Valentina D’Amendola – LobbyingItalia http://www.lobbyingitalia.com Blog dedicato al mondo delle lobbies in modo chiaro e trasparente Tue, 09 Aug 2016 08:16:51 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.4.4 Regno Unito: Il Registro dei lobbisti è stato lanciato. I link sono accessibili pubblicamente http://www.lobbyingitalia.com/2015/03/regno-unito-il-registro-dei-lobbisti-e-stato-lanciato-i-link-sono-accessibili-pubblicamente/ Wed, 25 Mar 2015 16:28:09 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2757 Dopo poco meno di un anno che il Lobbying Act è diventato legge il registro dei lobbisti è stato lanciato questa mattina alle nove.

Secondo il Lobbying Act, le organizzazioni che eseguono operazioni e attività di lobbying sono obbligate a registrarsi e a dichiarare che si atterranno a un codice di condotta.

Tutti quelli che si registrano devono anche dichiarare i nomi dei clienti per i quali eseguono attività di lobbying.

Alle nove di questa mattina, il registro ha preso vita e i diretti interessati hanno creato un account e hanno caricato i nomi dei loro clienti.

L’Ufficio di Registrazione ha comunicato alle organizzazioni interessate che potevano iscriversi al registro in qualsiasi momento, basta iscriversi prima di eseguire attività di lobbying, come definito dal Lobbying Act.

Tra le prime società a iscriversi al registro ci sono Bell Pottinger, PLMR e FleishmanHillard. Tra le sei società fino ad ora registrate ci sono anche la Corporate Reputation Consulting, Incisive Health e la Public Affairs Company.

Come parte del processo di trasparenza l’ufficio del Registro ha provveduto a pubblicare un link accessibile attraverso il suo sito.

Alison White, addetta alla registrazione, ha asserito: “Vi annuncio che dopo soltanto 130 giorni di lavoro oggi il registro è aperto e operativo. Il registro ha l’obiettivo di migliorare la trasparenza del processo democratico e permettere al pubblico di vedere quali interessi sono rappresentati dai lobbisti. Il mio ruolo è di assicurare che tutti quelli che dovrebbero registrarsi si registrino. Continuerò a lavorare con i lobbisti affinché capiscano i loro obblighi”.

http://www.prweek.com/article/1339990/lobbying-register-launched-along-publicly-accessible-link-registrants?DCMP=EMC-CONPRWeekUKDailyNews&bulletin=uk/prweekdaily

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I lobbisti restano senza legge http://www.lobbyingitalia.com/2015/03/i-lobbisti-restano-senza-legge/ Tue, 24 Mar 2015 10:09:13 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2755 L’ultima inchiesta sugli appalti svela il mondo sotterraneo dei gruppi di potere. In Parlamento sono ferme 15 proposte. Entro quando una regolamentazione?

Vista l’intraprendenza forse non sarebbe servito ad arginarlo, ma se in Italia fosse in vigore una legge sulle lobby il «signore degli appalti» Ettore Incalza avrebbe dovuto tenere nota di ogni incontro avuto con imprenditori e lobbisti vari – compresi quelli col progettista Stefano Perotti finito pure lui in galera – registrando data, nominativo e motivazioni dell’incontro, e soprattutto una volta all’anno avrebbe dovuto rendere tutto noto pena multe salatissime.

L’Italia però una legge sulle lobby ancora non ce l’ha anche se dal 1976 ad oggi sono stati almeno 50 i progetti di legge messi in campo e addirittura 15 (ben 10 al Senato e 5 alla Camera) quelli presentati nel corso dell’attuale legislatura. Nonostante gli scandali ricorrenti e le ripetute baruffe in Parlamento, la questione sembra però uscita dall’agenda del governo che pure nell’ultimo Documento di economia e finanza si era impegnato a intervenire per regolare le relazioni fra gruppi di interesse e istituzioni. E intanto nei ministeri (e non solo in quello delle Infrastrutture) ed in Parlamento lobbisti e gruppi organizzati – dai taxisti ai concessionari dei giochi sino alle varie associazioni di settore alle altrettanto numerose e potenti aziende pubbliche o ex pubbliche – fanno il bello ed il cattivo tempo, stravolgono e affondano leggi e combinano affari tagliati su misura per loro come raccontano le cronache di questi giorni.

Obblighi, criteri e sanzioni  

Dal Pd (che in Senato firma addirittura la metà dei 10 progetti di legge presentati negli ultimi due anni) sino all’Ncd, da Forza Italia agli ex grillini come Luis Alberto Orellana sino ai socialisti, tutti i partiti prevedono l’istituzione di registri pubblici dei lobbisti, criteri oggettivi per la loro selezione, l’introduzione di codici deontologici e precisi obblighi a carico sia dei portatori di interessi che delle controparti pubbliche. E ovviamente sanzioni per gli inadempienti e per chi rende informazioni incomplete che vanno da un minimo di 5-10 mila euro ad un massimo di 50-75-100 mila euro. Su un punto solo si differenziano: la gestione dei registri. Per la senatrice Puppato (Pd) deve toccare all’Autorità anticorruzione, per il collega Ranucci agli uffici di presidenza di Camera e Senato, per Dorina Bianchi (Ncd) all’Antitrust, per Giuseppe Marinello (ex Pdl, ora Ncd) al Cnel e per il senatore Luigi D’ambrosio Lettieri (Fi) a Palazzo Chigi.

Parlamento avanti piano  

In Senato la commissione Affari costituzionali ha iniziato l’esame delle proposte solamente lo scorso gennaio. Alla Camera, nonostante il ddl presentato da Marina Sereni sia datato addirittura 13 aprile 2013, è invece tutto fermo. E il governo? Tanti buoni propositi, ma pochi fatti concreti. E del resto anche i tentativi più recenti, da quello di Prodi del 2007 a quello di Letta del 2013, non fanno ben sperare. Sono infatti tutti finiti in nulla soprattutto a causa delle alte burocrazie che non ci stanno a mettere in piazza i loro «affari» in nome della trasparenza. In Europa paesi come Regno Unito, Francia, Germania e Polonia hanno invece da anni meccanismi di regolazione più o meno efficaci. Particolarmente stringenti quelli varati di recente da Austria e Slovenia. A Bruxelles il database dell’Ue è operativo dal 2011 e conta ben 7mila lobbisti registrati su base volontaria: quelli italiani sono 602, pari all’8 per cento.

Ultimi per trasparenza  

L’assenza di un registro dei lobbisti, secondo l’ultimo rapporto di Trasparency International, relega il nostro Paese in fondo alla classifica della trasparenza, con appena 11 punti su cento. Se a questo dato si aggiunge poi il livello relativo alle pari condizioni d’accesso (22 punti) ed un livello di integrità pari a 27, a causa dell’assenza di codici etici adeguati per lobbisti e decisori, si arriva ad una media finale di appena 20 punti. Contrapporre a queste cifre i dati sulla corruzione percepita è forse un gioco troppo facile, ma è altrettanto vero che stando al «Global corruption index» l’Italia in questa graduatoria è agli ultimi posti in Europa, al pari di Grecia e Bulgaria, e al 69esimo posto su 175 Paesi nella graduatoria mondiale. All’Italia vengono infatti assegnati 43 punti, gli stessi di Senegal e Swaziland.

 

Fonte: http://www.lastampa.it/2015/03/23/italia/politica/i-lobbisti-restano-senza-legge-suCTCxWJaGv9MdVQWTjeYK/pagina.html

Autore: Paolo Baroni

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Regno Unito: Per la fine del primo anno il Registro sul Lobbying verrà a costare 616,000£ http://www.lobbyingitalia.com/2015/03/regno-unitoper-la-fine-del-primo-anno-il-registro-sul-lobbying-verra-a-costare-616000/ Thu, 19 Mar 2015 15:06:58 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2747 616,000 sterline, a tanto è previsto il costo per l’implementazione e la gestione del registro delle lobby. Le industrie contribuiranno per meno di un quarto di tale somma.

Secondo una relazione dell’Office of the Registrar of Consultant Lobbyists l’ufficio di Gabinetto si aspetta di recuperare 150,000£ di commissioni sul registro per il 2015-16. È stato già annunciato che la parcella annuale costerà intorno ai 750£ per le società ed i consulenti. Il costo totale, che ammonta a 616,000£, comprende i costi di implementazione (370,000£) e i costi di gestione (246,000£) per il primo anno.

Tra le spese più elevate ci sono 137,000 sterline per la creazione del sito web e il servizio di registrazione. I costi dello Staff, tra il 2014-15 e il 2015-16 ammontano a 134,000£, con il Registro stesso che costerà 66,000£.

Alison White, funzionario del registro ha dichiarato: “È  parte integrante del Registro e dell’effettiva implementazione della legislazione quella di mantenere i costi al minimo”.

Specialmente nelle ultime settimane, all’avvicinarsi del giorno del lancio del Registro, il prossimo 27 Marzo, l’istituzione del Registro è stata criticata.

All’inizio di questo mese il presidente del consiglio d’amministrazione dell’APPC, Iain Anderson ha rimarcato la mancanza di chiarezza sia nelle linee guida e sia dei membri stessi del registro.

La scorsa settimana Lisa Nandy, il ministro “ombra” per la società civile dei Labour, ha stroncato il registro definendolo troppo frettoloso, mancante del supporto dell’industria ed uno spreco di soldi.

Fonte: http://www.prweek.com/article/1338799/lobbying-register-cost-616k-end-year-one?DCMP=EMC-CONPRWeekUKDailyNews&bulletin=uk%2Fprweekdaily

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Registro lobbying UE: manca ancora una trasparenza credibile http://www.lobbyingitalia.com/2015/02/registro-lobbying-ue-manca-ancora-una-trasparenza-credibile/ Mon, 09 Feb 2015 15:57:28 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2710 Un ONG denuncia la registrazione ingannevole di Goldman Sachs.

Una nuova ricerca pubblicata oggi mostra che troppe organizzazioni di lobbying importanti, inclusi i lobbisti finanziari della City of London Corporation, della Credit Suisse; le principali Corporations come Electrabel, Anglo American e General Motors; studi legali come Covington & Burling e Freshfields Bruckhaus Deringer; e altre società di lobbying, non sono elencate nel registro per la trasparenza nonostante esercitino lobbying all’interno dell’UE.

La ricerca di Alliance for Lobbying Transparency and Ethics Regulation (ALTER-EU) è stata pubblicata lo stesso giorno del rilancio del registro per la trasparenza del lobbying da parte della Commissione e del Parlamento. Tale proposta volontaria per la regolamentazione delle attività di lobbying non rende possibile capire la reale attività di lobbying svolta a Bruxelles, e la proposta della Commissione per un accordo inter-istituzionale non sarà certo la soluzione, in quanto non sarà vincolante per i lobbisti. Per ALTER-EU, le modifiche introdotte sono minime e non risolveranno i problemi principali.

Le ricerche dell’ALTER-EU rivelano che troppe iscrizioni al registro sono basate su dati non affidabili o anche forvianti. Alcuni esempi includono:

  • Goldman Sachs dichiara meno di 50.000 euro di spese per attività di lobbying nel 2013. Questo è denunciato da alcune ONG.
  • Circa 150 società di lobbying o studi legali non rivelano i nomi dei clienti nonostante questo sia una chiara violazione delle regole.
  • Google e Novartis hanno accreditato al Parlamento Europeo più persone del loro numero totale di lobbisti.
  • Più di 200 società di lobbying o studi legali nascondono l’identità dei clienti iscrivendoli al registro con acronimi.
  • La società di Consulenza BearingPoint dichiara di non essere una società di lobbying e che ha un numero di lobbisti pari a zero, ma dichiara anche che le sue entrate, grazie all’attività di lobbying, equivalgono a €552,795,000!

Ci sono molte altre anomalie nel report.

Paul de Clerck dell’ALTEREU Steering Committee e membro della Friends of the Earth Europe ha detto:

“La proposta della Commissione di un accordo inter-istituzionale per introdurre un cosiddetto “registro obbligatorio” è forviante giacché non sarà veramente vincolante per i lobbisti e perciò non obbligatoria. Quello di cui c’è bisogno è una proposta legislativa che obblighi legalmente i lobbisti a essere totalmente aperti e onesti sulle loro attività e che imponga sanzioni più pesanti a chi non rispetta le regole del registro”.

Nina katzemich dello Steering Committee e membro del LobbyControl ha aggiunto:

“Anche con il rilancio del registro, i lobbisti possono ancora scegliere se essere trasparenti o meno, e possono ancora registrarsi con dati poco chiari. Nonostante ora il registro sia una condizione necessaria per incontrare i membri della commissione, senza cambiamenti sostanziali alla qualità del registro, i lobbisti possono dare un’impressione completamente sbagliata della loro attività e avere ancora accesso ai decisori di alto livello. Ciò è successo per esempio nel caso della Goldman Sachs. La loro registrazione è oggetto di reclamo da parte del LobbyControl, Corporate Europe Observatory e Friends of the Earth Europe”.

Helen Darbishire dello Steering Committee e membro del Access Info Europe dice:

“Attivisti, giornalisti e tutti i cittadini europei hanno il diritto di sapere chi fa lobbying, su quali dossier, e quanti soldi sono spesi. Una trasparenza totale è essenziale al fine di conoscere chi fa attività di lobbying a Bruxelles, e per assicurarsi un contributo equilibrato di tutti gli stakeholders”.

Da molto tempo il Parlamento Europeo sta invitando a un orientamento più duro per una regolamentazione del lobbying in Europa. ALTER-EU chiede alla Commissione Europea di fare una proposta legislativa per un registro vincolante per la fine del 2015, e che entri in vigore entro la metà del 2017.

 27/01/2015

https://www.economicvoice.com/eu-lobby-register-still-failing-to-deliver-real-transparency/

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Lobby negli USA: uno sguardo all’influenza delle industrie a Washington http://www.lobbyingitalia.com/2015/01/rivelazioni-sul-lobbying-mantengono-il-pubblico-alloscuro-i-contratti-permettono-di-dare-uno-sguardo-allinfluenza-delle-industrie-a-washington/ Wed, 28 Jan 2015 18:08:58 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2706 Quando la legge federale imponeva al Carmen Group di redigere e pubblicare, trimestralmente per tre anni, le attività di lobbying poste in essere a livello federale per la Xavier University della Lousiana, il Gruppo utilizzò una frase molto vaga: “Hurricane Katrina related recovery issues”.

(Ndr. Lasciando completamente vago il loro obiettivo)

L’obiettivo vero del Gruppo era “concepire e implementare una strategia” con l’obiettivo di persuadere i funzionari federali a dimenticarsi dei 130 milioni di dollari prestati – del Dipartimento dell’Educazione degli Stati Uniti – per far fronte all’emergenza dell’università quasi-distrutta.

La mossa iniziale riscontrò successo: la Senatrice Mary Landrieu, riuscì ad inserire un piano di prestito in un legge ad hoc – legge che il Presidente della Xavier University, Norman Francis, elogiò pubblicamente come “critica e importante”.

Secondo il Lobbying Disclosure Act, il pubblico dovrebbe essere informato sui tentativi posti in essere dai lobbisti, specialmente quando si tratta di iniziative volte ad ottenere una modifica di un prestito pagato dai contribuenti di un valore di decine di milioni di dollari.

Ma se non fosse stato per una  causa legale, tra l’università e il Gruppo, il pubblico sarebbe stato ignaro di quello che il Carmen Group era chiamato effettivamente a fare, nonostante ci sia una legge che impone di descrive in dettaglio le attività svolte.

Il Lobbying Disclosure Act recita: “la fiducia pubblica sull’integrità del governo” aumenterà quando “l’identità e l’estensione dei sforzi di lobbisti remunerati per influenzare funzionari federali” saranno divulgati.

Nei progetti di lobbying e contratti di servizi ottenuti dall’Center for Public Intergrity, attraverso corti federali e statali, sono riscontrate molte più informazioni sulle attività di lobbying rispetto a quelle contenute nelle relazioni trimestrali sottoposte al Senato e alla Camera.

By Marcelo Rochabrun   25/08/2014

http://www.publicintegrity.org/2014/08/25/15344/lobbying-disclosures-leave-public-dark

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Disposte nuove regole sul lobbying per la pubblica amministrazione http://www.lobbyingitalia.com/2014/12/disposte-nuove-regole-sul-lobbying-per-la-pubblica-amministrazione/ Thu, 04 Dec 2014 11:54:38 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2701 La Commissione Elettorale NSW (New South Wales) si occuperà della regolamentazione dell’attività di lobbying all’interno del governo del NSW e della pubblica amministrazione.

Il dipartimento e il gabinetto del Premier hanno pubblicato un Memorandum Ministeriale stabilendo i cambiamenti ed identificando le responsabilità dei funzionari al governo per quanto riguarda le relazioni con i lobbisti, in vigore dal 1 dicembre 2014.

Secondo il Memorandum Ministeriale M2014-13 NSW Lobbyists Code of Conduct, le modifiche  sono state apportate “per rafforzare la regolamentazione di lobbisti terzi e altri lobbisti, e conferire funzioni regolamentate relative al lobbying alla Commissione Elettorale NSW.”

I lobbisti che rappresentano terze parti, e qualsiasi organizzazione o persona che tenta di influenzare le politiche di governo, devo attenersi a certe regole etiche, le quali includono la divulgazione della programmazione di eventuali incontri, temi di discussione ed interessi finanziari.

Il Memorandum richiede ai funzionari di non avere contatti con lobbisti terzi che non siano registrati, e di osservare speciali precauzioni quando si incontrano con lobbisti che sono stati inseriti nella Watch List.

Inoltre, M2014-13 stipula che un Ufficiale di Governo NSW non deve permettere attività di lobbying da parte di lobbisti terzi che non siano registrati nell’apposito Registro (dei Lobbisti) Terzi costituito nella terza parte del Lobbying of Government Officials Act  del 2011.

Né  potranno ufficiali permettere ad un individuo impegnato ad intraprendere lobbying per un lobbista terzo che non sia registrato nel Registro dei Lobbisti per quanto riguarda il lobbista terzo.

Infine, sarà interdetto qualsiasi lobbista che non abbia effettuato le dovute rivelazioni e ai lobbisti il cui nome è stato messo sulla Lobbyists Watch List.

Il Memorandum si applica ai Ministri e ai Secretari Parlamentari; Staff dei Ministri e Secretari Parlamentari; Capi di Agenzie di Pubblica Amministrazione; impiegati di (e appaltatori con) il Servizio Pubblico NSW, il Servizio Trasporti e qualsiasi altro servizio della Corona; e, membri degli organi statutari.

Fonte: http://www.psnews.com.au/nsw/Page_NSWpsn3956.html

L’intero Memorandum può essere consultato qui: http://arp.nsw.gov.au/m2014-13-nsw-lobbyists-code-conduct

 

]]> Le regole sul lobbying non sono ancora dove dovrebbero essere http://www.lobbyingitalia.com/2014/12/le-regole-sul-lobbying-non-sono-ancora-dove-dovrebbero-essere/ Wed, 03 Dec 2014 15:59:07 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2699 (Rolf Alter) L’attività di lobbying è parte integrante del processo decisionale politico pubblico, a livello sia europeo che nazionale.

Nonostante persista il rischio che tale attività globale multi-miliardaria sia troppo favorevole ai ricchi e alle élite – il che si risolverebbe in un condizionamento ingiustificato e di concorrenza sleale ai danni della giustizia con decisioni pubbliche imparziali – il lobbying può fornire informazioni importanti a chi deve prendere le decisioni e facilitare l’accesso agli sviluppi e all’implementazione di politiche agli stakeholder.

Tra il pubblico c’è la percezione che degli incentivi sbagliati stiano portando a decisioni politiche che danneggiano l’interesse pubblico. Per assicurare l’integrità della politica, i paesi hanno bisogno di mettersi in azione per cambiare rotta e riguadagnare la fiducia dei cittadini.

Da quando i paesi OCSE hanno adottato un serie di Principi per la Trasparenza e l’Integrità del Lobbying – protocollo internazionale mirato a limitare il rischio di corruzione e di condizionamento ingiustificato connesso all’attività di lobbying – Dal 2010, si sta discutendo su tale attività in diverse arene politiche a proposito del suo ruolo nella crisi economica, nelle elezioni e nella diminuzione di fiducia nei governi.

Di recente i paesi hanno optato per una regolamentazione come risposta sia agli scandali sia alla richiesta di trasparenza ed integrità da parte dei cittadini.

I paesi dell’OCSE hanno regolato tale attività più negli ultimi 5 anni che nei 60 precedenti.

Tuttavia, nonostante possano sembrare un passo avanti, molto spesso le norme emanate in materia di lobbying servono ad arginare gli scandali invece di essere frutto di una visione globale del futuro.

La conseguenza è che la regolamentazione è solitamente lacunosa e non incontra pienamente le aspettative dei legislatori e dei lobbisti a proposito di divulgazione di informazione, trasparenza, e gestione del sistema.

L’ultima mossa della Commissione Europea, è rappresentata da un report dell’OCSE sui progressi fatti dai paesi membri nell’implementazione dei Principi di Trasparenza e Integrità del Lobbying.

Mentre per alcuni paesi si sono registrati diversi progressi, la relazione evidenzia che è necessario fare ancora molto al fine per salvaguardare l’integrità e la qualità dei processi decisionali dei governi degli stati membri. Due questioni sono di particolare importanza: le così dette “ porte scorrevoli”, tra il settore pubblico e quello privato, e l’influenza degli interessi privati attraverso gruppi consultivi.

Le “porte scorrevoli” – il passaggio del personale dal settore pubblico a quello privato – continua a rivelarsi un pericolo per le decisioni pubbliche a causa di possibili conflitti di interessi e abuso di informazioni. Mentre molti membri dell’OCSE hanno introdotto forme di restrizione agli impiegati pubblici che hanno terminato il servizio, essi hanno posto poca attenzione alla questione dell’impiego prima del pubblico. Soltanto un terzo dei paesi dell’OCSE hanno implementato delle restrizioni all’assunzione di lobbisti per riempire posti consultivi o regolamentari all’interno del governo.

È emersa una preoccupazione per l’influenza degli interessi privati attraverso gruppi consultivi.

Un gruppo consultivo è un organo che include membri del settore privato e/o rappresentanti della società civile per fornire consigli, conoscenze o raccomandazioni ai decisori politici.

Sebbene i membri dei gruppi consultivi sono in contatto diretto con i decisori e hanno quindi la possibilità di fare lobbying dall’interno, tali gruppi non sono generalmente obbligati ad avere un equa rappresentanza di interessi nella loro formazione. Per questo motivo vi è il rischio che questi gruppi siano “catturati” da interessi privati.

C’è necessità urgente di continuare il processo che è stato guidato dall’OCSE a indirizzare la credibilità degli organi formalmente coinvolti nelle decisioni pubbliche e rafforzare le condizioni istituzionali che formano il processo decisionale.

Rispondere a tale bisogno richiede un continuo impulso normativo da parte dei paesi per garantire decisioni imparziali, ed un terreno di gioco equo per tutti gli stakeholders che cercano di influenzare il processo decisionale.

 

http://euobserver.com/opinion/126736

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Relazione sul lobbying raccomanda un periodo di stop di due anni http://www.lobbyingitalia.com/2014/11/relazione-sul-lobbying-raccomanda-un-periodo-di-stop-di-due-anni/ Wed, 26 Nov 2014 15:11:08 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2682 (Mary Minihan) La Transparency International sollecita multe per i funzionari che non si attengono alle regole.
In Irlanda una nuova relazione richiede un periodo di stop di due anni per gli ex ministri e consiglieri speciali. La Transparancy International raccomanderà che i consiglieri pubblici dovranno ricevere un permesso da un organo di vigilanza indipendente prima di accettare una posizione nel settore privato dove potrebbe esserci un conflitto di interessi.
“Penalità, multe incluse, e pubblicazioni delle decisioni dovrebbero essere imposte a qualsiasi ex ministro pubblico che non rispetta la decisione dell’organo o che fornisce informazioni richieste da quest’ultimi”, dice la relazione. “Questo aiuterebbe ad affrontare conflitti di interesse e ‘la vendita di conoscenze’ al settore privato da parte di impiegati statali che sono andati in pensione. Inoltre, dovrebbe aiutare a costruire una fiducia pubblica nell’integrità del processo delle politiche pubbliche”.
La relazione, Influence and Integrity: Lobbying and its Regulation in Ireland sarà lanciata questa mattina. Sarà pubblicata in Irlanda come il primo atto legislativo relativo al lobbying ed è stato preso in esame dal Oireachtas.
Il Minstro della Spesa Pubblica e delle Riforme Brendan Howlin ha sponsorizzato il Registration of Lobbying Bill 2014, il quale permette un periodo di “stop” di un anno.
In Irlanda la relazione sulla Trasparenza dice che la legge dovrebbe essere rinforzata attraverso la “chiusura di potenziali scappatoie” nella legge proposta, la quale l’organizzazione sostiene che “diminuirà il potenziale” del registro del lobbying.
Nella relazione è inclusa una raccomandazione che dice che la sottomissione di norme e documenti che mirano a influenzare le decisioni legislative o del governo, che i lobbisti hanno condiviso con consiglieri pubblici, dovrebbero essere pubblicati sul nuovo registro.
Afferma, inoltre, che i dati finanziari sulle fonti di reddito dei donatori dovrebbero essere condivise dai lobbisti con la Standard in Public Office Commission.

Fonte:https://www.irishtimes.com/news/politics/report-into-lobbying-recommends-two-year-cooling-off-period-1.2012392

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Camera, ristretto accesso lobby. Non potranno seguire lavori (Public Policy) http://www.lobbyingitalia.com/2014/11/camera-ristretto-accesso-lobby-non-potranno-seguire-lavori-lo-ha-deciso-il-comitato-sicurezza-di-montecitorio/ Tue, 04 Nov 2014 12:04:07 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=2655 (Public Policy) – Roma, 4 nov – Stretta sugli accessi dei lobbisti a Montecitorio. Il Comitato per la sicurezza della Camera, che si occupa degli accessi, ha infatti approvato una regolamentazione “più restrittiva” per i soggetti esterni che vogliono accedere “agli spazi antistanti le commissioni” durante lo svolgimento dei lavori.

La decisione – secondo quanto riferiscono fonti parlamentari – è stata comunicata, tramite email, alle maggiori società di lobbying ed è stata presa a seguito di alcuni episodi contestati da alcuni parlamentari. A quanto si apprende, alcuni deputati si sono ‘lamentati’ della “libertà – spiega una fonte – con la quale alcuni lobbisti portano avanti la loro attività davanti alle commissioni”.

“La nuova normativa – si legge nel comunicato del Comitato per la sicurezza – prevede che siano autorizzati ad accedere al IV e V piano di Palazzo Montecitorio”, dove appunto hanno sede le aule delle commissioni, “soltanto i funzionari del governo, i rappresentanti del organi costituzionali, i rappresentanti di partiti e movimenti politici, i dipendenti dei gruppi e i collaboratori dei deputati, oltre ai dipendenti della Camera”.

Pertanto, tutti i soggetti “che sono attualmente titolari di autorizzazioni di accesso permanenti” – badge verdi e bianchi – “con facoltà di accedere agli uffici delle commissioni” e che non rientrino nelle precedenti categorie “dovranno restituire al Servizio per la sicurezza i loro tesserini, in scadenza mercoledì 5 novembre, i quali saranno sostituiti con nuovi titoli di accesso conformi alle nuove disposizioni”.

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