Nel corso dell'ultimo decennio i 25 principali emittenti di titoli subprime hanno speso 370 milioni di dollari in attività di lobbying allo scopo di tenere alla larga qualsiasi provvedimento di regolamentazione del settore. Lo ha rivelato il Financial Times citando uno studio condotto dal Center for Public Integrity (CPI), un'organizzazione no profit attiva nel giornalismo d'inchiesta.
La vicenda assume contorni ancora più inquietanti di fronte alla scoperta dei nomi delle grandi eminenze grigie della situazione. Le 25 società in questione, oggi quasi tutte fallite, appartenevano o erano largamente finanziate dalle maggiori banche del Paese: Citigroup, Goldman Sachs, Wells Fargo, JPMorgan e Bank of America. Tutte insieme le prime 25 banche USA coinvolte nei mutui subprime avrebbero speso negli ultimi 10 anni la bellezza di $370 milioni in attività di lobbying per influenzare la regolamentazione del proprio settore.
L'aspetto più inquietante, ovviamente, risiede nel fatto che queste ultime sono oggi le principali beneficiarie del pacchetto di fondi statali (leggasi dei contribuenti) da 700 miliardi di dollari. “Sono stati i loro contributi sfrenati e la loro massiccia attività di lobbying a creare quella mancanza di regolamentazione e di supervisione che ha portato alla crisi” ha affermato il direttore dell'indagine di CPI Bill Buzenberg.
Si calcola che nel triennio 2005-07 le top 25 abbiano emesso da sole circa 1 trilione di dollari di titoli subprime, più o meno il 75% del totale. In cima alla lista dei 25 c'è Countrywide Financial, che ha messo in circolo 97 miliardi di dollari in titoli subprime, e oggi controllata da Bank of America.
Con 11 milioni di dollari di donazioni tra il 1998 e il 2008, Countrywide è stata una delle società più attive nel lobbismo e nei contributi elettorali. Non bisogna dimenticare, nota il Financial Times, che nell'ultimo decennio l'intera industria finanziaria americana ha elargito 2,2 miliardi di dollari ai candidati presidenziali. Tra i principali beneficiari George W. Bush e Barack Obama che ha intascato 14 milioni di contributi proprio dagli operatori di Wall Street.
Franco Spicciariello - LI.Info



































