Giovanni Gatto – LobbyingItalia http://www.lobbyingitalia.com Blog dedicato al mondo delle lobbies in modo chiaro e trasparente Tue, 09 Aug 2016 08:16:51 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=4.4.4 Il Ministro Boschi incontra i lobbisti, ma non c’è nulla di male http://www.lobbyingitalia.com/2016/07/boschi-lobbisti-formiche-fatto-messa-feltri/ Sun, 17 Jul 2016 20:48:06 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3376 Ha destato clamore l’articolo del Fatto Quotidiano dal titolo “Incubo Renxit, il tour a Bruxelles della Boschi per promettere stabilità”, in particolare nel mondo dei professionisti del lobbying. Il Fatto ha sottolineato, in modo velatamente critico, l’incontro del Ministro con rappresentanti di imprese e think tank. La risposta è arrivata con una lettera aperta.

Lobbisti, funzionari, commissari della squadra di Jean Claude Juncker, militanti, think tank: in due giorni a Bruxelles il ministro Maria Elena Boschi incontra tutti. Un po’ per cercare appoggi in vista del referendum di ottobre, un po’ per continuare a costruire un profilo internazionale autonomo da quello del premier Matteo Renzi”. Comincia così l’articolo a firma Stefano Feltri, che racconta la conferenza “Growth Goal” organizzata dal think tank Formiche.net, diretto da Paolo Messa. È stata poi sottolineata la presenza di lobbisti all’evento. Lo stesso Paolo Messa (membro del cda RAI, consigliere politico e comunicatore) ha ritenuto di precisare con una lettera gli obiettivi dell’incontro. Segnaliamo alcuni passaggi particolarmente significativi:

Si parlava di crescita, di impatti economici e… chi c’era in sala? Sorpresa: i rappresentanti delle aziende, delle industrie, di quelle che operano in Italia ma anche più in generale nella Ue. Volevano ascoltare per capire. Capita. Ogni giorno, come sanno i giornalisti competenti, le imprese e ancora di più le istituzioni finanziarie valutano i mercati ma anche i Paesi e i loro sistemi regolatori. E quindi, insieme ad una vasta e qualificata platea di funzionari e dirigenti di Parlamento e Commissione, vi erano anche rappresentanti delle aziende (…) Francamente non mi pare una ordalia di pericolosi lobbisti.

Ora, che c’è di male – si potrebbe replicare – a sottolineare la presenza degli specialisti della rappresentanza dei legittimi interessi aziendali? (…) Se i protagonisti della nostra economia, di quelle imprese che danno (ancora) lavoro e benessere, li trattiamo come oggetto del sospetto a prescindere, li confondiamo con gli orribili, quelli sì, faccendieri che operano nella opacità, che ne beneficio ne abbiamo? Se le multinazionali non scelgono l’Italia o se quelle che ci sono chiudono, potremo inneggiare alla vittoria dei buoni contro i cattivi? No, perché senza le grandi imprese ed i professionisti che lì vi lavorano, resteranno in maggioranza le realtà che sguazzano fra il grigio e il nero (…)”.

Un richiamo alla trasparenza, e un “no” alla cultura del sospetto. Per una reciproca collaborazione tra mondo delle imprese, giornalismo e istituzioni, senza dietrologie.

L’articolo del Fatto qui:

FQ_Boschi Bruxelles Formiche_130716

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Puglia, la Giunta annuncia una legge sulle lobby http://www.lobbyingitalia.com/2016/06/puglia-legge-lobby/ Wed, 15 Jun 2016 20:13:15 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3356 Anche la Puglia si dota di una regolamentazione sul lobbying. O almeno, ci prova. Sarebbe la quinta Regione a prevedere una normativa sulla rappresentanza di interessi, dopo Toscana, Abruzzo, Molise, Calabria, l’ibrido siciliano. In attesa di approvazione la proposta lombarda, mentre nel Lazio non è stato avviato, come previsto dalla Legge per la Trasparenza, l’iter per una normativa nazionale, e in altre Regioni (tra cui la Campania) sono presenti in modo sparso norme che regolano particolari aspetti dell’attività.

Come è noto, l’attività di pressione delle lobby, quando viene esercitata in maniera indebita sui decisori politici o sui decisori amministrativi provoca danni, reati, sprechi, in generale poca trasparenza e poca imparzialità della Pubblica amministrazione. La Regione Puglia si era impegnata, adottando il programma, a contrastare l’attività non corretta delle lobby. Noi quindi abbiamo normato il potere di informazione o di pressione che ha un privato sulla pubblica amministrazione e sui decisori pubblici“, ha dichiarato il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha commentano l’approvazione da parte della Giunta regionale del disegno di legge che disciplina l’attività di lobbying presso i decisori pubblici.

Questa attività sarà conoscibile da tutti i cittadini tramite l’Agenda pubblica dei decisori che, evidentemente, dovranno ricevere queste persone sapendo che chiunque potrà controllare la loro attività e soprattutto collegando a queste attività di lobbying dei codici di condotta. Codici che vanno rispettati almeno dal punto di vista della pubblica amministrazione e che potrebbero trasformarsi per i pubblici ufficiali in sanzioni disciplinari. Ovviamente si tratta di un esperimento, siamo tra le prime regioni italiane ad adottare una legge come questa, la prima che prevede l’Agenda pubblica conoscibile da parte di tutti. Questi elementi aumenteranno la possibilità di tutta la comunità di conoscere quello che accade in palazzi nei quali la trasparenza non è stata sempre assicurata e non era esigibile, non poteva essere richiesta da parte di chiunque sulla base di una legge. Se questa legge verrà approvata dal Consiglio regionale, qualunque cittadino italiano potrà chiedere conto di tutto quello che un pubblico ufficiale che deve prendere una decisione importante fa, non solo pubblicamente ma anche nel privato del suo ufficio“.

Il lobbying – ha aggiunto Emiliano nel corso della conferenza stampa – è quell’attività legale di informazione e sollecitazione alla Pubblica amministrazione da parte di privati in ragione dei propri interessi. Tale attività è lecita nel nostro Paese, però, in mancanza di regolamentazione, sovente dà luogo a distorsioni che rovinano l’immagine sia della Pubblica amministrazione che dei privati, nel momento in cui viene esercitata senza cautele. Una Regione può legiferare dettando delle regole, che non hanno tecnicamente sanzioni di natura amministrativa o penale per ragioni di competenza costituzionale, ma che determinano la legittimità dell’agire e quindi possono essere rilevanti ai fini dell’individuazione di sanzioni da parte di altri organi, compresa la determinazione delle attività sottoposte a tutela penale. Quando un’attività viene regolamentata, dev’essere effettuata in quelle forme, altrimenti possono esserci situazioni di illegittimità di tipo amministrativo, contabile o penale che potrebbero avere un determinato rilievo. La legge si pone dunque come un parametro che mira alla certezza di agire in modo trasparente.

La legge sul lobbying è una pietra miliare del nostro programma di governo. L’avevamo detto e lo abbiamo fatto. Questa norma serve a distinguere l’attività politica – che deve essere esercitata secondo l’art. 97 della Costituzione sull’imparzialità della pubblica amministrazione – dall’attività volutamente orientata al perseguimento di interessi privati; queste ultime devono essere effettuate da persone specificamente individuate, iscritte in un Albo conoscibile attraverso l’Agenda della Pubblica amministrazione. Pertanto, chiunque potrà sapere dell’incontro tra dirigenti e pubblici funzionari con privati e questo consentirà a ciascuno dei cittadini, e in particolare ai media, di capire quali sono le modalità con le quali queste interlocuzioni si svolgono“.

Cosa prevede la proposta

Il disegno di legge prevede un Registro pubblico (art. 4), con requisiti di iscrizione per le persone che intendono rapportarsi alla PA. Esiste un codice di condotta e precisi obblighi dei decisori pubblici. In parole semplici, un politico non deve andare per corridoi perorando interessi privati, ma deve rapportarsi ai privati nell’esclusivo interesse pubblico. Questa legge consente peraltro la “sanzione politica”, perché sarà possibile dare un giudizio da parte ad esempio del Consiglio e della Giunta su condotte che dovessero essere non conformi a questo disegno di legge.

Quello che sino ad oggi era semplicemente un monito politico è diventato oggi un disegno di legge al quale, in caso di approvazione in Consiglio regionale, tutti gli uffici regionali dovranno attenersi. La Puglia sta portando avanti un testo di legge molto innovativo anche rispetto alle norme analoghe approvate da altre regioni – ha dichiarato da parte sua Titti De Simone, consigliera del presidente per l’attuazione del programma – Per la prima volta viene introdotta l’Agenda pubblica che riguarda i decisori politici, intesi come corpo politico e come livello amministrativo regionale (art. 3). La legge sul lobbying include anche agenzie regionali, ASL e società controllate della Regione Puglia, e individua anche le incompatibilità (art.10)“. 

Il dibattito

Nel corso del dibattito precedente al cosiddetto “Referendum sulle trivelle”, il governatore pugliese Emiliano aveva dichiarato che si trattava di un “referendum contro le lobby, quando queste si impadroniscono delle istituzioni pubbliche come nel caso Tempa Rossa”, annunciando in tempi brevi la proposta di un ddl, avvenuta poi oggi. Sempre sul tema energetico, da segnalare anche l’episodio (raccontato qui) lo scontro tra lo stesso governatore del PD e il lobbista di TAP, il gasdotto che avrebbe portato in Italia il gas azero. Uno scontro che si è poi spostato su Twitter (per i più curiosi, qui il thread) con il primo germoglio di promessa di regolamentazione da parte di Emiliano.

 

Bene quindi la volontà pugliese di una regolamentazione. Rimane solo una perplessità, per la comunità di lobbisti: se non verrà proposta una regolamentazione quadro nazionale, e su iniziativa o proposta del Governo, si rischia di avere 19 normative regionali + 2 provinciali e innumerevoli normative nelle diverse società o autorità pubbliche.

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Piccoli, buoni e simpatici: ecco le lobby più curiose d’America http://www.lobbyingitalia.com/2016/05/piccoli-buoni-simpatici-lobby-curiose-usa/ Tue, 31 May 2016 06:30:43 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3345 A Washington ci sono anche i proprietari di serpenti, gli amanti dei cavalli e i coltivatori di prugna

Alcuni di questi gruppi di pressione hanno speso più di 3,2 miliardi di $ per fare lobbying sui decisori nazionali di Washington DC. Oltre ai lobbisti solitari come Steve Basset, che spinge per desecretare i documenti sugli UFO, o i lobbisti del tofu, altri piccoli gruppi sperano di influenzare l’agenda politica del Congresso con temi molto (anche troppo) specifici. Ecco alcuni esempi:

Il Consiglio dei Palloncini (Balloon Council), che “per educare i consumatori e le autorità di regolamentazione sulle meraviglie dei palloncini di lattice” ha speso 80k $ nel 2014 per fare lobbying (secondo alcuni, cifre.. gonfiate);

le Famiglie dei Conservatori di Antiquariato, tre famiglie in possesso di una grande collezione di avorio di elefanti che dal 2014 fanno pressione sul Governo per eliminare i divieti sul commercio delle zanne;

l’Associazione americana di Possessori di Rettili, amanti delle squame che lottano contro la proibizione di tenere in casa alcuni tipi di pitoni, è da diverso tempo “in guardia” in attesa di occasioni utili per presentare proposte;

Victoria Mc Cullough è invece una lobbista che, proveniente da una famiglia petrolifera ma amante dei cavalli, ha speso 135k $ per rimuovere la carne equina dai menù americani;

l’Alleanza delle Monetine (altro che bitcoin e e-commerce..) sostiene invece un ritorno alle care vecchie monete metalliche, appoggiata dalle società estrattrici e dalle macchinette automatiche, a sostegno della tesi che con meno banconote si salverebbero milioni di piante;

il Board delle Prugne Secche della California, nel 2000 è riuscito a far cambiare idea nientemeno che alla Food and Drug Administration (la massima autorità regolamentare chimico-sanitaria degli USA) sul nome del prodotto, da un “maschilista” prune a un “dried plum” che attirava più pubblico femminile (questa la motivazione, seria).

Americanate. Ma quanto ci piacciono..

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Voglia di trasparenza: l’Europa si mobilita per un Registro dei lobbisti obbligatorio http://www.lobbyingitalia.com/2016/05/trasparenza-europa-registro-lobbisti/ Fri, 13 May 2016 14:04:46 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3322

Proseguono gli sforzi verso una normativa europea più chiara e decisa sulle lobby

Non solo in Italia: anche in Europa il lobbying è ammantato da un velo di incertezza normativa e di sfiducia da parte di istituzioni e cittadini. Anche per questo, nelle ultime settimane l’azione delle organizzazioni e associazioni che si occupano della trasparenza del processo decisionale si è fatta più forte e omogenea, anche su impulso delle principali Istituzioni europee. L’iniziativa più importante è partita diverse settimane fa dalla Commissione Europea, che ha avviato una Consultazione pubblica sulla proposta di un registro per la trasparenza obbligatorio. È inoltre in corso anche una petizione su change.org, sempre più strumento di espressione della democrazia “dal basso”, portata avanti dalla sezione europea di Transparency International per “puntare i riflettori” sulle lobby di Bruxelles.

La consultazione della Commissione

La Commissione europea intende raccogliere le opinioni di tutte le parti interessate sull’operato dell’attuale registro per la trasparenza delle organizzazioni e dei liberi professionisti impegnati nell’elaborazione e nell’attuazione delle politiche dell’Unione e sulla sua futura evoluzione verso un sistema obbligatorio esteso al Parlamento europeo, al Consiglio dell’UE e alla Commissione europea. La consultazione pubblica ha un duplice obiettivo: 1) raccogliere opinioni sul funzionamento dell’attuale registro per la trasparenza e 2) ricevere contributi utili per la concezione del futuro sistema di registrazione obbligatoria annunciato negli orientamenti politici del presidente Juncker. Lo scopo è valutare e capire che cosa ha funzionato bene finora e che cosa può essere migliorato e come, in modo da garantire che si possano sfruttare pienamente le potenzialità del registro come valido strumento per disciplinare le relazioni tra le istituzioni dell’UE e i rappresentanti di interessi. I risultati della consultazione pubblica serviranno da base per la preparazione della proposta di un registro obbligatorio da parte della Commissione.

La consultazione sarà aperta a tutti fino al prossimo 1 giugno, e potrà essere compilata al seguente link. Sarà molto interessante valutare anche i contributi pervenuti, che saranno pubblicati sul sito web nelle lingue in cui sono stati compilati, entro 15 giorni lavorativi a partire dal termine della consultazione. Una relazione di sintesi sarà pubblicata entro tre mesi dal termine della consultazione. In particolare, un punto fondamentale sarà rappresentato dalle impressioni sull’attuale sistema di registrazione, da più parti definito lacunoso se non fallimentare.

La petizione di Transparency International

La petizione di Transparency International Europe parte da una visione molto negativa della mancanza di trasparenza del lobbying europeo, come minaccia per la democrazia e della fiducia dei governi nella politica. Transparency negli ultimi anni ha condotto, come molte altre ONG sulla trasparenza, indagini sulle attività “nascoste” di alcuni particolari gruppi di pressione. A dire il vero, il punto di partenza di Transparency è molto scettico nei confronti delle “lobby” in generale (farmaceutiche, bancarie, commerciali), ma il principale motivo degli scandali sulla corruzione degli ultimi mesi è considerato la mancanza di trasparenza.

La petizione online è disponibile a questo link: https://www.change.org/p/commissione-europea-puntare-i-riflettori-sul-lobbismo-nell-ue . Queste le richieste alla Commissione Juncker:

  1. Fare in modo che tutti i lobbisti siano obbligati a iscriversi al registro europeo, di modo che gli esponenti delle istituzioni UE non potranno più incontrare lobbisti non registrati, e non potranno più invitarli a udienze o gruppi di esperti.
  2. Assicurare che le norme valgano per tutte le istituzioni europee, compreso il Consiglio, che finora non ha nemmeno aderito al registro volontario. E’ importante che i leader politici e i loro consiglieri pubblichino online tutti i loro incontri con lobbisti.
  3. Rendere più affidabili le informazioni fornite sul registro. A tal fine è neccessario un robusto sistema di controllo, che includa sanzioni per lobbisti che non rispettano le regole.

Le due consultazioni permetteranno di creare una comunità di interesse attorno a un tema molte volte dibattuto in modalità e con accezioni parziali e spesso negative. Sarebbe auspicabile una partecipazione degli “addetti ai lavori”, proprio i lobbisti che, con le loro competenze tecniche e l’esperienza delle tante barriere ideologiche che li circondano, hanno l’opportunità di esprimere un pensiero originale, efficace e, si spera, incisivo anche nei confronti dei legislatori nazionali.

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Registro lobbisti, limiti ai doni, report delle attività: le proposte di Montecitorio sul lobbying http://www.lobbyingitalia.com/2016/03/registro-lobbisti-limiti-ai-doni-report-delle-attivita-le-proposte-di-montecitorio-sul-lobbying/ Fri, 11 Mar 2016 10:43:18 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3190 Buone nuove per la trasparenza e l’inclusività del processo decisionale in Italia, almeno nel ramo più importante del Parlamento, la Camera dei Deputati. E’ di ieri la notizia di una nuova ipotesi di Regolamentazione dell’Attività di Lobbying all’interno del Regolamento della Camera alta, incoraggiata dalla presidente Laura Boldrini e a cura dell’on. Pino Pisicchio (Misto).

La Giunta per il Regolamento, nella seduta del 10 marzo, ha discusso due modifiche all’attuale normativa interna a Montecitorio. Già nella seduta del 19 novembre scorso la Giunta “aveva proseguito il dibattito ed è emerso un prevalente orientamento favorevole ad affidare al relatore Pisicchio il compito di definire un testo volto a riaggregare in un unico documento il complesso delle norme vigenti che stabiliscono obblighi dei deputati (e, in particolare, obblighi di dichiarazione), a precisare i principi deontologici al cui rispetto sono tenuti i deputati, a individuare gli aspetti della materia che risultino sprovvisti di disciplina e a specificare ulteriori doveri comportamentali“. Ma, cosa più importante per il settore, la stessa Giunta ha affidato allo stesso Pisicchio il compito di elaborare un normativa sul lobbying.

Nel testo emerso (Ipotesi Regolamentazione Lobbying_Regolamento Camera dei Deputati) nuove importanti proposte che prevedono:

  • L’istituzione di un “registro dell’attività di relazione istituzionale nei confronti dei deputati“, pubblicato sul sito della Camera;
  • La definizione di attività di relazione istituzionale come “ogni attività svolta da persone, associazioni, enti e società attraverso proposte, richieste, suggerimenti, studi, ricerche, analisi e qualsiasi altra iniziativa o comunicazione orale e scritta anche per via elettronica, intesa a perseguire interessi leciti propri o di terzi nei confronti dei membri della Camera”
  • L’obbligo per gli iscritti al registro di “presentare alla Camera una relazione sull’attività di relazione istituzionale svolta nel semestre, che dia conto dei contatti effettivamente posti in essere, degli obiettivi conseguiti, dei mezzi impiegati e delle spese sostenute” due volte l’anno (entro il 30 giugno e il 31 dicembre), con l’indicazione dei soggetti istituzionali contattati.

Il testo riferito alla proposta sul Codice di Condotta per i deputati (Ipotesi Codice Condotta Deputati_Regolamento Camera dei Deputati) conterrebbe invece nuove norme sulla trasparenza come la dichiarazione del proprio status patrimoniale (finalmente obbligatoria), le spese sostenute per la campagna elettorale, le donazioni ricevute direttamente o a mezzo di comitati costituiti a loro sostegno, comunque denominati, a titolo di liberalità per ogni importo superiore alla somma di 5.000 euro l’anno (già esistente) e, soprattutto, l’obbligo di astensione “dall’accettare doni o benefici analoghi, salvo quelli di valore inferiore a 250 euro, offerti conformemente alle consuetudini di cortesia, o quelli ricevuti conformemente alle medesime consuetudini qualora rappresentino la Camera in veste ufficiale“. Viene inoltre disposto un Comitato consultivo sulla condotta dei deputati di 10 persone (4 dall’Ufficio di Presidenza e 6 Deputati) designati dal Presidente della Camera all’inizio di ogni legislatura.

La sanzione applicata, ed è questa la vera svolta culturale, sarà di tipo politico. Come accade nelle maggiori democrazie occidentali.

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Legge sulle lobby, più trasparenza dai decisori pubblici: riformulato l’emendamento al ddl Concorrenza http://www.lobbyingitalia.com/2016/03/legge-sulle-lobby-emendamento-concorrenza/ Wed, 02 Mar 2016 11:17:29 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3176 Più trasparenza anche per i decisori pubblici e esatta definizione degli oneri statali derivanti dall’istituzione di un Registro dei lobbisti: sono queste le principali modifiche all’emendamento 47.0.9 al ddl Concorrenza, attualmente in discussione presso la 10a Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato.

L’emendamento, presentato dai senatori Orellana e Battista (Gruppo per le Autonomie), introduce un nuovo articolo 47-bis dal titolo “Disposizioni in materia di rappresentanza di interessi presso i decisori pubblici“.

La riformulazione è arrivata dopo la pronuncia della Commissione Bilancio del Senato che nei giorni scorsi ha dichiarato inammissibile, ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione – quello relativo all’equilibrio di bilancio – la prima formulazione (di cui potete trovare qui il testo: Emendamento lobby ddl Concorrenza_testo1_inammissibile).

Il nuovo testo presenta poche modifiche, una delle quali molto importante che va a colmare una lacuna del testo iniziale. Si tratta del nuovo comma 11, relativo agli obblighi di rendicontazione mensile degli incontri avvenuti con i lobbisti o portatori di interessi per i decisori pubblici . Inoltre, è introdotto l’obbligo di dichiarare la situazione patrimoniale e l’appartenenza a associazioni o movimenti:

11. Il decisore pubblico è tenuto a trasmettere al Comitato ogni informazione relativa alla propria situazione patrimoniale, l’appartenenza ad associazioni o movimenti, nonché, con cadenza mensile, l’elenco dei rappresentanti di interessi incontrati nell’ambito della propria attività istituzionale. Il Comitato rende pubblici tali dati, entro 30 giorni dalla ricezione, nell’apposita sezione del sito internet dedicato.

E’ stato poi introdotto il comma 19, relativo alla definizione degli oneri derivanti dalle disposizioni relative all’istituzione del Registro dei portatori di interesse, di cui al comma 4. In particolare, gli oneri per lo Stato sono definiti in 500.000 euro a decorrere dal 2016, detratti dal Fondo speciale di parte corrente dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, per l’anno 2016:

19. Agli oneri derivanti dalle disposizioni di cui al comma 4, valutati in 500.000 euro, a decorrere dal 2016, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto ai fini del bilancio triennale 2016-2018, nell’ambito del Fondo speciale di parte corrente dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze, per l’anno 2016, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al medesimo Ministero.»

Qui potete trovare il testo completo dell’emendamento riformulato, su cui la Commissione Bilancio deve ancora esprimersi: Emendamento lobby ddl Concorrenza_testo2. Al momento la Commissione ha sospeso il proprio giudizio su tutte le riformulazioni.

Impressioni: che il testo sia un buon passo in avanti verso una normativa nazionale sul lobbying è un dato di fatto. Segnale ancora più incoraggiante di una reale volontà politica di legiferare sul tema è la riformulazione e reiterazione dell’emendamento dopo la bocciatura del primo testo da parte della commissione Bilancio. Di certo sarebbe stato molto più ambizioso inserire previsioni già presenti in altri sistemi (in particolare quelli anglosassoni) come la specifica inclusione nei rappresentanti di interessi di ONG e associazioni di enti, l’inclusione della dicitura “portatori di interessi”, per evitare che ci si riferisca unicamente ai consulenti, il divieto di success fee tratto dalla normativa canadese, l’obbligo di consultazione telematica, l’introduzione di disposizioni provvisorie per far entrare subito in vigore le norme, l’eliminazione dell’esclusione dei giornalisti professionisti e pubblicisti.. Non è comunque da escludere che possano intervenire modifiche integrative al testo da parte del Relatore.

Ma il principio del “passo dopo passo” potrebbe fare al caso dei lobbisti, con l’approvazione di una legge che consentirebbe alla democrazia di svolgersi in modo più trasparente e partecipativo.

 

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Calabria: Consiglio regionale approva legge sulle lobby http://www.lobbyingitalia.com/2016/02/calabria-consiglio-regionale-approva-legge-sulle-lobby-il-velino/ Mon, 08 Feb 2016 16:33:40 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3164 La Calabria ha una sua legge sul lobbying. Una legge approvata lunedì 8 febbraio dal Consiglio Regionale (il progetto di legge era stato approvato nella commissione conciliare competente lo scorso novembre) mira a regolamentare il fenomeno dei ‘gruppi di pressione‘, con lo scopo di favorire la trasparenza dell’attivita’ politica e amministrativa della Regione. E’ un inedito assoluto per la Calabria, che finora non si era mai dotata di uno strumento atto a limitare le interferenze di cordate più o meno organizzate il cui obiettivo è concorrere alla definizione delle decisioni delle istituzioni.

La novità più rilevante riguarda il registro pubblico nel quale dovranno essere iscritti i rappresentanti di interessi particolari. Sarà costituito da due sezioni, gestite rispettivamente dalla presidenza della giunta regionale e dall’Ufficio di presidenza del consiglio regionale. Saranno individuati poteri e facoltà dei “rappresentanti di interessi particolari” che, sostanzialmente, si concretizzeranno con le richieste di audizioni e con la possibilità di presentare proposte e studi in relazione a singoli argomenti e questioni.

Link al testo della Legge regionale con Relazione Illustrativa e Relazione Finanziaria: Legge Lobby Calabria

Fonte: Il Velino

Secondo Giuseppe Graziano, segretario questore del Consiglio Regionale eletto a Rossano per la coalizione di centro-destra, si tratta di “un risultato storico che cambierà i concetti di partecipazione e amministrazione, rendendoli ancora più trasparenti. E che ciò avvenga in Calabria – dove il “sommerso” è all’ordine del giorno – dimostra che questa terra ha ancora tanto coraggio e soprattutto la volontà di riscatto utile ad ingranare la marcia e produrre nuovo sviluppo per costruire un futuro migliore alle nuove generazioni. Siamo la prima Regione in Italia ad applicare una norma essenziale che garantisce la concorrenza leale e produttiva e che potrà essere presa come modello dalle altre regioni e dal Governo centrale così da renderla ancora più efficace.

Da oggi la Calabria – dichiara Graziano – ha compiuto un passo in avanti nella democrazia. Con l’approvazione della legge che disciplina in modo efficace e trasparente la rappresentanza di interessi particolari, si dà concretezza al concetto e all’idea di cambiamento positivo. Che auspico da tempo. Il Consiglio regionale, accogliendo con un corale e unanime consenso la mia proposta di legge del settembre scorso, ha scritto un’importante pagina di storia.

Una società matura – aggiunge ancora il Segretario questore, spiegando le ragioni che hanno portato a proporre la legge – non può non disciplinare le attività di rappresentanza di interessi particolari, anche al fine di evitare che dietro un fenomeno naturale e di per sé lecito si annidino zone grigie, pericolose per la nostra società. Questa legge, unico caso in Italia, non si concentra solo sul Consiglio Regionale e sulle sue articolazioni interne, ma si estende alla Giunta e ai dipartimenti regionali come pure a tutti gli enti sub-regionali, favorendo così anche in tali enti circuiti virtuosi di democraticità e legalità. È sufficiente pensare ai colossali interessi che ruotano attorno alla sanità, all’ambiente, al lavoro, alle imprese, per comprendere come non era oramai possibile procrastinare l’adozione di uno strumento normativo che favorisca anche in quelle sedi la massima trasparenza nelle decisioni pubbliche.

Presentando la legge – prosegue Graziano – affermavo che la sua celere approvazione avrebbe contribuito a dimostrare con i fatti che questa Regione, ponendosi in questa materia all’avanguardia sia rispetto ad altre regioni sia rispetto allo Stato, è capace di dotarsi di regole democratiche avanzate in piena autonomia e non perché vengono imposte dall’esterno. È vero che l’approvazione di una legge non è sufficiente per vederla operare, essendo ora compito degli organi amministrativi darne celere attuazione, sulla quale vigilerà il Consiglio e, spero, la società tutta. Non di meno, posso affermare, senza timore di smentita, che il passo compiuto dal Consiglio Regionale indurrà i calabresi a riporre maggiore fiducia nelle Istituzioni. Ritengo che questa legge, tra i suoi tanti benefici che potrà offrire allo sviluppo e alla partecipazione, riqualifica concretamente nel giudizio della gente anche la struttura politico-burocratica che governa la Calabria. E di questo – conclude – non posso che esserne orgoglioso perché la legge sul lobbying, letta nel contesto ampio dell’opinione pubblica, rappresenta concretamente il coraggio del cambiamento“.

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Anche twittare è lobbying? Per lo stato di New York, sì http://www.lobbyingitalia.com/2016/02/anche-twittare-e-lobbying-per-lo-stato-di-new-york-si/ Fri, 05 Feb 2016 11:51:32 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3157 La Joint Commission on Public Ethics – JCOPE dello stato di New York sta pensando di inserire le comunicazioni attraverso i social media tra le attività di comunicazione nei confronti del decisore pubblico da rendicontare come lobbying. La decisione, annunciata anche dal governatore Andrew Cuomo nel discorso annuale sullo stato dello Stato, fa parte di un quadro complessivo di nuova “eticizzazione” della politica di Albany dopo una serie di scandali. In particolare, tra le “mire” della Joint Commission coloro che svolgono attività di lobbying a tutti gli effetti, ma vengono considerati professionisti delle pubbliche relazioni e non delle relazioni istituzionali.

Negli scorsi giorni, lo stato del nordest degli USA ha inserito nella definizione di lobbista anche professionisti della comunicazione come social media strategist e PR. In un comunicato stampa della JCOPE si afferma come “i lobbisti [stiano] sempre più ricorrendo ai social media per portare avanti la loro attività di lobbying. Alla luce di questo è quindi richiesta chiarezza nei casi in cui l’uso di social media è diretto ad attività di lobbying e rendicontabile”. La Joint Commission ha aperto una consultazione pubblica valida fino al 19 febbraio, e da quel giorno saranno approntate le linee guida sull’uso dei social media per attività di lobbying. Tra le richieste anche opinioni su cosa può essere considerato grassroots lobbying, quale impatto possono avere le condivisioni di post o i retweet, quale importanza hanno le comunicazioni fatte ad un account social di un dirigente pubblico piuttosto che quelle recapitate alla mail o agli indirizzi di posta ufficiali.

Ovviamente non sono mancate le critiche da parte della community dei professionisti delle relazioni istituzionali, pubbliche ed esterne. L’accusa principale alla Commissione è quella di aver ecceduto nella propria competenza legislativa, violando il diritto ad esprimere liberamente la propria opinione. Un portavoce della Public Relations Society of America ha annunciato contributo fortemente critico da parte dell’associazione.Tra le altre associazioni contrarie, Citizens Union of the City of New York, New York Advocacy Association, New York Civil Liberties Union, la New York Press Association,  lo studio di avvocati Wilson Elser, le società di PR come Davidoff, Hutcher & Citron e West Third Group , diverse testate giornalistiche (come Crain’s New York).

Ogni violazione delle decisioni del Joint Committee costa 10.000 $. Questa, ed altre norme del Lobbying Act statale, secondo i professionisti del lobbying e quelli delle PR richiedono modifiche molto più urgenti rispetto a quelle derivanti dal nuovo orientamento dello stato di New York.

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Irlanda, le regole per i lobbisti sono più ferree che in Gran Bretagna http://www.lobbyingitalia.com/2016/01/irlanda-le-regole-per-i-lobbisti-sono-piu-ferree-che-in-gran-bretagna/ Fri, 29 Jan 2016 15:30:05 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3149 Ci sono stati molti lamenti silenziosi e stridore di denti da parte di alcuni lobbisti professionisti in Irlanda, con le novità prorompenti della scorsa settimana sul nuovo regime di comunicazione al pubblico e di registrazione del lobbying. La relativa rigidità del nuovo regime irlandese, che prevede la divulgazione dei dettagli di quasi ogni attività di lobbying scritta o verbale nei confronti di un funzionario pubblico, è in netto contrasto con il regime introdotto lo scorso anno in Gran Bretagna.

Gli esperti britannici hanno descritto il loro nuovo sistema come “debole” e “falso”. A differenza dell’Irlanda, solo i lobbisti consulenti sono coperti dalla regolamentazione britannica, lasciando fuori dalla normativa i responsabili public affairs interni alle aziende. I lobbisti professionisti nel Regno Unito possono anche evitare di presentare le dichiarazioni, che sono così prive di dettagli da essere comunque praticamente insignificanti, se dicono solo che è stata redatta una comunicazione che è stata poi inviata dal loro cliente.

In Irlanda, tutti i gruppi che svolgono attività di lobbying, siano società di consulenza o altro, devono comunicare le proprie attività su base trimestrale, compreso l’obiettivo che si stava cercando di raggiungere. La maggior parte degli studi legali nel Regno Unito, per esempio, sembrano aver ignorato i loro obblighi di registrazione, mentre i loro vicini irlandesi sono stati costretti a registrarsi.

Nel frattempo, il termine per le prime pubblicazioni sul registro irlandese è scaduto più di una settimana fa, ma ci sono stati alcuni interessanti arrivi in ​​ritardo nei giorni scorsi. La Honorable Society of King’s Inns, la corporazione che si occupa della formazione degli avvocati, ha reso pubblica lo scorso mercoledì l’attività di lobby sulla riforma legale intrapresa dal suo amministratore delegato, ed ex segretario generale del Dipartimento di Giustizia, Sean Aylward.

Anche Vape Business Ireland, un’associazione di settore delle e-cig di cui fanno parte più grandi aziende produttrici di tabacco tradizionale del Paese, ha inserito i propri dati per aver svolto la propria attività di lobby nei confronti dei parlamentari rispetto alla regolamentazione del vaping. Meglio tardi che mai.

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Lobbying, passi decisi verso una legge? http://www.lobbyingitalia.com/2016/01/lobbying-passi-decisi-legge/ Thu, 14 Jan 2016 17:00:26 +0000 http://lobbyingitalia.admin.comunicablog.it/?p=3128 La giornata di oggi potrebbe essere considerata un punto di svolta verso la regolamentazione nazionale dell’attività di lobbying in Italia. Secondo indiscrezioni raccolte da Public Policy (vedi tweet), potrebbe entrare nell’articolato del ddl Concorrenza una prima regolamentazione sulle lobby. Sarebbe stato presentato un emendamento (il termine è scaduto l’11 gennaio ma non è stato pubblicato il fascicolo) al ddl in commissione Industria Commercio e Turismo al Senato che ripropone il ddl sulle lobby presentato da Luis Alberto Orellana (ex M5s ora nel gruppo delle Autonomie). Il ddl Orellana è stato adottato come testo base in I commissione a Palazzo Madama ma è incagliato da mesi senza passi in avanti. Ora, si apprende, l’ex senatore dei 5 stelle ha riproposto il ddl sotto forma di emendamento al Concorrenza e su questo, rivela il relatore Pd Luigi Tomaselli, da parte dei relatori c’è “grande interesse“.

Il ddl di Orellana propone di istituire presso la presidenza del Consiglio un comitato per il monitoraggio dei ‘lobbisti’, con un apposito registro al quale i rappresentanti di interessi dovranno iscriversi per poter svolgere la propria attività. E ancora: creazione di una banca dati contenente le proposte normative presentate dai parlamentari e “promosse” dalle lobby. Il disegno di legge prevede che chiunque voglia svolgere attività di lobbying dovrà iscriversi al registro. Allo stesso obbligo saranno sottoposte anche le società “che hanno uno o più dipendenti preposti a tenere i rapporti con i decisori pubblici“.

Nel pomeriggio di oggi si è inoltre svolta la conferenza stampa della deputata Adriana Galgano (Scelta Civica), che ha annunciato di voler presentare alla Camera il testo del senatore Orellana (ex M5S e membro del gruppo per le Autonomie), scelto da tempo come testo-base della serie di ddl attualmente fermi presso la 1a commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama. Secondo Galgano “Il processo di lobbying in Italia deve essere trasparente, regolato, noto ai cittadini. E una cosa di cui sono convinta è che i lobbisti non possono essere gli stessi parlamentari. L’obiettivo importante di questa legislaturaè arrivare a un ddl che si concretizzi su questo argomento. Noi di Scelta civica abbiamo già un progetto di legge di Paola Pinna, ma la cosa bella è che alla Camera ce n’è 13 di testi sul tema“. Dal canto suo il senatore Orellana ha presentato un emendamento sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C, una delle battaglie che Galgano aveva portato avanti (senza successo) durante la discussione del disegno di legge a Montecitorio.

Ma in realtà, sempre oggi, una prima forma di regolamentazione dei portatori di interesse è diventata norma di legge. Si tratta di due norme del nuovo codice degli appalti, promosse dal viceministro alle Infrastrutture e Trasporti Nencini (promotore della legge toscana sul lobbying), che prevedono:

ppp) trasparenza nella partecipazione dei portatori qualificati di interessi nell’ambito dei processi decisionali finalizzati alla programmazione e all’aggiudicazione di appalti pubblici e contratti di concessione nonché nella fase di esecuzione del contratto;

qqq) introduzione di forme di dibattito pubblico delle comunità locali dei territori interessati dalla realizzazione di grandi progetti infrastrutturali e di architettura di rilevanza sociale aventi impatto sull’ambiente, la città o sull’assetto del territorio, prevedendo la pubblicazione on line dei progetti e degli esiti della consultazione pubblica; le osservazioni elaborate in sede di consultazione pubblica entrano nella valutazione in sede di predisposizione del progetto definitivo

Secondo Nencini “Si anticipa la regolamentazione delle lobby. In Italia non c’e’ una legge che faccia chiarezza sui gruppi di pressione: il codice degli appalti introduce un registro ad hoc. E per quanto riguarda la grandi opere, prima di procedere, ci sara’ l’obbligo di ascoltare il parere non vincolante delle comunita’ locali. Una norma di civilta’, che sarebbe stata utile da applicare in Val di Susa“.

Un primo, utile passo in attesa che sul tema intervenga, dopo gli annunci dei mesi scorsi, il principare attore decisionale del Paese: il Governo Renzi.

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