la stampa – LobbyingItalia http://www.lobbyingitalia.com Blog dedicato al mondo delle lobbies in modo chiaro e trasparente Tue, 24 May 2016 16:31:45 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.4.3 Il divorzio della supercoppia lobbista fa tremare Washington http://www.lobbyingitalia.com/2014/04/il-divorzio-della-supercoppia-lobbista-fa-tremare-washington/ Mon, 14 Apr 2014 21:00:31 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2258 Quando finisce un amore è un conto, ma quando finisce il matrimonio tra i due lobbisti più potenti di Washington, il potere americano trema. Soprattutto se litigano, usano l’abilità nelle relazioni pubbliche per combattersi, e fanno girare carte che rischiano di imbarazzare chiunque li abbia frequentati.

I protagonisti di questa «War of the Roses» sono Tony e Heather Podesta, fino a pochi mesi fa i più grandi manovratori di Washington. Lui è nato a Chicago settant’anni fa, ha studiato al Mit e condotto campagne elettorali da Eugene McCarthy e Ted Kennedy, prima di fondare la compagnia di lobby più nota nella capitale. Suo fratello John è stato capo dello staff nella Casa Bianca di Bill Clinton, ed è appena tornato a fare il consigliere di Obama. Quando si sono incontrati, Heather era una bella ragazza trentenne appena uscita dal suo secondo matrimonio fallito. Durante il primo appuntamento Tony l’aveva portata all’opera, e lungo la strada si erano fermati a casa sua, dove lui le aveva mostrato la straordinaria collezione d’arte: «Non so perché, ma ho solo quadri dove le donne non hanno la testa». Il giorno dopo lei aveva mandato un biglietto di ringraziamento, firmato così: «Una donna con la testa». Si erano innamorati e sposati, davanti a testimoni come la speaker della Camera Nancy Pelosi, con pranzo cucinato dai due celebrity chef Roberto Donna e Kaz Okuchi.

Avevano messo insieme le forze, facendo del Podesta Group la lobby più in voga nell’era Obama. «Chi vuole fare qualcosa a Washington – diceva lo slogan – deve venire da noi». Avevano comprato una casa da 6 milioni di dollari sopra Massachusetts Avenue, che si sommava a quelle in Virginia, Australia e Venezia. Nel 2013 lui ha guadagnato 13 milioni di dollari e lei 4, facendo lobby per aziende come Lockheed Martin o Wells Fargo.

Il rapporto si è incrinato nel 2012, e un mese prima della rielezione di Obama si sono separati. Ora lei vuole metà dei beni, ha bloccato le opere d’arte e cambiato i lucchetti alla casa di Venezia, mentre lui sostiene che dovrebbe sparire senza pretese. Le ha pure pagato metà di una nuova casa, senza sapere che Heather aveva già una relazione col produttore cinematografico Stephen Kessler. Lei sta cercando di rovinargli anche il business, facendogli concorrenza: «Ci vuole un Podesta – dice – per abbattere Podesta». Tony ha deciso di difendersi usando le relazioni pubbliche, ma questo ha comportato il passaggio delle carte del divorzio ai giornali: «Prima di conoscermi – si legge – guadagnava 55.000 dollari l’anno ed era niente». Per il terrore dei potenti di Washington, che così rischiano di passare dalla pagina degli editoriali del Post, a quelle dei pettegolezzi.

Fonte: Paolo Mastrolilli – La Stampa

]]>
“Assunzioni, tablet, posate d’oro Così si muove la lobby dei farmaci” (La Stampa) http://www.lobbyingitalia.com/2014/03/assunzioni-tablet-posate-doro-cosi-si-muove-la-lobby-dei-farmaci-la-stampa/ Fri, 07 Mar 2014 13:50:48 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2438 (Paolo Russo) Roche-Novartis, parla un ex del settore: “E’ così in tutto il mondo”

Un po’ di prebende ai politici, magari facendo stampare strenne natalizie alla moglie del senatore o assumendo l’avvenente segretaria del presidente di commissione. I «distaccati» pagati dall’industria ma in servizio presso sindacati o all’ente ministeriale che governa i farmaci. Le «porte girevoli» che fanno transitare alti funzionari pubblici dalle Agenzie alle imprese o viceversa.

Tutto senza trascurare i dottori, che alla fine decidono gloria o miseria di un farmaco. «Io non nascondo la verità: la filtro», diceva Nick Naylor, il lobbista protagonista del film «Tank you for smoking». Il giorno dopo la maximulta al cartello Novartis-Roche abbiamo incontrato il “mister Nick” del farmaco, uno che il lobbying farmaceutico l’ha vissuto sin dai suoi albori, quando i vecchi big della pillola non facevano nemmeno anticamera dai ministri.

«All’inizio era il co-marketing», spiega il nostro mister Nick. «Le multinazionali si appoggiavano ai padri padrone delle grandi industrie nazionali, facevano commercializzare i loro prodotti e in cambio vedevano aprirsi le porte del paradiso della politica che conta, come lo studio del divino Giulio, che aveva Andreotti senior a capo della Bristol farmaceutici». Poi gli americani e gli altri hanno imparato a fare da soli, «ma le parole magiche sono rimaste le stesse: sponsorizzare, assumere». La nostra gola profonda di episodi coloriti ne ricorda parecchi. «Come una delle più grandi industrie italiane che ogni anno regala costosi libri strenna stampati, guarda un po’ dalla moglie di un senatore ex An». Lo stesso che alle 2 di notte nel 2012 fece entrare nella legge di stabilità una norma che, a detta dell’allora ministro Balduzzi, avrebbe messo in pericolo la salute pubblica, abrogando di fatto i controlli sui farmaci emoderivati della Keidron. Impresa del collega senatore Andrea Marcucci del Pd. E poi c’è l’assunzione premio. «Un presidente di Commissione non ha avuto difficoltà a far assumere da una multinazionale come dirigente la sua avvenente segretaria». L’altra parola magica è «sponsorizzazione». «Quando c’è di mezzo un politico che ha voce in capitolo sulla sanità si finanzia di tutto, dal convegno in località esclusiva agli studi più astrusi».

Qui va alla grande il «revolving door», il sistema di porte girevoli. Che però non funziona solo in Italia. Dall’Agenzia europea del farmaco, la potente Ema, nel 2012 è uscito il capo dell’ufficio legale, Vincenzo Salvatore, cha ha traslocato in un mega studio di 1700 avvocati come consulente «sulle procedure che regolano tutti gli aspetti dell’industria farmaceutica». Thomas Lonngren è stato per dieci anni direttore esecutivo dell’Ema, per passare poi alla Pharma Executive Consulting.

Anni fa la dirigente di Farmindustria, Antonella Cinque, transitò alla Salute come consulente del ministro per poi approdare alla presidenza dell’Agenzia nazionale del farmaco. Tutto questo mantenendo all’inizio persino l’aspettativa in Farmindustria. «Del resto – racconta il nostro lobbista – so di personale dipendente dall’associazione distaccato alla vecchia Commissione unica del farmaco. E la stessa pratica avviene nei sindacati, che hanno sempre firmato i contratti senza un’ora di sciopero».

«Negli anni del lobbismo farmaceutico rampante, c’era una grande industria italiana che regalava una posata per volta ai medici che più prescrivevano i suoi prodotti». «Un servizio d’oro massiccio, che trasformava le mogli dei dottori nelle lobbiste numero uno», ricorda Mister Nick. «Ma poi i tempi sono cambiati e si è passati a smartphone, tablet, anche se oggi la pressione sui medici di famiglia si è ridotta. Troppi controlli delle Asl». «Ora – prosegue- si punta più sui primari perché la spesa farmaceutica si è spostata soprattutto nell’Ospedale». E allora «via con sponsorizzazioni di convegni e ricerche». Magari quelle con dati manipolati per sbandierare vantaggi terapeutici inesistenti. Come il caso di una ricerca clinica sui farmaci anti asma, recentemente denunciato dalla prestigiosa rivista scientifica Lancet.

Fonte: La Stampa

]]>