comin & partners – LobbyingItalia http://www.lobbyingitalia.com Blog dedicato al mondo delle lobbies in modo chiaro e trasparente Tue, 17 May 2016 08:00:23 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.4.2 Lobby, gli scandali non smuovono il governo (Il Fatto Quotidiano) http://www.lobbyingitalia.com/2016/04/lobby-gli-scandali-non-smuovono-il-governo-il-fatto-quotidiano/ Thu, 21 Apr 2016 07:52:35 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3301 In 40 anni 58 proposte di legge. Mai approvate. Norma attesa dal 1976, nonostante le polemiche e gli annunci. Per non parlare degli scandali. Come “Tempa Rossa”. Il ddl che dovrebbe regolamentare l’attività dei portatori di interessi è bloccato al Senato. Malgrado gli annunci e le promesse di illustri esponenti del governo. A cominciare dai ministri Boschi e Orlando. “Non presenteremo un nostro provvedimento”, assicura il sottosegretario alle Riforme Pizzetti. Che annuncia l’utilizzo da parte dell’esecutivo del testo degli ex M5s Orellana e Battista

Tutti la vogliono. Almeno a parole. A cominciare dal ministro per le Riforme costituzionali Maria Elena Boschi (“Serve arrivare ad avere un provvedimento del genere”) e dal Guardasigilli Andrea Orlando (“È uno strumento contro la corruzione”). Per non parlare del governatore della Puglia, Michele Emiliano, che ne ha ribadito la necessità un minuto dopo aver appreso della sconfitta al referendum sulle trivelle. Ma poi, nei fatti, siamo sempre fermi al punto di partenza. E così nonostante i ripetuti scandali, ultimo in ordine di tempo quello che ha coinvolto l’ormai ex ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi e il compagno Gianluca Gemelli, in Italia la legge sulle lobby resta un vero e proprio miraggio. Nonostante la commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, più di un anno fa, abbia scelto e adottato come testo base tra i 18 depositati, il disegno di legge presentato dai senatori ex Movimento 5 Stelle Lorenzo Battista e Luis Alberto Orellana. Ddl poi ripresentato a Montecitorio dalla deputata di Scelta civica Adriana Galgano. Ma senza successo. Risultati, infatti, zero. Con tanti saluti alla sbandierata trasparenza.

TESTO A TESTO – Ma cosa intende fare a questo punto il governo di Matteo Renzi? Nei giorni scorsi erano trapelate indiscrezioni relative alla possibilità, da parte dello stesso esecutivo, di elaborare un nuovo testo che bypassasse quello del duo Orellana-Battista. Ipotesi adesso smentita dal sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti (Pd). “La nostra intenzione è quella di ripartire proprio dal ddl dei due senatori ex M5S – spiega contattato da ilfattoquotidiano.it –. Valuteremo se presentare degli emendamenti, ma non disporremo un nuovo testo. Il termine per la presentazione dei testi di modifica è stato posticipato a giovedì 21 aprile dopodiché, una volta terminata la discussione dei provvedimenti in calendario, primo fra tutti quello sul conflitto di interessi, verrà avviato l’esame del testo”, conclude. Staremo a vedere. La cosa certa, al momento, è che la questione si trascina ormai da troppo tempo. “Il prossimo 15 giugno festeggeremo il quarantesimo anniversario della presentazione del primo disegno di legge sulle lobby: dal 1976 ad oggi ne sono stati depositati cinquantotto, tutti rimasti lettera morta”, dice Pier Luigi Petrillo, docente di Teoria e tecniche del lobbying all’Università Luiss di Roma e uno dei massimi esperti della materia. “Il perché di questo ritardo? Alla politica conviene avere un paravento dietro il quale nascondersi per non assumersi la responsabilità delle proprie decisioni – risponde –. In termini di comunicazione è molto più efficace scaricare sulle lobby colpe che invece sono tutte ascrivibili alla classe politica, che da sempre agisce assecondando interessi di parte spesso sgraditi al proprio elettorato”.

LOBBISTI AL TRAGUARDO – Con un ulteriore paradosso. Rappresentato dal fatto che sono le stesse società che fanno lobbying ‘alla luce del sole’ (da Open Gate a Utopia Lab, da Comin&Partners a Reti e Il Chiostro) a chiedere l’intervento del governo per regolamentare il settore. Addirittura con decretazione d’urgenza. Senza dimenticare la campagna #occhiaperti lanciata dalla comunità digitale Riparte il futuro, uno dei principali soggetti animatori di Foia4Italy. “La verità – aggiunge Petrillo – è che già domani mattina lo stesso Renzi potrebbe dare il buon esempio: basterebbe un decreto a sua firma per obbligare tutti i ministri a rendere pubblici gli incontri con i portatori di interessi. In questo modo, come in tutte le moderne democrazie, i cittadini potrebbero monitorare l’attività dei propri governanti”. Finora l’unico esponente del governo che mette online i suoi appuntamenti è il viceministro dei Trasporti Riccardo Nencini, che ha proposto l’adozione di un codice di autoregolamentazione valido per tutti i decisori pubblici (leggere l’articolo di Peter Gomez). “Ma quello del segretario del Psi è un caso isolato – ricorda il docente –. E gli altri? Mi auguro che il Parlamento abbia tempo e modo di chiudere al più presto la partita. È positiva la decisione del governo di non ripartire daccapo, però bisogna fare in modo che questa volta si arrivi al traguardo. Altrimenti si tratterà solo dell’ennesima occasione sprecata”.

INTERESSI ALLE STELLE – Altro problema aperto. E di quelli scandalosi. Che in parte spiega le resistenze di Camera e Senato a discutere e approvare una legge sulle lobby. “Molti ex parlamentari svolgono attività di lobbying in modo irregolare – rivela Petrillo –. Anche in questo caso, il legislatore dovrebbe intervenire per vietare ogni attività di intermediazione fra gli ex deputati e senatori e gli attuali eletti. Un aspetto che però nessuno dei diciotto disegni di legge depositati nell’attuale legislatura a Palazzo Madama ha tenuto in considerazione”, conclude il docente della Luiss. Nel frattempo, in attesa di una norma che regoli definitivamente l’attività dei portatori di interesse, bisognerà accontentarsi del nuovo codice etico previsto per i deputati e curato dal presidente del Gruppo Misto, Pino Pisicchio. Una prima parte (riguardante fra le altre cose il conflitto di interessi) è già stata approvata. La seconda, dal titolo emblematico – “Ipotesi di regolamentazione dell’attività di lobbying da parte della Camera dei deputati” – dovrebbe essere ratificata entro il prossimo 26 aprile. L’attuale impostazione non piace però al Movimento 5 Stelle. “Abbiamo presentato degli emendamenti affinché gli incontri fra lobbisti e deputati vengano certificati anche fuori dal Palazzo – dice il deputato Danilo Toninelli –. Prevedendo sanzioni sia nei confronti dei lobbisti, che arrivano fino alla cancellazione dall’apposito registro, sia degli eletti, con pene pecuniarie e sospensione dai lavori dell’Aula”. Il tutto nell’attesa di una proposta di legge organica sulle lobby targata M5S.

Giorgio Velardi, Il Fatto Quotidiano

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La giungla delle lobby. Settant’anni buttati senza fare una legge (Il Giornale) http://www.lobbyingitalia.com/2016/04/la-giungla-delle-lobby-settantanni-buttati-senza-fare-una-legge-il-giornale/ Wed, 20 Apr 2016 16:08:29 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3298 Il caso Guidi fa riesplodere la polemica sui faccendieri in Parlamento. È dal 1948 che la politica prova a regolarne l’attività. Inutilmente

Lobbisti senza legge. Il tentativo di cavalcare il «caso Guidi» per rafforzare la partecipazione referendaria è fallito. Il problema della regolamentazione delle lobby resta, però, di scottante attualità. L’ultimo «invito» a fare presto arriva in queste ore da «Riparte il futuro», uno dei principali soggetti animatori della piattaforma che punta a un Freedom of information act italiano e ad applicare il massimo della trasparenza anche al grande mercato delle influenze. «Visto il recente scandalo che ha toccato il ministro dello Sviluppo economico» evidenzia Federico Anghelè «il tema della rappresentanza degli interessi dovrebbe balzare in cima all’agenda politica. E invece il testo base sulla regolamentazione dell’attività di lobbying proposto dal senatore Orellana è ancora fermo in Commissione Affari Costituzionali e il termine per gli emendamenti viene continuamente posticipato». La richiesta di avere una legge sui lobbisti viene sollevata dall’inizio della Prima Repubblica. L’obiettivo è sempre lo stesso: individuare chiaramente chi sono, a chi si rivolgono, con quali mezzi cercano di influenzare la politica e quali sono i loro obiettivi. «L’opacità minaccia la qualità delle nostre leggi e favorisce fenomeni di corruzione e conflitti d’interessi». Per questo, spiegano, bisogna scuotere il governo e puntare a un intervento organico.

Qualcosa di recente si è mosso a Montecitorio. La Giunta per il regolamento ha approvato la proposta di Pino Pisicchio, un codice etico meritorio che però si applica ovviamente solo alla Camera e non a tutte le istituzioni sulle quali la pressione dei lobbisti può essere esercitata (Senato, governo, ministeri, autorità indipendenti, regioni). La novità principale è il «registro dei soggetti che svolgono attività di relazione istituzionale nei confronti dei deputati», pubblicato sul sito Internet della Camera.

L’aspetto particolare e paradossale è che sono gli stessi lobbisti a spingere per una seria regolamentazione del loro lavoro. «Veniamo periodicamente convocati in audizione in Parlamento» spiega Andrea Morbelli di Open Gate Italia. «Spieghiamo sempre la stessa cosa, ovvero che è fondamentale registrare tutti i portatori di interessi, dalle associazioni di categoria ai sindacati fino alle Onlus. Tutti devono essere censiti. Sono queste le regole che vengono adottate nel resto del mondo. Basta con l’amico del giaguaro e con le figure borderline. Bisogna distinguere tra il faccendiere, quello che vanta o millanta amicizia all’insegna dell’«a Fra’ che te serve» e il lobbista che presenta studi e analisi per dialogare con le istituzioni essendo credibile come consulente strategico. Il paradosso è che ci siamo potuti registrare al Parlamento europeo, ma non in Italia».

Sul tema, nell’attuale legislatura, sono stati presentati 18 progetti di legge. Dal 1948 al 2012, dalla I alla XVI legislatura, i disegni di legge in materia sono stati ben 51. Nessuno di questi è stato mai approvato e solo 6 sono stati esaminati dalle Commissioni competenti ma mai discussi in Assemblea. Molti movimenti si battono per la costituzione di un registro pubblico dei lobbisti e c’è anche chi chiede una agenda pubblica degli incontri tra politici e lobbisti dove ognuna delle parti sia vincolata a comunicare i dati relativi agli incontri svolti e i temi in discussione. Al Senato si riflette anche su come rendere pubblici gli emendamenti presentati in Commissione.

I lobbisti – le società principali oltre Open Gate, sono Cattaneo & Zanetto, Reti, FB & Associati, Comin & Partners e Utopialab – non nascondono il sospetto che l’apparente impossibilità del legislatore di uscire da questa zona grigia serva a tutelare interessi consolidati. L’idea di fondo è che si voglia considerare legittimo e riconosciuto solo chi viene dal passato, sindacati in primis. Rifiutando di accettare che il piccolo mondo antico del Novecento è finito e il mondo della rappresentanza è definitivamente cambiato.

Fabrizio De Feo, Il Giornale

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Lobby e comunicazione: al via la Comin & Partners http://www.lobbyingitalia.com/2014/09/comin-partners-comunicazione/ Thu, 25 Sep 2014 10:38:54 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2490 Lo aveva anticipato ai primi di agosto Dagospia, ed ora è ufficiale: prende il via la Comin & Partners, la cui attività si rivolge a enti privati e pubblici offrendo servizi di “comunicazione e relazioni pubbliche, attraverso lo studio, la pianificazione e la realizzazione di strategie e piani di comunicazione”. Ma rientrano nel business anche “la realizzazione di campagne pubblicitarie, sondaggi e ricerche di mercato”, la realizzazione di pubblicazioni, brochure, house organ aziendali”, “la promozione, organizzazione e gestione di fiere, congressi e seminari”, per chiudere con “la gestione di servizi di commercio elettronico” e di “studio, vendita e gestione di spazi pubblicitari”. La notizia è stata rilanciata sul nuovo numero di Prima Comunicazione in edicola oggi.

Dopo una lunga esperienza di 12 anni come direttore delle relazioni esterne holding dell’Enel, Gianluca Comin ha infatti deciso di mettersi in proprio e lanciare una nuova società di consulenza cui ha dato il nome di Comin & Partners, una boutique che si aggiunge alle più importanti già presenti nel mercato italiano come FB & Associati, Reti, Cattaneo & Zanetto e Open Gate Italia tra le altre. I partner di Comin saranno pochi, ma con in prima fila l’ex (temporaneamente) direttore delle relazioni esterne di Alma Viva e oggi coinvolta in Expo Elena Di Giovanni, insieme una squadra con  grande esperienza e competenza che scende in campo in un momento di grande cambiamento dello scenario istituzionale e della comunicazione, sia in termini di persone che di mezzi.

Da parecchio pensavo di essere arrivato a una fase della vita in cui valeva la pena di capire se ero capace di cambiare ancora il mio modo di lavorare e la mia prospettiva”, ha spiegato Comin Prima Comunicazione, il cui prim, difficile impegno, sarà con l’Ilva, il colosso di Taranto da poco affidato al commissario governativo Piero Gnudi (notizia questa anticipata da Libero).

Who’s Who

Gianluca Comin –  Giornalista professionista nato a Udine, una carriera iniziata a “Il Gazzettino”, Comin è approdato in Enel nel 2002 con Paolo Scaroni, confermato poi da Fulvio Conti, dopo aver lavorato come portavoce nel primo governo di Romano Prodi e in Montedison a fianco di Enrico Bondi e in Telecom Italia con Marco Tronchetti Provera. Per dodici anni Direttore della Comunicazione e delle Relazioni Esterne di Enel,gruppo che ha lasciato la scorsa estate,  ha accompagnato Enel in diverse operazioni finanziarie, nella più rilevante acquisizione italiana all’estero, la spagnola Endesa, nella sfidante apertura del mercato elettrico alla concorrenza, nell’avvento delle energie rinnovabili, nella nascita di Enelcuore e della Fondazione Centro Studi fino alla gestione globale della reputazione e degli stakeholders.

Elena De Giovanni – Nata a Catania nel 1969 è laureata in Lingue e Letterature Moderne allo Iulm di Milano. Dal 2006 al 2009 si trasferisce in Brasile, a Brasilia, e dal 2009 al 2012 in Germania, a Berlino. In entrambi i Paesi realizza, con l’Ambasciata d’Italia, progetti di comunicazione culturali ed editoriali per la promozione dell’Italia. Nel 2002 è nominata Capo Ufficio Stampa della Mostra del Cinema di Venezia e nel 2003 Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne della Biennale di Venezia. Segue la comunicazione Corporate e l’immagine della Fondazione e dei settori (Arte, Architettura, Cinema, Danza, Musica e Teatro). E’ responsabile dei rapporti con la stampa, con la Rai e con le aziende sponsor. Nel 1999 entra in Mondadori come Capo Ufficio Stampa dei periodici del gruppo. Coordina le iniziative delle varie testate promuovendo eventi di economia, design e cinema. Segue l’uscita dei nuovi periodici tra i quali Panorama Economy e Ventiquattro, quest’ultimo in joint venture con il Sole 24 ore. Ha iniziato la sua carriera nel 1996 nel gruppo Weber Shandwick, in Shandwick Marketing Communication, come Account Executive, responsabile dei clienti Nestlè (lancia il brand Nespresso in Italia), Sergio Tacchini, Ministero del Turismo tunisino e del new business (tratto da Comunicazione Italiana)

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