commissioni – LobbyingItalia http://www.lobbyingitalia.com Blog dedicato al mondo delle lobbies in modo chiaro e trasparente Tue, 03 May 2016 17:24:01 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.4.2 Lobby, Camera limita gli accessi: “Non potranno entrare in uffici commissioni” (Il Fatto) http://www.lobbyingitalia.com/2014/11/lobby-camera-limita-gli-accessi-non-potranno-entrare-in-uffici-commissioni-il-fatto/ Tue, 04 Nov 2014 20:53:25 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2677 Il comitato per la sicurezza ha approvato una “regolamentazione più restrittiva”. Una lettera di Luigi Di Maio (M5s) aveva denunciato alla presidente Boldrini la presenza di soggetti esterni: “Ora via la stampa in pensione e gli ex eletti”

I lobbisti non potranno più accedere agli uffici dove si svolgono i lavori delle commissioni parlamentari. Il Comitato per la sicurezza della Camera ha deciso di intervenire sugli accessi con una regolamentazione “più restrittiva”. La decisione arriva dopo la lettera del vicepresidente di Montecitorio Luigi Di Maio che denunciava, il 16 ottobre scorso, la presenza di alcuni soggetti esterni: “E’ più di un anno”, ha detto a ilfattoquotidiano.it il deputato M5s, “che chiedo alla presidente Laura Boldrini. La situazione è tornata ad essere preoccupante durante la discussione dello Sblocca Italia. Abbiamo visto una folla di persone davanti agli uffici, rappresentanti di imprese attaccati alla giacca dei parlamentari per chiedere un intervento sugli emendamenti”. Per questo Di Maio ha scritto alla presidente di Montecitorio e in contemporanea alle associazioni europee che si occupano del fenomeno lobbista. Poi oggi l’intervento del Comitato per la sicurezza che ha comunicato la decisione tramite email alle maggiori società di lobbying.

Le prime polemiche in Parlamento risalgono ad un anno fa quando i 5 Stelle denunciarono la presenza di un lobbista durante la discussione della legge di stabilità con video e foto. “Sono soddisfatto per quanto deciso dal Comitato”, ha continuato Di Maio, “anche se c’è ancora molto da fare. Ad esempio oltre ai rappresentanti delle società, hanno totale libero accesso agli uffici 71 giornalisti parlamentari in pensione e tutti gli ex eletti. Un esempio fra tutti? L’ex Pdl Italo Bocchino: è sempre in Parlamento anche se non è stato eletto e a me risulta lavori per il gruppo Romeo. E potrei citare tantissimi altri casi. E’ una situazione che deve essere regolamenta al più presto: non vogliamo trasferire il lobbismo al di fuori del Parlamento, ma vogliamo che i cittadini sappiano chi entra, con chi parla e perché”. Al Senato è attualmente in discussione in commissione Affari costituzionali un ddl per il registro delle lobby, anche se i tempi per l’arrivo in Aula sono molto lunghi. “Ho chiesto alla Boldrini”, ha concluso Di Maio, “di intervenire prima della discussione della legge di stabilità: sarà un momento delicato e non possiamo accettare che l’intervento delle lobby non sia ulteriormente limitato”.

Intanto a Montecitorio si affrettano a registrare il primo cambiamento in un ambito che vede l’Italia ancora molto indietro. “La nuova normativa – si legge nel comunicato del Comitato per la sicurezza – prevede che siano autorizzati ad accedere al IV e V piano di Palazzo Montecitorio“, dove appunto hanno sede le aule delle commissioni, “soltanto i funzionari del governo, i rappresentanti degli organi costituzionali, i rappresentanti di partiti e movimenti politici, i dipendenti dei gruppi e i collaboratori dei deputati, oltre ai dipendenti della Camera”. Pertanto, tutti i soggetti “che sono attualmente titolari di autorizzazioni di accesso permanenti” – badge verdi e bianchi – “con facoltà di accedere agli uffici delle commissioni” e che non rientrino nelle precedenti categorie “dovranno restituire al Servizio per la sicurezza i loro tesserini, in scadenza mercoledì 5 novembre, i quali saranno sostituiti con nuovi titoli di accesso conformi alle nuove disposizioni”.

Secondo l’analisi di Transparency International, l’Italia si classifica tra i peggiori d’Europa in quanto a trasparenza con un punteggio di 20 su 100. Sono 50 i disegni di legge presentati dal 1948 ad oggi e nessuno è riuscito mai a superare la prova dell’Aula. “Il lobbismo”, dicono dallo staff di Trasparency, “è una delle attività che influisce maggiormente sui processi decisionali e democratici del Paese. Questo vuoto normativo ha fatto sì che potessero prosperare anche soggetti intermedi che rappresentano i propri interessi o di altri con modalità che poco si addicono ad una democrazia matura”. I dati non sono incoraggianti: 11% è il livello di accesso dei cittadini alle informazioni sulle attività di lobbying; 27% la valutazione dei codici di comportamento dei lobbisti e dei decisori pubblici; 22 per cento invece l’equità di accesso e partecipazione al processo decisionale.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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Camera, ristretto accesso lobby. Non potranno seguire lavori (Public Policy) http://www.lobbyingitalia.com/2014/11/camera-ristretto-accesso-lobby-non-potranno-seguire-lavori-lo-ha-deciso-il-comitato-sicurezza-di-montecitorio/ Tue, 04 Nov 2014 12:04:07 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2655 (Public Policy) – Roma, 4 nov – Stretta sugli accessi dei lobbisti a Montecitorio. Il Comitato per la sicurezza della Camera, che si occupa degli accessi, ha infatti approvato una regolamentazione “più restrittiva” per i soggetti esterni che vogliono accedere “agli spazi antistanti le commissioni” durante lo svolgimento dei lavori.

La decisione – secondo quanto riferiscono fonti parlamentari – è stata comunicata, tramite email, alle maggiori società di lobbying ed è stata presa a seguito di alcuni episodi contestati da alcuni parlamentari. A quanto si apprende, alcuni deputati si sono ‘lamentati’ della “libertà – spiega una fonte – con la quale alcuni lobbisti portano avanti la loro attività davanti alle commissioni”.

“La nuova normativa – si legge nel comunicato del Comitato per la sicurezza – prevede che siano autorizzati ad accedere al IV e V piano di Palazzo Montecitorio”, dove appunto hanno sede le aule delle commissioni, “soltanto i funzionari del governo, i rappresentanti del organi costituzionali, i rappresentanti di partiti e movimenti politici, i dipendenti dei gruppi e i collaboratori dei deputati, oltre ai dipendenti della Camera”.

Pertanto, tutti i soggetti “che sono attualmente titolari di autorizzazioni di accesso permanenti” – badge verdi e bianchi – “con facoltà di accedere agli uffici delle commissioni” e che non rientrino nelle precedenti categorie “dovranno restituire al Servizio per la sicurezza i loro tesserini, in scadenza mercoledì 5 novembre, i quali saranno sostituiti con nuovi titoli di accesso conformi alle nuove disposizioni”.

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Il caso Tivelli e l’ipocrisia del lobbying all’italiana http://www.lobbyingitalia.com/2013/12/il-caso-tivelli-e-lipocrisia-del-lobbying-allitaliana/ Sun, 22 Dec 2013 11:00:52 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=1942 Una premessa. Al consigliere parlamentare della Camera dei Deputati Luigi Tivelli, personaggio di grande spessore e “lobbista reo confesso a sua insaputa”, va tutta la solidarietà degli altri lobbisti di professione. Ciò perché, senza entrare nel merito degli interessi rappresentati dal consigliere Tivelli (per un 40enne vedere difendere certe pensioni d’oro è un delitto), l’unica imputazione che gli si può rivolgere è quella di un eccesso di leggerezza e disattenzione nel parlare al telefono davanti a testimoni. Perché per il resto Tivelli non ha fatto nulla al di fuori della legge. Forse il punto però, è proprio l’assenza di una legge che regoli la professione lobbistica.

Chi è Luigi Tivelli

Alle spalle oltre 30 anni di carriera da grand commis, Tivelli è un personaggio conosciuto e rispettato dall’élite politica, amministrativa e mediatica del paese. Famiglia piccolo borghese, figlio di un dirigente di un piccolo ufficio postale, cresciuto sotto l’influenza culturale di Mazzini, Cattaneo e della Destra Storica, Tivelli diventa un giovane leader del PRI (Partito Repubblicano Italiano) insieme ad Enzo Bianco, lavorando anche in un’associazione di imprese. A 26 anni, nel 1981, vince il concorso per consigliere parlamentare della Camera dei Deputati, avviandosi ad una carriera che lo vedrà ricoprire molti ruoli: nel 1995 è consigliere giuridico del sottosegretario alla Presidenza Guglielmo Negri nel Governo Dini; consigliere parlamentare della presidenza del Consiglio con Romano Prodi nel 1996, e poi Capo di Gabinetto del Ministero per i Rapporti con il Parlamento, Coordinatore della Conferenza dei Capi di Gabinetto, Portavoce di Ministri e membro di varie commissioni governative. Docente di diritto in varie università, vasta è anche la sua attività pubblicistica fatta di collaborazioni con giornali quali Il Messaggero, Il Gazzettino e Il Mattino (tutti editi da Francesco Gaetano Caltagirone) e 22 libri su temi riguardanti la politica e l’amministrazione.

Tivelli e “Il peso delle lobbies”

Curioso rileggere in questi giorni di polemiche (ipocrite e probabilmente sterili) come proprio in uno dei suoi ultimi libri, “Stati Uniti? Italia e USA a confronto” (Rubbettino, 2009) – scritto insieme al politologo italo-americano Joseph La Palombara – Tivelli affronti il problema de “Il peso delle lobbies“.

Racconta Tivelli, partendo da “L’ipocrisia del lobbying all’italiana”, come

Chiunque si rechi ad esempio, alla Camera dei Deputati, al quarto piano, sia nelle ore antimeridiane, che soprattutto nelle ore del tramonto, ferve tutta un’attività di tipo ‘crepuscolare’. Il corridoio principale, corredato da busti austeri, nel piano in cui sono allocate le Commissioni parlamentari, specie quando queste sono chiamate ad affrontare questioni rilevanti, ma non solo in queste occasioni, brulica di una serie di signori che con autorevolezza, compostezza e maggiore o minore riservatezza seguono i lavori delle Commissioni“.

E lì a volte è un via vai tra i parlamentari che escono dalle Aule delle Commissioni e questi signori, dotati di fascicoli dei testi normativi e degli emendamenti, che tentano e in non pochi casi riescono, di tutelare gli interessi delle aziende che rappresentano, vuoi in quanto dirigenti, vuoi in quanto consulente delle aziende stesse. Nulla di male, ma perché non rendere trasparente questo processo? “.

In fondo – aggiunge Tivelli – per i parlamentari sapere chi si ha di fronte, avere la certezza di chi rappresenta cosa, in una logica di trasparenza, sarebbe molto più funzionale corretto ed efficace“.

Una domanda alla quale sarebbe curioso leggere oggi proprio una risposta di Tivelli, che spiega come “regolarmente, in ogni legislatura, vengono presentati dai parlamentari dei più diversi colori i progetti di legge di disciplina del lobbying […]” destinati “a essiccarsi nelle sabbie mobili parlamentari“. E qui il consigliere Tivelli, in riferimento alla mancata approvazione di una legge, accusa “il mondo delle imprese, anche nelle loro rappresentanze più accreditate“, salvando i parlamentari, che invece hanno da sempre fatto di tutto perché una regolamentazione complessiva non superasse nemmeno l’ostacolo della discussione in Commissione.

Tivelli chiude il capitolo sull’Italia ribadendo l’auspicio di una regolamentazione che consentirebbe finalmente a “gli addetti alle relazioni istituzionali [di poter] finalmente muovere i loro passi nel Corridoio dei passi perduti, o nei corridoi antistanti le Commissioni, con l’autorevolezza e la dignità legata al loro ruolo ufficiale“.

Quale ipocrisia?

Come scritto, nelle attività condotte da Luigi Tivelli alla Camera dei Deputati non c’è nulla di male. L’unico appunto – ma non a lui, semmai alla mancanza di regole – è che visti i suoi precedenti ruoli, Tivelli ha un libero accesso ad aree invece interdette ad altri (ma non a tutti, dato che i tesserini sono rilasciati su base discrezionale da parte dei Questori).

E lui stesso del resto, attraverso il suo “Studio Tivelli”, con base a Roma in Via Uffici del Vicario (di fronte agli uffici dei Gruppi parlamentari) propone servizi in maniera molto trasparente attraverso sito e brochure:

“Studio Tivelli, forte di una solida e aggiornata conoscenza degli scenari istituzionali, politici, economici e sociali […] opera con metodologie innovative, e a forte impronta etica, nella comunicazione con le istituzioni. In primo luogo è in grado di “accompagnare” il cliente nella progettazione e costruzione di relazioni stabili e durature con le istituzioni pubbliche. 

A tal fine aiuta il cliente a costruire un dialogo con le istituzioni, soprattutto, ma non solo, tramite l’elaborazione e trasmissione di report, position paper, memorie e altri materiali conoscitivi. In questo campo di attività lo Studio può fornire supporti informativi e di documentazione in sinergia con una primaria società impegnata nel monitoraggio parlamentare e istituzionale. Nei casi in cui lo si reputi necessario, si possono progettare e promuovere iniziative di sensibilizzazione e orientamento dell’opinione pubblica, e dell’opinione istituzionale, a sostegno dei legittimi interessi rappresentati dall’azienda cliente”.

 

Per sintetizzare con una sola parola: “lobbying”. Puro, legittimo e semplice “lobbying”.

Ma ecco che un grandissimo tecnico del diritto e della politica, forse tramortito dal clamore mediatico della sua telefonata registrata e pubblicata su YouTube da un deputato del Movimento 5 Stelle, rilascia una a dir poco deludente dichiarazione all’ADN Kronos:

‘Sono solo un ex funzionario della Camera desolato e rattristato. […] Tutto nasce da una telefonata, tra il serio e il faceto, fatta a un amico. […] Lungi da me svolgere alcuna attività lobbistica, per la quale non avrei titoli né incarichi. Credo che scambiare opinioni o impressioni con i deputati sia legittimo per chiunque. […] Non mi è mai passato per la testa di condizionare il comportamento di deputati e tanto meno dei gruppi, in qualsivoglia occasione. Questo è lo stile proprio, non solo mio, ma di tutti quelli che sono o sono stati funzionari parlamentari”. 

Un peccato. In questo modo Tivelli ha mancato la possibilità di riaffermare la legittimità dell’attività di lobbying, già affermata nei suoi scritti, rilanciando anzi la questione della trasparenza e della necessità di una regolamentazione che consenta di fare rappresentanza di interessi in modo chiaro e democratico, senza privilegi per alcuni (ex parlamentari, ex funzionari parlamentari, ecc.).

Ma Tivelli ha perso anche l’occasione per dare una lezione ad alcuni di quei deputati che oggi lo criticano, che se leggessero i suoi libri potrebbero trovare molto da imparare. Gli stessi che pur diffondendo un hashtag quale #fuorilelobby, non risulta abbiano mai (per ora?) presentato un progetto di legge per regolamentare il lobbying, e si dimenticano di avere anche loro a che fare giornalmente con i lobbisti, che sono i primi spesso ad aiutarli a scovare alcune delle nefandezze che poi vengono denunciate su blog e giornali grazie al loro know how tecnico.

Ipocrisia del lobbying all’italiana, appunto.

 

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Studia che ti passa http://www.lobbyingitalia.com/2013/07/studia-che-ti-passa/ Thu, 18 Jul 2013 18:06:41 +0000 http://www.lobbyingitalia.com/?p=1727 (Gianluca Sgueo) Quella delle commissioni è un’abitudine che non è mai passata di moda. Tutto sommato, è un sistema efficace. Metti insieme un manipolo di addetti ai lavori (che puoi divertirti a nominare in tanti modi: esperti e saggi vanno per la maggiore), gli dai una missione, un periodo di tempo più o meno lungo per completarla, e aspetti il risultato.

Molte commissioni (termine che qui è usato nella sua accezione più ampia: comprende i gruppi di lavoro, di studio, le cabine di regia, i comitati e sotto-comitati, ecc.) sono state di grande utilità e hanno prodotto lavori eccellenti. E questo vale per tutti i campi: istituzionale, accademico, professionale. In tempi di vacche grasse erano utili anche per spartire poltrone. Oggi, nell’epoca della spending review, hanno assunto altri ruoli. Per esempio quello di procastinare le decisioni. In questo senso la commissione dei saggi nominata da Napolitano prima di affidare l’incarico di formare il governo a Enrico Letta è un esempio eccellente.

Pregi e difetti quindi. E, a proposito di difetti, uno dei peggiori è la sovrabbondanza di commissioni. Che poi è il filone più battuto negli ultimi tempi. Fare una commissione, in questo caso, significa quasi sempre prendere tempo. Soprattutto se, come nel caso delle lobby, si sa non dico tutto ma molto, anzi moltissimo, e in modo piuttosto approfondito.

Per questo la proposta di Gennaro Migliore di SEL lascia un po’ perplessi (nel migliore dei casi) o fa sorridere (nel peggiore). L’ha già commentata in modo eccellente Franco Spicciariello su LobbyingItalia, dove vi rimando per un approfondimento (qui).

Qui mi limito a poche e sintetiche osservazioni. Per iniziare, la proposta di SEL: istituire una commissione di studio che approfondisca la materia del finanziamento della politica, del funzionamento e del finanziamento delle fondazioni legate alla politica, nonché dell’attività dei gruppi di pressione, con particolare riguardo a quanto previsto dalla legislazione degli altri Paesi europei, e che presenti una relazione finale al Parlamento entro tre mesi dalla sua istituzione. Quanto invece alle ragioni per cui è una proposta che non convince ne cito quattro:

Primo – perchè (e lo ricorda Spicciariello) di Commissioni che si sono occupate di lobby ne abbiamo avute due in pochi mesi. La prima, quella dei saggi, lo ha fatto en passant. Ma ha comunque lanciato il sasso. La seconda è stata una Commissione informale, senza squilli di fanfare, e ha lavorato al testo poi caduto sotto il fuoco amico del Consiglio dei Ministri.

Secondo – perchè Migliore dimentica che il famoso CdM ha comunque affidato a Moavero un incarico esplorativo. Il quale Moavero, saggiamente, non ha messo su nessuna commissione ma sta comunque lavorando al tema.

Terzo – perchè la proposta di SEL lega lo studio sulle lobby  quello sul finanziamento ai partiti. Sul quale, per inciso, esiste già un disegno di legge in Parlamento (chissà che fine farà) e che comunque non può esaurire l’impatto del tema lobby, che per molti aspetti è ben più ampio e articolato.

Quarto – perchè, sempre nell’ultimo mese, sono uscite 3 ricerche approfondite e almeno 4 libri, due dei quali a contenuto accademico. Basterebbe leggere un po’ per trarre tutte le informazioni necessarie.

Si potrebbe continuare, meglio fermarsi qui. Proposta respinta al mittente.

 

Fonte: Formiche.net

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