Federica Guidi – LobbyingItalia http://www.lobbyingitalia.com Blog dedicato al mondo delle lobbies in modo chiaro e trasparente Tue, 03 May 2016 17:24:01 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.4.2 Lobby, gli scandali non smuovono il governo (Il Fatto Quotidiano) http://www.lobbyingitalia.com/2016/04/lobby-gli-scandali-non-smuovono-il-governo-il-fatto-quotidiano/ Thu, 21 Apr 2016 07:52:35 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3301 In 40 anni 58 proposte di legge. Mai approvate. Norma attesa dal 1976, nonostante le polemiche e gli annunci. Per non parlare degli scandali. Come “Tempa Rossa”. Il ddl che dovrebbe regolamentare l’attività dei portatori di interessi è bloccato al Senato. Malgrado gli annunci e le promesse di illustri esponenti del governo. A cominciare dai ministri Boschi e Orlando. “Non presenteremo un nostro provvedimento”, assicura il sottosegretario alle Riforme Pizzetti. Che annuncia l’utilizzo da parte dell’esecutivo del testo degli ex M5s Orellana e Battista

Tutti la vogliono. Almeno a parole. A cominciare dal ministro per le Riforme costituzionali Maria Elena Boschi (“Serve arrivare ad avere un provvedimento del genere”) e dal Guardasigilli Andrea Orlando (“È uno strumento contro la corruzione”). Per non parlare del governatore della Puglia, Michele Emiliano, che ne ha ribadito la necessità un minuto dopo aver appreso della sconfitta al referendum sulle trivelle. Ma poi, nei fatti, siamo sempre fermi al punto di partenza. E così nonostante i ripetuti scandali, ultimo in ordine di tempo quello che ha coinvolto l’ormai ex ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi e il compagno Gianluca Gemelli, in Italia la legge sulle lobby resta un vero e proprio miraggio. Nonostante la commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, più di un anno fa, abbia scelto e adottato come testo base tra i 18 depositati, il disegno di legge presentato dai senatori ex Movimento 5 Stelle Lorenzo Battista e Luis Alberto Orellana. Ddl poi ripresentato a Montecitorio dalla deputata di Scelta civica Adriana Galgano. Ma senza successo. Risultati, infatti, zero. Con tanti saluti alla sbandierata trasparenza.

TESTO A TESTO – Ma cosa intende fare a questo punto il governo di Matteo Renzi? Nei giorni scorsi erano trapelate indiscrezioni relative alla possibilità, da parte dello stesso esecutivo, di elaborare un nuovo testo che bypassasse quello del duo Orellana-Battista. Ipotesi adesso smentita dal sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti (Pd). “La nostra intenzione è quella di ripartire proprio dal ddl dei due senatori ex M5S – spiega contattato da ilfattoquotidiano.it –. Valuteremo se presentare degli emendamenti, ma non disporremo un nuovo testo. Il termine per la presentazione dei testi di modifica è stato posticipato a giovedì 21 aprile dopodiché, una volta terminata la discussione dei provvedimenti in calendario, primo fra tutti quello sul conflitto di interessi, verrà avviato l’esame del testo”, conclude. Staremo a vedere. La cosa certa, al momento, è che la questione si trascina ormai da troppo tempo. “Il prossimo 15 giugno festeggeremo il quarantesimo anniversario della presentazione del primo disegno di legge sulle lobby: dal 1976 ad oggi ne sono stati depositati cinquantotto, tutti rimasti lettera morta”, dice Pier Luigi Petrillo, docente di Teoria e tecniche del lobbying all’Università Luiss di Roma e uno dei massimi esperti della materia. “Il perché di questo ritardo? Alla politica conviene avere un paravento dietro il quale nascondersi per non assumersi la responsabilità delle proprie decisioni – risponde –. In termini di comunicazione è molto più efficace scaricare sulle lobby colpe che invece sono tutte ascrivibili alla classe politica, che da sempre agisce assecondando interessi di parte spesso sgraditi al proprio elettorato”.

LOBBISTI AL TRAGUARDO – Con un ulteriore paradosso. Rappresentato dal fatto che sono le stesse società che fanno lobbying ‘alla luce del sole’ (da Open Gate a Utopia Lab, da Comin&Partners a Reti e Il Chiostro) a chiedere l’intervento del governo per regolamentare il settore. Addirittura con decretazione d’urgenza. Senza dimenticare la campagna #occhiaperti lanciata dalla comunità digitale Riparte il futuro, uno dei principali soggetti animatori di Foia4Italy. “La verità – aggiunge Petrillo – è che già domani mattina lo stesso Renzi potrebbe dare il buon esempio: basterebbe un decreto a sua firma per obbligare tutti i ministri a rendere pubblici gli incontri con i portatori di interessi. In questo modo, come in tutte le moderne democrazie, i cittadini potrebbero monitorare l’attività dei propri governanti”. Finora l’unico esponente del governo che mette online i suoi appuntamenti è il viceministro dei Trasporti Riccardo Nencini, che ha proposto l’adozione di un codice di autoregolamentazione valido per tutti i decisori pubblici (leggere l’articolo di Peter Gomez). “Ma quello del segretario del Psi è un caso isolato – ricorda il docente –. E gli altri? Mi auguro che il Parlamento abbia tempo e modo di chiudere al più presto la partita. È positiva la decisione del governo di non ripartire daccapo, però bisogna fare in modo che questa volta si arrivi al traguardo. Altrimenti si tratterà solo dell’ennesima occasione sprecata”.

INTERESSI ALLE STELLE – Altro problema aperto. E di quelli scandalosi. Che in parte spiega le resistenze di Camera e Senato a discutere e approvare una legge sulle lobby. “Molti ex parlamentari svolgono attività di lobbying in modo irregolare – rivela Petrillo –. Anche in questo caso, il legislatore dovrebbe intervenire per vietare ogni attività di intermediazione fra gli ex deputati e senatori e gli attuali eletti. Un aspetto che però nessuno dei diciotto disegni di legge depositati nell’attuale legislatura a Palazzo Madama ha tenuto in considerazione”, conclude il docente della Luiss. Nel frattempo, in attesa di una norma che regoli definitivamente l’attività dei portatori di interesse, bisognerà accontentarsi del nuovo codice etico previsto per i deputati e curato dal presidente del Gruppo Misto, Pino Pisicchio. Una prima parte (riguardante fra le altre cose il conflitto di interessi) è già stata approvata. La seconda, dal titolo emblematico – “Ipotesi di regolamentazione dell’attività di lobbying da parte della Camera dei deputati” – dovrebbe essere ratificata entro il prossimo 26 aprile. L’attuale impostazione non piace però al Movimento 5 Stelle. “Abbiamo presentato degli emendamenti affinché gli incontri fra lobbisti e deputati vengano certificati anche fuori dal Palazzo – dice il deputato Danilo Toninelli –. Prevedendo sanzioni sia nei confronti dei lobbisti, che arrivano fino alla cancellazione dall’apposito registro, sia degli eletti, con pene pecuniarie e sospensione dai lavori dell’Aula”. Il tutto nell’attesa di una proposta di legge organica sulle lobby targata M5S.

Giorgio Velardi, Il Fatto Quotidiano

]]>
Un registro dei lobbisti avrebbe salvato la Guidi (Politx) http://www.lobbyingitalia.com/2016/04/un-registro-dei-lobbisti-avrebbe-salvato-la-guidi-politx/ Thu, 07 Apr 2016 11:00:23 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3230 Lo scandalo ha messo in risalto l’immobilismo del Parlamento sulla regolamentazione delle lobby e del conflitto d’interessi

Scoppia il caso Guidi e la mancata regolamentazione dell’attività di lobby torna alla ribalta del dibattito politico e con essa anche la riforma delle norme in materia di conflitto di interessi.

Il testo base sulle lobby (S. 1522 e conn.) giace da mesi in commissione Affari Costituzionali al Senato dove è stato continuamente posticipato il termine per la presentazione degli emendamenti senza poi fare alcun passo avanti. Circa un mese fa era stata avanzata l’ipotesi di trasferirlo direttamente all’interno del disegno di legge annuale per il mercato e la concorrenza (S. 2085), per consentirne un’accelerazione dell’iter, ma l’ipotesi è tramontata pare definitivamente.

Alla fine di febbraio, invece, la Camera ha approvato in prima lettura una proposta di legge volta a superare l’attuale e contestatissima legge in materia di conflitto di interessi, emanata sotto il governo Berlusconi (C.275 e abb.). Il provvedimento, inoltrato all’altro ramo del Parlamento, non è ancora ancora calendarizzato.

Ci si interroga adesso, di fronte alle vicende che hanno portato alle dimissioni del ministro dello Sviluppo economico, cosa sarebbe successo se questi due provvedimenti fossero già diventati legge.

Se fosse stato operativo il registro di chi svolge attività di lobbying, il compagno della ex ministro Federica Guidi avrebbe dovuto e potuto esservi regolarmente iscritto ed avrebbe dovuto dichiarare in maniera trasparente i suoi scopi professionali e i suoi clienti. In questo caso il conflitto d’interessi sarebbe stato immediatamente evidente e, di conseguenza, sarebbe stato molto difficile coprire i motivi che hanno portato l’emendamento sotto i riflettori dei media.

Il riconoscimento ed una buona regolamentazione delle lobby e norme chiare ed inequivocabili in materia di conflitto di interessi, potrebbero per il futuro impedire che clientelismo e nepotismo si instaurino in un sottobosco di opacità in cui è lecito far passare leggi in virtù di un’amicizia e non di un interesse pubblico.

Fonte: Polit’x

http://goo.gl/922bUZ

]]>
Pronto il regolamento sui lobbisti «Dovranno dire chi vedono e perché» (CorSera) http://www.lobbyingitalia.com/2016/04/pronto-il-regolamento-sui-lobbisti-dovranno-dire-chi-vedono-e-perche-corsera/ Thu, 07 Apr 2016 08:00:25 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3224 Pisicchio, autore del testo per la Camera: «Ma ormai puntano sui palazzi del governo»

Quanti siano i lobbisti che si aggirano silenziosi e occhiuti nei corridoi del Parlamento nessuno lo sa. A dicembre, quando la legge di Stabilità arrivò in Senato all’«ultimo miglio», quello dell’«assalto alla diligenza», il presidente Pietro Grasso provò a contare i lobbisti, confinandoli tra i banchi della commissione Sanità. Lontana, ma non troppo, dai senatori della Bilancio destinatari degli emendamenti dell’ultimo minuto da inserire nella Finanziaria 2016.

E ora che il caso petrolio/ Basilicata torna ad accendere i riflettori sui rapporti tra governo/Parlamento e la popolazione carsica di lobbisti, la giunta del Regolamento della Camera presieduta da Laura Boldrini prova a varare entro aprile il «Codice di condotta dei deputati» e il «Regolamento dell’attività di lobbying». L’incarico di stendere un testo, prima che venissero pubblicate le intercettazioni del ministro Federica Guidi, è stato affidato a un veterano di Montecitorio, il presidente del gruppo Misto Pino Pisicchio, che entro venerdì raccoglierà gli emendamenti dei gruppi per poi proporre alla giunta l’articolato definitivo, che non dovrà passare dall’Aula.

Il «Registro» delle attività alla Camera

La bozza Pisicchio prevede l’istituzione di un Registro delle attività di relazione istituzionale svolte tra le mura della Camera che riguarderà «persone, associazioni, enti e società» che avanzano «proposte, richieste, suggerimenti, studi, ricerche, analisi e qualsiasi comunicazione anche per via elettronica intesa a perseguire interessi leciti propri o di terzi nei confronti dei membri della Camera».

Per essere iscritto al Registro, il lobbista, che non deve avere subito nell’ultimo decennio condanne definitive per reati contro la pubblica fede e contro il patrimonio, dovrà chiarire quali sono i suoi «interessi» e chi sono i deputati che intende contattare. Inoltre dovrà consegnare relazioni semestrali sulla sua attività che poi saranno pubblicate sul sito della Camera. Le sanzioni per la violazione del Regolamento verranno stabilite di volta in volta dall’Ufficio di presidenza. Le regole valgono anche per gli ex parlamentari, spesso arruolati come lobbisti.

Il «Codice» di condotta

Parallelamente, la giunta del Regolamento voterà entro aprile il Codice di condotta dei deputati che introduce nuove norme di trasparenza: si possono accettare doni con un valore inferiore ai 250 euro fatti salvi, però, i «rimborsi delle spese di viaggio, alloggio e soggiorno di deputati ai pagamenti diretti di dette spese da parte di terzi quando i deputati partecipano sulla base di un invito e nell’esercizio delle loro funzioni a eventi organizzati da terzi». Viene inoltre istituito il Comitato consultivo sulla condotta dei deputati che può disporre la pubblicità dei comportamenti scorretti sul sito della Camera. Pisicchio conta sull’appoggio di tutti i gruppi, già consultati: «Tuttavia — osserva — non bisogna dimenticare che da anni i lobbisti puntano, più che sul Parlamento, sui palazzi del governo».

Fonte: Dino Martirano, Corriere della Sera

http://goo.gl/KEhOOH

]]>
Lobby, Ddl in stallo ma il governo studia lo sprint (Sole24Ore) http://www.lobbyingitalia.com/2016/04/lobby-ddl-in-stallo-ma-il-governo-studia-lo-sprint-sole24ore/ Thu, 07 Apr 2016 07:00:26 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3222 L’inchiesta di Potenza sulle estrazioni petrolifere in Basilicata sta resuscitando un tema che ormai tanti davano per morto: la regolamentazione delle lobby. «Dobbiamo cercare di arrivare ad avere una legge», ha detto il 5 aprile a Porta a Porta la ministra delle Riforme Maria Elena Boschi. «La stiamo discutendo in commissione al Senato, mentre alla Camera c’è una proposta di autoregolamentazione». Finora il governo, a parte alcune dichiarazioni di intenti, non si era mosso. Ma le parole di Boschi, sull’onda delle dimissioni della ministra Federica Guidi e delle indagini sul compagno Gianluca Gemelli accusato di «traffico di influenze illecite» , segnalano la volontà di accelerare. Come, è ancora tutto da decidere.

La strada più semplice è lavorare a un testo di iniziativa governativa da far confluire nel pacchetto di ddl in stallo in commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama da ormai un anno. Sono in molti ad aspettarselo. In commissione l’iter si era fermato alla presentazione di 250 emendamenti al testo base adottato, quello a prima firma Luis Orellana (espulso dal M5S, ora nel gruppo Per le autonomie). Tra le novità l’istituzione di un pubblico registro dei lobbisti, sanzioni e un comitato per il monitoraggio presso il segretariato generale della presidenza del Consiglio. Ma questa soluzione non consente tempi brevi: la commissione deve affrontare il capitolo spinoso del conflitto d’interessi, già approvato dalla Camera, e la riforma del sostegno all’editoria. Anche per sbloccare l’impasse Orellana, con il collega Lorenzo Battista, aveva trasformato il suo testo in un emendamento alla legge sulla concorrenza. «Ma – racconta – ci sono state critiche della Bilancio sulla copertura e tutto si è fermato». E incerto è lo stesso destino del ddl concorrenza, in stand-by fino alla nomina del nuovo ministro dello Sviluppo economico.

A Montecitorio, invece, si potrebbe arrivare a trovare presto una quadra, ma limitatamente ai lobbisti che transitano dal palazzo: venerdì scade in Giunta per il regolamento il termine per presentare emendamenti al testo redatto da Pino Pisicchio, presidente del gruppo Misto, che prevede la creazione di un «registro dei soggetti che svolgono attività di relazione istituzionale nei confronti dei deputati» che sarà pubblicato sul sito di Montecitorio. Nessuna modifica del regolamento, che comporterebbe l’incognita del passaggio in Aula: l’intenzione è varare il testo come protocollo d’intesa sperimentale, fino a fine legislatura. «Ci permette di verificare se il sistema funziona», spiega Pisicchio, che è ottimista: «Entro fine aprile potrebbe essere approvato». La convergenza in effetti sembra esserci. Anche se i Cinque Stelle, che da sempre invocano paletti per i lobbisti, non si dicono soddisfatti. «Il testo – sostiene Danilo Toninellidemanda all’Ufficio di presidenza il compito di decidere le sanzioni per chi viola le regole. Noi chiediamo di obbligare anche i deputati a confermare e motivare ogni incontro e di inserire una doppia sanzione: la cancellazione da 30 giorni a 3 anni per il lobbista inadempiente e la decurtazione del 10% della diaria mensile per il deputato che non comunica l’incontro». Senza sanzioni, aggiunge, «noi ci asterremo».

Fonte: Il Sole 24 Ore

http://goo.gl/aGsu3w

]]>
Puppato (PD): Dimissioni Guidi, subito legge sulle lobby http://www.lobbyingitalia.com/2016/04/puppato-pd-dimissioni-guidi-subito-legge-sulle-lobby/ Fri, 01 Apr 2016 07:29:54 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3206 Il caso del Ministro Guidi rende ancora più urgente la necessità di una legge di regolamentazione delle lobby

È urgente far ripartire il dibattito parlamentare sul ddl sulla regolamentazione delle lobby, fintanto che non avremo una legge chiara continueranno ad esistere zone d’ombra e casi come quello che ha coinvolto la ex-Ministra Guidi purtroppo si ripeteranno.

Ci sono alcuni disegni di legge fermi in Commissione Affari Costituzionali, tra cui uno depositato da me che ha avuto apprezzamenti da docenti della Luiss e da giornali specializzati, poi il discorso si è arenato a causa della Riforma Costituzionale che ha occupato notevoli spazi, ma è fondamentale riprenderlo subito. Sono le stesse società di lobbying a chiederci una regolamentazione, per poter svolgere il proprio lavoro in maniera trasparente ed efficace.

L’azione di lobbying è associata culturalmente al malaffare, invece correttamente regolamentata, come già molti paesi occidentali hanno fatto, difende interessi legittimi e contribuisce alla formazione di leggi più complete e giuste.  Non possiamo trovarci, come ho più volte denunciato, con le pressioni delle più diverse e imprecisate figure ad attenderci fuori dalle porte delle commissioni, o venire sollecitati telefonicamente ad attivare questo o quel provvedimento, sempre col timore di parlare con la persona ‘sbagliata’, dobbiamo lavorare nelle istituzioni a testa alta, nella trasparenza e correttezza anche formale che solo un registro presso ANAC dei lobbisti può dare. La maggior parte di queste, va detto, sono iniziative lodevoli, volte a difendere o a promuovere iniziative di interesse comune, ma finché non avremo una legge sarà difficile dividere tra questi e chi invece cerca di spingere interessi particolari e poco trasparenti.

Fonte: http://goo.gl/p773a4

]]>
La lobby del Bruno Leoni all’assalto del governo http://www.lobbyingitalia.com/2014/03/la-lobby-del-bruno-leoni-allassalto-del-governo/ Tue, 25 Mar 2014 12:06:03 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2224 Dietro all’Istituto tutti i centri di potere. Assicurazioni, autostrade e fondazioni bancarie

Da quando alcuni suoi uomini hanno lanciato l’assalto al governo circola una battuta: “Ibl è un acronimo che sta per Istituto Bruno Leoni, ma in realtà potrebbe tranquillamente essere inteso come Istituto Belle Lobby”. Perché dietro, se si scava un po’, si trova tutto un mondo fatto di Confindustria, assicurazioni, concessionarie autostradali e fondazioni bancarie, solo per limitarsi ai centri di potere più “vistosi”. Di sicuro l’Istituto ha portato al governo due suoi esponenti. L’ultimo, in ordine di novità, è Piercamillo Falasca, reclutato come consulente economico dal sottosegretario al ministero degli esteri Benedetto Della Vedova (per il quale era già stato assistente parlamentare). Era invece nell’aria da qualche giorno l’approdo al ministero dello sviluppo economico di Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni, destinato a diventare consulente economico del ministro Federica Guidi, a quanto pare soprattutto nelle materie dell’energia. Insomma, pare proprio che l’Ibl abbia cominciato a guardare con grande interesse alle poltrone ministeriali. Ma cosa c’è dietro al think tank, diretto da Alberto Mingardi, che ha come obiettivo quello di promuovere idee liberali?

Gli animatori
Basta andare a dare un’occhiata al suo “board of trustees”, l’organo che “elabora le strategie e sostiene l’operato dell’istituto”, per rendersi conto di alcune influenze maggioritarie. Dentro, per esempio, c’è Fabio Cerchiai, presidente del gruppo assicurativo UnipolSai e per ben nove anni presidente dell’Ania, l’associazione delle imprese assicuratrici. Senza contare che Cerchiai è consigliere della holding Edizione e presidente di Atlantia e di Autostrade per l’Italia, in pratica di tutta la filiera autostradale che fa capo alla famiglia Benetton. E per lui c’è pure un posto nel consiglio dell’Aiscat, l’associazione delle concessionarie autostradali presieduta da Fabrizio Palenzona. Ancora, nel board of trustees dell’Ibl siede Franco Debenedetti, fratello di Carlo, consigliere di amministrazione della Cir e della Piaggio di Roberto Colaninno. Accanto a loro un posto è riservato a Giampaolo Galli, economista, oggi parlamentare del Pd ma già direttore generale di Confindustria e Ania. Tra gli altri spunta pure Andrea Battista, un passato da manager nei gruppi Cattolica Assicurazioni e Aviva, con trascorsi nel comitato esecutivo sempre dell’Ania. Poi c’è Stefano Parisi, già a.d. di Fastweb e oggi presidente di Confindustria Digitale. Per non parlare di Mario Carlo Ferrario, banchiere d’affari ex Schroders ora a capo della merchant bank Mfc Capital Partners. Ci sono quindi corpose fette di Confindustria, da cui del resto arriva il ministro dello sviluppo Guidi, e del mondo delle assicurazioni. Settore sul quale lo stesso ministero potrebbe trovarsi a intervenire.

Quanta energia
Ma si troverà sicuramente a intervenire sul settore dell’energia, di cui Stagnaro è un esperto. Il futuro consulente della Guidi è un habitué del Festival dell’energia, che ha tra i suoi partner gruppi come Enel, Edison, Acea e A2a. In più fa parte del comitato scientifico di Orizzontenergia, portale che tratta materie “energetiche” e che fa capo alla Fuelmed srl. Si tratta di una società detenuta al 90% da Giorgio Ruscito, vicepresidente di Assocarboni, a cui aderiscono società che producono energia elettrica usando carbone (vi aderiscono ancora Enel, A2a, Edipower e Tirreno Power). Tra i partner di Orizzontenergia c’è c’è pure la confindustriale Assoelettrica (della quale fanno parte ancora Enel, Edison, Acea e A2a). Infine Stagnaro siede pure nel comitato di redazione di Rivista Energia, pubblicazione riconducibile alla Rie – Ricerche industriali ed energetiche, società di consulenza guidata dall’ex ministro Alberto Clò. Tra i principali clienti della Ricerche industriali ed energetiche c’è l’Authority per l’energia, ovvero l’organo che vigila sui gruppi del settore, per la quale Rie elabora rapporti periodici sui prezzi dei combustibili.

Da dove vengono i soldi
Ma chi finanzia l’Ibl? I componenti del suo board of trustees parrebbero chiamare in causa le loro aziende di provenienza. La Notizia ha chiesto di conoscere l’elenco dei sostenitori, ma l’istituto ha opposto questioni di privacy. Ha fatto invece sapere che nel 2013 l’Ibl ha ricevuto donazioni e contributi da 69 soggetti diversi tra persone fisiche e giuridiche, con una donazione media di 8.957 euro. In tutto, quindi, l’Istituto dovrebbe aver incassato 618 mila euro. Di sicuro tra i finanziatori dell’Ibl c’è la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino (Crt), che dal 2009 al 2012, come emerge dai relativi bilanci consuntivi, ha versato un assegno annuale di 30 mila euro come “contributo sostegno attività”. Sulla fondazione Crt, che vanta il 2,5% in Unicredit, è da sempre molto forte la presa di uomini vicini a Fabrizio Palenzona, che non solo è vicepresidente della stessa banca, ma è presidente Aiscat (dalla quale viene Cerchiai, membro del board of trustees dell’Ibl). Tra l’altro, come ha confermato ieri a La Notizia Franco Debenedetti, tra Ibl e fondazione Crt c’è un accordo per il versamento di un “matching grant”: in pratica la fondazione si sarebbe impegnata a versare fino a 500 mila euro all’Istituto a fronte di una pari cifra raccolta presso terzi dall’Ibl. Infine l’Istituto fa soldi anche con la sua società editoriale, la Ibl Libri srl, che ha chiuso il 2012 con ricavi da 144 mila euro (in aumento rispetto ai 98 mila del 2011) e utili per 38 mila. In più ha in pancia riserve, anche distribuibili al socio, per complessivi 102 mila euro.

Fonte: La Notizia Giornale

]]>