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LOBBY: una legge per illuminare il Corridoio Oscuro
Scritto il 2013-02-06 da lobbyingitalia su Italia

LOBBY: una legge per illuminare il Corridoio Oscuro

6 febbraio 2012
Tra business diplomacy e drafting normativo, cambiamenti profondi nella politica suggeriscono di regolamentarla

http://www.dovatu.it/dvt/wp-content/uploads/2011/11/Norme-sulla-trasparenza-legislativa-a-cura-di-Marco-Cucchini.pdf

Si intitola “Regolamentazione delle attività di rappresentanza istituzionale degli interessi particolari nell’ambito dei processi decisionali della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia” ma da subito i più l’han definita “Legge sulle Lobby”.

È una proposta presentata dal PDL del Friuli Venezia Giulia (firmatari Antonio Pedicini, Daniele Galasso e Franco Baritussio), espressamente “a disposizione di tutti i Gruppi che sono perciò invitati ad approfondirla”.

(Per il dettaglio normativo aprite questo link).

Lobby è un termine che a taluni fa paura.
L’etimologia è incerta, dal latino lobia (loggia, portico, buio corridoio) o dal tedesco antico laubia (deposito di documenti).

Evoca, nel comune sentore, faccendieri, intrallazzi, regie occulte, clientele, pizzini, Mi manda Picone, etc.
Distorsioni dettate probabilmente da una totale mancanza di regolamentazione: per la legge le lobby non esistono.
“Invece, nella realtà esitono”, afferma il coordinatore regionale del Pdl Isidoro Gottardo, “E non c’è altro sistema per rappresentare alla politica interessi particolari che siano compatibili con il bene comune. Si tratta di rendere trasparente un sistema di rappresentanza che già c’è e c’è da sempre, evitando cene segrete o cene trasversali… Questa è un’opportunità per i giovani, quelli tagliati fuori, che potrebbero farsi sentire in maniera incisiva. ”

Così Antonio Pedicini, constatando che “Non sono tempi facili per la politica, sembra che se ne possa fare a meno, i partiti, tradizionali strumenti di raccordo, hanno visto scemare la loro importanza, evidenziando la crisi dei sistemi rappresentativi…”, sottolinea che “la politica non si consuma più nei santuari istituzionali” e che “la politica deve aprirsi”; per cui è giunto il momento di regolamentare l’attività dei lobbisti.

Attività che, spesso, come esemplifica Baritussio, “Si consuma nella buvette, con un foglietto con la richiesta di un emendamento ficcato nella tasca della giacca del politico prima di entrare nell’aula per il voto. É necessario ridisegnare la piattaforma dei processi decisionali e la nostra proposta poggia sui concetti dell’ascolto, della partecipazione e della trasparenza”.

L’aspetto più europeo, “per una lobby trasparente”, sta nell’istituzione del Pubblico Registro dei portatori di interessi particolari, nuova opportunità, peraltro, di lavoro.
I requisiti: venticinque anni d’età, non aver riportato condanne per reati contro la Pubblica Ammnistrazione, la pubblica fede, l’amministrazione della giustizia etc.; non essere dipendente Regionale; aver sottoscritto il codice etico (che prevede sanzioni); comunicare gli interessi rappresentati durante la legislatura in corso e la precedente e presso altre istituzioni legislative.
A Bruxelles il registro omologo si chiama Registro per la trasparenza…

“Trasparenza”, scrive Pier Luigi Petrillo, docente di Teorie e tecniche di Lobbying alla Luiss, “degli interessi dei parlamentari, le cui norme in Italia sono disapplicate: non tutti sanno che la legge 659 del 1981 obbliga tutti i parlamentari, i loro coniugi, i loro figli conviventi a dichiarare i beni immobili e mobili, le azioni, le quote… e di tali dichiarazioni non v’è traccia. Perchè?
E per quanto riguarda le lobby la situazione è ancor più imbarazzante.
È l’assoluta discrezionalità del Collegio dei questori (composto da Deputati e Senatori) che decide a chi rilasciare un tesserino di accesso permanente a Palazzo.
L’effetto è che le grandi lobby hanno libero accesso mentre le lobby economicamente più deboli restano fuori.”

Altre Regioni hanno già legiferato in materia: corifea fu la Toscana (L5 2002), seguirono il Molise (L24 2004) e l’Abruzzo (L61 2010).
Il Friuli Venezia Giulia sta, con questa proposta, valutando se regolamentare questo strumento, considerato utile, se non indispensabile, nella sua accezione altotedesca di “deposito di documenti”, di consegna materiale di proposte di legge, emendamenti, correttivi,..

Vedremo cosa uscirà dal dibattito politico, con le lobby forti già attive per porre alcuni paletti che restringano l’accesso alle lobby più piccole o emergenti…

Tommaso Botto

Tommaso Botto - Dovatu.it

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