, assistente parlamentare del deputato (PS) della Nièvre Christian Paul e presidente di Anticor, un'associazione di lotta contro la corruzione: "Sotto la cosiddetta trasparenza, queste proposte mirano ad istituzionalizzare la pressione". Secondo la Tessier occorre stabilire una frontiera tra pubblico e privato e limitare l'accesso dei lobbisti alle sole udienze "previste nell'ambito della procedura legislativa." Contraria alla proposta è anche l'organizzazione Corporate Europe, che la considera assolutamente limitata, priva com'è di qualsiasi imposizione di trasparenza finanziaria. Anticor ha in corso di redazione una carta etica per gli eletti (obbligo di rifiutare i regali, dichiarare ogni tentativo di pressione, ecc.). "Non sono tanto i lobbisti a dover adottare norme di condotta – afferma Séverine Tessier – ma sono i parlamentari a dover ben comportarsi”. Sempre a condizione che lo vogliano chiosa Liberation in un pezzo dedicato all’argomento qualche mese fa.

Franco Spicciariello - LI.Info

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