movimento 5 stelle – LobbyingItalia http://www.lobbyingitalia.com Blog dedicato al mondo delle lobbies in modo chiaro e trasparente Wed, 18 May 2016 18:10:09 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.4.3 Regolamento lobby alla Camera: 40 emendamenti, previste sanzioni http://www.lobbyingitalia.com/2016/04/regolamento-lobby-alla-camera-40-emendamenti-previste-sanzioni/ Wed, 13 Apr 2016 16:33:28 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3273 Sono circa 40 gli emendamenti presentati, nella Giunta del regolamento della Camera, al cosiddetto codice etico e all’ipotesi di regolamentazione delle lobby. Nel dettaglio circa 20 emendamenti sono stati presentati al codice etico e altrettanti ne sono stati presentati alla ipotesi di regolamentazione delle lobby. In quest’ultimo caso la maggior parte delle proposte di modifica sono arrivate dal Movimento 5 stelle. Tra questi, uno che prevede una serie di sanzioni: divieto di accesso alle sedi della Camera per un periodo da 30 giorni a 3 anni; cancellazione dal registro dei lobbisti per un periodo da 30 giorni a 3 anni.

Sono queste infatti, secondo un emendamento del Movimento 5 stelle, le sanzioni che l’Ufficio di presidenza della Camera potrà irrogare ai lobbisti che violano le disposizioni del regolamento. L’emendamento è stato presentato all’ipotesi di regolamentazione delle lobby all’esame della Giunta del regolamento. Il testo attualmente prevede, nella parte relativa alle sanzioni, solo un rimando a decisioni dell’Ufficio di presidenza. Lo stesso emendamento prevede per il deputato che partecipi ad incontri con lobbisti non debitamente comunicati una decurtazione dal 10% dell’indennità parlamentare mensile fino a sei volte l’indennità parlamentare mensile, “e, in caso di inadempienza reiterata – si legge – la sanzione della interdizione a partecipare ai lavori parlamentari per un periodo da uno a tre mesi”. Al gruppo parlamentare del deputato che partecipi ad incontri con lobbisti non debitamente comunicati l’emendamento M5s prevede una decurtazione del 3% del contributo finanziario unico e onnicomprensivo a carico del bilancio della Camera per ogni incontro non comunicato o comunicato erroneamente o parzialmente.

Il testo Pisicchio

Più in generale, la bozza di regolamentazione delle lobby depositata nella Giunta del regolamento della Camera dal relatore Pino Pisicchio, prevede che il registro, che sarà pubblicato sul sito della Camera, contenga: i dati anagrafici e il domicilio professionali del lobbista; la descrizione dell’attività di relazione istituzionale che si intende svolgere; i soggetti istituzionali che si intendono contattare. Per poter essere iscritti al registro il rappresentante di interessi deve: essere maggiorenne, non avere subito negli ultimi dieci anni condanne definitive per reati contro la pubblica fede o il patrimonio; godere dei diritti civili e non essere stato interdetto dai pubblici uffici. La stessa disciplina – specifica la bozza – si applica anche agli ex parlamentari che intendano svolgere attività di lobbying.

In merito al divieto per i deputati di ricevere doni superiori ai 200 euro (novità questa, contenuta nel codice etico), la bozza precisa che gli eventuali doni di valore inferiore, ricevuti dai deputati in qualità di rappresentanti della Camera, dovranno essere consegnati al presidente e trattati secondo modalità che verranno definite dall’Ufficio di presidenza. Fonte: Public Policy

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Il PD: «Casaleggio ha fatto lobbying per aumentare i clic ai suoi siti?» http://www.lobbyingitalia.com/2014/02/il-pd-casaleggio-ha-fatto-lobbying-per-aumentare-i-clic-ai-suoi-siti/ Wed, 05 Feb 2014 17:21:45 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2175 Alcuni deputati Pd chiedono chiarimenti sulle attività del guru in stretta connessione con le rivolte in aula e scrivono alla Boldrini

Casaleggio lobbista? È quello che chiedono alcuni deputati Pd che hanno inviato una lettera congiunta al Presidente della Camera Laura Boldrini. «Gianroberto Casaleggio visita la Camera e subito dopo il Gruppo del M5S da vita a condotte politicamente e mediaticamente clamorose, spesso in violazione del Regolamento della Camera. Il sito beppegrillo.it. fa il boom, con conseguente aumento vertiginoso dei ricavi garantiti dagli inserzionisti del blog. Ho scritto al Presidente della Camera insieme ai colleghi Massimiliano Manfredi e Giorgio Piccolo, per denunciare il conflitto d’interesse nel Movimento 5 Stelle», comunica Michela Rostan del Pd.

CASALEGGIO IN CONFLITTO? – Il documento segnala passaggi precisi puntando il dito contro alcuni siti che curano l’informazione a 5 Stelle:

Tali condotte si sono verificate in concomitanza con l’intensificarsi delle visite dell’imprenditore Gianroberto Casaleggio, titolare e fondatore della CASALEGGIO ED ASSOCIATI SRL (azienda operante nel campo del marketing on line) al Gruppo Parlamentare del Movimento 5 Stelle, presso la Camera dei Deputati.
Le visite del predetto imprenditore non sono mai state rese pubbliche, né nei contenuti, né nelle motivazioni, né, cosa più significativa, per quanto concerne il tipo di rapporto tra questi ed i Deputati appartenenti al Gruppo M5S.
Ciò che rileva, invece, è che l’azienda sopra richiamata, sarebbe proprietaria, direttamente o indirettamente del sito beppegrillo.it e dei siti lafucina.it e tzetze.it.

LEGGI ANCHE: Ivan Catalano, la Casaleggio e la storia della programmazione neurolinguistica

LA NORMA – I deputati proseguono:

Tali siti, a seguito di tali plateali condotte, hanno registrato picchi di visite senza precedenti, con conseguente aumento vertiginoso dei ricavi garantiti dagli inserzionisti del blog, anche attraverso il sistema del c.d. “advertising pay per clic”. Tali circostanze sollevano numerosi e quanto mai necessari interrogativi, che trovano una sicura accentuazione nella mancanza, allo stato, di una normativa ad hoc regolante l’attività di lobbying nel nostro Paese, quella stessa attività che, parrebbe evidente, lo stesso Casaleggio ha operato in proprio favore ed in favore delle proprie aziende di marketing. Va, intanto, chiarito se e come gli introiti, voluminosi, del sito beppegrillo.it e quelli delle società controllate, possano costituire, in buona sostanza, una forma indiretta di finanziamento al partito del Movimento 5 Stelle ed in caso affermativo, se le modalità prescelte siano conformi ai principi normativi vigenti in materia.

Fino alla domanda finale…

Ed una volta affermato questo, non sarebbe opportuno verificare se tali condotte tenute da Gianroberto Casaleggio integrino la fattispecie di cui all’art. 346 – bis del codice penale, che disciplina il c.d. “traffico di influenze illecite”? Non sarebbe opportuno verificare di quali vantaggi economici e patrimoniali Gianroberto Casaleggio starebbe beneficiando in concomitanza degli ultimi avvenimenti e scontri verificatisi alla Camera dei Deputati, a seguito delle intemperanze dei Grillini? In altre parole, Gentili Colleghi, quanto e chi ci guadagna ad ogni aumento dei contatti e delle visite ai siti internet di Casaleggio e Beppe Grillo, successivo alle caotiche e rivoltose condotte dei Deputati Grillini in Parlamento?

L’intero documento qui:

Lettera Boldrini
Fonte: Giornalettismo

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Lobby e politica, la mappa degli interessi http://www.lobbyingitalia.com/2013/12/lobby-e-politica-la-mappa-degli-interessi/ Sat, 21 Dec 2013 23:22:25 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=1924 Sanità. Grandi opere. Armi. Taxi. I gruppi di pressione a Palazzo hanno i propri referenti. E nessuno è riuscito a regolamentarli. M5s: «Quello nel video è Tivelli». Salva-Roma: intesa sui giochi.

Troppi lobbisti alla Camera durante il voto sulla legge di Stabilità targata Letta. Troppe persone con la ventiquattrore avvicinano i parlamentari o i loro portaborse passando fogli e foglietti con emendamenti e modifiche al testo, per indirizzare le fonti di spesa della manovra in una direzione invece che in un’altra.
A partire dal tanto discusso sub-emendamento sulle slot machine. Presentato dal Nuovo centrodestra – i cui esponenti, dalla firmataria Federica Chiavaroli al sottosegretario Alberto Giorgetti, sono legati a doppio filo con le società dell’azzardo – ma appoggiato in un primo momento pure dal Pd (che nel settore vanta una storia decennale)

LA LETTERA A BOLDRINI. La denuncia di questa invadente presenza è contenuta in una lettera che i deputati 5 stelle hanno scritto alla presidente della Camera Laura Boldrini. Dove si parla tra l’altro di «badge» per gli ospiti rilasciati con «disinvoltura», anche perché permettono ai lobbisti una grande libertà di movimento fra sale e uffici di Montecitorio.

M5S CONTRO LUIGI TIVELLI. E non è tutto. I pentastellati continuano la loro battaglia quotidiana contro questi «squali» che hanno trasformato la Stabilità in una «legge marchetta».
Così il 21 dicembre hanno fatto nomi e cognomi. Il lobbista intercettato – e filmato – dai grillini davanti a una commissione di Montecitorio mentre si vantava di aver fatto bloccare il taglio delle pensioni d’oro sarebbe Luigi Tivelli, ex funzionario della Camera. Lui «è il vero mercante del tempio», ha detto il deputato-cittadino Giorgio Sorial.

Albo dei lobbisti: una riforma insabbiata

C’è da dire che le truppe pentastellate – ultime arrivate in parlamento – sono sempre state in prima linea nella battaglia alle lobby.

A questo proposito è utile segnare una data: 5 luglio 2013. Il Consiglio dei ministri discusse una legge ad hoc, voluta proprio dai parlamentari grillini. Il testo prevedeva l’istituzione di un albo dei lobbisti, affidava il loro controllo all’Antitrust, chiedeva regole stringenti e limiti all’attività di pressione. E, soprattutto, l’obbligo dei ministri a redigere una relazione che desse conto dei loro rapporti con questi personaggi e le società che essi rappresentavano.

L’OPPOSIZIONE DI LUPI E MAURO. Ma tutto, ovviamente, si bloccò. Contrari a molte di queste regole, ma non furono i soli, i due ministri di Comunione e liberazione, Maurizio Lupi (Infrastrutture e trasporti, cioè grandi appalti) e Mauro Mauro (Difesa, cioè appalti per l’industria militare), entrambi vicini alle aziende della Compagnia delle opere.
Così il governo affidò a Enzo Moavero (ministro per l’Europa) il compito di preparare uno studio sulle norme analoghe vigenti nei Paesi dell’Ue. Finito, come prevedibile, in un nulla di fatto.

VeDrò, il governo e la sponsorizzazione dei grandi gruppi

Il premier Enrico Letta.(© Ansa) Il premier Enrico Letta.

In verità il governo aveva già risolto la questione a modo suo, attraverso un’associazione che «permette» ai lobbisti di prendere contatti direttamente con sei ministri. Si tratta della Fondazione VeDrò, think tank di Enrico Letta, che – secondo un’inchiesta de L’Espresso – ha un bilancio annuo di circa 1 milione di euro, frutto delle donazioni, tra gli altri, di Eni, Autostrade, Lottomatica, Sisal, Farmindustria, Telecom Italia, Vodafone, Edison, Nestlé, Sky.
CINQUE MINISTRI ASSOCIATI.  Sono solo sponsorizzazioni dei convegni, si sono sempre difese le aziende. Ma il rapporto resta. Anche perché di VeDrò fanno o facevano parte tra gli altri i ministri Angelino Alfano, Beatrice Lorenzin, Andrea Orlando, Maurizio Lupi, Nunzia De Girolamo. E gli ex ministri Josefa Idem e Corrado Passera.

I rappresentanti della Compagnia delle opere

La Compagnia delle opere, enorme rete di aziende legata a Cl, conta oggi su due ministri: sono Lupi e Mauro. Quest’ultimo si è distinto per il suo impegno nel proteggere gli appalti per gli armamenti, come gli F35 che difende a spada tratta, un affare al cui interno c’è pure Finmeccanica.
Nell’ultimo esecutivo Berlusconi, era Giancarlo Galan a fare da tramite con l’associazione fondata da don Giussani. All’epoca in cui era presidente del Veneto, gli appalti affidati alle aziende di Cl hanno vissuto una stagione assai felice, con aumento degli affidamenti e degli incassi.

La sanità fa pressing sulle Regioni

Le lobby della sanità da qualche anno, pur non trascurando certo i Palazzi romani, si muovo soprattutto nelle Regioni, dove sono ormai localizzati i centri di spesa.
Lo dimostra, su tutti, il caso della clinica Maugeri di Milano e delle presunte tangenti pagate all’allora governatore Roberto Formigoni. Il Celeste, lasciando Berlusconi al momento giusto e spostandosi su Alfano, ha saputo conservare il suo ruolo influente nei rapporti tra Compagnia delle opere, politica ed esecutivo.

Alfano, gli avvocati e la riforma

Non sono solo le aziende a fare opera di lobbying, ma anche le categorie. Sarà un caso, ma l’avvocato Angelino Alfano, quando indossa la giacca da vicepremier preme per una riforma della giustizia che limiti i poteri di giudici e pm. Riforma invisa ai magistrati ma auspicata dai colleghi in toga del leader del Ncd, già titolare del dicastero di via Arenula con il governo del Cavaliere.

Il petrolio di Zanonato

Il ministro per lo Sviluppo Flavio Zanonato è stato di recente accusato da Greenpeace di essere particolarmente sensibile alle richieste della lobby del petrolio, tanto da aver messo in cantiere un piano a vantaggio dei combustibili fossili e a danno delle energie rinnovabili.
Per questo ha fatto discutere la posizione pro-petrolio presa da Zanonato a metà ottobre 2013 quando, insieme con altri otto ministri di altrettanti Paesi europei, ha firmato una dichiarazione dove si indicava l’impegno a ridurre le emissioni inquinanti come una delle cause della crisi economica che attanaglia l’Ue.

La crociata di De Girolamo

Tra i più duri oppositori della regolamentazione delle lobby c’è il ministro dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo. «No a una legge sovietica», ha tuonato la determinata esponente alfaniana, ottenendo il plauso delle organizzazioni di categoria di ogni parte e colore politico.

ARIA D CONFLITTO DI INTERESSE. A far imbufalire il ministro – il cui padre Nicola è da anni il direttore del Consorzio agrario di Benevento – soprattutto l’obbligo, previsto dalla legge ormai insabbiata, di redigere una lista nominativa dei lobbisti ricevuti e incontrati: il passaggio di carte e consigli, insomma, meglio che rimanga segreto.

Taxisti, appoggi bipartisan e nei Comuni

L'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno a bordo di un bus.(© 2013 Imagoeconomica) L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno a bordo di un bus.

Un’altra lobby potentissima in Italia è quella dei taxisti. Quando nel dicembre 2011 il governo Monti nel Salva Italia paventò l’idea della liberalizzazione delle licenze, la mobilitazione fu totale. Sette dirigenti delle più importanti organizzazioni di categoria marciarono su Roma per incontrare i componenti della commissione Bilancio. Insieme scrissero un testo. E le liberalizzazioni rimasero un ricordo. L’allora segretario generale di Palazzo Chigi, Manlio Strano, li ricevette ufficializzando la marcia indietro dell’esecutivo.

BIPARTISAN E VINCENTI. La lobby premette anche sul pacchetto di liberalizzazioni Tremonti. Ottenendo più o meno gli stessi effetti. E non fece sconti a Pier Luigi Bersani, svuotando di fatto la sua riforma del 2006.
La forza delle auto bianche sta nel loro essere bipartisan, trasversali.
Ma è a livello locale che la pressione è più forte. A Roma il punto di riferimento, per esempio, era l’ex sindaco Gianni Alemanno.

Fonte: Lettera43.it

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Luigi Tivelli, il lobbista che infinocchia i pivelli http://www.lobbyingitalia.com/2013/12/luigi-tivelli-il-lobbista-che-infinocchia-i-pivelli/ Sat, 21 Dec 2013 18:16:05 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=1915 Bel colpo del M5S che ha diffuso una telefonata compromettente del lobbista intento a sfoggiare l’elenco degli alti burocrati e dei professori da lui avvantaggiati, riuscendo a evitare loro decurtazioni di reddito significative, nello sprint finale della legge di stabilità.

Ora che a Montecitorio ne è stato diffuso il nomeLuigi Tivelli, una lunga carriera di consigliere parlamentare, guardo la sua fotografia e in effetti riconosco di averlo visto più volte lungo i famosi corridoi dei passi perduti. Anche se non ho mai saputo che mestiere facesse e non ci ho mai scambiato una parola.

Lobbista, ok. Non mi scandalizza. E’ un mestiere esercitato in tutte le sedi istituzionali del mondo. Il periodo in cui il Parlamento discute la legge di bilancio dello Stato è per i lobbisti, naturalmente, un momento di frenetico attivismo. Abolirli sarebbe un’utopia e, al posto loro, lo spazio sarebbe immediatamente riempito da altri “consulenti”.

A quanto leggo su Google, Luigi Tivelli offre i suoi servizi attraverso apposito studio professionale e vanta numerose pubblicazioni, alcune delle quali firmate con altri potenti come l’ex Ragioniere dello Stato, Andrea Monorchio.

Anzichè urlare in aula per la scoperta dell’acqua calda, come hanno fatto oggi i grillini, sarebbe bene procedere alla regolamentazione trasparente di questa attività lobbistica. Ma anche questo non basta: sono i partiti politici che dovrebbero imparare a non lasciarsi infinocchiare come pivelli dai vari Tinelli in circolazione.

Negli ultimi giorni, sulle più varie questioni, da Telecom alle slot-machine, passando per i tetti agli stipendi dei dirigenti pubblici e per l’annullamento di multe comminate dalle amministrazioni locali, troppe volte i deputati e i senatori hanno votato secondo le convenienze di qualcuno anche se hanno giurato di rappresentare l’interesse generale della nazione.

Fonte: Gad Lerner

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La tribù dei lobbisti: chi sono, chi li manda, cosa ottengono http://www.lobbyingitalia.com/2013/12/la-tribu-dei-lobbisti-chi-sono-chi-li-manda-cosa-ottengono/ Thu, 19 Dec 2013 17:26:50 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=1898 Il viaggiatore che si trovasse a passare nei pressi delle commissioni Bilancio delle due Camere durante la discussione della legge di Stabilità osserverebbe una scena assai bizzarra. Dentro l’aula i parlamentari discutono e votano, entrano ed escono commessi, funzionari e gli stessi onorevoli, all’esterno – su un tavolo – un gruppo di giornalisti segue i lavori col testo della legge a sinistra e il fascicolo degli emendamenti a destra.

Tutt’intorno c’è un’altra tribù dall’occupazione più sfuggente: a turno i suoi membri alternano fasi di calma ad altre di grande agitazione in cui scrivono o telefonano o passano fogli a qualcuno; amano colloquiare con gli interlocutori sempre con un’aria un po’ da congiurati; hanno una certa passionaccia per la parola all’orecchio, la passeggiata sotto braccio, l’amichevole pacca sulla spalla, il sorriso largo e rassicurante. Ecco, quella tribù sono i lobbisti.

Chi sono i lobbisti? Intanto quelli veri e propri – cioè i dipendenti di una società di lobby ufficiale come Cattaneo Zanetto o Reti , per citare le più note – sono una minoranza e nemmeno delle più rilevanti. Alcuni lobbisti sono, più semplicemente, quelli che nelle aziende si chiamano “Responsabili delle relazioni istituzionali” (una, Simonetta Giordani, in questo governo ha cambiato sponda e da Autostrade è passata al sottosegretariato ai Beni Culturali), altri ancora sono lobbisti informali: ex dipendenti del Parlamento, magari, come il meraviglioso esemplare registrato a Montecitorio dal Movimento 5 Stelle.

Sul sito di Beppe Grillo lo si sente vantarsi al telefono di come ha bloccato un emendamento del Pd che fissava a 150 mila euro l’anno il tetto massimo di cumulo tra pensione e redditi da lavoro che tanto fastidio dava ai nostri Grand commis (in una parte non registrata ha fatto riferimento anche ai membri della Consulta): “Ho dovuto scatenare mari e monti. È stata una battaglia durissima. Io lo potrei scrivere in un manuale come caso di eccellenza di azione di lobby… Ho dovuto smuovere tutto”. Alla fine, il tetto è stato fissato a oltre 300 mila euro. Più del doppio. Qualcuno, come il deputato M5S Vincenzo Caso, s’è ritrovato il lobbista fuori dalla porta dell’aula che esultava per la bocciatura di un proprio emendamento: “Non è passatoooooo”.

Chi sono i mandanti? Alle Camere, da ottobre a dicembre, stazionano tutti. Giganti come Eni o Enel o Poste o Ferrovie hanno ovviamente un loro uomo sul posto: la società guidata da Mario Moretti, per dire, deve essere certa che i finanziamenti da cui dipende siano effettivamente stanziati e quindi presidia il ministero delle Infrastrutture prima e il Parlamento poi (missione compiuta anche quest’anno).

Ci sono poi gli inviati dei ministeri. Quello della Difesa si occupa tanto dei militari veri e propri quanto dell’industria del settore: a questo giro, ad esempio, i primi hanno incassato 100 milioni extra per il 2014 e altri cento da dividere con le altre forze di polizia, i secondi un piano pluriennale di spesa in armamenti.

Ci sono poi i lobbisti delle tv private e dell’editoria , che si preoccupano dei rispettivi fondi statali, e c’è il mondo dell’energia che è diviso in tre: c’è sempre qualcuno del Gestore dei mercati elettrici (Gme), altri di Assoenergia e qualcuno pure di Energia Concorrente, che poi sarebbe l’associazione a cui aderisce Sorgenia di Carlo De Benedetti che ha strappato un emendamento per risolvere un contenzioso sugli oneri urbanistici con un comune del lodigiano (un risparmio potenziale di 22 milioni di euro).

Non mancano, ovviamente, gli uomini dell’Abi, l’associazione bancaria italiana, i veri trionfatori di questa sessione di bilancio tra detrazioni sulle sofferenze velocizzate (da 18 anni a cinque) e rivalutazione delle quote di Bankitalia con relativa aliquota di favore.

La lobby del gioco – a partire da Sistema Gioco Italia di Confindustria – pure è sempre presente in forze in Parlamento: tra concessioni e trattamento fiscale i fronti aperti sono molti (anche se l’emendamento per spaventare regioni e comuni tentati dalla guerra alle slot, come vi raccontiamo qui accanto, probabilmente alla fine verrà cancellato).

Non manca il mondo assicurativo, anche se Ania preferisce lavorare direttamente col ministero: dopo il regalo del governo Monti che ha nei fatti reso irrisarcibili molti infortuni di piccola entità (norma anti-“ colpo di frusta”), oggi l’esecutivo Letta gli regala per decreto il mercato dell’autoriparazione grazie all’obbligo di far riparare la macchina solo nelle carrozzerie convenzionate. Gli interessati, nel senso dei carrozzieri, iniziano a gennaio una mobilitazione nazionale. Si può dire che anche loro siano una lobby, però non efficace come quella della loro controparte.

Fonte: il fatto quotidiano · Marco Palombi e Paola Zanca

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