registro lobby – LobbyingItalia http://www.lobbyingitalia.com Blog dedicato al mondo delle lobbies in modo chiaro e trasparente Fri, 13 May 2016 14:04:46 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.4.2 Commissione UE, verso una riforma del Registro per la Trasparenza http://www.lobbyingitalia.com/2016/03/commissione-ue-registro-trasparenza/ Tue, 01 Mar 2016 16:38:21 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3174

Nuova consultazione della Commissione sul Registro per la Trasparenza delle lobby. La domanda principale è: sarebbe opportuno renderlo obbligatorio per tutte le istituzioni dell’UE?

Il 1º marzo la Commissione avvierà una consultazione pubblica di 12 settimane per raccogliere contributi sull’attuale regime di registrazione per i rappresentanti di interessi che cercano di influenzare il lavoro delle istituzioni dell’UE e sulla sua evoluzione verso un registro obbligatorio dei lobbisti esteso al Parlamento europeo, al Consiglio dell’Unione europea e alla Commissione.

Il primo Vicepresidente della Commissione Frans Timmermans ha dichiarato: “L’attuale Commissione sta modificando il nostro modo di lavorare, che evolve verso un maggior coinvolgimento dei soggetti interessati e una maggiore trasparenza a proposito di chi incontriamo e perché. Dobbiamo andare ancora oltre e stabilire un registro obbligatorio, valido per tutte e tre le istituzioni, che garantisca la piena trasparenza sui lobbisti che cercano di influenzare l’elaborazione delle politiche dell’UE. Per riuscire a mettere in pratica correttamente questa proposta ci auguriamo di ricevere il maggior numero di contributi possibile da cittadini e soggetti interessati di tutta Europa sul funzionamento dell’attuale sistema e sulla sua evoluzione. Un’Unione europea più trasparente e responsabile è un’Unione in grado di fornire risultati migliori ai cittadini.

La Commissione ha elaborato una consultazione in due parti che consentirà di raccogliere le opinioni di un’ampia gamma di soggetti interessati, della società civile e dei cittadini. La prima fase della consultazione, che non richiede una conoscenza approfondita dell’attuale registro per la trasparenza, consente ai non esperti di rispondere a domande sui principi e sull’ambito di applicazione; la seconda sezione intende invece raccogliere pareri sul funzionamento pratico dell’attuale sistema da parte di coloro che lo utilizzano. I documenti della consultazione sono disponibili in tutte le lingue dell’UE per consentire un ampio feedback. La consultazione terminerà martedì 24 maggio.

Il nuovo sistema, che la Commissione intende presentare come proposta di accordo interistituzionale, costituirebbe un’evoluzione rispetto al registro attuale, gestito congiuntamente dal Parlamento europeo e dalla Commissione ma non obbligatorio e non esteso al Consiglio. Le riforme interne alla Commissione hanno già determinato un netto aumento delle iscrizioni al registro per la trasparenza: al 1º marzo nel registro figurano 9.286 iscritti rispetto ai 7.020 del 31 ottobre 2014, prima cioè dell’entrata in funzione della Commissione e delle sue riforme. La Commissione ritiene che lavorare insieme ai colegislatori del Parlamento europeo e del Consiglio sia determinante per consentire ai cittadini di avere una visione d’insieme su quali rappresentanti di interessi cercano di influenzare il processo legislativo. La consultazione pubblica servirà da base per la proposta che la Commissione presenterà nel corso dell’anno.

Contesto

La Commissione ha già intrapreso importanti riforme della propria organizzazione interna per promuovere una maggiore trasparenza. In base ai metodi di lavoro della Commissione Juncker, i commissari non possono più riunirsi con organizzazioni che non figurano nel registro per la trasparenza. In linea con l’iniziativa per la trasparenza, introdotta nel novembre 2014, tutte le riunioni tra rappresentanti di interessi e commissari, membri dei gabinetti e direttori generali della Commissione devono essere rese pubbliche entro due settimane dal loro svolgimento.

Nel suo primo anno di attività la Commissione ha pubblicato informazioni su oltre 6.000 riunioni (delle quali circa 5.500 con commissari e membri dei gabinetti e 600 con direttori generali). L’introduzione di questo nuovo sistema ha di fatto reso l’iscrizione nel registro per la trasparenza un requisito obbligatorio per qualsiasi soggetto intenzionato a incontrare i più alti responsabili politici e funzionari dell’UE.

L’impegno della Commissione di presentare la proposta di un registro per la trasparenza obbligatorio esteso a tutte le istituzioni europee figura anche negli orientamenti politici del presidente Juncker e nel programma di lavoro 2016 della Commissione. La Commissione ritiene che i cittadini abbiano il diritto di sapere chi cerca di influenzare il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione nel processo legislativo.

Le modifiche previste per il registro per la trasparenza sono parte di un più ampio progetto di riforma del modo di elaborare le politiche nell’UE. Nella sua agenda “Legiferare meglio, presentata nel maggio 2015, la Commissione si è assunta l’impegno di aprire ulteriormente il processo di elaborazione delle politiche al controllo e al contributo dei cittadini. Sono già stati istituiti nuovi meccanismi di feedback che consentono ai soggetti interessati di manifestare alla Commissione il loro punto di vista fin dall’inizio dell’elaborazione di un’iniziativa, sulla base di tabelle di marcia e valutazioni d’impatto iniziali, e in seguito all’adozione di una proposta da parte della Commissione, in modo da contribuire al processo legislativo in seno al Parlamento e al Consiglio.

Altri strumenti che consentono ai soggetti interessati di presentare osservazioni sulla legislazione esistente sono previsti nel quadro del programma REFIT. Il sito web “Ridurre la burocrazia — dite la vostra!” è già operativo e consente ai cittadini di fornire un feedback su norme dell’UE esistenti. I contributi ricevuti vanno ad alimentare l’operato della piattaforma REFIT, che offre consulenza alla Commissione sugli ambiti legislativi che andrebbero riesaminati per rendere la legislazione dell’UE più efficace ed efficiente.

Nel novembre 2014 la Commissione ha infine adottato una comunicazione che delinea una maggiore trasparenza nei negoziati per il partenariato transatlantico su commercio e investimenti (TTIP). La Commissione ritiene fondamentale garantire che l’opinione pubblica abbia accesso a informazioni accurate ed esaurienti sulle intenzioni dell’UE nell’ambito dei negoziati.

La consultazione pubblica sarà aperta fino all’1 giugno 2016 al seguente link.

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Oggi annunciato il Registro irlandese del lobbying http://www.lobbyingitalia.com/2015/04/oggi-annunciato-il-registro-irlandese-del-lobbying/ Thu, 30 Apr 2015 11:28:04 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2790 il Registro sarà gestito dalla Standards in Public Office Commission.

Chiunque volesse fare lobbying su funzionari o ministri dovrà registrare la propria attività sulla piattaforma online tre volte l’anno, a fine Aprile, Agosto e Dicembre. Queste saranno poi inserite in un registro reso pubblico. La novità è parte del regolamento attuativo del recente Lobbying Act irlandese del 2015.

Il ministro della Spesa Pubblica e delle Riforme Brendan Howlin ha dichiarato: “Le norme del Lobbying Act porteranno significativi miglioramenti nel processo decisionale in Irlanda, assicurando comunicazione aperta e trasparenza. Inoltre, il processo di implementazione delle politiche sarà incoraggiato”.

Durante la cerimonia di insediamento della Standards Commission, il direttore Justice Daniel O’Keeffe ha affermato che “questo è uno sviluppo molto gradito nelle politiche pubbliche irlandesi. Il lobbying è un componente essenziale di una democrazia che funziona. È vitale, comunque, che sia aperto e trasparente. La registrazione non sarà un obbligo legale fino a settembre. Incoraggiamo tutti coloro che si occupano di relazioni istituzionali a registrarsi online nei prossimi giorni per familiarizzare con il sistema informatico”.

Fonte: Breaking News

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Lobbying in Ue, Slovenia campione di trasparenza (Lettera43) http://www.lobbyingitalia.com/2015/04/lobbying-in-ue-slovenia-campione-di-trasparenza-lettera43/ Wed, 22 Apr 2015 17:49:30 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2772 È il primo Paese del report: 55 punti su 100. Male l’Italia, nelle ultime cinque posizioni.

(Gianluca Comin) Ho scritto sulla differenza tra il modo di fare lobby in Europa e negli Stati Uniti e ho lanciato più volte un appello per istituire una regolamentazione chiara ed efficace della “rappresentanza di interessi” nel nostro Paese. A tentare di fare luce sullo stato dell’arte delle politiche in materia di lobbying in Europa ci ha pensato Transparency International, think tank che fa della «lotta alla corruzione in un’ottica internazionale» la sua missione.

TRE ISTITUZIONI E 19 PAESI

Il 15 aprile 2015 Transparency ha presentato a Bruxelles il primo report sul lobbying in Europa, dal titolo ‘Lobbying in Europe: Hidden Influence, Privileged Access’, che analizza e confronta i sistemi di regolamentazione del lobbying di 19 Paesi dell’Unione europea, più le tre principali istituzioni politiche a livello comunitario: il parlamento, la Commissione e il Consiglio dell’Unione europea.

TRASPARENZA PRIMO CRITERIO

Sono tre gli assi principali sui quali si basa l’analisi dei livelli di regolamentazione e apertura di un Paese nei confronti del lobbying. La trasparenza: cittadini e gruppi d’interesse hanno la possibilità di sapere chi sta influenzando le decisioni pubbliche, su quali questioni, in che modo e con quali risorse. Integrità: lobbisti e funzionari pubblici sono soggetti a norme chiare ed effettive in materia di lobbying. Parità di accesso: il processo decisionale è aperto a una pluralità di voci che rappresentano un’ampia gamma d’interessi.

L’ITALIA ARRANCA SEMPRE

L’indagine presentata a inizio novembre 2014 da Transparency Int. sulla situazione del lobbying in Italia mostrava come il nostro Paese non andasse oltre un punteggio totale di 20 su 100, dovuto in parte a un risultato molto basso nella trasparenza (11%). Le conclusioni del nuovo rapporto comunitario non sono più rassicuranti. I due terzi dei Paesi non possiede una regolamentazione in materia, e i sette Paesi che ne hanno attuata una (Austria, Francia, Irlanda, Lituania, Polonia, Slovenia e Regno Unito) si dimostrano in gran parte inadeguati, dal momento che non raggiungono gli standard richiesti dallo studio.

LA MEDIA È SOLO DEL 31%

Basta pensare che la media overall dei 19 Paesi più le tre istituzioni è solo del 31%. Se ci addentriamo nel report ci accorgiamo come un solo Paese – la Slovenia – assieme alla Commissione europea, raggiunga un punteggio superiore al 50%. Nelle ultime cinque posizioni si trovano invece la maggior parte degli Stati al centro della crisi finanziaria (Cipro 14%, Italia 20%, Spagna 21% e Portogallo 23%), accompagnati dall’Ungheria (14%).

MALE IL CONSIGLIO DELL’UE

Sorprendente, in negativo, anche la performance del Consiglio dell’Ue, tra le più potenti istituzioni d’Europa, che si classifica terzultima con un media di 19 punti su 100. Uno degli aspetti più critici riguarda proprio la trasparenza, con il 50% dei Paesi coinvolti che registra un punteggio inferiore al 20%, tra i quali Cipro (7%), Ungheria (8%), Spagna (8%), Italia (11%), Portogallo (13%), Germania (13%), Bulgaria (13%), Repubblica Ceca (19%), a cui si aggiunge appunto il Consiglio dell’Ue con un misero 17%.

IN 10 HANNO IL REGISTRO PUBBLICO

Una classifica impietosa dovuta anche al fatto che solo 10 su 19 possiedono un registro pubblico dei portatori di interesse (o lobbisti), fattore che influenza non poco le variabili che determinano il livello di trasparenza dei Paesi considerati. I politici si muovono liberamente tra pubblico e privato. Come emerge dall’indagine le attività di advocacy e influenza si svolgono ancora oggi per la maggior parte a porte chiuse, lontane da occhi indiscreti e senza la possibilità di un controllo pubblico. Inoltre in tutta Europa i politici sono in grado di muoversi liberamente dal settore pubblico a quello privato.

REVOLVING DOORS

È il cosiddetto fenomeno delle “Revolving doors”, che dovrebbe prevedere “periodi di attesa” al termine del mandato per politici e alti funzionari pubblici, durante il quale non può essere loro consentito effettuare attività di lobbying nei confronti dell’istituzione in cui hanno svolto le proprie funzioni. Il rapporto rivela che nessuno degli Stati valutati ha un controllo adeguato su questa pratica, e in quattro Paesi non è addirittura presente un minimo di regolamentazione in materia. Naturalmente il fatto di sentirci meno “soli” nella mancanza di una seria regolamentazione in materia di lobbying non ci deve consolare affatto.

PETIZIONE PER UNA LEGGE

I professionisti del mestiere devono continuare a esigere una legge chiara e certa in grado di tutelare non solo la trasparenza, ma anche la professionalità di tutta la categoria. Proprio per questo è bene segnalare che tra le iniziative promosse da Transparency International Italia, il think tank ha da poco lanciato una petizione online attraverso la piattaforma Change.org, per regolamentare la lobby in Italia, che ha raggiunto già 232 sostenitori.

Twitter @gcomin

Fonte: Lettera43

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