twitter – LobbyingItalia http://www.lobbyingitalia.com Blog dedicato al mondo delle lobbies in modo chiaro e trasparente Tue, 03 May 2016 17:24:01 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.4.2 Anche twittare è lobbying? Per lo stato di New York, sì http://www.lobbyingitalia.com/2016/02/anche-twittare-e-lobbying-per-lo-stato-di-new-york-si/ Fri, 05 Feb 2016 11:51:32 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3157 La Joint Commission on Public Ethics – JCOPE dello stato di New York sta pensando di inserire le comunicazioni attraverso i social media tra le attività di comunicazione nei confronti del decisore pubblico da rendicontare come lobbying. La decisione, annunciata anche dal governatore Andrew Cuomo nel discorso annuale sullo stato dello Stato, fa parte di un quadro complessivo di nuova “eticizzazione” della politica di Albany dopo una serie di scandali. In particolare, tra le “mire” della Joint Commission coloro che svolgono attività di lobbying a tutti gli effetti, ma vengono considerati professionisti delle pubbliche relazioni e non delle relazioni istituzionali.

Negli scorsi giorni, lo stato del nordest degli USA ha inserito nella definizione di lobbista anche professionisti della comunicazione come social media strategist e PR. In un comunicato stampa della JCOPE si afferma come “i lobbisti [stiano] sempre più ricorrendo ai social media per portare avanti la loro attività di lobbying. Alla luce di questo è quindi richiesta chiarezza nei casi in cui l’uso di social media è diretto ad attività di lobbying e rendicontabile”. La Joint Commission ha aperto una consultazione pubblica valida fino al 19 febbraio, e da quel giorno saranno approntate le linee guida sull’uso dei social media per attività di lobbying. Tra le richieste anche opinioni su cosa può essere considerato grassroots lobbying, quale impatto possono avere le condivisioni di post o i retweet, quale importanza hanno le comunicazioni fatte ad un account social di un dirigente pubblico piuttosto che quelle recapitate alla mail o agli indirizzi di posta ufficiali.

Ovviamente non sono mancate le critiche da parte della community dei professionisti delle relazioni istituzionali, pubbliche ed esterne. L’accusa principale alla Commissione è quella di aver ecceduto nella propria competenza legislativa, violando il diritto ad esprimere liberamente la propria opinione. Un portavoce della Public Relations Society of America ha annunciato contributo fortemente critico da parte dell’associazione.Tra le altre associazioni contrarie, Citizens Union of the City of New York, New York Advocacy Association, New York Civil Liberties Union, la New York Press Association,  lo studio di avvocati Wilson Elser, le società di PR come Davidoff, Hutcher & Citron e West Third Group , diverse testate giornalistiche (come Crain’s New York).

Ogni violazione delle decisioni del Joint Committee costa 10.000 $. Questa, ed altre norme del Lobbying Act statale, secondo i professionisti del lobbying e quelli delle PR richiedono modifiche molto più urgenti rispetto a quelle derivanti dal nuovo orientamento dello stato di New York.

]]>
Vi interessa il tema #Lobby? Siete su Twitter? 10 profili (anzi qualcuno in più) da seguire http://www.lobbyingitalia.com/2013/05/vi-interessa-il-tema-lobby-siete-su-twitter-10-profili-anzi-qualcuno-in-piu-da-seguire/ Thu, 23 May 2013 16:44:27 +0000 http://www.lobbyingitalia.com/?p=1461 (Gianluca Sgueo) Siete su Twitter, ci scommetto. E magari vi interessa anche il tema del lobbying. Beh se è così allora ci sono 10 profili che non potete non seguire (rigorosamente in ordine sparso):

@Ferpi2puntozero – è la federazione relazioni pubbliche italiana. Comprende tanti tipi di professionalità diverse, tra cui molti lobbisti. Inoltre gli eventi che organizza sul territorio sono sempre ottime occasioni di networking. Molto interessante anche il profilo del vice presidente dell’associazione @dottorg

@AnninaFerretti – la short bio recita “non dite a mia madre che faccio la lobbista, mi crede pianista in un bordello”. Milanese, con un piede nell’accademia (in @uniiulm) diffonde sempre contenuti interessanti

@opengateitalia – tra le società più note del settore. Grazie anche al vulcanico senior partner @fsopengate

@gcomin – oggi in Enel, in passato a Telecom e Montedison, è tra i lobbisti più noti in Italia.

@GalassiaReti – la creatura di @claudiovelardi e @buzzico. Non fa solo lobbying, da qualche anno fa anche molta formazione e networking, grazie anche all’inesauribile @sragugini

@santoprimavera – tra i primi a scrivere di lobby in Italia.

@ilchiostroweb – loro si definiscono “la lobby delle lobby”. Sono un’associazione di lobbisti che si batte per la trasparenza delle lobby.

@SporcoLobbista – nato come profilo di marketing per un libro dal titolo omonimo, gestito da un lobbista, era più attivo qualche mese fa. Diciamo che questa è una segnalazione di incoraggiamento per tornare a essere più attivo con i cinguettii.

@plpetrillo – insegna lobby all’università e ci lavora, dalla parte “istituzionale”. Un binomio perfetto.

@openpolis – in pratica oggi fa quello che un tempo facevano, a mano, i lobbisti junior. Il miglior servizio di monitoraggio dell’attività istituzionale che esiste. Le ricerche che pubblica sono tutte estremamente interessanti (al punto che L’Espresso gli dedica un box tutte le settimane). Imperdibile

 

Fonte: Formiche

]]>
L’alba del Social Lobbying http://www.lobbyingitalia.com/2013/01/lalba-del-social-lobbying/ Thu, 24 Jan 2013 00:00:00 +0000 http://www.lobbyingitalia.com/2013/01/lalba-del-social-lobbying/ The word “lobbyist” surely doesn’t have the best connotation in the world. Depending on your reading of the definition, it generally signifies an attempt to influence government decisions, traditionally by targeting legislators or regulators. What isn’t often taken into consideration, however, is that while there are lobbyists in dark suits roaming the halls of Congress funded by entities such as big oil and pharmaceutical companies, “lobbying” is also conducted by nonprofit groups funded by different kinds of special interests. We think of efforts, however, as “activism,” but at the end of the day, they’re just another form of lobbying.

Now, a new form of “lobbying” has emerged, but instead corporate checks or individuals donations, the currency has shifted from cash to social connections, where financial power will be trumped by network power: “social lobbying.”

To understand why lobbyists get such a bad rap, look no further than Jack Abramoff, one America’s most notorious “suits” who served over three years for all forms of corruption up and down Washington D.C.

To briefly oversimplify his intricate web of deception, clients would hire Abramoff for handsome fees to lobby on their behalf and push or protect special interests, typically by working with Congressional staffers to shape, trim, bend, and massage the language contained in official bills of law too dense for any normal human to read. Abramoff’s trick was to “buy” the loyalties of current Congressional staffers with the carrot of potentially hiring them on his dole for two to three times their current salaries. That incentive alone was enough to buy Abramoff (and by proxy, his clients) choice phrases inserted into bills that eventually became law. (I’d recommend watching this recent 60 Minutes interview with Abramoff, who explains his system in greater detail.)

These “suits,” funded by private, corporate dollars gave rise to “activists” who — in another oversimplification — rallied around causes to combat special interests. These entities typically form as nonprofit or nongovernmental organizations and raise money through foundation grants (which are often funded by wealthy families/individuals or corporations) and individual donations, typically from individuals wealthy enough to let go of the disposable income yet savvy enough to understand the implications of the corresponding tax write-offs. Activist-funded lobbying exerts its influence in different ways, and depending on where you sit, embody just as much of a dark art as their “suit” counterparts.

Two sides of the same coin, right? Probably. But now a new form of lobbying is emerging, one where lobbyists aren’t necessarily hired for money, but rather organized and recruited through the social graph of connections we’ve mapped out while we’re busy sharing and liking pictures and honoring our friends’ requests to retweet this or that piece of content. And, instead of lobbying that’s fueled entirely by cash (yes, cash is still involved), the new form of currency is tied closely to social networks.

While recent events have demonstrated, at least in one case, the advantage of networks over cash in a lobbying sense, it still remains to be seen whether this new form of lobbying — social lobbying — will deliver results across a broader range issues that cut into the mainstream or reside out on the long-tail of retail politics. It’s impossible to predict where and when this kind of lobbying will pop up again, but this much is sure — whatever issues social lobbying sets its targets on, there’s a greater chance that those interests could theoretically advance positions that benefit a greater majority of people relative to those who could be affected: not a perfect democracy, but inching closer, if ever so slightly, and given recent abysmal U.S. Congressional approval ratings, perhaps a small step in the right direction.


Semil Shahis an entrepreneur interested in digital media, consumer Internet, and social networks. Shah currently works atVotizenand is based in Palo Alto; you can follow him on twitter@semil

Semil Shah – TechCrunch

]]>
La comunicazione e la lobby al tempo di Twitter http://www.lobbyingitalia.com/2012/01/la-comunicazione-e-la-lobby-al-tempo-di-twitter/ Sun, 15 Jan 2012 00:00:00 +0000 http://www.lobbyingitalia.com/2012/01/la-comunicazione-e-la-lobby-al-tempo-di-twitter/ L’incontro sul tema La comunicazione e la lobby al tempo di Twitter – organizzato dalla FERPI Delegazione Lazio in collaborazione con l’Associazione Laureati LUISS – si svolgerà a Roma presso la sala delle colonne della sede LUISS di viale Pola giovedì 19 gennaio 2012, alle 18.30.

L’obiettivo dell’incontro è di esplorare le nuove modalità di utilizzo di Twitter in contesti diversi, anche istituzionali (come dimostrano i recenti fatti di cronaca); valutarne i lati positivi e gli inconvenienti, l’efficacia e i possibili ulteriori sviluppi futuri.

Ne parleranno con i più quotati esperti della materia, in rappresentanza di tutte le “parti in causa”, aziende, agenzie, politici, giornalisti, mondo accademico:

Lelio AlfonsoRCS Media Group
Vincenzo CosenzaDigital PR (Hill & Knowlton)
Roberto CotroneoLUISS, Scuola Superiore di Giornalismo
Pierluigi Dal PinoMicrosoft
Paola DianaManager e Blogger
Alessandra GiraldoProgetti educativi
Nicola MattinaElastic
Stefano MenichiniEuropa/PD
Roberto RaoUDC
Luigi RicciBarometro
Mario RodriguezMR & Associati
Claudia VagoSocial Media Curator
Augusto ValerianiUniversità di Bologna

L’incontro sarà moderato da Riccardo Luna.

Clicca qui per scaricare l’invito.

Documenti

Twitter_Ferpi3.jpg.

]]>