comunicazione – LobbyingItalia http://www.lobbyingitalia.com Blog dedicato al mondo delle lobbies in modo chiaro e trasparente Tue, 17 May 2016 08:00:23 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.4.2 Lobby & Poltrone: Sky riorganizza Comunicazione e Public Affairs http://www.lobbyingitalia.com/2016/02/lobby-poltrone-sky-riorganizza-comunicazione-e-public-affairs/ Tue, 02 Feb 2016 13:39:13 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3151

Nasce la struttura Editorial&Events Communication, affidata a Riccardo Pugnalin

Cambiamenti in casa Sky: il gruppo ha riorganizzato la direzione Communication & Public Affairs, guidata da Riccardo Pugnalin dallo scorso giugno (come documentato da Lobbying Italia), rafforzandola con la Corporate Communication, sotto la responsabilità di Gianluca Rumori e composta dalle due strutture seguite a Roma da Silvia Mazzucco e a Milano da Valerio Mancino (più altre due new entry). La struttura coordinerà le attività di comunicazione verso i media che riguardano le strategie aziendali, la comunicazione istituzionale e quella relativa all’innovazione tecnologica.

A Pugnalin è stato affidato anche l’interim della struttura Public Affairs, che è composta dalle seguenti aree: Parliament&Local Government, Civil Affairs (guidate da Alfredo Borgia), Legislative Affairs (Marco Valentini), Authority&Government Technical Offices (Nadia Rollé) e European Affairs (Stefano Ciullo). Sono state poi create due funzioni di staff, a riporto di Pugnalin: attività di studi e ricerche sugli impatti economici rispetto agli scenari istituzionali (a cura di Stefano Barbato) e senior advisor per le relazioni esterne e istituzionali (Roberto Benni). Sul fronte contenuti, infine, il gruppo ha siglato con Warner un accordo pluriennale per la distribuzione non in esclusiva dei titoli della major in modalità pay per view.

La comunicazione prodotto e organizzazione eventi viene seguita da una nuova struttura, Editorial&Events Communication, affidata ad interim a Pugnalin e articolata in quattro aree: Sport&Sky Sport 24 Communication (affidata a Ilenia Moracci), Tg24 Communication (seguita da Carmen Ruggeri), Programming Communication (non è ancora stato indicato il responsabile) e Events, di cui è responsabile Marika Pisoni. Alla Editorial&Events Communication fanno capo le attività di Magazine & Newsletter, affidate a Nicoletta Barci. Flavio Natalia resta direttore editoriale delle testate passando dalla comunicazione di prodotto di Sky a Sky Tg24 con la responsabilità dell’area news dello spettacolo. Infine, l’area Audience Research & Insights, guidata da Andrea Mezzasalma, confluisce a’interno della direzione Communication.

 

Fonte: e-duesse

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Lobbying e comunicazione, ecco il nuovo gruppo Hdrà http://www.lobbyingitalia.com/2015/12/lobbying-comunicazione-hdra/ Fri, 18 Dec 2015 12:51:39 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3105 Hdrà, gruppo di comunicazione integrata italiano, ha presentato il proprio business e la rimodulazione della nuova società nelle quattro business unit che compongono il gruppo:

  • Aleteia per la comunicazione ATL e BTL
  • Consenso per le relazioni istituzionali e le media relations
  • Medita per la comunicazione social
  • Overseas per l’organizzazione di eventi

La società ha appena aperto la sede di Bruxelles, che coordina le attività del portale EUnews e si aggiunge al quartier generale romano e alla sede operativa di Milano. Il ceo è Mauro Luchetti mentre Giovanni Parapini è vice presidente.

I CLIENTI

Oggi Hdrà lavora con oltre 30 clienti, in gran parte curando l’organizzazione di eventi e la pubblicità, attività che contribuiscono alla maggior parte del fatturato della società. Milano Finanza nella recente classifica dei bilanci delle società di public affairs non ha quindi annoverato la divisione Consenso nella top 11 italiana.

Eni, Enel, Poste e Alitalia si affidano al gruppo per la comunicazione ATL e BTL. Grandi multinazionali come Boeing, industria aerospaziale, Philip Morris colosso del tabacco e Tempur, per le strategie di media relations. Uber si rivolge alla società per l’ufficio stampa della sua attività in Italia, così come Qualcomm e Zoetis, che aggiungono alle strategie mediatiche anche le relazioni istituzionali, e la Fondazione Roma, che da Hdrà fruisce di una consulenza specializzata sulle relazioni con i media.

Per quanto riguarda le relazioni istituzionali il gruppo ha ideato i Tavoli di Consenso, un format che ha l’obiettivo di agevolare l’incontro fra clienti, stakeholder e decisori pubblici. Ad esempio quelli realizzati per Medtronic e GE Healthcare sull’innovazione del Sistema Sanitario. Appena entrati nella galassia Hdrà il Coni, con un percorso di comunicazione che arriverà fino alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, e l’Ospedale Bambino Gesù, eccellenza italiana nella medicina per l’infanzia.

Hdrà ha anche diversi clienti nel settore cinematografico, tra i quali Medusa, Rai Cinema, Luce Cinecittà, Wildside e Good Films per i visual delle campagne, i trailer e il digital.

Il gruppo ha un organico composto da circa 80 persone.

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Lobby e comunicazione: al via la Comin & Partners http://www.lobbyingitalia.com/2014/09/comin-partners-comunicazione/ Thu, 25 Sep 2014 10:38:54 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2490 Lo aveva anticipato ai primi di agosto Dagospia, ed ora è ufficiale: prende il via la Comin & Partners, la cui attività si rivolge a enti privati e pubblici offrendo servizi di “comunicazione e relazioni pubbliche, attraverso lo studio, la pianificazione e la realizzazione di strategie e piani di comunicazione”. Ma rientrano nel business anche “la realizzazione di campagne pubblicitarie, sondaggi e ricerche di mercato”, la realizzazione di pubblicazioni, brochure, house organ aziendali”, “la promozione, organizzazione e gestione di fiere, congressi e seminari”, per chiudere con “la gestione di servizi di commercio elettronico” e di “studio, vendita e gestione di spazi pubblicitari”. La notizia è stata rilanciata sul nuovo numero di Prima Comunicazione in edicola oggi.

Dopo una lunga esperienza di 12 anni come direttore delle relazioni esterne holding dell’Enel, Gianluca Comin ha infatti deciso di mettersi in proprio e lanciare una nuova società di consulenza cui ha dato il nome di Comin & Partners, una boutique che si aggiunge alle più importanti già presenti nel mercato italiano come FB & Associati, Reti, Cattaneo & Zanetto e Open Gate Italia tra le altre. I partner di Comin saranno pochi, ma con in prima fila l’ex (temporaneamente) direttore delle relazioni esterne di Alma Viva e oggi coinvolta in Expo Elena Di Giovanni, insieme una squadra con  grande esperienza e competenza che scende in campo in un momento di grande cambiamento dello scenario istituzionale e della comunicazione, sia in termini di persone che di mezzi.

Da parecchio pensavo di essere arrivato a una fase della vita in cui valeva la pena di capire se ero capace di cambiare ancora il mio modo di lavorare e la mia prospettiva”, ha spiegato Comin Prima Comunicazione, il cui prim, difficile impegno, sarà con l’Ilva, il colosso di Taranto da poco affidato al commissario governativo Piero Gnudi (notizia questa anticipata da Libero).

Who’s Who

Gianluca Comin –  Giornalista professionista nato a Udine, una carriera iniziata a “Il Gazzettino”, Comin è approdato in Enel nel 2002 con Paolo Scaroni, confermato poi da Fulvio Conti, dopo aver lavorato come portavoce nel primo governo di Romano Prodi e in Montedison a fianco di Enrico Bondi e in Telecom Italia con Marco Tronchetti Provera. Per dodici anni Direttore della Comunicazione e delle Relazioni Esterne di Enel,gruppo che ha lasciato la scorsa estate,  ha accompagnato Enel in diverse operazioni finanziarie, nella più rilevante acquisizione italiana all’estero, la spagnola Endesa, nella sfidante apertura del mercato elettrico alla concorrenza, nell’avvento delle energie rinnovabili, nella nascita di Enelcuore e della Fondazione Centro Studi fino alla gestione globale della reputazione e degli stakeholders.

Elena De Giovanni – Nata a Catania nel 1969 è laureata in Lingue e Letterature Moderne allo Iulm di Milano. Dal 2006 al 2009 si trasferisce in Brasile, a Brasilia, e dal 2009 al 2012 in Germania, a Berlino. In entrambi i Paesi realizza, con l’Ambasciata d’Italia, progetti di comunicazione culturali ed editoriali per la promozione dell’Italia. Nel 2002 è nominata Capo Ufficio Stampa della Mostra del Cinema di Venezia e nel 2003 Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne della Biennale di Venezia. Segue la comunicazione Corporate e l’immagine della Fondazione e dei settori (Arte, Architettura, Cinema, Danza, Musica e Teatro). E’ responsabile dei rapporti con la stampa, con la Rai e con le aziende sponsor. Nel 1999 entra in Mondadori come Capo Ufficio Stampa dei periodici del gruppo. Coordina le iniziative delle varie testate promuovendo eventi di economia, design e cinema. Segue l’uscita dei nuovi periodici tra i quali Panorama Economy e Ventiquattro, quest’ultimo in joint venture con il Sole 24 ore. Ha iniziato la sua carriera nel 1996 nel gruppo Weber Shandwick, in Shandwick Marketing Communication, come Account Executive, responsabile dei clienti Nestlè (lancia il brand Nespresso in Italia), Sergio Tacchini, Ministero del Turismo tunisino e del new business (tratto da Comunicazione Italiana)

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Professione lobbista: chi sono e cosa fanno (Linkiesta) http://www.lobbyingitalia.com/2013/12/professione-lobbista-chi-sono-e-cosa-fanno-linkiesta/ Mon, 23 Dec 2013 12:27:01 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2356 (Maurizio Di Lucchio) I lobbisti chiedono regole stringenti. Ma il governo Letta ha rinviato l’obbligo di registrazione

Chi lo fa di mestiere assicura che nel settore di lavoro ce n’è. Basta prepararsi e non avere imbarazzi nel dire: «Faccio il lobbista». «Per anni quella dell’esperto di lobbying è stata l’unica professione in crescita nel mondo della comunicazione», spiega Fabio Bistoncini, fondatore dell’agenzia di consulenza Fb & Associati e autore del libro Vent’anni da sporco lobbista. «Chi ha le competenze e la capacità, anche in tempi di crisi, non fa troppa fatica a trovare un impiego in questo comparto».

Anche se si tratta di un ambito di nicchia, il richiamo dell’occupabilità potrebbe far guadagnare una fama migliore al ruolo di lobbista, che per lungo tempo in Italia è stato identificato nell’immaginario collettivo con il personaggio oscuro pronto a tutto, anche alla corruzione, pur di tutelare gli interessi di una determinata categoria.

Tuttavia, possibilità di assunzioni a parte, già negli ultimi anni la figura del “responsabile delle relazioni istituzionali” (o “public affairs specialist”, per dirla all’inglese) ha cominciato a conoscere una buona reputazione. Anche al di fuori delle aziende, sono tanti quelli che la considerano un’attività dignitosissima, che richiede studio, competenza e passione.

Ma chi è il lobbista? E cosa fa di preciso? «È un tecnico – dice Bistoncini – che rappresenta un gruppo di interesse e che ha l’obiettivo di comunicare con chi gestisce il processo decisionale per influenzarlo, cercando per esempio di modificare una normativa specifica oppure, ed è ciò che si definisce advocacy, tentando di inserire un tema all’ordine del giorno nell’agenda politica».

Concretamente il lobbying consiste nell’intrattenere rapporti quotidiani con i decision maker, termine ormai passato nel linguaggio comune per intendere le persone che prendono decisioni ai vari livelli di governo, presentare richieste motivate («spesso ci presentiamo già con gli emendamenti pronti», aggiunge il fondatore di Fb & associati) e rispondere alle controdeduzioni dei politici cercando di rendere comprensibile ogni contenuto in poco tempo.

Non a caso, la frase più citata quando si parla di public affairs è quella di J. F. Kennedy: «I lobbisti sono quelle persone che per farmi comprendere un problema impiegano 10 minuti e mi lasciano sulla scrivania cinque fogli di carta. Per lo stesso problema i miei collaboratori impiegano tre giorni e decine di pagine».

Stabilire quanti siano gli specialisti di lobbying in Italia è impresa ardua perché non c’è ancora una normativa che imponga l’iscrizione in appositi albi professionali. Al momento, l’unica grande istituzione che ha voluto un elenco ufficiale è il ministero dell’Agricoltura. Mentre il ddl preparato lo scorso luglio dal governo Letta, che prevedeva appunto la creazione di un registro per i lobbisti che hanno rapporti con le pubbliche amministrazioni e la registrazione obbligatoria, è stato rinviato a data da destinarsi.

È noto però che molte di queste figure sono interne alle aziende e altre fanno consulenza nell’ambito di agenzie specializzate (in Italia ce ne sono una decina) o di studi legali. Poi ci sono singoli consulenti che lavorano in proprio. Le associazioni che rappresentano gli interessi di chi fa lobbying in Italia sono due: Il Chiostro e Ferpi (Federazione relazioni pubbliche italiana), che ha al suo interno una sezione dedicata a questi professionisti. Ma solo una parte dei lobbisti italiani è iscritta a queste organizzazioni.

In questo settore, si diceva, le opportunità di lavoro non mancano. Lo conferma anche Francesco Delzio, fondatore e condirettore del master post lauream in Relazioni istituzionali, lobby e comunicazione di impresa dell’Università Luiss di Roma: «È una sorpresa positiva vedere come anche in questi ultimi anni di crisi le aziende siano sempre più in cerca di queste figure e vadano a caccia di profili nuovi e più ispirati al modello anglosassone, dove le capacità del lobbista contano più del suo network di conoscenze. Ed è questo il tipo di professionista che intendiamo formare».

Per diventare specialista in relazioni istituzionali quindi è necessario un percorso formativo diverso rispetto al passato: «Se prima a fare questo mestiere erano soprattutto ex politici ed ex assistenti e collaboratori di politici – continua Delzio, che è anche direttore Relazioni esterne, affari istituzionali e marketing di Autostrade per l’Italia –, ora le imprese richiedono manager che abbiano competenze ampie in diritto, economia e comunicazione».

Nello specifico, secondo il condirettore del master Luiss, bisogna possedere una conoscenza approfondita del diritto pubblico a tutti i livelli (regionale, nazionale, comunitario e internazionale), essere in grado di misurare l’impatto di un provvedimento sul conto economico di un’azienda, muoversi agevolmente nella lettura di un bilancio, capire di micro e macroeconomia e padroneggiare le tecniche e gli strumenti della comunicazione, sia offline che online.

«Si è bravi quando si è capaci di costruire consenso intorno alla posizione che si sostiene», conclude il manager. «E lo si deve fare anche attraverso i media: l’obiettivo è far capire che con un certo provvedimento non si avvantaggia solo un gruppo di interesse ma tutta la comunità. La nostra funzione è nobile e determinante per la democrazia. Le strutture tecniche all’interno delle istituzioni si stanno indebolendo e siamo noi, in molti casi, a informare i decisori e a spiegare loro come funzionano certi settori».

Si potrebbe obiettare che i dati forniti dai gruppi di interesse possono essere opachi e parziali. Finora però quelli che hanno invocato più regole per il settore sono stati i lobbisti stessi. E sono stati i decision maker a non introdurre una regolamentazione stringente. Non sarà forse perché la trasparenza può creare qualche imbarazzo di troppo alla politica?

Fonte: Linkiesta

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