Bisignani? E chi è? «Come chi è?», rispose Silvio Berlusconi a un collaboratore che gli chiedeva informazioni su un uomo che usciva da un taxi. «Oggi è l’uomo più potente in circolazione. Più potente di me», precisò il Cavaliere neanche troppa ironia.
E di cosa si occupa? Qui le risposte sono più vaghe: alcuni hanno prediletto frasi dal significato astratto che evocano la celebre battuta morettiana «giro, vedo gente, faccio cose». Non per nulla Bisignani è stato definito un faccendiere. cAltri hanno preferito ricorrere a una definizione dai toni più politically correct ma ugualmente fumosa: «Bisignani il lobbista».
Ma cosa significa fare il lobbista? Luigi Giordano, il giudice per le indagini preliminari dell’inchiesta su Luigi Bisignani a cui sono stati contestati dalla procura di Napoli i reati di favoreggiamento e rivelazione del segreto d’ufficio, ha ammesso che si tratta di «una professione particolare e difficilmente definibile».
Almeno in Italia, perché il mondo delle lobby nel mondo anglosassone è ben definito e trasparente. «Nel nostro Paese», ha spiegato a Lettera43.it Fabio Bistoncini, amministratore delegato della Fb & Associati, «le lobby rappresentano le istanze di determinati gruppi e si prefiggono lo scopo di intervenire nel processo decisionale, vale a dire nelle decisione prese - per esempio - in Parlamento ma anche nelle amministrazioni locali».
PROCESSO DECISIONALE. Dal punto di vista tecnico, le lobby in Italia e negli Stati Uniti lavorano per il raggiungimento del medesimo obiettivo: influenzare il processo decisionale pubblico in maniera legale, trasparente e consapevole.
La differenza sostanziale risiede nell'istituzionalizzazione, anche a livello giuridico, dei gruppi americani. I gruppi di pressione negli Stati Uniti devono rispettare norme ben precise. «Innanzitutto devono essere iscritte in appositi registri, devono obbligatoriamente definire i loro obiettivi e adempimenti, specificare che tipo di attività svolgono», ha spiegato Bistoncini che sulle lobby ha scritto il libro 20 anni da sporco lobbista (ed. Guerini), «e perciò lavorano in modo trasparente e alla luce del sole».
«Bisignani? Non è un lobbista»
Per evitare che l’attività lobbistica sconfini nell’illegale, in America la materia è sotto stretta vigilanza del Congresso e non solo. «È fondamentale definire i limiti entro i quali i gruppi di pressioni possano lecitamente muoversi», ha messo in chiaro Mark Rom, professore di diritto dell’Università di Georgetown a Washington Dc. «Il punto è il seguente: dare soldi per raggiungere un determinato obiettivo è illegale. Parlare con qualcuno, prendere contatti, per ottenere quello stesso scopo, questo non è illegale».
GRUPPI SOTTO LA LENTE. La materia, nonostante sia ben regolata in America, è costantemente sotto il controllo dei media: i più autorevoli quotidiani americani e la maggior parte dei fogli politici, come il Washington Post o il Politico, dedicano rubriche intere all’argomento e, all’interno delle redazioni giornalistiche esiste la figura dell’esperto di lobbying. Come Ken Vogel che scrive per la versione cartacea di Politico. «Le società di lobbying sono obbligate a riportare in maniera dettagliata quanto spendono per ogni tipo di attività che esercitano», ha spiegato Vogel. «Questo aspetto è sotto il controllo non solo dei giornalisti ma anche di appositi gruppi di watchdog (guardiani, ndr) che operano a Washington».
I CONTENUTI PRIMA DEI CONTATTI. In Italia, al contrario, le lobby non sono istituzionalizzate né giuridicamente regolate, da qui la difficoltà di dare una definizione precisa a questa professione. «Nel nostro Paese, la parola lobby o lobbista equivale a quella di esperto in pubbliche relazioni, una persona che di mestiere ha mille contatti. Questa è una visione antiquata della professione», ha chiarito Bistoncini. «Prima dei contatti, il lavoro deve basarsi sui contenuti: quali sono le soluzioni che prospetto al mio cliente che possono essere efficaci e rappresentare al meglio le sue istanze? Questa è la prima domanda che, secondo me, un lobbista serio deve porsi». E, dunque, Luigi Bisignani non è un lobbista. «I contenuti e le idee vengono prima delle amicizie e dei numeri di telefono».
Il link all'articolo originale: http://www.lettera43.it/attualita/19266/pressioni-italiche.htm
Alessandra Cardinale - Lettera43






































