lottomatica – LobbyingItalia http://www.lobbyingitalia.com Blog dedicato al mondo delle lobbies in modo chiaro e trasparente Tue, 03 May 2016 17:24:01 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.4.2 La dura vita del lobbista per rifare la legge di stabilità http://www.lobbyingitalia.com/2015/11/la-dura-vita-del-lobbista-per-rifare-la-legge-di-stabilita/ Mon, 16 Nov 2015 17:33:31 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3042 Quest’anno li hanno relegati in una stanza apposita. Ma non è servito a molto, perché li lasciano borse e giacconi e poi vanno in giro come prima, stazionando davanti alla porta della commissione Bilancio. Parliamo dei lobbisti. Ovvero i rappresentanti di enti e associazioni chiamati a fare pressione su parlamentari e partiti affinché, nella legge di Stabilità, passino norme che interessano alle diverse categorie professionali.

Davanti alla commissione negli anni passati era una solta di suq arabo, specie durante le sedute notturne, quando succedeva di tutto, con emendamenti che saltavano fuori come funghi alle due del mattino, per poi magari sparire alle prime luci dell’alba. E i lobbisti fuori a controllare, monitorare, suggerire, sussurrare. «Senatore dove siete arrivati con la votazione?››. «Onorevole, quell’emendamento allora è passato?››. Per il troppo caos lo scorso anno Laura Boldrini ha deciso di vietare l“accesso ai lobbisti al piano dove lavora la commissione Bilancio. «Ma le vie del signore sono infinite, E anche i corridoi di Montecitorio. ..››, sorrido un rappresentante di Terna.

Così ora, anche a Palazzo Madama, Pietro Grasso ha posto delle restrizioni: ma la stanza a loro adibita è a soli trenta passi dalla commissione Bilancio. In realtà, complice il cortile, i capannelli si sprecano.

Con una variegata fauna composta da giornalisti, portaborse, rappresentanti degli uffici legislativi dei ministeri, commessi e, appunto, lobbisti, Che qui svolgono solo la parte finale del loro lavoro: verificano il raggiungimento del risultato. La vera attività di lobbying inizia molto prima. «Innanzitutto c’è un lavoro di monitoraggio su tutto quello che esce dal palazzo: dichiarazioni, tweet, proposte e disegni di legge, emendamenti. Così, quando un cliente ci contatta, noi sappiamo già a chi chiedere», racconta Andrea Rosiello. rappresentante di una società di «monitoraggio legislativo e relazioni istituzionali», che qui sta rappresentando notai e Confprofessioni, «Una volta individuati gli interlocutori», continua, «si chiede un incontro, durante il quale si sottopone la questione. E li si vede se il parlamentare e sensibile al tema oppure è meglio cambiare cavallo». La regola è quella di avere contatti con tutte le forze politiche. A volte sono meglio i peones e i piccoli gruppi, altre no.

Davanti alla porta della commissione Bilancio c‘è un po’ di tutto. Confindustria, Terna, Enel, Eni, Lottomatica, rappresentanti di categorie, professioni. Tra le lobby più potenti ci sono gli ambientalisti. Capitale, grandi gruppi, ma anche società civile. L’Anci, per esempio, sta spingendo per l’inserimento di una norma che, se approvata, solleverà cori di proteste: l’abolizione della possibilità di pagare le multe scontate del 30 per cento se saldate entro un tot numero di giorni. Niente sconto, più soldi nelle casse dei Comuni. «Basta guardare la filiera degli emendamenti per capire chi sono i maggiori gruppi di pressione», spiega Silvana Comaroli, senatrice della Lega.

E qui siamo sull’altro fronte, quello dei politici. Spesso sono loro a rendersi disponibili a essere avvicinati. «Se un senatore fa tre comunicati stampa sui problemi dei negozianti. allora vuol dire che quel settore gli interessa e se ne vuole fare carico», racconta un altro lobbista. Il ritorno, poi, è politico/elettorale: davanti a quella categoria potrà vantarsi di aver fatto il loro interesse sperando di incamerare voti.

Regali? Mazzette? Pacchi giganti a Natale? Qui entriamo nel penale. «Tutto è possibile, per carità. Ci sono quelli più disponibili e quelli meno, ma oggi stanno tutti molto più attenti. Le marchette si riconoscono subito». Le vere pressioni, d’altronde, avvengono altrove, nei ministeri, 0 direttamente a Palazzo Chigi, «Il termine lobbista ha sempre un’accezione negativa e la vicenda Chaouqui non ha aiutato, ma chi fa davvero questo mestiere deve essere serio, competente e preparato», racconta uno dei decani, rappresentante di Confindustria. Lui ieri non c’era. l suoi colleghi più giovani, invece, si preparano a fare tardi: la terza sessione della giornata in commissione Bilancio inizia alle 20:30.

Gianluca Roselli, Il Fatto Quotidiano

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Il Gratta e vinci in fuga a Londra rafforza i suoi lobbisti (La Notizia) http://www.lobbyingitalia.com/2014/09/il-gratta-e-vinci-in-fuga-a-londra-rafforza-i-suoi-lobbisti-la-notizia/ Thu, 18 Sep 2014 18:24:55 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2483 (Carola Olmi) Difendere i vecchi privilegi, la missione dei lobbisti. Mai tanti gruppi di pressione su governo e parlamento. Con un obiettivo, far sparire scandali come Lottomatica. La società che gestisce i Gratta e vinci porta la sede fiscale a Londra Lo Stato però non revoca la concessione

L’elenco l’ha fatto ieri Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera. Gli avversari di Matteo Renzi sono ormai moltissimi. Dai parlamentari che andranno a casa se non votano le sue riforme ai “professionisti della tartina”, ai presunti esperti dei convegni”, alle “stanze di Bruxelles”, alla classe dirigente “rassegnata alla rassegnazione”, alla Rai (il premier non ha mai voluto incontrare il direttore generale), alle banche d’affari, ai sindacati, e alla magistratura che non vuole rinunciare neppure alle lunghissime ferie. L’elenco però non è finito, perché sin dalla prima ora il nostro Presidente del Consiglio aveva indicato uno dei più forti nemici del cambiamento nel Paese: le lobby.

DENTRO I CDA PUBBLICI Parole nette e sacrosante, alle quali però non sono seguiti i fatti. Anzi! AI contrario di quanto accadeva prima, quando le lobby — elementi di pressione a favore di specifici interessi — restavano su un livello di contrattazione con la politica e le grandi imprese pubbliche, adesso invece sono state fatte entrare direttamente nei Cda dei grandi gruppi industriali partecipati dallo Stato. Se questo vuol dire combattere le lobby…

REGALIE SOTTO BANCO Assistiamo così a un’esplosione senza precedenti dei gruppi lobbistici. Parlamenti e ministeri sono militarmente occupati da signori ufficialmente senza alcun ruolo, che non fanno altro se non baciare la pantofola a deputati e senatori. Soprattutto nelle commissioni che gestiscono la spesa, è ormai un assedio per blindare vecchi privilegi e ottenerne persino di nuovi. Loro, d’altronde, i lobbisti, sanno il fatto loro. E non a caso le aziende li pagano a peso d’oro. Basta un codicillo in una norma, un emendamento che salta all’ultimo minuto, un’azione di convincimento fatta a pranzo in qualche costoso ristorante ed ecco che spuntano (o si perdono) anche milioni. Ovviamente quattrini che come al solito mette Pantalone, cioè lo Stato attraverso quel mostro della spesa pubblica che gli italiani finanziano rassegnatamente con la fiscalità generale.

IL CASO GTECH Ma le lobby hanno anche altri compiti, come far sparire dal radar veri e propri scandali nazionali. Uno dei più clamorosi, alla luce del sole — e c’è da augurarsi presto anche della magistratura — è la mancata revoca delle concessioni dei Monopoli alla società che gestisce le lotterie istantanee. Tale società — la Lottomatica diventata poi Gtech (gruppo De Agostini) — aveva ottenuto tali concessioni dello Stato sulla base di un requisito non secondario: essere una società italiana. Gtech, però, ha appena avviato le procedure per scapparsene proprio dall’Italia, acquisendo per 6,4 miliardi di dollari un grande gruppo internazionale dello steso settore (la Igt, International Game Technologies) e con questo pretesto spostando la sede fiscale a Londra. Ora, visto che i ricavi delle lotterie sono mostruosi e il gioco è ormai una vera e propria tassa sulla povertà degli italiani, in un Paese normale lo Stato cancellerebbe in un secondo la concessione di Gtech. Ma questo non è un Paese normale e comunque a scanso di pericoli la società dei giochi proprio in questi giorni ha rafforzato – guarda caso! – la squadra dei lobbisti, portandosi dentro l’ex lobbista di Terna, Giuliano Frosini, ex uomo di fiducia di Massimo D’Alema e a capo della Fondazione Italianieuropei. Così, però, non c’è molto da sperare che l’Italia cambi verso.

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La carica delle lobby per fregare gli italiani (La Notizia) http://www.lobbyingitalia.com/2014/09/la-carica-delle-lobby-per-fregare-gli-italiani-la-notizia/ Thu, 18 Sep 2014 07:49:30 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2479 (@SSansonetti) Una vorace pattuglia di pluripoltronati. Ecco i Richelieu con il piede in due e più staffe

Lobbisti voraci, il cui appetito di poltrone non sembra conoscere soddisfazione. E pazienza se spesso si cumulano poltrone pubbliche e private a palese rischio di conflitto d’interessi. Il tutto avviene con la massima tranquillità, come se niente fosse. I casi, con il dibattito generale concentrato sui temi politici ed economici, sfuggono sempre ai radar. Ma stanno spuntando fuori come funghi dopo la pioggia. Si pensi alla situazione di Simonetta Giordani, ex sottosegretario ai beni culturali all’epoca del governo guidato da Enrico Letta. Terminata l’esperienza, ha sfruttato l’ultima tornata di nomine nelle società di Stato riuscendo a strappare un posto nel consiglio di amministrazione delle Ferrovie guidate da Michele Mario Elia. Allo stesso tempo la Giordani, che prima della parabola governativa lavorava in Autostrade per l’Italia, si è apparecchiata anche un bel rientro nel gruppo dal quale proveniva.

L’INCROCIO
Si dà infatti il caso che abbia assunto un ruolo di responsabilità all’interno degli affari istituzionali di Atlantia, la holding della famiglia Benetton che ha evidenti interessi nel settore dei trasporti (controlla Autostrade e Aeroporti di Roma). In questa veste la Giordani, fanno sapere dal gruppo, si sta occupando di “sostenibilità ambientale”. Ma a quanto pare non è stato intravisto nessun rischio di attrito nel fatto che siede contemporaneamente in Fs e Atlantia. “Non ci sono norme che prevedono un’incompatibilità”, aggiungono dal gruppo, “né le due aziende hanno ravvisato ostacoli”. Certo, non c’erano dubbi. Chissà come l’ha presa Francesco Delzio, il grande capo delle relazioni istituzionali di Atlantia-Autostrade, altro lobbista che ha una certa dimestichezza con salotti e salottini. Oltre a essere presidente di Ad Moving, la concessionaria di pubblicità del settore autostradale, siede nel comitato scientifico della fondazione Symbola (presieduta dal Pd Ermete Realacci e sostenuta da colossi come Eni ed Enel Green Power), e nel comitato editoriale di Inpiù (pubblicazione on line che fa capo al presidente della Bnl Luigi Abete e al fratello Giancarlo). Nel consiglio di amministrazione delle Ferrovie, però, insieme alla Giordani siede Giuliano Frosini, anche lui lobbista con la specialità delle “revolving doors”. Fino a una manciata di giorni fa si trovava sulla poltrona di responsabile affari istituzionali di Terna. Situazione abbandonata perché insostenibile, se solo si considerano gli interessi sovrapponibili che Ferrovie e Terna hanno in materia di energia e reti ad alta tensione. Niente paura, però. Frosini è riuscito subito a sistemarsi a capo delle relazioni istituzionali di Gtech, l’ex Lottomatica per la quale aveva lavorato dal 2004 al 2011. Il colosso dei giochi, evidentemente, l’ha richiamato per farsi aiutare nella gestione di tutta una serie di patate bollenti. In primis la fase post acquisizione dell’americana Igt, operazione destinata a spostare all’estero il baricentro della società con tutta una serie di implicazioni fiscali e concessorie già all’attenzione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Di sicuro Frosini sarà in grado di mettere a frutto tutto il suo bagaglio di conoscenze. Basti pensare che è stato capo della segretaria particolare dell’allora ministro del lavoro Antonio Bassolino.

GLI ALTRI
E che dire di Paolo Messa? Già portavoce dell’ex vicepremier Marco Follini, è da tempo il factotum del periodico Formiche (estrazione folliniana). Ma vanta anche una collaborazione con il presidente di Finmeccanica Gianni De Gennaro. La società, contattata da La Notizia, ha precisato che Messa non è legato direttamente a Finmeccanica, “ma ha un rapporto con il presidente e il Centro studi americani”. Di quest’ultimo think tank, del resto, De Gennaro è presidente. E tra i finanziatori del pensatoio, oltre ad Acea, Bnl, Eni, Telecom, Unicredit, Vodafone e Wind, c’è proprio Finmeccanica. Ancora Finmeccanica è tra i soci ordinari di Italiadecide, altro think tank presieduto da Luciano Violante. E tra gli stessi soci ordinari, neanche a dirlo, c’è Messa. Il quale, però, esattamente come Delzio, siede pure nel comitato editoriale di Inpiù (fratelli Abete). Senza contare che è consulente di Invimit, la società immobiliare del Tesoro per ora guidata da Elisabetta Spitz, ex moglie proprio di Follini. Ma la stessa Spitz e il presidente Vincenzo Fortunato, a quanto pare, sono a un passo dall’uscita.

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