camera dei deputati – LobbyingItalia http://www.lobbyingitalia.com Blog dedicato al mondo delle lobbies in modo chiaro e trasparente Wed, 18 May 2016 18:10:09 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.4.3 Camera, ecco come funziona il Registro dei lobbisti http://www.lobbyingitalia.com/2016/04/camera-funzionamento-registro-lobbisti/ Wed, 27 Apr 2016 13:01:48 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3304

IL RELATORE PISICCHIO: MODELLO UE, RIGUARDERÀ TUTTI I RESPONSABILI RAPPORTI ISTITUZIONALI

(Public Policy) Il regolamento dell’attività di lobbying della Camera approvato ieri sera dalla Giunta del regolamento è entrato subito in vigore? Ci sarà un periodo di transizione? Le nuove regole varranno solo per questa legislatura? A chi si applicheranno veramente le nuove norme? Da Montecitorio fanno sapere che, per il momento, un lobbista che entrasse oggi alla Camera non dovrebbe sottoporsi a nessun nuovo adempimento in più rispetto a ieri. Infatti, pur essendo formalmente in vigore, affinché il nuovo regolamento venga applicato saranno necessari alcuni giorni. Da Montecitorio spiegano che da ieri sera gli uffici si sono messi subito all’opera affinché il nuovo regolamento diventi operativo tra qualche giorno.

Ad ogni modo sarà necessaria una nuova riunione dell’Ufficio di presidenza, perché – secondo quanto prevede il regolamento – quest’organo dovrà stabilire “le ulteriori disposizioni relative all’iscrizione e alla tenuta del registro nonché alle modalità di accesso alla Camera dei deputati dei soggetti iscritti nel registro e all’eventuale individuazione di locali e attrezzature per favorire l’esplicazione della loro attività“. Nella stessa riunione verranno sciolti tutti i nodi relativi ai vari adempimenti come, per esempio, quello relativo alla sicurezza. Tutti gli aggiornamenti sulle novità riguardanti il registro e l’attuazione del regolamento saranno pubblicate sul sito internet. Inoltre dalla Camera spiegano che il nuovo regolamento, pur essendo stato approvato in via sperimentale, varrà non solo per questa legislatura ma anche per le prossime. Nel corso della seduta della Giunta del regolamento di ieri sera un lungo dibattito ha riguardato l’emendamento del Pd che ha aggiunto l’avverbio “professionalmente” alla definizione dell’attività di lobbying.

Il relatore Pino Pisicchio spiega a Public Policy che le nuove regole “si basano sul modello del Parlamento europeo, quindi varranno per tutti quei soggetti che svolgono la loro attività in maniera non occasionale ma professionale“. Dunque agenzie di lobbying e lobbisti interni alle aziende ma anche, sintetizza Pisicchio, “tutti i responsabili dei rapporti istituzionali.

NASCE IL REGISTRO DELLE LOBBY

Il registro delle lobby sarà istituito presso l’Ufficio di presidenza della Camera e riguarderà “i soggetti che svolgono professionalmente attività di rappresentanza di interessi nei confronti dei deputati“. Il registro è pubblicato sul sito internet della Camera ed è puntualmente aggiornato in relazione alle modifiche intervenute.

DEFINIZIONE DI LOBBYING

Per attività di rappresentanza di interessi si intende ogni attività svolta nelle sedi della Camera dei deputati professionalmenteattraverso proposte, richieste, suggerimenti, studi, ricerche, analisi e qualsiasi altra iniziativa o comunicazione orale e scritta, intesa a perseguire interessi leciti propri o di terzi nei confronti dei membri della Camera dei deputati“. Il regolamento precisa che “non costituiscono attività di rappresentanza di interessi le dichiarazioni rese e il materiale depositato nel corso di audizioni dinanzi alle commissioni e ai comitati parlamentari“.

ISCRIZIONE AL REGISTRO

In caso di persone fisiche il lobbista dovrà indicare: dati anagrafici e domicilio professionale. Se l’attività di rappresentanza d’interessi è svolta da un soggetto giuridico diverso da una persona fisica dovrà essere indicata: la denominazione e la sede, i dati anagrafici delle persone che in maniera stabile e costante svolgono per loro conto tale attività e lo specifico rapporto contrattuale che ad esse le lega. E ancora, per tutti: la descrizione dell’attività di rappresentanza di interessi che si intende svolgere; i soggetti che si intendono contattare. “Qualora l’attività sia intesa a perseguire interessi di terzi – si legge – deve essere indicato il titolare di interessi per conto del quale il soggetto che intende iscriversi al registro opera e il titolo giuridico che consente l’esercizio dell’attività, con l’indicazione del termine finale, ove previsto“. Per l’iscrizione nel registro il soggetto richiedente deve: avere compiuto la maggiore età; non aver subito, nell’ultimo decennio, condanne definitive per reati contro la pubblica amministrazione o la fede pubblica o il patrimonio; godere dei diritti civili e non essere stato interdetto dai pubblici uffici; non aver ricoperto negli ultimi dodici mesi cariche di governo nè aver svolto il mandato parlamentare. In caso di attività di rappresentanza d’interessi svolta da un soggetto giuridico diverso da una persona fisica questi requisiti dovranno essere posseduti dalle persone che in maniera stabile e costante svolgono per loro conto questa attività. “La medesima disciplina – si legge – si applica anche ai parlamentari cessati dal mandato ove intendano svolgere attività di rappresentanza di interessi“. Nel caso in cui venga meno uno dei requisiti per l’iscrizione al registro è prevista la sospensione.

RELAZIONI PERIODICHE

Entro il 31 dicembre di ogni anno, gli iscritti nel registro sono obbligati a presentare alla Camera una relazione sull’attività di rappresentanza di interessi svolta nell’anno, che dia conto dei contatti effettivamente posti in essere, degli obiettivi perseguiti e dei soggetti nel cui interesse l’attività è stata svolta, con le eventuali variazioni intervenute, nonché dei dipendenti o collaboratori che hanno partecipato all’attività. Le relazioni sono tempestivamente pubblicate sul sito internet della Camera.

SANZIONI

In caso di violazione del regolamento delle lobby l’Ufficio di presidenza applica le sanzioni della sospensione o della cancellazione dal registro, graduate in relazione “alla gravità delle infrazioni, secondo procedure e modalità stabilite dallo stesso Ufficio di presidenza“. Le violazioni verranno rese pubbliche sul sito internet della Camera.

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Pronto il regolamento sui lobbisti «Dovranno dire chi vedono e perché» (CorSera) http://www.lobbyingitalia.com/2016/04/pronto-il-regolamento-sui-lobbisti-dovranno-dire-chi-vedono-e-perche-corsera/ Thu, 07 Apr 2016 08:00:25 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3224 Pisicchio, autore del testo per la Camera: «Ma ormai puntano sui palazzi del governo»

Quanti siano i lobbisti che si aggirano silenziosi e occhiuti nei corridoi del Parlamento nessuno lo sa. A dicembre, quando la legge di Stabilità arrivò in Senato all’«ultimo miglio», quello dell’«assalto alla diligenza», il presidente Pietro Grasso provò a contare i lobbisti, confinandoli tra i banchi della commissione Sanità. Lontana, ma non troppo, dai senatori della Bilancio destinatari degli emendamenti dell’ultimo minuto da inserire nella Finanziaria 2016.

E ora che il caso petrolio/ Basilicata torna ad accendere i riflettori sui rapporti tra governo/Parlamento e la popolazione carsica di lobbisti, la giunta del Regolamento della Camera presieduta da Laura Boldrini prova a varare entro aprile il «Codice di condotta dei deputati» e il «Regolamento dell’attività di lobbying». L’incarico di stendere un testo, prima che venissero pubblicate le intercettazioni del ministro Federica Guidi, è stato affidato a un veterano di Montecitorio, il presidente del gruppo Misto Pino Pisicchio, che entro venerdì raccoglierà gli emendamenti dei gruppi per poi proporre alla giunta l’articolato definitivo, che non dovrà passare dall’Aula.

Il «Registro» delle attività alla Camera

La bozza Pisicchio prevede l’istituzione di un Registro delle attività di relazione istituzionale svolte tra le mura della Camera che riguarderà «persone, associazioni, enti e società» che avanzano «proposte, richieste, suggerimenti, studi, ricerche, analisi e qualsiasi comunicazione anche per via elettronica intesa a perseguire interessi leciti propri o di terzi nei confronti dei membri della Camera».

Per essere iscritto al Registro, il lobbista, che non deve avere subito nell’ultimo decennio condanne definitive per reati contro la pubblica fede e contro il patrimonio, dovrà chiarire quali sono i suoi «interessi» e chi sono i deputati che intende contattare. Inoltre dovrà consegnare relazioni semestrali sulla sua attività che poi saranno pubblicate sul sito della Camera. Le sanzioni per la violazione del Regolamento verranno stabilite di volta in volta dall’Ufficio di presidenza. Le regole valgono anche per gli ex parlamentari, spesso arruolati come lobbisti.

Il «Codice» di condotta

Parallelamente, la giunta del Regolamento voterà entro aprile il Codice di condotta dei deputati che introduce nuove norme di trasparenza: si possono accettare doni con un valore inferiore ai 250 euro fatti salvi, però, i «rimborsi delle spese di viaggio, alloggio e soggiorno di deputati ai pagamenti diretti di dette spese da parte di terzi quando i deputati partecipano sulla base di un invito e nell’esercizio delle loro funzioni a eventi organizzati da terzi». Viene inoltre istituito il Comitato consultivo sulla condotta dei deputati che può disporre la pubblicità dei comportamenti scorretti sul sito della Camera. Pisicchio conta sull’appoggio di tutti i gruppi, già consultati: «Tuttavia — osserva — non bisogna dimenticare che da anni i lobbisti puntano, più che sul Parlamento, sui palazzi del governo».

Fonte: Dino Martirano, Corriere della Sera

http://goo.gl/KEhOOH

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Registro lobbisti, limiti ai doni, report delle attività: le proposte di Montecitorio sul lobbying http://www.lobbyingitalia.com/2016/03/registro-lobbisti-limiti-ai-doni-report-delle-attivita-le-proposte-di-montecitorio-sul-lobbying/ Fri, 11 Mar 2016 10:43:18 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3190 Buone nuove per la trasparenza e l’inclusività del processo decisionale in Italia, almeno nel ramo più importante del Parlamento, la Camera dei Deputati. E’ di ieri la notizia di una nuova ipotesi di Regolamentazione dell’Attività di Lobbying all’interno del Regolamento della Camera alta, incoraggiata dalla presidente Laura Boldrini e a cura dell’on. Pino Pisicchio (Misto).

La Giunta per il Regolamento, nella seduta del 10 marzo, ha discusso due modifiche all’attuale normativa interna a Montecitorio. Già nella seduta del 19 novembre scorso la Giunta “aveva proseguito il dibattito ed è emerso un prevalente orientamento favorevole ad affidare al relatore Pisicchio il compito di definire un testo volto a riaggregare in un unico documento il complesso delle norme vigenti che stabiliscono obblighi dei deputati (e, in particolare, obblighi di dichiarazione), a precisare i principi deontologici al cui rispetto sono tenuti i deputati, a individuare gli aspetti della materia che risultino sprovvisti di disciplina e a specificare ulteriori doveri comportamentali“. Ma, cosa più importante per il settore, la stessa Giunta ha affidato allo stesso Pisicchio il compito di elaborare un normativa sul lobbying.

Nel testo emerso (Ipotesi Regolamentazione Lobbying_Regolamento Camera dei Deputati) nuove importanti proposte che prevedono:

  • L’istituzione di un “registro dell’attività di relazione istituzionale nei confronti dei deputati“, pubblicato sul sito della Camera;
  • La definizione di attività di relazione istituzionale come “ogni attività svolta da persone, associazioni, enti e società attraverso proposte, richieste, suggerimenti, studi, ricerche, analisi e qualsiasi altra iniziativa o comunicazione orale e scritta anche per via elettronica, intesa a perseguire interessi leciti propri o di terzi nei confronti dei membri della Camera”
  • L’obbligo per gli iscritti al registro di “presentare alla Camera una relazione sull’attività di relazione istituzionale svolta nel semestre, che dia conto dei contatti effettivamente posti in essere, degli obiettivi conseguiti, dei mezzi impiegati e delle spese sostenute” due volte l’anno (entro il 30 giugno e il 31 dicembre), con l’indicazione dei soggetti istituzionali contattati.

Il testo riferito alla proposta sul Codice di Condotta per i deputati (Ipotesi Codice Condotta Deputati_Regolamento Camera dei Deputati) conterrebbe invece nuove norme sulla trasparenza come la dichiarazione del proprio status patrimoniale (finalmente obbligatoria), le spese sostenute per la campagna elettorale, le donazioni ricevute direttamente o a mezzo di comitati costituiti a loro sostegno, comunque denominati, a titolo di liberalità per ogni importo superiore alla somma di 5.000 euro l’anno (già esistente) e, soprattutto, l’obbligo di astensione “dall’accettare doni o benefici analoghi, salvo quelli di valore inferiore a 250 euro, offerti conformemente alle consuetudini di cortesia, o quelli ricevuti conformemente alle medesime consuetudini qualora rappresentino la Camera in veste ufficiale“. Viene inoltre disposto un Comitato consultivo sulla condotta dei deputati di 10 persone (4 dall’Ufficio di Presidenza e 6 Deputati) designati dal Presidente della Camera all’inizio di ogni legislatura.

La sanzione applicata, ed è questa la vera svolta culturale, sarà di tipo politico. Come accade nelle maggiori democrazie occidentali.

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Accesso alle informazioni: esposto contro la Camera dei Deputati dell’associazione FISH Onlus http://www.lobbyingitalia.com/2014/11/accesso-allinformazione-esposto-contro-la-camera-dei-deputati/ Mon, 03 Nov 2014 18:09:24 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2648 Da oltre dieci anni sono vigenti in Italia disposizioni (Legge 9 gennaio 2004, n. 4 e seguente regolamentazione tecnica) che impongono, fra l’altro, che le Pubbliche Amministrazioni forniscano informazioni in modo che siano accessibili e fruibili a tutti i Cittadini.

La stessa Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dal Parlamento italiano con la Legge 3 marzo 2009, n. 18, afferma e sottolinea il diritto all’accesso all’informazione. Secondo l’articolo 21 le persone con disabilità hanno diritto a ricevere informazioni su base di uguaglianza. Quando ciò non accade la discriminazione è evidente.

Nonostante ciò ancora oggi, che pur sono disponibili soluzioni tecnologiche diffuse e gratuite, molti siti istituzionali sono ancora inaccessibili alle persone non vedenti o ipovedenti e spesso sono scarsamente fruibili da chiunque.

Un esempio evidente FISH lo ha riscontrato nel sito della Camera dei Deputati. Il testo del disegno di legge di stabilità, pubblicato nel sito ufficiale, non risponde ai più elementari requisti (condivisi a livello internazionale) di accessibilità. Ma di questo se ne accorge chiunque abbia tentato di consultare il testo a disposizione: esso è una scannerizzazione che impedisce una ricerca testuale, ad esempio, nelle tabelle di bilancio.

Ancora più grottesca l’inaccessibilità della VII Relazione sullo stato di applicazione della Legge 68 in materia di collocamento lavorativo delle persone con disabilità.

FISH ha quindi provveduto ad inviare un circostanziato esposto/segnalazione all’Agenzia Italia Digitale (AgID), organismo, istituito presso la Presidenza del Consiglio, che svolge anche attività di controllo e che ha predisposto uno specifico percorso di segnalazione per queste situazioni (http://www.agid.gov.it/amministrazione-digitale/accessibilita/segnalazione-siti-inaccessibili).

L’AgID, che certamente rileverà la fondatezza della segnalazione FISH, dovrà chiedere alla Camera l’adeguamento dei servizi erogati, assegnando un termine non superiore a 90 giorni per adempiere. Seguiremo l’evolversi del procedimento.

In un’epoca di digitalizzazione spinta, di enfatizzazione della Pubblica Amministrazione digitale e di open data, le persone con disabilità non possono rimanere ancora una volta escluse e discriminate.

Le pagine e i documenti segnalati sono visibili ai seguenti indirizzi:

Disegno di legge di stabilità 2015
http://www.camera.it/leg17/995?sezione=documenti&tipoDoc=lavori_testo_pdl&idLegislatura=17&codice=17PDL0025820

Relazione sullo stato di attuazione della legge 68/1999 sul collocamento al lavoro delle persone con disabilità
http://www.camera.it/leg17/491?idLegislatura=17&categoria=178&tipologiaDoc=documento&numero=001&doc=pdfel

Fonte: Fish Onlus

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Il caso Tivelli e l’ipocrisia del lobbying all’italiana http://www.lobbyingitalia.com/2013/12/il-caso-tivelli-e-lipocrisia-del-lobbying-allitaliana/ Sun, 22 Dec 2013 11:00:52 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=1942 Una premessa. Al consigliere parlamentare della Camera dei Deputati Luigi Tivelli, personaggio di grande spessore e “lobbista reo confesso a sua insaputa”, va tutta la solidarietà degli altri lobbisti di professione. Ciò perché, senza entrare nel merito degli interessi rappresentati dal consigliere Tivelli (per un 40enne vedere difendere certe pensioni d’oro è un delitto), l’unica imputazione che gli si può rivolgere è quella di un eccesso di leggerezza e disattenzione nel parlare al telefono davanti a testimoni. Perché per il resto Tivelli non ha fatto nulla al di fuori della legge. Forse il punto però, è proprio l’assenza di una legge che regoli la professione lobbistica.

Chi è Luigi Tivelli

Alle spalle oltre 30 anni di carriera da grand commis, Tivelli è un personaggio conosciuto e rispettato dall’élite politica, amministrativa e mediatica del paese. Famiglia piccolo borghese, figlio di un dirigente di un piccolo ufficio postale, cresciuto sotto l’influenza culturale di Mazzini, Cattaneo e della Destra Storica, Tivelli diventa un giovane leader del PRI (Partito Repubblicano Italiano) insieme ad Enzo Bianco, lavorando anche in un’associazione di imprese. A 26 anni, nel 1981, vince il concorso per consigliere parlamentare della Camera dei Deputati, avviandosi ad una carriera che lo vedrà ricoprire molti ruoli: nel 1995 è consigliere giuridico del sottosegretario alla Presidenza Guglielmo Negri nel Governo Dini; consigliere parlamentare della presidenza del Consiglio con Romano Prodi nel 1996, e poi Capo di Gabinetto del Ministero per i Rapporti con il Parlamento, Coordinatore della Conferenza dei Capi di Gabinetto, Portavoce di Ministri e membro di varie commissioni governative. Docente di diritto in varie università, vasta è anche la sua attività pubblicistica fatta di collaborazioni con giornali quali Il Messaggero, Il Gazzettino e Il Mattino (tutti editi da Francesco Gaetano Caltagirone) e 22 libri su temi riguardanti la politica e l’amministrazione.

Tivelli e “Il peso delle lobbies”

Curioso rileggere in questi giorni di polemiche (ipocrite e probabilmente sterili) come proprio in uno dei suoi ultimi libri, “Stati Uniti? Italia e USA a confronto” (Rubbettino, 2009) – scritto insieme al politologo italo-americano Joseph La Palombara – Tivelli affronti il problema de “Il peso delle lobbies“.

Racconta Tivelli, partendo da “L’ipocrisia del lobbying all’italiana”, come

Chiunque si rechi ad esempio, alla Camera dei Deputati, al quarto piano, sia nelle ore antimeridiane, che soprattutto nelle ore del tramonto, ferve tutta un’attività di tipo ‘crepuscolare’. Il corridoio principale, corredato da busti austeri, nel piano in cui sono allocate le Commissioni parlamentari, specie quando queste sono chiamate ad affrontare questioni rilevanti, ma non solo in queste occasioni, brulica di una serie di signori che con autorevolezza, compostezza e maggiore o minore riservatezza seguono i lavori delle Commissioni“.

E lì a volte è un via vai tra i parlamentari che escono dalle Aule delle Commissioni e questi signori, dotati di fascicoli dei testi normativi e degli emendamenti, che tentano e in non pochi casi riescono, di tutelare gli interessi delle aziende che rappresentano, vuoi in quanto dirigenti, vuoi in quanto consulente delle aziende stesse. Nulla di male, ma perché non rendere trasparente questo processo? “.

In fondo – aggiunge Tivelli – per i parlamentari sapere chi si ha di fronte, avere la certezza di chi rappresenta cosa, in una logica di trasparenza, sarebbe molto più funzionale corretto ed efficace“.

Una domanda alla quale sarebbe curioso leggere oggi proprio una risposta di Tivelli, che spiega come “regolarmente, in ogni legislatura, vengono presentati dai parlamentari dei più diversi colori i progetti di legge di disciplina del lobbying […]” destinati “a essiccarsi nelle sabbie mobili parlamentari“. E qui il consigliere Tivelli, in riferimento alla mancata approvazione di una legge, accusa “il mondo delle imprese, anche nelle loro rappresentanze più accreditate“, salvando i parlamentari, che invece hanno da sempre fatto di tutto perché una regolamentazione complessiva non superasse nemmeno l’ostacolo della discussione in Commissione.

Tivelli chiude il capitolo sull’Italia ribadendo l’auspicio di una regolamentazione che consentirebbe finalmente a “gli addetti alle relazioni istituzionali [di poter] finalmente muovere i loro passi nel Corridoio dei passi perduti, o nei corridoi antistanti le Commissioni, con l’autorevolezza e la dignità legata al loro ruolo ufficiale“.

Quale ipocrisia?

Come scritto, nelle attività condotte da Luigi Tivelli alla Camera dei Deputati non c’è nulla di male. L’unico appunto – ma non a lui, semmai alla mancanza di regole – è che visti i suoi precedenti ruoli, Tivelli ha un libero accesso ad aree invece interdette ad altri (ma non a tutti, dato che i tesserini sono rilasciati su base discrezionale da parte dei Questori).

E lui stesso del resto, attraverso il suo “Studio Tivelli”, con base a Roma in Via Uffici del Vicario (di fronte agli uffici dei Gruppi parlamentari) propone servizi in maniera molto trasparente attraverso sito e brochure:

“Studio Tivelli, forte di una solida e aggiornata conoscenza degli scenari istituzionali, politici, economici e sociali […] opera con metodologie innovative, e a forte impronta etica, nella comunicazione con le istituzioni. In primo luogo è in grado di “accompagnare” il cliente nella progettazione e costruzione di relazioni stabili e durature con le istituzioni pubbliche. 

A tal fine aiuta il cliente a costruire un dialogo con le istituzioni, soprattutto, ma non solo, tramite l’elaborazione e trasmissione di report, position paper, memorie e altri materiali conoscitivi. In questo campo di attività lo Studio può fornire supporti informativi e di documentazione in sinergia con una primaria società impegnata nel monitoraggio parlamentare e istituzionale. Nei casi in cui lo si reputi necessario, si possono progettare e promuovere iniziative di sensibilizzazione e orientamento dell’opinione pubblica, e dell’opinione istituzionale, a sostegno dei legittimi interessi rappresentati dall’azienda cliente”.

 

Per sintetizzare con una sola parola: “lobbying”. Puro, legittimo e semplice “lobbying”.

Ma ecco che un grandissimo tecnico del diritto e della politica, forse tramortito dal clamore mediatico della sua telefonata registrata e pubblicata su YouTube da un deputato del Movimento 5 Stelle, rilascia una a dir poco deludente dichiarazione all’ADN Kronos:

‘Sono solo un ex funzionario della Camera desolato e rattristato. […] Tutto nasce da una telefonata, tra il serio e il faceto, fatta a un amico. […] Lungi da me svolgere alcuna attività lobbistica, per la quale non avrei titoli né incarichi. Credo che scambiare opinioni o impressioni con i deputati sia legittimo per chiunque. […] Non mi è mai passato per la testa di condizionare il comportamento di deputati e tanto meno dei gruppi, in qualsivoglia occasione. Questo è lo stile proprio, non solo mio, ma di tutti quelli che sono o sono stati funzionari parlamentari”. 

Un peccato. In questo modo Tivelli ha mancato la possibilità di riaffermare la legittimità dell’attività di lobbying, già affermata nei suoi scritti, rilanciando anzi la questione della trasparenza e della necessità di una regolamentazione che consenta di fare rappresentanza di interessi in modo chiaro e democratico, senza privilegi per alcuni (ex parlamentari, ex funzionari parlamentari, ecc.).

Ma Tivelli ha perso anche l’occasione per dare una lezione ad alcuni di quei deputati che oggi lo criticano, che se leggessero i suoi libri potrebbero trovare molto da imparare. Gli stessi che pur diffondendo un hashtag quale #fuorilelobby, non risulta abbiano mai (per ora?) presentato un progetto di legge per regolamentare il lobbying, e si dimenticano di avere anche loro a che fare giornalmente con i lobbisti, che sono i primi spesso ad aiutarli a scovare alcune delle nefandezze che poi vengono denunciate su blog e giornali grazie al loro know how tecnico.

Ipocrisia del lobbying all’italiana, appunto.

 

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Lobby e politica, la mappa degli interessi http://www.lobbyingitalia.com/2013/12/lobby-e-politica-la-mappa-degli-interessi/ Sat, 21 Dec 2013 23:22:25 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=1924 Sanità. Grandi opere. Armi. Taxi. I gruppi di pressione a Palazzo hanno i propri referenti. E nessuno è riuscito a regolamentarli. M5s: «Quello nel video è Tivelli». Salva-Roma: intesa sui giochi.

Troppi lobbisti alla Camera durante il voto sulla legge di Stabilità targata Letta. Troppe persone con la ventiquattrore avvicinano i parlamentari o i loro portaborse passando fogli e foglietti con emendamenti e modifiche al testo, per indirizzare le fonti di spesa della manovra in una direzione invece che in un’altra.
A partire dal tanto discusso sub-emendamento sulle slot machine. Presentato dal Nuovo centrodestra – i cui esponenti, dalla firmataria Federica Chiavaroli al sottosegretario Alberto Giorgetti, sono legati a doppio filo con le società dell’azzardo – ma appoggiato in un primo momento pure dal Pd (che nel settore vanta una storia decennale)

LA LETTERA A BOLDRINI. La denuncia di questa invadente presenza è contenuta in una lettera che i deputati 5 stelle hanno scritto alla presidente della Camera Laura Boldrini. Dove si parla tra l’altro di «badge» per gli ospiti rilasciati con «disinvoltura», anche perché permettono ai lobbisti una grande libertà di movimento fra sale e uffici di Montecitorio.

M5S CONTRO LUIGI TIVELLI. E non è tutto. I pentastellati continuano la loro battaglia quotidiana contro questi «squali» che hanno trasformato la Stabilità in una «legge marchetta».
Così il 21 dicembre hanno fatto nomi e cognomi. Il lobbista intercettato – e filmato – dai grillini davanti a una commissione di Montecitorio mentre si vantava di aver fatto bloccare il taglio delle pensioni d’oro sarebbe Luigi Tivelli, ex funzionario della Camera. Lui «è il vero mercante del tempio», ha detto il deputato-cittadino Giorgio Sorial.

Albo dei lobbisti: una riforma insabbiata

C’è da dire che le truppe pentastellate – ultime arrivate in parlamento – sono sempre state in prima linea nella battaglia alle lobby.

A questo proposito è utile segnare una data: 5 luglio 2013. Il Consiglio dei ministri discusse una legge ad hoc, voluta proprio dai parlamentari grillini. Il testo prevedeva l’istituzione di un albo dei lobbisti, affidava il loro controllo all’Antitrust, chiedeva regole stringenti e limiti all’attività di pressione. E, soprattutto, l’obbligo dei ministri a redigere una relazione che desse conto dei loro rapporti con questi personaggi e le società che essi rappresentavano.

L’OPPOSIZIONE DI LUPI E MAURO. Ma tutto, ovviamente, si bloccò. Contrari a molte di queste regole, ma non furono i soli, i due ministri di Comunione e liberazione, Maurizio Lupi (Infrastrutture e trasporti, cioè grandi appalti) e Mauro Mauro (Difesa, cioè appalti per l’industria militare), entrambi vicini alle aziende della Compagnia delle opere.
Così il governo affidò a Enzo Moavero (ministro per l’Europa) il compito di preparare uno studio sulle norme analoghe vigenti nei Paesi dell’Ue. Finito, come prevedibile, in un nulla di fatto.

VeDrò, il governo e la sponsorizzazione dei grandi gruppi

Il premier Enrico Letta.(© Ansa) Il premier Enrico Letta.

In verità il governo aveva già risolto la questione a modo suo, attraverso un’associazione che «permette» ai lobbisti di prendere contatti direttamente con sei ministri. Si tratta della Fondazione VeDrò, think tank di Enrico Letta, che – secondo un’inchiesta de L’Espresso – ha un bilancio annuo di circa 1 milione di euro, frutto delle donazioni, tra gli altri, di Eni, Autostrade, Lottomatica, Sisal, Farmindustria, Telecom Italia, Vodafone, Edison, Nestlé, Sky.
CINQUE MINISTRI ASSOCIATI.  Sono solo sponsorizzazioni dei convegni, si sono sempre difese le aziende. Ma il rapporto resta. Anche perché di VeDrò fanno o facevano parte tra gli altri i ministri Angelino Alfano, Beatrice Lorenzin, Andrea Orlando, Maurizio Lupi, Nunzia De Girolamo. E gli ex ministri Josefa Idem e Corrado Passera.

I rappresentanti della Compagnia delle opere

La Compagnia delle opere, enorme rete di aziende legata a Cl, conta oggi su due ministri: sono Lupi e Mauro. Quest’ultimo si è distinto per il suo impegno nel proteggere gli appalti per gli armamenti, come gli F35 che difende a spada tratta, un affare al cui interno c’è pure Finmeccanica.
Nell’ultimo esecutivo Berlusconi, era Giancarlo Galan a fare da tramite con l’associazione fondata da don Giussani. All’epoca in cui era presidente del Veneto, gli appalti affidati alle aziende di Cl hanno vissuto una stagione assai felice, con aumento degli affidamenti e degli incassi.

La sanità fa pressing sulle Regioni

Le lobby della sanità da qualche anno, pur non trascurando certo i Palazzi romani, si muovo soprattutto nelle Regioni, dove sono ormai localizzati i centri di spesa.
Lo dimostra, su tutti, il caso della clinica Maugeri di Milano e delle presunte tangenti pagate all’allora governatore Roberto Formigoni. Il Celeste, lasciando Berlusconi al momento giusto e spostandosi su Alfano, ha saputo conservare il suo ruolo influente nei rapporti tra Compagnia delle opere, politica ed esecutivo.

Alfano, gli avvocati e la riforma

Non sono solo le aziende a fare opera di lobbying, ma anche le categorie. Sarà un caso, ma l’avvocato Angelino Alfano, quando indossa la giacca da vicepremier preme per una riforma della giustizia che limiti i poteri di giudici e pm. Riforma invisa ai magistrati ma auspicata dai colleghi in toga del leader del Ncd, già titolare del dicastero di via Arenula con il governo del Cavaliere.

Il petrolio di Zanonato

Il ministro per lo Sviluppo Flavio Zanonato è stato di recente accusato da Greenpeace di essere particolarmente sensibile alle richieste della lobby del petrolio, tanto da aver messo in cantiere un piano a vantaggio dei combustibili fossili e a danno delle energie rinnovabili.
Per questo ha fatto discutere la posizione pro-petrolio presa da Zanonato a metà ottobre 2013 quando, insieme con altri otto ministri di altrettanti Paesi europei, ha firmato una dichiarazione dove si indicava l’impegno a ridurre le emissioni inquinanti come una delle cause della crisi economica che attanaglia l’Ue.

La crociata di De Girolamo

Tra i più duri oppositori della regolamentazione delle lobby c’è il ministro dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo. «No a una legge sovietica», ha tuonato la determinata esponente alfaniana, ottenendo il plauso delle organizzazioni di categoria di ogni parte e colore politico.

ARIA D CONFLITTO DI INTERESSE. A far imbufalire il ministro – il cui padre Nicola è da anni il direttore del Consorzio agrario di Benevento – soprattutto l’obbligo, previsto dalla legge ormai insabbiata, di redigere una lista nominativa dei lobbisti ricevuti e incontrati: il passaggio di carte e consigli, insomma, meglio che rimanga segreto.

Taxisti, appoggi bipartisan e nei Comuni

L'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno a bordo di un bus.(© 2013 Imagoeconomica) L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno a bordo di un bus.

Un’altra lobby potentissima in Italia è quella dei taxisti. Quando nel dicembre 2011 il governo Monti nel Salva Italia paventò l’idea della liberalizzazione delle licenze, la mobilitazione fu totale. Sette dirigenti delle più importanti organizzazioni di categoria marciarono su Roma per incontrare i componenti della commissione Bilancio. Insieme scrissero un testo. E le liberalizzazioni rimasero un ricordo. L’allora segretario generale di Palazzo Chigi, Manlio Strano, li ricevette ufficializzando la marcia indietro dell’esecutivo.

BIPARTISAN E VINCENTI. La lobby premette anche sul pacchetto di liberalizzazioni Tremonti. Ottenendo più o meno gli stessi effetti. E non fece sconti a Pier Luigi Bersani, svuotando di fatto la sua riforma del 2006.
La forza delle auto bianche sta nel loro essere bipartisan, trasversali.
Ma è a livello locale che la pressione è più forte. A Roma il punto di riferimento, per esempio, era l’ex sindaco Gianni Alemanno.

Fonte: Lettera43.it

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Lobbisti, fora da i ball! (Formiche.net) http://www.lobbyingitalia.com/2013/12/lobbisti-fora-da-i-ball-formiche-net/ Thu, 19 Dec 2013 19:43:33 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=1908 Finora l’accusa che aveva fatto più scalpore sui lobbisti in Parlamento era contenuta in un articolo del (bravo) Lorenzo Salvia, giornalista del Corriere della Sera, nel luglio del 2012. L’articolo parlava dei lobbisti in Parlamento “transennati”, per impedire che assalissero i lavori in Commissione (per chi lo volesse leggere, lo trova Qui). Apriti cielo, i diretti interessati ci tennero a far sapere che, altro che transenne, i politici facevano trovare loro le porte spalancate per ringraziarli (e avvalersi) dell’aiuto prezioso che davano ai lavori parlamentari.

Erano i politici di ieri, mica quelli di oggi. Questi non guardano in faccia a nessuno. In particolare i pentastellati. I quali, esasperati – dicono loro – dai continui assalti dei lobbisti durante i lavori per la legge di stabilità, hanno pensato bene di scrivere una lettera alla Boldrini e compagnia. Questo il testo (che trovate anche Qui). Il testo è quello originale, a parte le frasi in grassetto (con cui evidenzio i passaggi più sfiziosi):

Negli ultimi giorni, in occasione dell’esame del disegno di legge di stabilità, i deputati appartenenti al nostro gruppo parlamentare ci hanno segnalato la presenza al IV piano di Palazzo Montecitorio di una quantità di soggetti esterni tale da intralciare a tratti l’ordinario svolgimento e la serenità dei lavori. già di per se piuttosto complessi data la tematica trattata. Si tratterebbe, in particolare, dei componenti degli uffici per le relazioni istituzionali sia di gruppi di pressione che di associazioni rappresentative, nonché di aziende private. 

Ci preme a questo proposito sottolineare come ci sfugga la ragione di una tale disinvoltura nella concessione di badge che consentono l’accesso e la libera circolazione, in particolare nel corso dello svolgimento delle sedute delle commissioni parlamentari, all’interno dei Palazzi della Camera dei Deputati, di codesti soggetti il cui numero ad oggi ha – a nostro parere – raggiunto un livello patologico e non più sostenibile. 

Pertanto chiediamo alle SSVV di conoscere quale sia la normativa che regola tali accessi e di avviare, se del caso e per le parti di rispettiva competenza, una riflessione circa l’opportunità di restringere i criteri con i quali, in occasione dello svolgimento delle sedute delle Commissioni parlamentari, viene consentito l’accesso e lo stazionamento nei pressi delle aule a soggetti esterni che non siano: a) dipendenti della Camera dei Deputati; b) addetti alle segreterie istituzionali; c) dipendenti dei gruppi parlamentari; d) dipendenti delle ditte aggiudicativi di appalti presso la Camera (come per esempio gli addetti ai servizi di pulizia o di manutenzione tecnica degli impianti); e) collaboratori parlamentari dei deputati. 

firmato bla bla

In sostanza: i lobbisti sono “soggetti esterni”, al pari degli addetti alle pulizie o alla manutenzione (con tutto il rispetto necessario per queste categorie ovviamente). Non lavorano, disturbano.

All’ingresso della Camera l’elargizione dei badge è generosa, pure troppo. Sicché, in conclusione, perché non dare meno badge anziché pensare ad approvare una legge? Misteri della politica.

 

Fonte: Formiche.net

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La tribù dei lobbisti: chi sono, chi li manda, cosa ottengono http://www.lobbyingitalia.com/2013/12/la-tribu-dei-lobbisti-chi-sono-chi-li-manda-cosa-ottengono/ Thu, 19 Dec 2013 17:26:50 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=1898 Il viaggiatore che si trovasse a passare nei pressi delle commissioni Bilancio delle due Camere durante la discussione della legge di Stabilità osserverebbe una scena assai bizzarra. Dentro l’aula i parlamentari discutono e votano, entrano ed escono commessi, funzionari e gli stessi onorevoli, all’esterno – su un tavolo – un gruppo di giornalisti segue i lavori col testo della legge a sinistra e il fascicolo degli emendamenti a destra.

Tutt’intorno c’è un’altra tribù dall’occupazione più sfuggente: a turno i suoi membri alternano fasi di calma ad altre di grande agitazione in cui scrivono o telefonano o passano fogli a qualcuno; amano colloquiare con gli interlocutori sempre con un’aria un po’ da congiurati; hanno una certa passionaccia per la parola all’orecchio, la passeggiata sotto braccio, l’amichevole pacca sulla spalla, il sorriso largo e rassicurante. Ecco, quella tribù sono i lobbisti.

Chi sono i lobbisti? Intanto quelli veri e propri – cioè i dipendenti di una società di lobby ufficiale come Cattaneo Zanetto o Reti , per citare le più note – sono una minoranza e nemmeno delle più rilevanti. Alcuni lobbisti sono, più semplicemente, quelli che nelle aziende si chiamano “Responsabili delle relazioni istituzionali” (una, Simonetta Giordani, in questo governo ha cambiato sponda e da Autostrade è passata al sottosegretariato ai Beni Culturali), altri ancora sono lobbisti informali: ex dipendenti del Parlamento, magari, come il meraviglioso esemplare registrato a Montecitorio dal Movimento 5 Stelle.

Sul sito di Beppe Grillo lo si sente vantarsi al telefono di come ha bloccato un emendamento del Pd che fissava a 150 mila euro l’anno il tetto massimo di cumulo tra pensione e redditi da lavoro che tanto fastidio dava ai nostri Grand commis (in una parte non registrata ha fatto riferimento anche ai membri della Consulta): “Ho dovuto scatenare mari e monti. È stata una battaglia durissima. Io lo potrei scrivere in un manuale come caso di eccellenza di azione di lobby… Ho dovuto smuovere tutto”. Alla fine, il tetto è stato fissato a oltre 300 mila euro. Più del doppio. Qualcuno, come il deputato M5S Vincenzo Caso, s’è ritrovato il lobbista fuori dalla porta dell’aula che esultava per la bocciatura di un proprio emendamento: “Non è passatoooooo”.

Chi sono i mandanti? Alle Camere, da ottobre a dicembre, stazionano tutti. Giganti come Eni o Enel o Poste o Ferrovie hanno ovviamente un loro uomo sul posto: la società guidata da Mario Moretti, per dire, deve essere certa che i finanziamenti da cui dipende siano effettivamente stanziati e quindi presidia il ministero delle Infrastrutture prima e il Parlamento poi (missione compiuta anche quest’anno).

Ci sono poi gli inviati dei ministeri. Quello della Difesa si occupa tanto dei militari veri e propri quanto dell’industria del settore: a questo giro, ad esempio, i primi hanno incassato 100 milioni extra per il 2014 e altri cento da dividere con le altre forze di polizia, i secondi un piano pluriennale di spesa in armamenti.

Ci sono poi i lobbisti delle tv private e dell’editoria , che si preoccupano dei rispettivi fondi statali, e c’è il mondo dell’energia che è diviso in tre: c’è sempre qualcuno del Gestore dei mercati elettrici (Gme), altri di Assoenergia e qualcuno pure di Energia Concorrente, che poi sarebbe l’associazione a cui aderisce Sorgenia di Carlo De Benedetti che ha strappato un emendamento per risolvere un contenzioso sugli oneri urbanistici con un comune del lodigiano (un risparmio potenziale di 22 milioni di euro).

Non mancano, ovviamente, gli uomini dell’Abi, l’associazione bancaria italiana, i veri trionfatori di questa sessione di bilancio tra detrazioni sulle sofferenze velocizzate (da 18 anni a cinque) e rivalutazione delle quote di Bankitalia con relativa aliquota di favore.

La lobby del gioco – a partire da Sistema Gioco Italia di Confindustria – pure è sempre presente in forze in Parlamento: tra concessioni e trattamento fiscale i fronti aperti sono molti (anche se l’emendamento per spaventare regioni e comuni tentati dalla guerra alle slot, come vi raccontiamo qui accanto, probabilmente alla fine verrà cancellato).

Non manca il mondo assicurativo, anche se Ania preferisce lavorare direttamente col ministero: dopo il regalo del governo Monti che ha nei fatti reso irrisarcibili molti infortuni di piccola entità (norma anti-“ colpo di frusta”), oggi l’esecutivo Letta gli regala per decreto il mercato dell’autoriparazione grazie all’obbligo di far riparare la macchina solo nelle carrozzerie convenzionate. Gli interessati, nel senso dei carrozzieri, iniziano a gennaio una mobilitazione nazionale. Si può dire che anche loro siano una lobby, però non efficace come quella della loro controparte.

Fonte: il fatto quotidiano · Marco Palombi e Paola Zanca

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Lobby in parlamento, la denuncia del Movimento 5 stelle http://www.lobbyingitalia.com/2013/12/lobby-in-parlamento-la-denuncia-del-movimento-5-stelle/ Thu, 19 Dec 2013 13:36:16 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=1901 Il M5s all’attacco dei gruppi di interesse. Che dettano le scelte dell’Aula. Nel vuoto normativo.

Negli Stati Uniti hanno persino l’obbligo di rendere pubbliche, via internet, le conversazioni orali che intrattengono con funzionari pubblici su materie relative al Recovery Act, provvedimento voluto dall’amministrazione Obama nel 2009 per delimitare ulteriormente, rispetto alla legislazione già vigente in America, l’attività di lobbying.
In Italia si discute di una possibile regolamentazione del fenomeno dal 1948, ma mai nessun disegno di legge è riuscito a uscire indenne dalle fauci del parlamento.

IL VUOTO NORMATIVO

L’ultimo tentativo è stato fatto dal governo Letta. Nel giugno scorso, la task force incaricata dal premier di redigere un disegno di legge di regolamentazione delle lobby, ha presentato una bozza di provvedimento al governo, ma il Consiglio dei ministri ha rinviato il testo a ulteriori valutazioni.

LA DENUNCIA DEI 5 STELLE.

E così, nei giorni in cui nella commissione Bilancio della Camera si discute degli emendamenti alle legge di Stabilità, in Transatlantico è tutto un fiorire di lobbisti in cerca d’autore, che provano a far pressioni sui parlamentari per vedere approvati provvedimenti favorevoli agli interessi delle aziende che rappresentano. Senza che una legge ne disciplini in alcun modo l’attività.
A denunciare il fenomeno, con due video pubblicati sul sito di Beppe Grillo, sono stati i deputati del Movimento 5 stelle, che hanno inviato anche una lettera formale alla presidente della Camera, Laura Boldrini, per far in modo che venga vietato ai lobbisti l’accesso a Montecitorio.

IL PRECEDENTE DELLE IENE 

Un’analoga denuncia era stata fatta a maggio dalla trasmissione Le Iene, alla quale un assistente parlamentare del Senato, sotto anonimato, aveva parlato dell’esistenza di «senatori e deputati pagati da alcune multinazionali», in cambio di provvedimenti di legge favorevoli alle aziende.

La conversazione sulla «salvaguardia» delle casse dell’Inps

Ma il lavoro di lobbying è ampio e trasversale. In un video pubblicato sul blog del politico genovese, si riporta la conversazione telefonica di un presunto lobbista, un «consigliere parlamentare in pensione con un incarico alla Camera dei deputati», che esulta con il suo interlocutore per i risultati ottenuti su un emendamento di «salvaguardia» delle casse dell’Inps presentato dal Pd.

QUEL TETTO GONFIATO AGLI STIPENDI.

«Dopo una lunga gestazione, il Pd partorisce una riformulazione» del provvedimento che prevedeva un tetto massimo di 150 mila euro di accumulo «fra pensione e altri incarichi, pubblici e privati», hanno spiegato i 5 stelle. La nuova versione «azzera il contenuto della norma: il tetto sale fino a 294 mila euro ed è applicabile solo a chi cumula pensione e incarico nella pubblica amministrazione salvando tutti i contratti in vigore. Come dire: ‘Abbiamo scherzato, ci siamo sbagliati”. Cos’è accaduto nel mentre, fra il prima e il dopo? Quale manina è intervenuta?».

Ignorata la sentenza del Tar del Lazio

Il servizio delle Iene sui rapporti tra lobby e politica.Il servizio delle Iene sui rapporti tra lobby e politica.

Ma quello dell’Inps non è un caso isolato, come ricordano i grillini. «Fuori dalla porta della sala del Mappamondo alla Camera, dove in questi giorni si sono tenute le sedute della commissione, c’è una saletta dove rappresentanti di grandi aziende, consorzi, sindaci, funzionari ministeriali, fermano questo o quel commissario, facendo pressioni per emendamenti ad personamad aziendamad schifezzam», ha scritto il deputato del M5s Giorgio Sorial sul suo profilo Facebook.

IL CASO SORGENIA.

Soffermandosi poi su un caso in particolare, quello di Sorgenia, azienda di proprietà del gruppo De Benedetti, che costruisce e gestisce centrali elettriche.
«La Sorgenia di Carlo De Benedetti dichiara ingenti perdite. Fortunatamente per l’ingegnere, c’è il governo che prende a cuore il caso e corre in soccorso», ha sottolineato Sorial. «Nella Stabilità quindi si decide di andare in direzione opposta a una sentenza del Tar Lazio dello scorso aprile, e viene presentato uno sconticino di 22 milioni di euro di oneri di urbanizzazione alla centrale Sorgenia nel territorio lodigiano. Pagare il Comune per i servizi che deve fornire al tuo impianto? Niente da fare: tutto gratis, tutto passa in cavalleria».

ROMITI, LOBBISTA IN PARLAMENTO.

A rappresentare gli interessi di Sorgenia in parlamento c’è Roberta Romiti che, hanno precisato i pentastellati, «è autorizzata con un tesserino a essere presente fuori dalla commissione»; ma che fino a poco tempo fa «entrava alla Camera con un tesserino che la indicava come collaboratrice dell’onorevole Chiara Moroni (ex deputata Fli, di cui era vicepresidente e tesoriere del gruppo), amica come Italo Bocchino (ex deputato – Fli) di Francesco Dini», consulente del gruppo De Benedetti.

Roberto Maroni contro le lobby dell’azzardo

Un fermo immagine del video di denuncia del M5s sulle lobby in parlamento.Un fermo immagine del video di denuncia del M5s sulle lobby in parlamento.

Ma la polemica sulla liceità dell’attività di lobbying svolta in parlamento da rappresentanti di aziende e gruppi di pressione, non viene solo dalle file dei 5 stelle. Anche il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, in un post sul suo profilo Facebook ha attaccato duramente il provvedimento che riguarda il gioco d’azzardo inserito nella legge di Stabilità.
«Che vergogna! La potente e ricchissima lobby delle slot e del gioco d’azzardo ha colpito ancora. Ostacoli le slot machine nel tuo territorio? Lo Stato ti taglia i trasferimenti di denaro», ha scritto il governatore.
PENALIZZATI SINDACI E AMMINISTRATORI. «La bastonata ai sindaci e alle Regioni che lottano contro il gioco d’azzardo arriva in Senato con l’emendamento presentato dal Nuovo centrodestra al decreto ‘Salva Roma’ e approvato con i voti di 140 senatori di Partito democratico, Scelta civica e Nuovo centrodestra (…) Contrari sono stati 128 parlamentari di Lega, Forza Italia, M5s e Sel».
Il testo, ha concluso Maroni, «riguarda i Comuni o le Regioni (come la Lombardia) che hanno emanato norme restrittive contro il gioco d’azzardo, diminuendo così le entrate dell’erario. L’anno prossimo, questi enti territoriali subiranno tagli ai trasferimenti che verranno interrotti solo quando le norme e regolamenti ‘scomodi’ saranno ritirati».

Fonte: Gabriella Colarusso – Lettera43.it

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Basta lobbisti: il M5S chiede lo stop alla Boldrini. Ecco la lettera! http://www.lobbyingitalia.com/2013/12/basta-lobbisti-il-m5s-chiede-lo-stop-alla-boldrini-ecco-la-lettera/ Wed, 18 Dec 2013 20:41:29 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=1905 E’ ora di finirla con l’inaccettabile “mercato ortofrutticolo” che si svolge ogni giorno davanti alle porte delle Commissioni Parlamentari al lavoro, in particolare durante la discussione della Legge di Stabilità.

Folle di faccendieri, personaggi sconosciuti e altre figure non identificate che non si limitano a presenziare ma intervengono, pressano, discutono e si permettono persino di interrompere i lavori parlamentari perché non vengono soddisfatte le richieste della loro lobby.

Basta con questo andazzo! Il Parlamento deve lavorare in pace, per questo i deputati del M5S hanno inviato oggi una lettera alla Presidente Boldrini con cui chiedono una restrizione alla concessione di badge e pass di accesso e stazionamento nell’interno del Palazzo.

Si riempiono tutti la bocca con “la dignità dell’istituzione”… comincino a provvedere davvero in tal senso!

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Fonte: BeppeGrillo.it

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