ddl – LobbyingItalia http://www.lobbyingitalia.com Blog dedicato al mondo delle lobbies in modo chiaro e trasparente Tue, 24 May 2016 16:31:45 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.4.3 Lobby, nessun ddl dal Governo: delega al Ministero per le Riforme e i Rapporti col Parlamento (Public Policy) http://www.lobbyingitalia.com/2014/09/lobby-nessun-ddl-dal-governo-delega-al-ministero-per-le-riforme-e-i-rapporti-col-parlamento-public-policy/ Fri, 26 Sep 2014 21:17:23 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2515 Il governo non presenterà, per ora, un proprio disegno di legge sulle lobby. La regolamentazione, avviata dal governo Letta ma mai andata in porto, procederà subito per via parlamentare, al Senato, con l’esame dei ddl incardinati in commissione Affari costituzionali.

In queste ore – spiega una fonte – a conferma della volontà del governo di avviare un iter “continuativo” e “approfondito”, la presidenza del Consiglio ha affidato la delega sulle lobby al ministero per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme. Come anticipato nei giorni scorsi, il ddl in esame al Senato, incardinato in commissione a fine luglio, è a prima firma Giuseppe Marinello (Ncd), cofirmato anche da alcuni senatori di Forza Italia, come Domenico Scilipoti.

Relatore del provvedimento è il senatore ex M5s, Francesco Campanella (ora al Misto, nella componente ‘Italia lavori in corso’). Quello a firma Marinello, però, non è l’unica proposta presente in Parlamento: nella XVII legislatura, infatti, sono sette i ddl e proposte di legge depositate.

A quanto viene riferito, durante la seduta di mercoledì della commissione Affari costituzionali è stato deciso di attendere altre proposte (come quella annunciata dalla senatrice Pd, Laura Puppato) che saranno connesse con il primo testo. Subito dopo sarà avviata la discussione generale e l’esame vero e proprio. Per il governo sarà il sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti a seguire il provvedimento, che a Public Policy spiega: “Per ora il governo non ha intenzione di presentare un suo testo e quindi interverrà sul testo base”.

Fonte: SOR – PublicPolicy.it

E in termini di priorità – precisa – “avranno la precedenza il ddl delega Pa e la legge elettorale“. Infine, prima dell’avvio dell’esame la 1a commissione ha chiesto di acquisire la documentazione dei lavori svolti, in materia di attività di rappresentanza di interessi particolari, dalla commissione Anticorruzione istituita nella XIII legislatura alla Camera.

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Lobby, da riunione 5 giugno a Cdm 5 luglio: vita e morte del ddl del Governo http://www.lobbyingitalia.com/2013/12/lobby-da-riunione-5-giugno-a-cdm-5-luglio-vita-e-morte-del-ddl-del-governo/ Fri, 20 Dec 2013 19:20:45 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=1918 Il tema è tornato alla ribalta in questi giorni grazie alle denunce del Movimento 5 Stelle e martedì scorso il presidente del Senato Pietro Grasso ha ribadito che “occorre una seria legge sulle ‘lobby’, una regolamentazione ferrea e trasparente per non consegnare le politiche pubbliche agli interessi dei privati“. Eppure l’intenzione da parte del Governo di regolamentare l’attività di lobbying all’interno delle istituzioni c’era eccome.

Il 5 giugno, a poco più di un mese dall’avvio dell’esecutivo guidato da Enrico Letta, si riunisce a Palazzo Chigi un tavolo tra le maggiori società di lobbying italiane e il segretario generale alla presidenza del Consiglio dei ministri Roberto Garofoli, con l’obiettivo di redigere un testo che regolamenti l’attività dei cosiddetti“portatori d’interessi”.

I lavori procedono e le bozze di ddl si susseguono una dopo l’altra. Il provvedimento prevede, secondo le indiscrezioni, l’iscrizione ad un albo per “i soggetti che intendano svolgere attività di rappresentanza di interessi particolari nei confronti dei decisori pubblici“. L’albo deve essere istituito presso l’Autorità garante della concorrenza, che ha anche il compito di redigere un codice deontologico. Per accedere nelle sedi delle istituzioni, comprese quelle degli enti locali, il portatore d’interesse deve munirsi di un tesserino di riconoscimento rilasciato “secondo le modalità definite da ciascuna amministrazione“. Tra gli obblighi previsti per i lobbisti anche quello di rendere le note le donazioni fatte ai partiti.

Tra i punti sui quali il Governo non riuscirebbe a trovare una sintesi ci sarebbero l’obbligo per i decisori pubblici di comunicare in una relazione annuale il nome dei lobbisti con i quali hanno intrattenuto relazioni e dai quali hanno ottenuto suggerimenti e consigli normativi, l’affidamento delle funzioni di controllo al Civit o all’Antitrust, e l’autodichia di Camera e Senato.

Durante il Consiglio dei ministri del 5 luglio da cui sarebbe dovuto uscire il testo, a un mese esatto dalla riunione con i lobbisti a Palazzo Chigi, Letta annuncia che “al ministro (per gli Affari europei Enzo Moavero; Ndr) è stato affidato il compito di fare una ricognizione sulla regolamentazione delle lobby a livello europeo”. Una ricognizione, visto che del ddl se ne sono perse le tracce, evidentemente ancora in corso.

Fonte: Public Policy

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Ministro De Girolamo: «Lobby, nessun insabbiamento ma dico no a una legge sovietica» http://www.lobbyingitalia.com/2013/07/nunzia-de-girolamo-a-repubblica-lobby-nessun-insabbiamento-ma-dico-no-a-una-legge-sovietica/ Sun, 07 Jul 2013 17:31:39 +0000 http://www.lobbyingitalia.com/?p=1489 Legge sulle lobby sì, ma no allo spettro dell’Unione Sovietica. Nunzia De Girolamo, ministro Pdl dell’Agricoltura, boccia il resoconto degli incontri coi lobbisti. Sul tetto dei 150 euro peri regali polemizza: «Io contro? Non è vero».

C’è maretta nel governo sul ddl. Prevale la casta? «No, per la semplice ragione che non c’è stato scontro, ma solo riflessioni, perché la legge è importante e va fatta bene. È difficile litigare quando le notazioni sono bipartisan su una proposta poco liberale, poco adatta alla cultura del Paese e poco attinente allo scopo del ddl, cioè disciplinare le lobby. I commenti di Zanonato, Alfano e Bonino, o quelli di Quagliariello e Orlando non erano diversi tra loro».

Affidare il confronto con l’estero a Moavero non è un modo per insabbiare? «Assolutamente no. Vogliamo fare questa legge e gli abbiamo solo chiesto di verificare come hanno funzionato quelle simili negli altri Paesi. Giusto prevedere un elenco dei lobbisti e disciplinare i rapporti, ma non si può chiedere agli italiani, quando tutti insistono sulla semplificazione, di complicare il dialogo con la pubblica amministrazione. La norma prevede che chiunque interloquisce con gli attori istituzionali, cioè un numero smisurato di persone, dev’essere iscritto nella lista e poi fare una relazione sugli incontri. Così non si sburocratizza, come chiedono non solo i nostri elettori del Pdl, ma tutti i cittadini, ma si complica il sistema».

Se gli incontri restano segreti che legge è? «Bisogna fare l’elenco dei lobbisti e agire con trasparenza. Ma imporre il resoconto annuale è burocrazia e c’è solo il rischio che gli incontri avvengano lo stesso, ma fuori dal palazzo. Io, in Consiglio, non ho parlato perché il mio ministero ha già adottato le nuove regole sulle lobby, c’è già l’elenco, ogni legge è on-line, il lobbista può suggerire cambiamenti e se non li accetto devo motivare il mio no. E soprattutto c’è già il tetto dei 150 euro per i regali».

Ma allora ha protestato o no per questo tetto? «Non è vero, è la solita polpetta avvelenata da prima Repubblica».

Ne è proprio sicura? Tutti d’accordo quindi? «Immagino di si, perché non se n’è parlato affatto».

Non è che cercate di sfuggire al finanziamento trasparente ai partiti? «Assolutamente no. Comunque la disciplina sulle lobby non è una nuova legge anti-corruzione. Se non va bene si cambi, ma non in questa sede».

Quagliariello non vuole il resoconto degli incontri, lei è d’accordo? «Non l’ha detto solo lui, ma tutti, dicendo che era un obbligo inutile».

Anche lei non vuole che sia noto l’elenco di chi ha incontrato? «Ci mancherebbe altro, ma che torniamo all’Unione Sovietica? Viva la libertà. Io voglio vivere in un paese liberale, dove non c’è la sfiducia preconcetta nei confronti della politica. Quando faccio degli incontri penso al bene del Paese, non certo ai fatti miei. Sono stanca dell’approccio da sospetto. Non si possono fare le leggi avendo paura della mela marcia che guasta la politica».

Franceschini vuole i parlamentari fuori, ma allora che legge è? «Non possiamo cambiare la Costituzione, l’attività delle Camere è già disciplinata».

Come mai non ha fatto partire tutto il piano anti lobby dell’agricoltura? “Manca solo una circolare per estenderlo agli uffici di diretta emanazione del Ministro. Ed evitare i regalini pure per il personale”.

Fonte: “La Repubblica”

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Lobby, ddl rinviato. Non c’è accordo nel governo sulle regole della trasparenza http://www.lobbyingitalia.com/2013/07/lobby-ddl-rinviato-non-ce-accordo-nel-governo-sulle-regole-della-trasparenza/ Fri, 05 Jul 2013 16:25:21 +0000 http://www.lobbyingitalia.com/?p=1446 La questione è “molto delicata” come ha spiegato lo stesso premier, prima di decidere di procrastinare il provvedimento di regolamentazione: “Lasciamo il tempo per verificare le altre legislazioni europee in materia”. Sembra che all’origine del ripensamento ci sia proprio l’articolo del decreto che regola le donazioni alla politica

Se, sotto la spinta del Movimento 5 Stelle, la rinuncia al rimborso elettorale è ormai una questione di immagine, il finanziamento è invece una vera e propria questione di sopravvivenza per i partiti italiani che guardano alle lobby industriali come una possibile soluzione al problema. Non a caso nell’intricato momento di crisi e di instabilità politica, il governo di Enrico Letta si preoccupa di portare in Consiglio dei Ministri un ddl per l’inquadramento delle attività di lobby.

Il primo passo per garantire trasparenza e serietà al settore, prima di aprire ad una svolta in stile americano con le lobby industriali che finanziano apertamente questo o quel candidato. La questione è “molto delicata” come ha spiegato lo stesso premier, prima di decidere il rinvio del provvedimento di regolazione delle lobby in modo da lasciare il tempo per verificare le altre legislazioni europee in materia. Sembra che all’origine del rinvio ci sia proprio l’articolo del decreto che regola le donazioni alla politica.

I ministri si sarebbero già divisi – riferisce l’agenzia Public Policy – su un primo punto problematico: l’obbligo per i “decisori pubblici” (ad esempio politici membri del Governo o parlamentari, o rappresentanti degli enti locali) di relazionare annualmente sugli incontri avuti con i lobbisti. In caso di entrata in vigore del ddl, infatti, ogni cittadino avrebbe la possibilità di conoscere gli incontri avvenuti tra i lobbisti e i politici o dirigenti pubblici.

Abbiamo dato mandato al ministro Moavero di fare un esame comparato con i principali Paesi europei”, ha poi concluso Letta in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, rimandando, con somma delusione dei lobbisti, la regolamentazione della materia. Eppure il ddl ha l’obiettivo di assicurare “la trasparenza dei processi decisionali pubblici con la regolamentazione organica dell’attività svolta dai gruppi di interesse al fine di influenzare il decisore pubblico”.

Un proposito nobile quello del ddl che, come suggerisce Repubblica del 4 luglio, viene presentato in Consiglio dei ministri subito dopo che Anna Maria Cancellieri denuncia l’attività occulta a danno della giustizia. Ma come è possibile definire i contorni dell’attività di lobby? Secondo il ddl bastano solo undici articoli che prevedono un codice etico e l’istituzione di un elenco di coloro che possono esercitare la professione, con tanto di modalità di ingresso e requisiti di onorabilità, oltre ad una regolamentazione dei rapporti con la pubblica amministrazione in assoluta trasparenza dei contatti via web. Insomma una svolta epocale in relazioni relegate finora alla più totale opacità ispirata “ai principi del pluralismo democratico, della partecipazione attiva, della pubblicità e conoscibilità dei processi decisionali, della trasparenza istituzionale e dell’efficacia funzionale”.

Fonte: Costanza Iotti – http://bit.ly/134rRNe

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Tutti al mare, a mostrar le lobby chiare http://www.lobbyingitalia.com/2013/06/tutti-al-mare-a-mostrar-le-lobby-chiare/ Thu, 20 Jun 2013 11:28:57 +0000 http://www.lobbyingitalia.com/?p=1599 (Gianluca Sgueo) Complice la canicola insopportabile degli ultimi giorni, le cronache giudiziarie del Cavaliere, gli inevitabili scossoni alla stabilità dell’Esecutivo (loro negano: leggi qui), il decreto del Fare, le semplificazioni e il G8 irlandese, il DDL governativo sulle lobby è momentaneamente sparito dal radar.

Ma, attenzione, solo dal radar governativo. Perché quello parlamentare invece è più attivo che mai. Due settimane fa è stata presentata la proposta del Partito socialista (leggi qui e guarda qui) mentre pochi giorni fa, il 6 giugno, è arrivata quella Pdl (qui le info). Il testo ufficiale non è ancora disponibile interamente, lo sarà a breve. Posso però anticiparne il contenuto, che riprende un po’ tutti i punti essenziali dei predecessori, e cioè:

– anzitutto, il DDL parla di “lobbying e relazioni istituzionali“. E cioè, secondo una definizione ormai consolidata: ”l‘attività di rappresentanza di interessi particolari svolta da persone, enti, associazioni, gruppi, società o imprese, anche in via temporanea e non esclusiva, nei confronti dei decisori pubblici (…) attraverso proposte, richieste, studi, ricerche, analisi, emendamenti , documenti e ogni altra iniziativa o comunicazione, orale o scritta o per via telematica”

C’è il Registro. Anzi, il “Registro Unico dei Portatori e dei Rappresentanti di Interessi Particolari (RUPRIP)“. L’iscrizione è obbligatoria ma scade, come il latte. Passati 12 mesi va rinnovata.

– c’è il Codice etico, che qui si chiama “Codice di condotta” e va emanato con decreto del Presidente del Consiglio.

– ci sono i controlli e le sanzioni. I primi, oltre al Ruprip (che fa tante altre cose, soprattutto in tema di trasparenza) li gestisce una Commissione di deputati e senatori (dieci per parte, “nominati in rappresentanza e proporzionalmente ai vari gruppi parlamentari dal Presidente del Senato e dal Presidente della Camera entro i 60 giorni successivi alla prima seduta dopo le elezioni“). Le seconde vanno dai 5.000 ai 75.000 euro, più una serie di pene accessorie come la sospensione o la cancellazione dal registro.

Insomma, un DDL piuttosto completo e molto interessante nella parte in cui crea un legame tra un organo (di gestione) incardinato nel governo e uno di controllo che invece appartiene al Parlamento.

Quanto chances hanno i 2 DDL di trasformarsi in legge? Non molte purtroppo. Dal 2008 al 2013 il tasso di successo delle proposte di legge presentate da deputati e senatori è stato un misero 1,07%. Su 8963 proposte presentate soltanto 93 hanno finito il giro e sono arrivate a destinazione. In questa legislatura, iniziata da nemmeno 100 giorni, ci sono già 1929 proposte depositate. 1134 alla Camera e 795 al Senato. Insomma, parliamo di gocce nell’acqua.

Ah sì, a proposito, l’acqua. Di mare possibilmente. Con sabbia, ombrellone e ghiacciolo. Per il momento si conferma lo scenario più accreditato per mostrare – e guardare – le bianche lobby. Io ne approfitterei.

Fonte: Formiche.net

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Tè, biscotti e lobby http://www.lobbyingitalia.com/2013/06/te-biscotti-e-lobby/ Wed, 05 Jun 2013 11:50:14 +0000 http://www.lobbyingitalia.com/?p=1617 (Gianluca Sgueo) Appuntamento ore 16.00, piazza Colonna, Palazzo Chigi. Si fa merenda assieme. Sul tavolo ci sono tè, biscotti…e lobby.

Il governo, per chi non lo avesse capito, fa sul serio. Consultazione lampo degli addetti ai lavori, i lobbisti, per limare il testo ormai pronto a sbarcare in Consiglio dei Ministri (il prossimo? Quello successivo? Ancora presto per dirlo). Partecipano alla merenda tutti i volti noti del settore. Ci sono i chiostrini guidati da Giuseppe Mazzei, c’è Ferpi, ci sono le società di lobbying più quotate, tra cui Reti e FB&Associati. Insomma, la “mejo gioventù”, per lo più romana (se non altro per ragioni logistiche).

La notizia era nell’aria da un paio di giorni. La prima a lanciarla ufficialmente oggi è stata Euractiv (Qui) e, naturalmente, è una notizia benvenuta (Qui un breve commento). Per due motivi. Primo perché l’inclusione paga, sempre. Secondo perché, stando alle voci di chi sarà seduto dalla parte istituzionale del tavolo (lascio a voi giudicare se è quella privilegiata o quella scomoda) si tratterà di una consultazione lontana dallo stile concertazione. In altre parole, c’è un’idea, c’è un progetto, c’è un testo. Si discutono i dettagli, non la filosofia di fondo. Se si trova un accordo meglio per tutti. Altrimenti il governo va avanti per la propria strada. Del resto, non serve essere costituzionalisti per sapere che, qualunque sarà il testo licenziato dal governo, la battaglia vera si farà in Parlamento.

E però il diavolo si nasconde proprio nei dettagli. I lobbisti non arrivano coesi all’appuntamento. Per carità, le opinioni diverse sono il sale di qualsiasi democrazia. Bene quindi le opinioni divergenti. Il fatto è che dagli incontri (romani) dei giorni passati tra addetti ai lavori sono emerse posizioni difficilmente conciliabili su alcuni aspetti chiave. Non ultimo, e non poco importante, il registro. Alla scuola degli “obbligatoristi” si è già opposta quella dei “facoltativisti”. In altre parole c’è chi il registro lo vorrebbe obbligatorio per tutti e chi, al contrario, preferirebbe la soluzione soft, quella europea, con iscrizione rimessa a facoltà dell’interessato.

Ecco perché la posizione dirigista (esagero ovviamente) del governo va bene. “Qui la democrazia la esportiamo, non la pratichiamo”, disse il povero Bradley Manning in una delle sue lettere (leggi Qui per un approfondimento). Nel nostro caso aggiungerei: “meno male”.

 

Fonte: Formiche.net

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Ddl rappresentanza di interessi: il dossier completo http://www.lobbyingitalia.com/2007/10/ddl-rappresentanza-di-interessi-il-dossier-completo/ Wed, 17 Oct 2007 00:00:00 +0000 http://www.lobbyingitalia.com/2007/10/ddl-rappresentanza-di-interessi-il-dossier-completo/ A sessant’anni dal primo progetto normativo e dopo più di trenta tentativi (cinque proposte di legge solo nell’attuale legislatura) l’esecutivo approva un ddl per regolamentare l’attività di lobbying nel nostro Paese. Incaricato della formulazione del testo il ministro dell’Attuazione del programma di governo, Giulio Santagata.

La proposta, coerentemente con quanto previsto nel programma dell’Unione, raccoglie le richieste del settore nel tentativo di garantire trasparenza e parità d’accesso alla professione di «rappresentante di interessi particolari».

Il provvedimento si limita a circoscrivere nel ruolo di «decisore pubblico» i soli vertici del potere esecutivo. Il ddl non regola, pertanto, tutte le attività di rappresentanza di interessi non generali presso singoli parlamentari o componenti di altri organi istituzionali. Vengono altresì escluse dal provvedimento tutte le attività di rappresentanza svolte da partiti politici, enti locali, organizzazioni sindacali ed imprenditoriali.

Per tutte le altre forme di lobbying, il testo individua uno speciale «Registro pubblico dei rappresentanti di interessi particolari» cui sono obbligati ad iscriversi tutti coloro che intendono svolgere la professione. La pubblicità dei dati viene assicurata attraverso la pubblicazione del registro sul sito internet del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.
Un apposito Codice deontologico verrà redatto entro tre mesi dall’approvazione della legge.
Ogni rappresentante di interessi particolari è obbligato a trasmettere annualmente al Cnel una relazione sulla propria attività di lobbying. Il Cnel, a sua volta, relaziona annualmente al Parlamento sulle proprie attività di verifica.

Per garantire maggiore trasparenza, il disegno di legge impone l’accessibilità, a chiunque ne fosse interessato, dei documenti e delle memorie presentati ai decisori pubblici durante l’attività di lobbying. Gli stessi decisori sono obbligati a citare nella relazione o nel preambolo di ogni atto normativo o amministrativo, tutte le attività di rappresentanza di interessi svolte durante i lavori preparatori del testo.

Per tutti coloro che esercitano la professione senza essere iscritti nello specifico registro sono previste sanzioni amministrative, da 2 a 20mila euro, e reputazionali, attraverso la pubblicazione dei provvedimenti a mezzo stampa.
Ecco disponibili:

a) il testo del disegno di legge nella versione finale;
b) la relazione tecnica.

SherpaTV.it – LI.Info

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Nasce il lobbista di professione http://www.lobbyingitalia.com/2007/10/nasce-il-lobbista-di-professione/ Wed, 03 Oct 2007 00:00:00 +0000 http://www.lobbyingitalia.com/2007/10/nasce-il-lobbista-di-professione/ Santagata punta a rendere trasparente il rapporto tra aziende e politica. Il testo al prossimo cdm.

Scarica l’articolo in pdf.

Chi ha l’immagine stantia del lobbista-faccendiere che avvicina circospetto prendendo sotto braccio il politico di turno nei corridoi parlamentari può anche accantonarla. È in arrivo il lobbista di professione, con tanto di registro e di trasparency sui suoi contatti con ministri, parlamentari e funzionari. Il lobbista doc, infatti, dovrà redigere una relazione dettagliata sulle attività che ha posto in essere nell’anno precedente e trasmetterle a una authority ad hoc che sarà con ogni probabilità l’alto commissario per la lotta alla corruzione. Dovrà annotare tutto, come dovrà essere chiaro che anche il ministero di turno avrà l’obbligo di rendere nota l’attività di lobbing svolta nei suoi confronti, addirittura specificandola nel preambolo dei provvedimenti che adotta.
Prende forma il disegno di legge che disciplinerà per la prima volta in Italia l’attività dei lobbisti, quei soggetti che rappresentano al potere politico alcuni interessi associativi o industriali cercando di orientare le soluzioni normative. Lo ha messo a punto una commissione tecnica istituita presso il ministero per l’attuazione del programma e coordinata proprio dal capo di gabinetto del ministro Giulio Santagata, Michele Corradino.
Il testo dovrebbe andare al prossimo consiglio dei ministri. La commissione ha indagato direttamente presso gli interessati bisogni e limiti della situazione attuale. Ha contattato Confindustria, Reti spa, l’agenzia di relazioni pubbliche messa su dall’ex spin doctor di Massimo D’Alema Claudio Velardi, ora guidata da Massimo Minucci, Banca Intesa, la Rai ma anche Greenpeace, Legambiente, la comunità di Sant’Egidio. In più si è avvalsa della consulenza di due guru delle relazioni pubbliche, Stefano Lucchini, ora capo delle relazioni istituzionali di Eni e Fabrizio Centofanti di Acquamarcia. In tanta parte del mondo i gruppi di pressione hanno obblighi e diritti sanciti per legge. Questo accade negli Stati Uniti, dove si può dire che il lobbismo sia nato, Canada, Israele. Germania, Svizzera e Austria. In Gran Bretagna e in Francia contano la consuetudine e i codici di condotta. In Italia finora questa attività ha avuto una connotazione per lo più negativa e i protagonisti sostengono che molto è dipeso da Mani Pulite.

Fatto sta che, in risposta ai questionari sottoposti dal ministero per l’attuazione del programma, i lobbisti hanno rilevato la difficoltà a raggiungere il potente (ovviamente per quelli più piccoli). Insomma, a farsi ricevere.

Per questo il progetto governativo vorrebbe introdurre un diritto di accesso per i lobbisti, anche se poi il potere politico può anche non coinvolgerli nel processo decisionale. L’idea fondante è quella di istituire un registro, tenuto dalla presidenza del consiglio dei ministri e pubblico, presso il quale i lobbisti devono obbligatoriamente iscriversi. I portatori di interessi devono anche compilare una dettagliata relazione sull’attività svolta nell’anno precedente che deve essere inviata all’alto commissario per la lotta alla corruzione che sovrintende a monitorare l’attività per garantire gli standard di correttezza e evitare deviazioni illecite. Il lobbista può presentare al potere politico che deve assumere una decisione informazioni, documento, memorie scritte e qualsiasi comunicazione necessaria a rappresentare gli interessi di cui è portatore. Dal canto suo il decisore pubblico ha il dovere di rendere nota l’attività di rappresentanza nei suoi stessi documenti.

Altro passaggio significativo è quello sul codice deontologico che dovrebbe essere adottato dalla presidenza del consiglio. Qualsiasi violazione delle norme deve essere segnalata all’alto commissario. Ovviamente il ddl prevederà un corredo di sanzioni adeguato. «È importante che, per arginare i millantatori, che in questo settore sono tanti, sia chiaro il mandato dei lobbisti, chi li manda e per fare cosa», sottolinea Centofanti.

In Italia già operano delle agenzie specializzate. Oltre quella di Reti, c’è la Fb guidata da Fabio Bistoncinci, Nomos. Poi ci sono gli uomini azienda, come Lucchini e come Franco Spicciariello, Government Affairs Manager di Microsoft Italia. «I lobbisti mi fanno comprendere un problema in tre minuti, i miei collaboratori in tre giorni», ebbe a dire John Kennedy. Chissà se i politici italici ne faranno tesoro.

Claudia Morelli – Italia Oggi

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Sen. Curto: “Lobby, più trasparenza verso la moralizzazione” http://www.lobbyingitalia.com/2005/07/sen-curto-lobby-piu-trasparenza-verso-la-moralizzazione/ Wed, 06 Jul 2005 00:00:00 +0000 http://www.lobbyingitalia.com/2005/07/sen-curto-lobby-piu-trasparenza-verso-la-moralizzazione/ Euprepio Curto, classe 1952, senatore di Alleanza Nazionale eletto nel collegio di Francavilla, in Puglia. È lui l’autore del disegno di legge n. 3530, "Disciplina delle attività di rappresentanza di interessi coni soggetti istituzionali", presentato il 6 luglio 2005 e assegnato alla I Commissione Affari Costituzionali del Senato il 21 dello stesso mese.

LI: Senatore Curto, come nasce l’esigenza di questa legge?
EC: Punto di partenza è stata la discussione che mi sono ritrovato a fare tempo fa con alcuni amici in relazione all’argomento "finanziamento illecito dei partiti", che non è stato sconfitto con Tangentopoli, ma che continua ad esserci ed a proliferare. Esiste purtroppo un enorme velo di ipocrisia su quelli che sono i costi della politica, che qualcuno dovrà pur pagare. Negli USA è in vigore una legislazione molto chiara al riguardo, ed è per questo che scoppiano scandali politici più per motivi di corna che per soldi.

LI: Ma perché quindi una legge che disciplini la rappresentanza degli interessi?
EC: Perché e da lì che nasce il problema. Volevo innanzitutto però creare le condizioni per l’apertura di un dibattito su un argomento che considero un elemento di civiltà nella politica.

LI: Quali sono i punti principali della sua proposta?
EC: Si parte dalla rilevazione dei soggetti che operano nel settore della lobby. Rilevazione che dovrà realizzarsi tramite dei registri depositati presso Camera dei Deputati e Senato della Repubblica, in cui i lobbisti dovranno fornire informazioni su se stessi, su per chi lavorano, su quali argomenti, sulle spese sostenute. A ciò dovrà aggiungersi una relazione annuale che contenga anche gli eventuali risultati ottenuti nella propria attività.

LI: Non crede che un testo così congegnato possa portare ad un eccesso di burocrazia?
EC: Lei consideri che i fini di questa norma sono una maggior trasparenza della politica e anche, possiamo, dirlo, una maggior moralizzazione della stessa. Una norma del genere sarebbe di aiuto anche alla rinascita dei partiti politici, che a causa delle informazioni provenienti dal settore privato si troverebbero costretti a prendere posizione, a scegliere per in modo aperto per quale "interesse" schierarsi, esponendosi ad un vero e proprio controllo del pubblico. In fondo negli USA come in altri paesi si sa sempre chi sta con chi, mentre in Italia molto raramente avviene. È ora di iniziare a modificare questo atteggiamento, e questa legge potrà certamente essere di aiuto.

Scarica il testo dell Ddl Curto

Franco Spicciariello

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