decisori – LobbyingItalia http://www.lobbyingitalia.com Blog dedicato al mondo delle lobbies in modo chiaro e trasparente Tue, 03 May 2016 17:24:01 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.4.2 Morbelli (Open Gate Italia): Siamo lobbisti, non faccendieri. Serve legge lobby nazionale http://www.lobbyingitalia.com/2016/04/morbelli-lobbisti-non-faccendieri-linkiesta/ Wed, 27 Apr 2016 16:22:51 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3307 Parla Morbelli, responsabile relazioni esterne di Open Gate Italia. «Ma quali interessi oscuri. Noi portiamo le istanze dei nostri clienti al decisore, non vendiamo relazioni. Le regole a Montecitorio? Si poteva fare di più. Serve una legge, i primi a volere chiarezza siamo noi lobbisti»

«Siamo lobbisti, non faccendieri. Finalmente alla Camera ci sarà più trasparenza, ma stiamo ancora aspettando una legge nazionale con regole certe». Andrea Morbelli è il responsabile del settore relazioni istituzionali di Open Gate Italia, una delle principali realtà del settore. Tra i suoi clienti, presenti e passati, figurano multinazionali come HP, Enel Open Fiber, le Acciaierie di Terni, l’associazione nazionale industrie cinematografiche, ma anche la società calcistica della Roma. A sentire lui, la regolamentazione approvata a Montecitorio sull’attività dei lobbisti è una buona notizia.

Morbelli, partiamo dal suo lavoro. È corretto dire che i lobbisti rappresentano interessi particolari e costruiscono reti di relazioni con il decisore pubblico?

Facciamo chiarezza. Il lobbista non crea relazioni, porta contenuti al decisore pubblico. Si discute di un provvedimento? Noi rappresentiamo le istanze dei nostri clienti, siano aziende o associazioni. E così portiamo anche il loro know how. Perché il decisore non può essere onnisciente: per regolare un settore deve prima avere gli strumenti che gli permettono di farlo. Ma non vendiamo relazioni, non siamo faccendieri. Oggi diverse multinazionali e associazioni di categoria possono già entrare alla Camera con un badge che viene rilasciato a discrezione del questore. Non c’è alcun criterio. Se la nuova regolamentazione azzera tutto e autorizza l’accesso solo a chi si registra sarà un dato positivo Da ieri alla Camera c’è una nuova regolamentazione della “attività di rappresentanza di interessi”.

Ci sarà un pubblico registro dei lobbisti che entrano a Montecitorio. Come cambia il vostro lavoro?

È un primo passo. Adesso spettano alla Presidenza ulteriori disposizioni per stabilire le modalità di accesso nel Palazzo. La nostra posizione è semplice: siamo a favore se esisterà un registro valido per tutti. Oggi diverse multinazionali e associazioni di categoria possono già entrare alla Camera con un badge che viene rilasciato a discrezione del questore. Non c’è alcun criterio. Se la nuova regolamentazione azzera tutto e autorizza l’accesso solo a chi si registra sarà un dato positivo. Altrimenti si rischia di reiterare il dislivello attuale. Dove qualcuno può entrare quando vuole e altri devono chiedere il permesso. La regolamentazione prevede anche che i lobbisti pubblichino un resoconto delle proprie attività nel Palazzo. Bene, noi siamo per la totale trasparenza. Meglio ancora se viene sanzionato chi non dichiara tutto, magari privandolo della possibilità di entrare alla Camera. Inizialmente si era anche ipotizzato di rendere pubbliche le spese sostenute da ciascuno nell’ambito della propria attività. Questa disposizione è stata tolta, io l’avrei lasciata. Gli ex parlamentari che diventano portatori di interessi, invece, dovranno attendere un anno prima di potersi iscrivere al registro. Anche se potranno continuare a entrare a Montecitorio in qualità di ex. Nel mondo succede così, non è uno scandalo. Chi è stato decisore pubblico può diventare un lobbista. Ma la norma così com’è scritta può essere sicuramente aggirata, questo è vero. Spesso si parla del lobbista come di un rappresentante di interessi oscuri, pronto a elargire mazzette… Ma questi sono traffichini, non lobbisti. Il nostro è un lavoro serio, proprio per questo vogliamo farlo in tutta trasparenza

Insomma, lei è soddisfatto delle nuove disposizioni?

Ripeto, è un primo passo. Se ci fosse una legge nazionale con regole certe sarebbe ancora meglio. Si parla tanto di trasparenza, ma è evidente che qualche abuso esiste.

Le cronache parlamentari raccontano spesso di strani personaggi che si aggirano tra le commissioni ed emendamenti infilati all’ultimo da anonime manine…

Gli abusi esistono, certo. Anche per questo chiediamo norme chiare. Se la nostra attività avvenisse alla luce del sole non ci sarebbe nulla di male. Ognuno deve essere libero di portare il proprio contributo al decisore. E lui, a sua volta, deve essere libero di legiferare in autonomia. Oggi siamo noi i primi a pagarne le conseguenze. Spesso si parla del lobbista come di un rappresentante di interessi oscuri, pronto a elargire mazzette… Ma questi sono traffichini, non lobbisti. Il nostro è un lavoro serio, proprio per questo vogliamo farlo in tutta trasparenza.

Fonte: Marco Sarti, Linkiesta

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Legge sulle lobby, il tempo è ormai scaduto (Lettera43) http://www.lobbyingitalia.com/2014/09/legge-sulle-lobby-il-tempo-e-ormai-scaduto-lettera43/ Wed, 24 Sep 2014 16:02:43 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2509 (Gianluca Comin*) Trasparenza. Incompatibilità. Autorevolezza del controllore. I punti fermi del testo che Renzi deve mettere nero su bianco. Dopo i tentativi a vuoto di Prodi, Monti e Letta.

È giunto il tempo di mettere mano alla legge sulle lobby. Anzi il tempo è bello che scaduto. E ogni giorno di ritardo non fa che accrescere il divario di pensiero tra i legittimi “portatori di interessi” e una volgata comune che li definisce faccendieri. In mezzo, le istituzioni e i funzionari pubblici che un po’ resistono e un po’ si lamentano dell’invadenza dei lobbisti.
Quindi, basta polemiche e rivendicazioni: si metta a punto un testo e si porti all’approvazione in tempi non biblici, perché comunque arriveremo tardi, persino dopo il Cile che proprio quest’estate ha reso operativo un regolamento stringente, ideato dal governo di destra di Piñera e approvato da quello di sinistra della Bachelet.

SERVE IL CORAGGIO DI RENZI. Nel mondo dei professionisti in realtà si è convinti che questa è #lavoltabuona. Dopo i tentativi del governo Prodi (2007), di Monti (2012) e di Letta (2013) ci vuole il coraggio e la capacità di innovazione di Renzi per rompere luoghi comuni e mettere nero su bianco un testo che ci renda pari agli altri Paesi europei, se non agli Stati Uniti.
Ora si aprirà un fitto dibattito sui dettagli e il sasso l’ha già lanciato nei giorni scorsi con competenza il professor Pierluigi Petrillo, autore tra l’altro dell’unico albo ancora in vigore (ma ben poco applicato), quello del ministero dell’Agricoltura introdotto dall’allora ministro Mario Catania. Mettiamo qualche punto fermo.

1. Trasparenza. È l’ingrediente principale di qualsiasi regolamentazione. Che poi avvenga con un albo al quale obbligatoriamente iscriversi, con un registro volontario o con altre formule sono dettagli. È importante che si sappia che Mario Rossi rappresenta quel gruppo di interessi aziendali, sindacali, associativi, ecc. Altrettanto trasparente deve essere il processo legislativo. Il governo Renzi è sulla buona strada. Il power point seguito da un fitto dibattito online con gli interessati assomiglia alle tecniche europee del libro verde e delle consultazioni regolare. Poi però il processo legislativo da noi e non da ora diventa opaco, spesso in mano a funzionari che anche la politica ha difficoltà ad indirizzare. Quindi trasparenza nel ruolo e nel drafting legislativo. Un esempio? Eccolo.
2. Incompatibilità. Se Paola Bianchi fa la parlamentare, l’assistente parlamentare, il funzionario o il dipendente pubblico, ma anche se fa la giornalista, non può fare la lobbista. Rendiamo netta la separazione e, secondo alcuni, introduciamo anche la norma sul revolving door già in vigore per le autority che impone un periodo di astensione nel passaggio dal pubblico al privato? Su questo punto ho dei dubbi. Secondo me basta la trasparenza, cioè il sapere che Paola Bianchi è una ex parlamentare e si occupa di infrastrutture. Vedremo.
3. Autorevolezza del controllore. Perché la legge non rimanga lettera morta qualcuno si deve occupare a certificare che Mario Rossi è un lobbista ed a rendere cogenti le norme applicate. Può essere una Agenzia, una Autority o la presidenza del Consiglio. Basta andare a vedere quello che fanno gli inglesi, che con una rigorosa selezione hanno nominato, per la presidenza del Registro pubblico dei lobbisti, Alison White (ex Royal Mail, ex Federfarma britannica, ex Business Link West Midlands , ex Ordine degli odontoiatri, quindi esperienza pratica e non figura da astratto legalese) la cui prima dichiarazione è stata: «Mi piace pensare di essere un osso duro. Sono una persona molto resistente e determinata». Rispondeva al labourista Paul Flynn le cui parole sentiamo spesso echeggiare anche nelle nostre aule parlamentari: «I lobbisti sono persone molto preparate, persuasive e ambigue. Stai per prendere clienti molto difficili. Cosa c’è nella tua esperienza che ti può suggerire come affrontare questi mostri?».

* Professore di Strategie di Comunicazione, Luiss, Roma

Fonte: Lettera43.it

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Lobby, ecco che cosa regolamentare (Formiche.net) http://www.lobbyingitalia.com/2014/09/lobby-ecco-che-cosa-regolamentare-formiche-net/ Sat, 20 Sep 2014 19:54:40 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2505 Ecco la terza parte dell’intervento del prof. Petrillo. La prima parte si può leggere qui, e qui la seconda.

Siamo d’accordo nel considerare “lobbisti” i soggetti, persone fisiche o giuridiche, che rappresentano professionalmente, presso i decisori pubblici, interessi leciti, anche di natura non economica, al fine di incidere sui processi decisionali pubblici in atto, ovvero di avviarne di nuovi.

E siamo d’accordo nel ricomprendervi anche coloro che, pur operando nell’ambito o per conto di organizzazioni senza scopo di lucro, ovvero di organizzazioni il cui scopo sociale prevalente non è l’attività di rappresentanza di interessi particolari, svolgono per conto dell’organizzazione di appartenenza, la suddetta attività? E quindi considerare in questa definizione anche le rappresentanze datoriali e i sindacati, al di fuori dei processi concertativi definiti dalle leggi, nonché chi cura le relazioni istituzionali delle grandi società pubbliche o a partecipazione pubblica?
E siamo d’accordo nel considerare “decisori pubblici” i parlamentari, i loro assistenti e collaboratori, i ministri, vice ministri e sottosegretari e i membri dei loro gabinetti, i componenti delle autorità indipendenti e i componenti dei gabinetti, i dirigenti della Pubblica Amministrazione e i consiglieri parlamentari?
Oppure riteniamo che si possa intervenire solo su uno spettro più ridotto di individui o società o decisori?

TRASPARENZA DI LOBBISTI E DECISORI PUBBLICI

Siamo tutti d’accordo sul fatto che i portatori di interessi particolari dovrebbero iscriversi in un Elenco pubblico, dichiarando per chi lavorano, con quali obiettivi, con quanti soldi a disposizione, e rendicontando, almeno annualmente, l’attività svolta e gli incontri avuti? Oppure esiste un modo diverso dall’elenco per assicurare la trasparenza di tali soggetti? E tale Elenco deve essere una sorta di albo abilitante o, più semplicemente, un registro? E chi non è iscritto nell’Elenco può fare comunque lobbying? E l’iscrizione dovrebbe essere obbligatoria o volontaria?
Siamo anche d’accordo sul fatto che i decisori pubblici dovrebbero rendicontare pubblicamente gli incontri avuti con i lobbisti, anche al di fuori delle sedi istituzionali, raccontando, sinteticamente, chi come e quando si sono confrontati con le lobby?

DIVIETO DI REVOLVING DOOR

Siamo d’accordo nel vietare a chi ha esercitato funzioni pubbliche, anche non elettive, di svolgere l’attività di lobbying per un certo periodo dalla cessazione della suddetta funzione?

IL CONTROLLORE

Siamo d’accordo che dovrebbe esserci una Autorità preposta a controllare l’attuazione e il rispetto di queste regole? Possiamo pensare che questa attività di controllo sia svolta dall’ANAC in quanto autorità competente a vigilare sulla trasparenza nella PA anche al fine di evitare fenomeni patologici della rappresentanza d’interessi quali la corruzione?

DIRITTI DEI LOBBISTI E DOVERI DEI DECISORI

Siamo d’accordo nel fissare una serie di diritti dei lobbisti (connessi ad esempio a procedure di consultazione obbligatorie, preventive alla redazione dell’atto) nonché dei doveri dei decisori pubblici (come ad esempio quello di indicare l’origine di una certa proposta o di un certo emendamento, ovvero di rifiutarsi di incontrare chi non è iscritto nell’Elenco)?

Si tratta di regole banalissime, diffuse nelle democrazie più avanzate, con sfumature e intensità diverse. Si tratta di regole che derivano direttamente dai principi elaborati dall’OCSE per contrastare i fenomeni della corruzione, assicurare una reale competizione tra i vari interessi pubblici e privati, e consentire ai cittadini di conoscere effettivamente le ragioni di determinate scelte della politica.
Ma siamo d’accordo su questi punti minimali? Il dibattito è aperto. Sperando che almeno questa volta si faccia sul serio; altrimenti il #cambiaverso resterebbe semplicemente (e solo) un hasthag.

Fonte: Formiche.net

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