m5s – LobbyingItalia http://www.lobbyingitalia.com Blog dedicato al mondo delle lobbies in modo chiaro e trasparente Wed, 18 May 2016 18:10:09 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.4.3 Il ddl Lobby? Al Senato non è la priorità del governo (Public Policy) http://www.lobbyingitalia.com/2015/06/il-ddl-lobby-al-senato-non-e-la-priorita-del-governo-public-policy/ Wed, 10 Jun 2015 12:00:03 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2822 “La 1a commissione del Senato ha delle priorità che sono la riforma del terzo settore per prima, poi la riforma costituzionale e infine il disegno di legge sulle lobby“. A dirlo a Public Policy è stato il sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti.
Per il momento il sottosegretario ha spiegato che non sono previsti emendamenti né da parte del governo né da parte del relatore, il senatore di Italia lavori in corso (ex M5s) Francesco Campanella: “L’idea – ha spiegato Pizzetti – è quella di non presentare testi alternativi del governo ma di concordare le eventuali modifiche insieme al relatore”.
Alla domanda se, dunque, il ddl slittasse a settembre il sottosegretario ha risposto: “Non è detto, dipende da quando la commissione licenzierà i testi“.

Fonte: Public Policy

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Lobby e politica, la mappa degli interessi http://www.lobbyingitalia.com/2013/12/lobby-e-politica-la-mappa-degli-interessi/ Sat, 21 Dec 2013 23:22:25 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=1924 Sanità. Grandi opere. Armi. Taxi. I gruppi di pressione a Palazzo hanno i propri referenti. E nessuno è riuscito a regolamentarli. M5s: «Quello nel video è Tivelli». Salva-Roma: intesa sui giochi.

Troppi lobbisti alla Camera durante il voto sulla legge di Stabilità targata Letta. Troppe persone con la ventiquattrore avvicinano i parlamentari o i loro portaborse passando fogli e foglietti con emendamenti e modifiche al testo, per indirizzare le fonti di spesa della manovra in una direzione invece che in un’altra.
A partire dal tanto discusso sub-emendamento sulle slot machine. Presentato dal Nuovo centrodestra – i cui esponenti, dalla firmataria Federica Chiavaroli al sottosegretario Alberto Giorgetti, sono legati a doppio filo con le società dell’azzardo – ma appoggiato in un primo momento pure dal Pd (che nel settore vanta una storia decennale)

LA LETTERA A BOLDRINI. La denuncia di questa invadente presenza è contenuta in una lettera che i deputati 5 stelle hanno scritto alla presidente della Camera Laura Boldrini. Dove si parla tra l’altro di «badge» per gli ospiti rilasciati con «disinvoltura», anche perché permettono ai lobbisti una grande libertà di movimento fra sale e uffici di Montecitorio.

M5S CONTRO LUIGI TIVELLI. E non è tutto. I pentastellati continuano la loro battaglia quotidiana contro questi «squali» che hanno trasformato la Stabilità in una «legge marchetta».
Così il 21 dicembre hanno fatto nomi e cognomi. Il lobbista intercettato – e filmato – dai grillini davanti a una commissione di Montecitorio mentre si vantava di aver fatto bloccare il taglio delle pensioni d’oro sarebbe Luigi Tivelli, ex funzionario della Camera. Lui «è il vero mercante del tempio», ha detto il deputato-cittadino Giorgio Sorial.

Albo dei lobbisti: una riforma insabbiata

C’è da dire che le truppe pentastellate – ultime arrivate in parlamento – sono sempre state in prima linea nella battaglia alle lobby.

A questo proposito è utile segnare una data: 5 luglio 2013. Il Consiglio dei ministri discusse una legge ad hoc, voluta proprio dai parlamentari grillini. Il testo prevedeva l’istituzione di un albo dei lobbisti, affidava il loro controllo all’Antitrust, chiedeva regole stringenti e limiti all’attività di pressione. E, soprattutto, l’obbligo dei ministri a redigere una relazione che desse conto dei loro rapporti con questi personaggi e le società che essi rappresentavano.

L’OPPOSIZIONE DI LUPI E MAURO. Ma tutto, ovviamente, si bloccò. Contrari a molte di queste regole, ma non furono i soli, i due ministri di Comunione e liberazione, Maurizio Lupi (Infrastrutture e trasporti, cioè grandi appalti) e Mauro Mauro (Difesa, cioè appalti per l’industria militare), entrambi vicini alle aziende della Compagnia delle opere.
Così il governo affidò a Enzo Moavero (ministro per l’Europa) il compito di preparare uno studio sulle norme analoghe vigenti nei Paesi dell’Ue. Finito, come prevedibile, in un nulla di fatto.

VeDrò, il governo e la sponsorizzazione dei grandi gruppi

Il premier Enrico Letta.(© Ansa) Il premier Enrico Letta.

In verità il governo aveva già risolto la questione a modo suo, attraverso un’associazione che «permette» ai lobbisti di prendere contatti direttamente con sei ministri. Si tratta della Fondazione VeDrò, think tank di Enrico Letta, che – secondo un’inchiesta de L’Espresso – ha un bilancio annuo di circa 1 milione di euro, frutto delle donazioni, tra gli altri, di Eni, Autostrade, Lottomatica, Sisal, Farmindustria, Telecom Italia, Vodafone, Edison, Nestlé, Sky.
CINQUE MINISTRI ASSOCIATI.  Sono solo sponsorizzazioni dei convegni, si sono sempre difese le aziende. Ma il rapporto resta. Anche perché di VeDrò fanno o facevano parte tra gli altri i ministri Angelino Alfano, Beatrice Lorenzin, Andrea Orlando, Maurizio Lupi, Nunzia De Girolamo. E gli ex ministri Josefa Idem e Corrado Passera.

I rappresentanti della Compagnia delle opere

La Compagnia delle opere, enorme rete di aziende legata a Cl, conta oggi su due ministri: sono Lupi e Mauro. Quest’ultimo si è distinto per il suo impegno nel proteggere gli appalti per gli armamenti, come gli F35 che difende a spada tratta, un affare al cui interno c’è pure Finmeccanica.
Nell’ultimo esecutivo Berlusconi, era Giancarlo Galan a fare da tramite con l’associazione fondata da don Giussani. All’epoca in cui era presidente del Veneto, gli appalti affidati alle aziende di Cl hanno vissuto una stagione assai felice, con aumento degli affidamenti e degli incassi.

La sanità fa pressing sulle Regioni

Le lobby della sanità da qualche anno, pur non trascurando certo i Palazzi romani, si muovo soprattutto nelle Regioni, dove sono ormai localizzati i centri di spesa.
Lo dimostra, su tutti, il caso della clinica Maugeri di Milano e delle presunte tangenti pagate all’allora governatore Roberto Formigoni. Il Celeste, lasciando Berlusconi al momento giusto e spostandosi su Alfano, ha saputo conservare il suo ruolo influente nei rapporti tra Compagnia delle opere, politica ed esecutivo.

Alfano, gli avvocati e la riforma

Non sono solo le aziende a fare opera di lobbying, ma anche le categorie. Sarà un caso, ma l’avvocato Angelino Alfano, quando indossa la giacca da vicepremier preme per una riforma della giustizia che limiti i poteri di giudici e pm. Riforma invisa ai magistrati ma auspicata dai colleghi in toga del leader del Ncd, già titolare del dicastero di via Arenula con il governo del Cavaliere.

Il petrolio di Zanonato

Il ministro per lo Sviluppo Flavio Zanonato è stato di recente accusato da Greenpeace di essere particolarmente sensibile alle richieste della lobby del petrolio, tanto da aver messo in cantiere un piano a vantaggio dei combustibili fossili e a danno delle energie rinnovabili.
Per questo ha fatto discutere la posizione pro-petrolio presa da Zanonato a metà ottobre 2013 quando, insieme con altri otto ministri di altrettanti Paesi europei, ha firmato una dichiarazione dove si indicava l’impegno a ridurre le emissioni inquinanti come una delle cause della crisi economica che attanaglia l’Ue.

La crociata di De Girolamo

Tra i più duri oppositori della regolamentazione delle lobby c’è il ministro dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo. «No a una legge sovietica», ha tuonato la determinata esponente alfaniana, ottenendo il plauso delle organizzazioni di categoria di ogni parte e colore politico.

ARIA D CONFLITTO DI INTERESSE. A far imbufalire il ministro – il cui padre Nicola è da anni il direttore del Consorzio agrario di Benevento – soprattutto l’obbligo, previsto dalla legge ormai insabbiata, di redigere una lista nominativa dei lobbisti ricevuti e incontrati: il passaggio di carte e consigli, insomma, meglio che rimanga segreto.

Taxisti, appoggi bipartisan e nei Comuni

L'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno a bordo di un bus.(© 2013 Imagoeconomica) L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno a bordo di un bus.

Un’altra lobby potentissima in Italia è quella dei taxisti. Quando nel dicembre 2011 il governo Monti nel Salva Italia paventò l’idea della liberalizzazione delle licenze, la mobilitazione fu totale. Sette dirigenti delle più importanti organizzazioni di categoria marciarono su Roma per incontrare i componenti della commissione Bilancio. Insieme scrissero un testo. E le liberalizzazioni rimasero un ricordo. L’allora segretario generale di Palazzo Chigi, Manlio Strano, li ricevette ufficializzando la marcia indietro dell’esecutivo.

BIPARTISAN E VINCENTI. La lobby premette anche sul pacchetto di liberalizzazioni Tremonti. Ottenendo più o meno gli stessi effetti. E non fece sconti a Pier Luigi Bersani, svuotando di fatto la sua riforma del 2006.
La forza delle auto bianche sta nel loro essere bipartisan, trasversali.
Ma è a livello locale che la pressione è più forte. A Roma il punto di riferimento, per esempio, era l’ex sindaco Gianni Alemanno.

Fonte: Lettera43.it

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Luigi Tivelli, il lobbista che infinocchia i pivelli http://www.lobbyingitalia.com/2013/12/luigi-tivelli-il-lobbista-che-infinocchia-i-pivelli/ Sat, 21 Dec 2013 18:16:05 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=1915 Bel colpo del M5S che ha diffuso una telefonata compromettente del lobbista intento a sfoggiare l’elenco degli alti burocrati e dei professori da lui avvantaggiati, riuscendo a evitare loro decurtazioni di reddito significative, nello sprint finale della legge di stabilità.

Ora che a Montecitorio ne è stato diffuso il nomeLuigi Tivelli, una lunga carriera di consigliere parlamentare, guardo la sua fotografia e in effetti riconosco di averlo visto più volte lungo i famosi corridoi dei passi perduti. Anche se non ho mai saputo che mestiere facesse e non ci ho mai scambiato una parola.

Lobbista, ok. Non mi scandalizza. E’ un mestiere esercitato in tutte le sedi istituzionali del mondo. Il periodo in cui il Parlamento discute la legge di bilancio dello Stato è per i lobbisti, naturalmente, un momento di frenetico attivismo. Abolirli sarebbe un’utopia e, al posto loro, lo spazio sarebbe immediatamente riempito da altri “consulenti”.

A quanto leggo su Google, Luigi Tivelli offre i suoi servizi attraverso apposito studio professionale e vanta numerose pubblicazioni, alcune delle quali firmate con altri potenti come l’ex Ragioniere dello Stato, Andrea Monorchio.

Anzichè urlare in aula per la scoperta dell’acqua calda, come hanno fatto oggi i grillini, sarebbe bene procedere alla regolamentazione trasparente di questa attività lobbistica. Ma anche questo non basta: sono i partiti politici che dovrebbero imparare a non lasciarsi infinocchiare come pivelli dai vari Tinelli in circolazione.

Negli ultimi giorni, sulle più varie questioni, da Telecom alle slot-machine, passando per i tetti agli stipendi dei dirigenti pubblici e per l’annullamento di multe comminate dalle amministrazioni locali, troppe volte i deputati e i senatori hanno votato secondo le convenienze di qualcuno anche se hanno giurato di rappresentare l’interesse generale della nazione.

Fonte: Gad Lerner

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Lobby, Giorgio Sorial: “Vi svelo il nome del lobbista misterioso: è Luigi Tivelli” http://www.lobbyingitalia.com/2013/12/lobby-giorgio-sorial-vi-svelo-il-nome-del-lobbista-misterioso-e-luigi-tivelli/ Sat, 21 Dec 2013 13:52:48 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=1911 C’era un emendamento, prima firma Roberto Speranza, che imponeva un tetto alle pensioni d’oro. Emendamento poi approvato nella legge di stabilità in una forma svuotata completamente del suo contenuto. Cos’è successo nel mezzo? Il Movimento 5 stelle attacca: “Colpa dei lobbisti”. E pubblica un video nel quale si sente un uomo dal volto oscurato parlare al telefono: “Io sono stato questa settimana in full immersion, giorno e notte perché la commissione ha lavorato giorno e notte per fare cazzate dietro… dietro a queste faccende qua, perché avevo una marea di gente che mi chiamava in questa condizione, chi per il lavoro autonomo, chi perché c’hanno privilegi che fanno i Consiglieri di Stato, i professori universitari, ste cose qua, e quindi si sono salvati pure quelli”.

Insomma, il lobbista avrebbe fatto cambiare al Pd il proprio emendamento, salvando una lunga schiera di pensionati eccellenti. La presunta identità è stata svelata oggi da Giorgio Sorial, deputato del M5s, durante una durissima dichiarazione di voto contro la legge di stabilità: “Oggi denunciamo in aula il nome di questo lobbista: si chiama Luigi Tivelli“. Già consigliere giuridico e portavoce di numerosi ministri, oggi è consigliere parlamentare a Montecitorio, oltre che autore di un paio di decine di libri sul mondo della politica.

Sempre Tivelli, nella telefonata a lui attribuita, avrebbe osservato: “Tu non avresti potuto fare niente al di sopra dei 150 mila euro compresa la pensione, ho dovuto scatenare mari e monti. È stata una battaglia durissima … ehhh, è questo il Parlamento oggi. Io lo potrei portare… scrivere in un manuale come caso di eccellenza di azione di lobby… ho dovuto smuovere tutto”.

Durante l’intervento, Sorial si è scontrato con Laura Boldrini. Dopo che il deputato stellato ha accusato Speranza di dire “fregnacce”, la presidente l’ha interrotto: “Basta! ho sentito ‘Fantoccio’, ‘balle’, ‘porcellini’, non approfitti della pazienza di questa aula, si esprima in maniera appropriata“.

Fonte: Huffington Post Italia

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Lobbisti, fora da i ball! (Formiche.net) http://www.lobbyingitalia.com/2013/12/lobbisti-fora-da-i-ball-formiche-net/ Thu, 19 Dec 2013 19:43:33 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=1908 Finora l’accusa che aveva fatto più scalpore sui lobbisti in Parlamento era contenuta in un articolo del (bravo) Lorenzo Salvia, giornalista del Corriere della Sera, nel luglio del 2012. L’articolo parlava dei lobbisti in Parlamento “transennati”, per impedire che assalissero i lavori in Commissione (per chi lo volesse leggere, lo trova Qui). Apriti cielo, i diretti interessati ci tennero a far sapere che, altro che transenne, i politici facevano trovare loro le porte spalancate per ringraziarli (e avvalersi) dell’aiuto prezioso che davano ai lavori parlamentari.

Erano i politici di ieri, mica quelli di oggi. Questi non guardano in faccia a nessuno. In particolare i pentastellati. I quali, esasperati – dicono loro – dai continui assalti dei lobbisti durante i lavori per la legge di stabilità, hanno pensato bene di scrivere una lettera alla Boldrini e compagnia. Questo il testo (che trovate anche Qui). Il testo è quello originale, a parte le frasi in grassetto (con cui evidenzio i passaggi più sfiziosi):

Negli ultimi giorni, in occasione dell’esame del disegno di legge di stabilità, i deputati appartenenti al nostro gruppo parlamentare ci hanno segnalato la presenza al IV piano di Palazzo Montecitorio di una quantità di soggetti esterni tale da intralciare a tratti l’ordinario svolgimento e la serenità dei lavori. già di per se piuttosto complessi data la tematica trattata. Si tratterebbe, in particolare, dei componenti degli uffici per le relazioni istituzionali sia di gruppi di pressione che di associazioni rappresentative, nonché di aziende private. 

Ci preme a questo proposito sottolineare come ci sfugga la ragione di una tale disinvoltura nella concessione di badge che consentono l’accesso e la libera circolazione, in particolare nel corso dello svolgimento delle sedute delle commissioni parlamentari, all’interno dei Palazzi della Camera dei Deputati, di codesti soggetti il cui numero ad oggi ha – a nostro parere – raggiunto un livello patologico e non più sostenibile. 

Pertanto chiediamo alle SSVV di conoscere quale sia la normativa che regola tali accessi e di avviare, se del caso e per le parti di rispettiva competenza, una riflessione circa l’opportunità di restringere i criteri con i quali, in occasione dello svolgimento delle sedute delle Commissioni parlamentari, viene consentito l’accesso e lo stazionamento nei pressi delle aule a soggetti esterni che non siano: a) dipendenti della Camera dei Deputati; b) addetti alle segreterie istituzionali; c) dipendenti dei gruppi parlamentari; d) dipendenti delle ditte aggiudicativi di appalti presso la Camera (come per esempio gli addetti ai servizi di pulizia o di manutenzione tecnica degli impianti); e) collaboratori parlamentari dei deputati. 

firmato bla bla

In sostanza: i lobbisti sono “soggetti esterni”, al pari degli addetti alle pulizie o alla manutenzione (con tutto il rispetto necessario per queste categorie ovviamente). Non lavorano, disturbano.

All’ingresso della Camera l’elargizione dei badge è generosa, pure troppo. Sicché, in conclusione, perché non dare meno badge anziché pensare ad approvare una legge? Misteri della politica.

 

Fonte: Formiche.net

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La tribù dei lobbisti: chi sono, chi li manda, cosa ottengono http://www.lobbyingitalia.com/2013/12/la-tribu-dei-lobbisti-chi-sono-chi-li-manda-cosa-ottengono/ Thu, 19 Dec 2013 17:26:50 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=1898 Il viaggiatore che si trovasse a passare nei pressi delle commissioni Bilancio delle due Camere durante la discussione della legge di Stabilità osserverebbe una scena assai bizzarra. Dentro l’aula i parlamentari discutono e votano, entrano ed escono commessi, funzionari e gli stessi onorevoli, all’esterno – su un tavolo – un gruppo di giornalisti segue i lavori col testo della legge a sinistra e il fascicolo degli emendamenti a destra.

Tutt’intorno c’è un’altra tribù dall’occupazione più sfuggente: a turno i suoi membri alternano fasi di calma ad altre di grande agitazione in cui scrivono o telefonano o passano fogli a qualcuno; amano colloquiare con gli interlocutori sempre con un’aria un po’ da congiurati; hanno una certa passionaccia per la parola all’orecchio, la passeggiata sotto braccio, l’amichevole pacca sulla spalla, il sorriso largo e rassicurante. Ecco, quella tribù sono i lobbisti.

Chi sono i lobbisti? Intanto quelli veri e propri – cioè i dipendenti di una società di lobby ufficiale come Cattaneo Zanetto o Reti , per citare le più note – sono una minoranza e nemmeno delle più rilevanti. Alcuni lobbisti sono, più semplicemente, quelli che nelle aziende si chiamano “Responsabili delle relazioni istituzionali” (una, Simonetta Giordani, in questo governo ha cambiato sponda e da Autostrade è passata al sottosegretariato ai Beni Culturali), altri ancora sono lobbisti informali: ex dipendenti del Parlamento, magari, come il meraviglioso esemplare registrato a Montecitorio dal Movimento 5 Stelle.

Sul sito di Beppe Grillo lo si sente vantarsi al telefono di come ha bloccato un emendamento del Pd che fissava a 150 mila euro l’anno il tetto massimo di cumulo tra pensione e redditi da lavoro che tanto fastidio dava ai nostri Grand commis (in una parte non registrata ha fatto riferimento anche ai membri della Consulta): “Ho dovuto scatenare mari e monti. È stata una battaglia durissima. Io lo potrei scrivere in un manuale come caso di eccellenza di azione di lobby… Ho dovuto smuovere tutto”. Alla fine, il tetto è stato fissato a oltre 300 mila euro. Più del doppio. Qualcuno, come il deputato M5S Vincenzo Caso, s’è ritrovato il lobbista fuori dalla porta dell’aula che esultava per la bocciatura di un proprio emendamento: “Non è passatoooooo”.

Chi sono i mandanti? Alle Camere, da ottobre a dicembre, stazionano tutti. Giganti come Eni o Enel o Poste o Ferrovie hanno ovviamente un loro uomo sul posto: la società guidata da Mario Moretti, per dire, deve essere certa che i finanziamenti da cui dipende siano effettivamente stanziati e quindi presidia il ministero delle Infrastrutture prima e il Parlamento poi (missione compiuta anche quest’anno).

Ci sono poi gli inviati dei ministeri. Quello della Difesa si occupa tanto dei militari veri e propri quanto dell’industria del settore: a questo giro, ad esempio, i primi hanno incassato 100 milioni extra per il 2014 e altri cento da dividere con le altre forze di polizia, i secondi un piano pluriennale di spesa in armamenti.

Ci sono poi i lobbisti delle tv private e dell’editoria , che si preoccupano dei rispettivi fondi statali, e c’è il mondo dell’energia che è diviso in tre: c’è sempre qualcuno del Gestore dei mercati elettrici (Gme), altri di Assoenergia e qualcuno pure di Energia Concorrente, che poi sarebbe l’associazione a cui aderisce Sorgenia di Carlo De Benedetti che ha strappato un emendamento per risolvere un contenzioso sugli oneri urbanistici con un comune del lodigiano (un risparmio potenziale di 22 milioni di euro).

Non mancano, ovviamente, gli uomini dell’Abi, l’associazione bancaria italiana, i veri trionfatori di questa sessione di bilancio tra detrazioni sulle sofferenze velocizzate (da 18 anni a cinque) e rivalutazione delle quote di Bankitalia con relativa aliquota di favore.

La lobby del gioco – a partire da Sistema Gioco Italia di Confindustria – pure è sempre presente in forze in Parlamento: tra concessioni e trattamento fiscale i fronti aperti sono molti (anche se l’emendamento per spaventare regioni e comuni tentati dalla guerra alle slot, come vi raccontiamo qui accanto, probabilmente alla fine verrà cancellato).

Non manca il mondo assicurativo, anche se Ania preferisce lavorare direttamente col ministero: dopo il regalo del governo Monti che ha nei fatti reso irrisarcibili molti infortuni di piccola entità (norma anti-“ colpo di frusta”), oggi l’esecutivo Letta gli regala per decreto il mercato dell’autoriparazione grazie all’obbligo di far riparare la macchina solo nelle carrozzerie convenzionate. Gli interessati, nel senso dei carrozzieri, iniziano a gennaio una mobilitazione nazionale. Si può dire che anche loro siano una lobby, però non efficace come quella della loro controparte.

Fonte: il fatto quotidiano · Marco Palombi e Paola Zanca

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Lobby in parlamento, la denuncia del Movimento 5 stelle http://www.lobbyingitalia.com/2013/12/lobby-in-parlamento-la-denuncia-del-movimento-5-stelle/ Thu, 19 Dec 2013 13:36:16 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=1901 Il M5s all’attacco dei gruppi di interesse. Che dettano le scelte dell’Aula. Nel vuoto normativo.

Negli Stati Uniti hanno persino l’obbligo di rendere pubbliche, via internet, le conversazioni orali che intrattengono con funzionari pubblici su materie relative al Recovery Act, provvedimento voluto dall’amministrazione Obama nel 2009 per delimitare ulteriormente, rispetto alla legislazione già vigente in America, l’attività di lobbying.
In Italia si discute di una possibile regolamentazione del fenomeno dal 1948, ma mai nessun disegno di legge è riuscito a uscire indenne dalle fauci del parlamento.

IL VUOTO NORMATIVO

L’ultimo tentativo è stato fatto dal governo Letta. Nel giugno scorso, la task force incaricata dal premier di redigere un disegno di legge di regolamentazione delle lobby, ha presentato una bozza di provvedimento al governo, ma il Consiglio dei ministri ha rinviato il testo a ulteriori valutazioni.

LA DENUNCIA DEI 5 STELLE.

E così, nei giorni in cui nella commissione Bilancio della Camera si discute degli emendamenti alle legge di Stabilità, in Transatlantico è tutto un fiorire di lobbisti in cerca d’autore, che provano a far pressioni sui parlamentari per vedere approvati provvedimenti favorevoli agli interessi delle aziende che rappresentano. Senza che una legge ne disciplini in alcun modo l’attività.
A denunciare il fenomeno, con due video pubblicati sul sito di Beppe Grillo, sono stati i deputati del Movimento 5 stelle, che hanno inviato anche una lettera formale alla presidente della Camera, Laura Boldrini, per far in modo che venga vietato ai lobbisti l’accesso a Montecitorio.

IL PRECEDENTE DELLE IENE 

Un’analoga denuncia era stata fatta a maggio dalla trasmissione Le Iene, alla quale un assistente parlamentare del Senato, sotto anonimato, aveva parlato dell’esistenza di «senatori e deputati pagati da alcune multinazionali», in cambio di provvedimenti di legge favorevoli alle aziende.

La conversazione sulla «salvaguardia» delle casse dell’Inps

Ma il lavoro di lobbying è ampio e trasversale. In un video pubblicato sul blog del politico genovese, si riporta la conversazione telefonica di un presunto lobbista, un «consigliere parlamentare in pensione con un incarico alla Camera dei deputati», che esulta con il suo interlocutore per i risultati ottenuti su un emendamento di «salvaguardia» delle casse dell’Inps presentato dal Pd.

QUEL TETTO GONFIATO AGLI STIPENDI.

«Dopo una lunga gestazione, il Pd partorisce una riformulazione» del provvedimento che prevedeva un tetto massimo di 150 mila euro di accumulo «fra pensione e altri incarichi, pubblici e privati», hanno spiegato i 5 stelle. La nuova versione «azzera il contenuto della norma: il tetto sale fino a 294 mila euro ed è applicabile solo a chi cumula pensione e incarico nella pubblica amministrazione salvando tutti i contratti in vigore. Come dire: ‘Abbiamo scherzato, ci siamo sbagliati”. Cos’è accaduto nel mentre, fra il prima e il dopo? Quale manina è intervenuta?».

Ignorata la sentenza del Tar del Lazio

Il servizio delle Iene sui rapporti tra lobby e politica.Il servizio delle Iene sui rapporti tra lobby e politica.

Ma quello dell’Inps non è un caso isolato, come ricordano i grillini. «Fuori dalla porta della sala del Mappamondo alla Camera, dove in questi giorni si sono tenute le sedute della commissione, c’è una saletta dove rappresentanti di grandi aziende, consorzi, sindaci, funzionari ministeriali, fermano questo o quel commissario, facendo pressioni per emendamenti ad personamad aziendamad schifezzam», ha scritto il deputato del M5s Giorgio Sorial sul suo profilo Facebook.

IL CASO SORGENIA.

Soffermandosi poi su un caso in particolare, quello di Sorgenia, azienda di proprietà del gruppo De Benedetti, che costruisce e gestisce centrali elettriche.
«La Sorgenia di Carlo De Benedetti dichiara ingenti perdite. Fortunatamente per l’ingegnere, c’è il governo che prende a cuore il caso e corre in soccorso», ha sottolineato Sorial. «Nella Stabilità quindi si decide di andare in direzione opposta a una sentenza del Tar Lazio dello scorso aprile, e viene presentato uno sconticino di 22 milioni di euro di oneri di urbanizzazione alla centrale Sorgenia nel territorio lodigiano. Pagare il Comune per i servizi che deve fornire al tuo impianto? Niente da fare: tutto gratis, tutto passa in cavalleria».

ROMITI, LOBBISTA IN PARLAMENTO.

A rappresentare gli interessi di Sorgenia in parlamento c’è Roberta Romiti che, hanno precisato i pentastellati, «è autorizzata con un tesserino a essere presente fuori dalla commissione»; ma che fino a poco tempo fa «entrava alla Camera con un tesserino che la indicava come collaboratrice dell’onorevole Chiara Moroni (ex deputata Fli, di cui era vicepresidente e tesoriere del gruppo), amica come Italo Bocchino (ex deputato – Fli) di Francesco Dini», consulente del gruppo De Benedetti.

Roberto Maroni contro le lobby dell’azzardo

Un fermo immagine del video di denuncia del M5s sulle lobby in parlamento.Un fermo immagine del video di denuncia del M5s sulle lobby in parlamento.

Ma la polemica sulla liceità dell’attività di lobbying svolta in parlamento da rappresentanti di aziende e gruppi di pressione, non viene solo dalle file dei 5 stelle. Anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, in un post sul suo profilo Facebook ha attaccato duramente il provvedimento che riguarda il gioco d’azzardo inserito nella legge di Stabilità.
«Che vergogna! La potente e ricchissima lobby delle slot e del gioco d’azzardo ha colpito ancora. Ostacoli le slot machine nel tuo territorio? Lo Stato ti taglia i trasferimenti di denaro», ha scritto il governatore.
PENALIZZATI SINDACI E AMMINISTRATORI. «La bastonata ai sindaci e alle Regioni che lottano contro il gioco d’azzardo arriva in Senato con l’emendamento presentato dal Nuovo centrodestra al decreto ‘Salva Roma’ e approvato con i voti di 140 senatori di Partito democratico, Scelta civica e Nuovo centrodestra (…) Contrari sono stati 128 parlamentari di Lega, Forza Italia, M5s e Sel».
Il testo, ha concluso Maroni, «riguarda i Comuni o le Regioni (come la Lombardia) che hanno emanato norme restrittive contro il gioco d’azzardo, diminuendo così le entrate dell’erario. L’anno prossimo, questi enti territoriali subiranno tagli ai trasferimenti che verranno interrotti solo quando le norme e regolamenti ‘scomodi’ saranno ritirati».

Fonte: Gabriella Colarusso – Lettera43.it

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Basta lobbisti: il M5S chiede lo stop alla Boldrini. Ecco la lettera! http://www.lobbyingitalia.com/2013/12/basta-lobbisti-il-m5s-chiede-lo-stop-alla-boldrini-ecco-la-lettera/ Wed, 18 Dec 2013 20:41:29 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=1905 E’ ora di finirla con l’inaccettabile “mercato ortofrutticolo” che si svolge ogni giorno davanti alle porte delle Commissioni Parlamentari al lavoro, in particolare durante la discussione della Legge di Stabilità.

Folle di faccendieri, personaggi sconosciuti e altre figure non identificate che non si limitano a presenziare ma intervengono, pressano, discutono e si permettono persino di interrompere i lavori parlamentari perché non vengono soddisfatte le richieste della loro lobby.

Basta con questo andazzo! Il Parlamento deve lavorare in pace, per questo i deputati del M5S hanno inviato oggi una lettera alla Presidente Boldrini con cui chiedono una restrizione alla concessione di badge e pass di accesso e stazionamento nell’interno del Palazzo.

Si riempiono tutti la bocca con “la dignità dell’istituzione”… comincino a provvedere davvero in tal senso!

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Fonte: BeppeGrillo.it

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