orellana – LobbyingItalia http://www.lobbyingitalia.com Blog dedicato al mondo delle lobbies in modo chiaro e trasparente Wed, 18 May 2016 18:10:09 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.4.3 Legge sulle lobby, più trasparenza dai decisori pubblici: riformulato l’emendamento al ddl Concorrenza http://www.lobbyingitalia.com/2016/03/legge-sulle-lobby-emendamento-concorrenza/ Wed, 02 Mar 2016 11:17:29 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3176 Più trasparenza anche per i decisori pubblici e esatta definizione degli oneri statali derivanti dall’istituzione di un Registro dei lobbisti: sono queste le principali modifiche all’emendamento 47.0.9 al ddl Concorrenza, attualmente in discussione presso la 10a Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato.

L’emendamento, presentato dai senatori Orellana e Battista (Gruppo per le Autonomie), introduce un nuovo articolo 47-bis dal titolo “Disposizioni in materia di rappresentanza di interessi presso i decisori pubblici“.

La riformulazione è arrivata dopo la pronuncia della Commissione Bilancio del Senato che nei giorni scorsi ha dichiarato inammissibile, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione – quello relativo all’equilibrio di bilancio – la prima formulazione (di cui potete trovare qui il testo: Emendamento lobby ddl Concorrenza_testo1_inammissibile).

Il nuovo testo presenta poche modifiche, una delle quali molto importante che va a colmare una lacuna del testo iniziale. Si tratta del nuovo comma 11, relativo agli obblighi di rendicontazione mensile degli incontri avvenuti con i lobbisti o portatori di interessi per i decisori pubblici . Inoltre, è introdotto l’obbligo di dichiarare la situazione patrimoniale e l’appartenenza a associazioni o movimenti:

11. Il decisore pubblico è tenuto a trasmettere al Comitato ogni informazione relativa alla propria situazione patrimoniale, l’appartenenza ad associazioni o movimenti, nonché, con cadenza mensile, l’elenco dei rappresentanti di interessi incontrati nell’ambito della propria attività istituzionale. Il Comitato rende pubblici tali dati, entro 30 giorni dalla ricezione, nell’apposita sezione del sito internet dedicato.

E’ stato poi introdotto il comma 19, relativo alla definizione degli oneri derivanti dalle disposizioni relative all’istituzione del Registro dei portatori di interesse, di cui al comma 4. In particolare, gli oneri per lo Stato sono definiti in 500.000 euro a decorrere dal 2016, detratti dal Fondo speciale di parte corrente dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, per l’anno 2016:

19. Agli oneri derivanti dalle disposizioni di cui al comma 4, valutati in 500.000 euro, a decorrere dal 2016, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto ai fini del bilancio triennale 2016-2018, nell’ambito del Fondo speciale di parte corrente dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, per l’anno 2016, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.»

Qui potete trovare il testo completo dell’emendamento riformulato, su cui la Commissione Bilancio deve ancora esprimersi: Emendamento lobby ddl Concorrenza_testo2. Al momento la Commissione ha sospeso il proprio giudizio su tutte le riformulazioni.

Impressioni: che il testo sia un buon passo in avanti verso una normativa nazionale sul lobbying è un dato di fatto. Segnale ancora più incoraggiante di una reale volontà politica di legiferare sul tema è la riformulazione e reiterazione dell’emendamento dopo la bocciatura del primo testo da parte della commissione Bilancio. Di certo sarebbe stato molto più ambizioso inserire previsioni già presenti in altri sistemi (in particolare quelli anglosassoni) come la specifica inclusione nei rappresentanti di interessi di ONG e associazioni di enti, l’inclusione della dicitura “portatori di interessi”, per evitare che ci si riferisca unicamente ai consulenti, il divieto di success fee tratto dalla normativa canadese, l’obbligo di consultazione telematica, l’introduzione di disposizioni provvisorie per far entrare subito in vigore le norme, l’eliminazione dell’esclusione dei giornalisti professionisti e pubblicisti.. Non è comunque da escludere che possano intervenire modifiche integrative al testo da parte del Relatore.

Ma il principio del “passo dopo passo” potrebbe fare al caso dei lobbisti, con l’approvazione di una legge che consentirebbe alla democrazia di svolgersi in modo più trasparente e partecipativo.

 

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Lobby, legge ferma malgrado i richiami dell’AGCM [IlFattoQuotidiano.it] http://www.lobbyingitalia.com/2015/10/lobby-legge-ferma-malgrado-i-richiami-dellagcm-ilfattoquotidiano-it/ Thu, 22 Oct 2015 14:53:42 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2998 Ad aprile la commissione Affari costituzionali del Senato ha adottato il ddl dei senatori ex M5S Orellana e Battista come testo base. Ma da allora se ne sono perse le tracce. Presentati 250 emendamenti non ancora catalogati né pubblicati sul sito di Palazzo Madama. Nonostante l’authority presieduta da Giovanni Pitruzzella continui a segnalare la necessità del provvedimento. Galgano (Scelta civica): “Testo sulla concorrenza pesantemente influenzato dai gruppi di pressione”

Ancora tutto fermo. Nonostante gli annunci, in primis quelli del ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Il quale il 20 maggio 2014, parlando con i giornali, metteva a verbale: “Contro la corruzione bisogna regolamentare le lobby”. Concetto ribadito dal Guardasigilli il 6 ottobre scorso durante la presentazione delrapporto Onu sull’attuazione in Italia della Convenzione contro la corruzione: “Vogliamo dare attenzione alla regolamentazione delle attività di lobbying”. Peccato però che ilParlamento non la pensi proprio come il numero uno di via Arenula. Anzi.Il 9 aprile di quest’anno la commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama ha infatti adottato il disegno di legge (ddl) dei senatori ex Movimento 5 Stelle Luis Alberto Orellana e Lorenzo Battista come testo base per disciplinare il fenomeno. Una proposta stringente che, fra le altre cose, prevede l’istituzione di un “Comitato per il monitoraggio della rappresentanza di interessi” presso il segretariato generale della presidenza del Consiglio, più quella di un “Registro pubblico dei rappresentanti di interessi”. Al quale non potranno iscriversi i condannati in via definitiva per reati contro lo Stato e la pubblica amministrazione. Eppure da quel giorno nessuno ne ha più visto né sentito parlare. La conferma arriva dallo stesso Orellana. “Il provvedimento è stato accantonato: dalle informazioni in mio possesso sono stati depositati circa 250 emendamenti che io, però, non ho nemmeno mai letto”, rivela a ilfattoquotidiano.it. Emendamenti che peraltro “non sono stati ancora catalogati né pubblicati sul sito del Senato”, aggiunge.

Insomma: è tutto ancora in alto mare e, molto probabilmente, se ne riparlerà non prima del 2016. L’unica cosa certa è che il termine per presentare le proposte correttive al ddl in questione è stato posticipato quattro volte: dal 14 maggio al 3 giugno e poi dal 10 al 17 giugno 2015. “Ma ora dalle parole bisogna passare ai fatti – attacca Orellana – perché è già passato troppo tempo”. Ecco perché, terminata la sessione di bilancio, i due ex grillini non escludono la possibilità di interpellare direttamente il presidente dell’Assemblea, Piero Grasso, per sensibilizzarlo sull’argomento.

Quello della regolamentazione dei cosiddetti “portatori di interessi”, del resto, è un tema da sempre molto caldo. Che quotidianamente scrive un nuovo capitolo. L’ultimo in ordine di tempo è quello che riguarda Philip Morris, uno dei più grandi gruppi al mondo che opera, fra le altre cose, nel settore dei tabacchi. E che solo pochi giorni fa, come riportato dal “Fatto Quotidiano”, ha evitato una stangata fiscale sulla Iqos, la sigaretta ibrida prodotta nello stabilimento di Bologna (inaugurato a ottobre 2014 dal premier Matteo Renzi), dopo una visita a Palazzo Chigi. Proprio mentre il governo approvava il decreto Tabacchi, attuativo di una direttiva europea che dovrebbe ridisegnare tutto il settore.

Non è quindi un caso che anche l’Antitrust, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato presieduta da Giovanni Pitruzzella, sia recentemente tornata a chiedere un provvedimento che vada in questa direzione. “È auspicabile la previsione di una regolamentazione e vigilanza sulle attività di lobbying – scrive l’authority nella sua ultimarelazione – da inserire in un complesso di norme che possa finalmente contrastare in via preventiva i rischi di conflitti di interesse nelle fasi decisionali, nonché il verificarsi di fenomeni corruttivi”. Una legge necessaria anche per invertire un trend che, secondo lultimo rapporto di Transparency International, vede il nostro Paese agli ultimi posti per trasparenza. E dove spesso gli ex politici si riciclano come lobbisti.

Ma la richiesta di una legge che regolamenti una volta per tutte l’attività dei gruppi di pressione non arriva solo dai banchi dell’opposizione. Dice Adriana Galgano, deputata di Scelta civica: “Tutto il disegno di legge sulla concorrenza, recentemente approvato alla Camera, è stato pesantemente influenzato dalle lobby. Le quali hanno dimostrato di essere addirittura più forti del garante della concorrenza, visto che la maggior parte delle sue raccomandazioni non sono state recepite dal provvedimento”. L’esponente del partito che fu di Mario Monti si sofferma poi su un particolare: “Lo stop alla possibilità di vendere i farmaci di fascia C (quelli non concessi dal servizio sanitario nazionale ma che necessitano di ricetta, ndr) anche fuori dalle farmacie, nonostante il parere favorevole del ministero dello Sviluppo economico e di buona parte dell’Aula, è la rappresentazione plastica del potere che le lobby stesse hanno in mano – aggiunge Galgano –. Oltretutto, per i cittadini, questa misura avrebbe portatorisparmi per 500 milioni di euro. Purtroppo però, ancora una volta, hanno prevalso gli interessi di pochi”.

Fonte: @GiorgioVelardiIlFattoQuotidiano.it

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Il ddl Lobby? Al Senato non è la priorità del governo (Public Policy) http://www.lobbyingitalia.com/2015/06/il-ddl-lobby-al-senato-non-e-la-priorita-del-governo-public-policy/ Wed, 10 Jun 2015 12:00:03 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2822 “La 1a commissione del Senato ha delle priorità che sono la riforma del terzo settore per prima, poi la riforma costituzionale e infine il disegno di legge sulle lobby“. A dirlo a Public Policy è stato il sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti.
Per il momento il sottosegretario ha spiegato che non sono previsti emendamenti né da parte del governo né da parte del relatore, il senatore di Italia lavori in corso (ex M5s) Francesco Campanella: “L’idea – ha spiegato Pizzetti – è quella di non presentare testi alternativi del governo ma di concordare le eventuali modifiche insieme al relatore”.
Alla domanda se, dunque, il ddl slittasse a settembre il sottosegretario ha risposto: “Non è detto, dipende da quando la commissione licenzierà i testi“.

Fonte: Public Policy

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Il gran ritorno del Registro dei lobbisti (Formiche.net) http://www.lobbyingitalia.com/2015/06/il-gran-ritorno-del-registro-dei-lobbisti-formiche-net/ Fri, 05 Jun 2015 16:52:39 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2805 (Arnaldo Selmosson) Un passo indietro e uno avanti. Il ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha infatti reso noto il 28 maggio – nel corso della “Giornata della trasparenza”, organizzata nella Sala Cavour del ministero – che è stato firmato il decreto ministeriale che istituisce l’Elenco dei portatori di interesse che possono essere chiamati a partecipare a forme di consultazione da parte del Ministero.

L’obiettivo è incentivare e garantire la partecipazione dei portatori di interessi al processo decisionale per migliorare la qualità e la trasparenza dell’azione amministrativa nella fase di produzione degli atti normativi e dei regolamenti.

Con questo decreto – ha commentato il ministro Maurizio Martina – facciamo un passo in avanti importante sul versante della trasparenza nella Pubblica Amministrazione. Migliorerà la qualità dei processi decisionali dell’Amministrazione, un elemento fondamentale per rendere un buon servizio ai cittadini e semplificare la vita alle imprese“.

L’Elenco viene suddiviso in tre categorie:

– Organizzazioni professionali e associazioni di categoria delle filiere agricole e della pesca già note all’amministrazione e consultate durante la fase preparatoria di provvedimenti attuativi di norme e regolamenti;
– Associazioni dei consumatori e degli utenti membri del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti presso il Mise;
– Soggetti pubblici o privati con provato interesse per le materie di competenza del Mipaaf.

Il decreto ministeriale disciplina l’istituzione e l’aggiornamento dell’elenco attraverso procedure on line direttamente sul sito del Ministero e le modalità con cui l’amministrazione consulta i portatori di interessi.

In particolare, per iscriversi all’Elenco si dovrà compilare un semplice form di registrazione, indicando una serie di dati relativi all’attività svolta. Ogni iscritto presenterà una relazione annuale nella quale dovrà indicare il lavoro di rappresentanza di interessi condotto nei confronti del Ministero. L’Elenco, al pari delle relazioni prodotte, sarà consultabile da chiunque sul sito internet del Mipaaf.

Il ministero dell’Agricoltura diventa quindi il secondo dicastero a dotarsi di una regolamentazione insieme a quello delle Infrastrutture, dove però è il solo viceministro Riccardo Nencini ad attenersi, come spiegato tempo fa a Formiche.net: “Sul funzionamento ci sono varie ipotesi allo studio. Io al Ministero sto utilizzando quella più semplice, in auge al Parlamento Europeo. Chi vuole un appuntamento, deve registrarsi e indicare nome e cognome. Gliene chiediamo la ragione e, se ci sono documenti da consegnare, vengono registrati. Quindi, c’è un primo approccio trasparente al rapporto con il potere pubblico”.

Ma per chi ha memoria, il MIPAAF in realtà era già stato il primo.

Il passo indietro e il passo avanti

Quella volta l’annuncio avvenne nel Salone dell’Agricoltura del MIPAAF. In quel mercoledì 1 febbraio 2012 Mario Catania, allora ministro delle Politiche Agricole del governo Monti, rese pubblico il testo del Decreto Ministeriale – il n.2284 del 2012 – per regolamentare la partecipazione dei gruppi di interessi ai processi decisionali del ministero. In sintesi, un embrione di regolamentazione dell’attività di lobbying. Il primo vero atto con obblighi e diritti per rappresentanti di interessi e per la pubblica amministrazione dopo 40 (all’epoca, oggi siamo intorno ai 60) e più progetti di legge e il “ddl Santagata” del governo Prodi, nessuno dei quali andati in porto.

Il Registro venne quindi messo online nel novembre 2012, e per la prima volta in Italia si potè leggere una lista di lobbistici autodichiarati – aziende, società di consulenza, ecc., ma non le associazioni di rappresentanza – e degli interessi rappresentati. Un vero passo avanti verso la trasparenza, secondo molti addetti ai lavori.

Poi il suo successore, Nunzia De Girolamo, rottamò di fatto il Registro dei rappresentanti di interessi del Mipaaf, come raccontato da Formiche.net nel 2013. L’Unità per la Trasparenza fu in sostanza smantellata.

Ma qualcuno voleva essere sicuro che il Registro finisse definitivamente nel dimenticatoio, e – secondo alcune indiscrezioni – di recente qualcuno ai massimi livelli della struttura burocratica del Ministero ha provveduto prima a smantellare definitivamente l’Unità per la Trasparenza con apposito Decreto e ha poi provveduto a far rimuovere dal sito la pagina del Registro, senza peraltro informare gli iscritti né dare spiegazioni, nonostante le richieste scritte dell’associazione il Chiostro.

Venuto a conoscenza della questione, ed evitando polemiche, il ministro Martina ha deciso di intervenire ristabilendo lo status quo con un nuovo decreto, anche se nel comunicato non si fa alcun riferimento al fatto che in realtà il Registro già esisteva.

I lobbisti guardano con attenzione a questo nuovo Registro, con la speranza che possa diventare l’embrione di una normativa quadro nazionale. Al Senato è fermo da tempo un testo base di ddl “lobby” a firma Orellana, sui cui si sono anche svolte varie consultazioni, ma da più parti si dice che il governo voglia intestarsi una tale riforma e che il vero testo (si parte dal ddl del piddino senatore Verducci?) possa arrivare subito dopo l’approvazione al Senato della riforma del Terzo Settore.

Sarà da capire però se sarà un provvedimento per la trasparenza, o se renderà trasparente invece che dei legittimi rapporti tra lobby, politica e burocrazia non si debba continuare a sapere nulla.

Fonte: Formiche.net

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Regolamentare il lobbying? (Formiche.net) http://www.lobbyingitalia.com/2015/04/regolamentare-il-lobbying-formiche-net/ Mon, 20 Apr 2015 16:07:22 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2766 Che cosa prevede il disegno di legge Disposizioni in materia di rappresentanza di interessi presso i decisori pubblici, del quale sono autori i senatori Orellana e Battista (ex M5S, ora rispettivamente Gruppo Misto e Autonomie)

Forse sarà “l’ennesimo tentativo non riuscito” di mettere le mani su un aspetto molto delicato e importante della nostra macchina legislativa. Eppure il dato inconfutabile è che questa volta esiste un testo base condiviso – si dice – tra le diverse proposte emerse nei mesi scorsi (una decina i DDL già presentati solo in questa legislatura).

E c’è una data, il 23 aprile, per presentare emendamenti e oltrepassare almeno il primo scoglio, ovvero il voto in Commissione Affari costituzionali al Senato. Il Disegno di legge Disposizioni in materia di rappresentanza di interessi presso i decisori pubblici, del quale sono autori i senatori Orellana e Battista (ex M5S, ora rispettivamente Gruppo Misto e Autonomie), sembra davvero imprimere un’accelerata all’annoso tema della regolamentazione della rappresentanza di interessi.

Si tratterebbe, ove approvato, della creazione di un quadro regolatorio sui rapporti fra le Istituzioni e i gruppi di pressione, togliendoli dal cono d’ombra nel quale ora si trovano. Riconoscere innanzitutto istituzionalmente il lobbying e i lobbisti, e il loro ruolo, per fare sì che questi soggetti diventino formali interlocutori della politica sui temi che rappresentano.

Una legge importante, di cui l’Italia ancora non si è dotata, a differenza di altri Paesi dove il rapporto politica-lobby è pienamente compresa e regolamentata come parte del gioco democratico.

La proposta: un Registro dei lobbisti e un Comitato di controllo

Innanzitutto, il disegno di legge in questione istituisce un Comitato per il monitoraggio della rappresentanza di interessi presso Palazzo Chigi. Ruolo del Comitato, composto da quattro funzionari e che opportunamente prevede un ricambio dei componenti ogni quattro anni, è di gestire il Registro obbligatorio dei portatori di interesse. Ciascun portatore di interesse presenterà un proprio Codice di Condotta, posto al vaglio del Comitato (ma qui ci permettiamo di suggerire: perché non un Codice analogo per tutti?).

I soggetti iscritti al Registro avranno accesso a una Banca dati con le informazioni di interesse sui vari dossier normativi, ma soprattutto vedranno finalmente riconosciuta la prerogativa di poter partecipare ufficialmente all’attività legislativa con proposte di modifica, invio di note e analisi, richieste di incontro. Spunto interessante, la possibilità di partecipare alle attività di analisi e verifica dell’impatto della regolamentazione.

Le incompatibilità

Il disegno di legge affronta il tema delle incompatibilità, cercando di regolamentare innanzitutto il “revolving door”, fenomeno per cui dirigenti della Pubblica Amministrazione ed esponenti politici passano a ruoli decisionali in soggetti privati, portando con sé un prezioso e sensibile bagaglio di relazioni e informazioni.

Per loro, si istituirebbe un divieto di iscrizione al Registro per i due anni dalla data di cessazione dell’incarico pubblico. Troppo poco? Forse, ma il minimo accettabile è comunque garantito. Ciò che desta perplessità è invece il divieto di svolgere attività di rappresentanza di interessi imposto a giornalisti, pubblicisti o professionisti, iscritti all’Ordine.

Non si coglie in questa circostanza quale elemento debba precludere a chi scrive (o magari è solo iscritto all’ordine) di tutelare interessi particolari. Una modesta critica, che scaturisce anche dalla riflessione sulla complessità del mondo dell’informazione di oggi e sugli elastici confini ormai assunti dal giornalismo ai tempi del Web 2.0.

Gli articoli che riguardano le Sanzioni e l’Attività di vigilanza chiudono il Disegno di Legge che, per quanto migliorabile, ha l’indubbio merito di non approcciare la materia in termini punitivi (a differenza di alcune proposte che ad esempio attribuivano il coordinamento all’Autorità Nazionale Anticorruzione, tradendo una certa diffidenza aprioristica nei confronti del lobbying).

Fonte: Giovanni Galgano, Public Affairs Advisors – Formiche.net

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