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Lobbisti, fora da i ball! (Formiche.net)
Scritto il 2013-12-19 da Gianluca Sgueo su Italia

Finora l’accusa che aveva fatto più scalpore sui lobbisti in Parlamento era contenuta in un articolo del (bravo) Lorenzo Salvia, giornalista del Corriere della Sera, nel luglio del 2012. L’articolo parlava dei lobbisti in Parlamento “transennati”, per impedire che assalissero i lavori in Commissione (per chi lo volesse leggere, lo trova Qui). Apriti cielo, i diretti interessati ci tennero a far sapere che, altro che transenne, i politici facevano trovare loro le porte spalancate per ringraziarli (e avvalersi) dell’aiuto prezioso che davano ai lavori parlamentari.

Erano i politici di ieri, mica quelli di oggi. Questi non guardano in faccia a nessuno. In particolare i pentastellati. I quali, esasperati – dicono loro – dai continui assalti dei lobbisti durante i lavori per la legge di stabilità, hanno pensato bene di scrivere una lettera alla Boldrini e compagnia. Questo il testo (che trovate anche Qui). Il testo è quello originale, a parte le frasi in grassetto (con cui evidenzio i passaggi più sfiziosi):

Negli ultimi giorni, in occasione dell’esame del disegno di legge di stabilità, i deputati appartenenti al nostro gruppo parlamentare ci hanno segnalato la presenza al IV piano di Palazzo Montecitorio di una quantità di soggetti esterni tale da intralciare a tratti l’ordinario svolgimento e la serenità dei lavori. già di per se piuttosto complessi data la tematica trattata. Si tratterebbe, in particolare, dei componenti degli uffici per le relazioni istituzionali sia di gruppi di pressione che di associazioni rappresentative, nonché di aziende private. 

Ci preme a questo proposito sottolineare come ci sfugga la ragione di una tale disinvoltura nella concessione di badge che consentono l’accesso e la libera circolazione, in particolare nel corso dello svolgimento delle sedute delle commissioni parlamentari, all’interno dei Palazzi della Camera dei Deputati, di codesti soggetti il cui numero ad oggi ha – a nostro parere – raggiunto un livello patologico e non più sostenibile. 

Pertanto chiediamo alle SSVV di conoscere quale sia la normativa che regola tali accessi e di avviare, se del caso e per le parti di rispettiva competenza, una riflessione circa l’opportunità di restringere i criteri con i quali, in occasione dello svolgimento delle sedute delle Commissioni parlamentari, viene consentito l’accesso e lo stazionamento nei pressi delle aule a soggetti esterni che non siano: a) dipendenti della Camera dei Deputati; b) addetti alle segreterie istituzionali; c) dipendenti dei gruppi parlamentari; d) dipendenti delle ditte aggiudicativi di appalti presso la Camera (come per esempio gli addetti ai servizi di pulizia o di manutenzione tecnica degli impianti); e) collaboratori parlamentari dei deputati. 

firmato bla bla

In sostanza: i lobbisti sono “soggetti esterni”, al pari degli addetti alle pulizie o alla manutenzione (con tutto il rispetto necessario per queste categorie ovviamente). Non lavorano, disturbano.

All’ingresso della Camera l’elargizione dei badge è generosa, pure troppo. Sicché, in conclusione, perché non dare meno badge anziché pensare ad approvare una legge? Misteri della politica.

Fonte: Formiche.net

Sono circa 40 gli emendamenti presentati, nella Giunta del regolamento della Camera, al cosiddetto codice etico e all'ipotesi di regolamentazione delle lobby. Nel dettaglio circa 20 emendamenti sono stati presentati al codice etico e altrettanti ne sono stati presentati alla ipotesi di regolamentazione delle lobby. In quest'ultimo caso la maggior parte delle proposte di modifica sono arrivate dal Movimento 5 stelle. Tra questi, uno che prevede una serie di sanzioni: divieto di accesso alle sedi della Camera per un periodo da 30 giorni a 3 anni; cancellazione dal registro dei lobbisti per un periodo da 30 giorni a 3 anni. Sono queste infatti, secondo un emendamento del Movimento 5 stelle, le sanzioni che l'Ufficio di presidenza della Camera potrà irrogare ai lobbisti che violano le disposizioni del regolamento. L'emendamento è stato presentato all'ipotesi di regolamentazione delle lobby all'esame della Giunta del regolamento. Il testo attualmente prevede, nella parte relativa alle sanzioni, solo un rimando a decisioni dell'Ufficio di presidenza. Lo stesso emendamento prevede per il deputato che partecipi ad incontri con lobbisti non debitamente comunicati una decurtazione dal 10% dell'indennità parlamentare mensile fino a sei volte l'indennità parlamentare mensile, "e, in caso di inadempienza reiterata - si legge - la sanzione della interdizione a partecipare ai lavori parlamentari per un periodo da uno a tre mesi". Al gruppo parlamentare del deputato che partecipi ad incontri con lobbisti non debitamente comunicati l'emendamento M5s prevede una decurtazione del 3% del contributo finanziario unico e onnicomprensivo a carico del bilancio della Camera per ogni incontro non comunicato o comunicato erroneamente o parzialmente. Il testo Pisicchio Più in generale, la bozza di regolamentazione delle lobby depositata nella Giunta del regolamento della Camera dal relatore Pino Pisicchio, prevede che il registro, che sarà pubblicato sul sito della Camera, contenga: i dati anagrafici e il domicilio professionali del lobbista; la descrizione dell'attività di relazione istituzionale che si intende svolgere; i soggetti istituzionali che si intendono contattare. Per poter essere iscritti al registro il rappresentante di interessi deve: essere maggiorenne, non avere subito negli ultimi dieci anni condanne definitive per reati contro la pubblica fede o il patrimonio; godere dei diritti civili e non essere stato interdetto dai pubblici uffici. La stessa disciplina - specifica la bozza - si applica anche agli ex parlamentari che intendano svolgere attività di lobbying. In merito al divieto per i deputati di ricevere doni superiori ai 200 euro (novità questa, contenuta nel codice etico), la bozza precisa che gli eventuali doni di valore inferiore, ricevuti dai deputati in qualità di rappresentanti della Camera, dovranno essere consegnati al presidente e trattati secondo modalità che verranno definite dall'Ufficio di presidenza. Fonte: Public Policy

Imprese - Lobbyingitalia

Pisicchio, autore del testo per la Camera: «Ma ormai puntano sui palazzi del governo»Quanti siano i lobbisti che si aggirano silenziosi e occhiuti nei corridoi del Parlamento nessuno lo sa. A dicembre, quando la legge di Stabilità arrivò in Senato all’«ultimo miglio», quello dell’«assalto alla diligenza», il presidente Pietro Grasso provò a contare i lobbisti, confinandoli tra i banchi della commissione Sanità. Lontana, ma non troppo, dai senatori della Bilancio destinatari degli emendamenti dell’ultimo minuto da inserire nella Finanziaria 2016.E ora che il caso petrolio/ Basilicata torna ad accendere i riflettori sui rapporti tra governo/Parlamento e la popolazione carsica di lobbisti, la giunta del Regolamento della Camera presieduta da Laura Boldrini prova a varare entro aprile il «Codice di condotta dei deputati» e il «Regolamento dell’attività di lobbying». L’incarico di stendere un testo, prima che venissero pubblicate le intercettazioni del ministro Federica Guidi, è stato affidato a un veterano di Montecitorio, il presidente del gruppo Misto Pino Pisicchio, che entro venerdì raccoglierà gli emendamenti dei gruppi per poi proporre alla giunta l’articolato definitivo, che non dovrà passare dall’Aula.Il «Registro» delle attività alla CameraLa bozza Pisicchio prevede l’istituzione di un Registro delle attività di relazione istituzionale svolte tra le mura della Camera che riguarderà «persone, associazioni, enti e società» che avanzano «proposte, richieste, suggerimenti, studi, ricerche, analisi e qualsiasi comunicazione anche per via elettronica intesa a perseguire interessi leciti propri o di terzi nei confronti dei membri della Camera».Per essere iscritto al Registro, il lobbista, che non deve avere subito nell’ultimo decennio condanne definitive per reati contro la pubblica fede e contro il patrimonio, dovrà chiarire quali sono i suoi «interessi» e chi sono i deputati che intende contattare. Inoltre dovrà consegnare relazioni semestrali sulla sua attività che poi saranno pubblicate sul sito della Camera. Le sanzioni per la violazione del Regolamento verranno stabilite di volta in volta dall’Ufficio di presidenza. Le regole valgono anche per gli ex parlamentari, spesso arruolati come lobbisti.Il «Codice» di condottaParallelamente, la giunta del Regolamento voterà entro aprile il Codice di condotta dei deputati che introduce nuove norme di trasparenza: si possono accettare doni con un valore inferiore ai 250 euro fatti salvi, però, i «rimborsi delle spese di viaggio, alloggio e soggiorno di deputati ai pagamenti diretti di dette spese da parte di terzi quando i deputati partecipano sulla base di un invito e nell’esercizio delle loro funzioni a eventi organizzati da terzi». Viene inoltre istituito il Comitato consultivo sulla condotta dei deputati che può disporre la pubblicità dei comportamenti scorretti sul sito della Camera. Pisicchio conta sull’appoggio di tutti i gruppi, già consultati: «Tuttavia — osserva — non bisogna dimenticare che da anni i lobbisti puntano, più che sul Parlamento, sui palazzi del governo».Fonte: Dino Martirano, Corriere della Serahttp://goo.gl/KEhOOH

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Buone nuove per la trasparenza e l'inclusività del processo decisionale in Italia, almeno nel ramo più importante del Parlamento, la Camera dei Deputati. E' di ieri la notizia di una nuova ipotesi di Regolamentazione dell'Attività di Lobbying all'interno del Regolamento della Camera alta, incoraggiata dalla presidente Laura Boldrini e a cura dell'on. Pino Pisicchio (Misto). La Giunta per il Regolamento, nella seduta del 10 marzo, ha discusso due modifiche all'attuale normativa interna a Montecitorio. Già nella seduta del 19 novembre scorso la Giunta "aveva proseguito il dibattito ed è emerso un prevalente orientamento favorevole ad affidare al relatore Pisicchio il compito di definire un testo volto a riaggregare in un unico documento il complesso delle norme vigenti che stabiliscono obblighi dei deputati (e, in particolare, obblighi di dichiarazione), a precisare i principi deontologici al cui rispetto sono tenuti i deputati, a individuare gli aspetti della materia che risultino sprovvisti di disciplina e a specificare ulteriori doveri comportamentali". Ma, cosa più importante per il settore, la stessa Giunta ha affidato allo stesso Pisicchio il compito di elaborare un normativa sul lobbying. Nel testo emerso (Ipotesi Regolamentazione Lobbying_Regolamento Camera dei Deputati) nuove importanti proposte che prevedono: L'istituzione di un "registro dell'attività di relazione istituzionale nei confronti dei deputati", pubblicato sul sito della Camera; La definizione di attività di relazione istituzionale come "ogni attività svolta da persone, associazioni, enti e società attraverso proposte, richieste, suggerimenti, studi, ricerche, analisi e qualsiasi altra iniziativa o comunicazione orale e scritta anche per via elettronica, intesa a perseguire interessi leciti propri o di terzi nei confronti dei membri della Camera" L'obbligo per gli iscritti al registro di "presentare alla Camera una relazione sull'attività di relazione istituzionale svolta nel semestre, che dia conto dei contatti effettivamente posti in essere, degli obiettivi conseguiti, dei mezzi impiegati e delle spese sostenute" due volte l'anno (entro il 30 giugno e il 31 dicembre), con l'indicazione dei soggetti istituzionali contattati. Il testo riferito alla proposta sul Codice di Condotta per i deputati (Ipotesi Codice Condotta Deputati_Regolamento Camera dei Deputati) conterrebbe invece nuove norme sulla trasparenza come la dichiarazione del proprio status patrimoniale (finalmente obbligatoria), le spese sostenute per la campagna elettorale, le donazioni ricevute direttamente o a mezzo di comitati costituiti a loro sostegno, comunque denominati, a titolo di liberalità per ogni importo superiore alla somma di 5.000 euro l'anno (già esistente) e, soprattutto, l'obbligo di astensione "dall'accettare doni o benefici analoghi, salvo quelli di valore inferiore a 250 euro, offerti conformemente alle consuetudini di cortesia, o quelli ricevuti conformemente alle medesime consuetudini qualora rappresentino la Camera in veste ufficiale". Viene inoltre disposto un Comitato consultivo sulla condotta dei deputati di 10 persone (4 dall'Ufficio di Presidenza e 6 Deputati) designati dal Presidente della Camera all'inizio di ogni legislatura. La sanzione applicata, ed è questa la vera svolta culturale, sarà di tipo politico. Come accade nelle maggiori democrazie occidentali.

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